Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
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Autore: Lamy_    23/10/2015    1 recensioni
La vita apparentemente tranquilla di Eryn Young viene di nuovo scossa dallo S.h.i.el.d; incontri tra vecchi amici, sangue, lotta, intrighi e amore in un mix niente male. C'è una nuova missione che attende la Dottoressa Young.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Mamma, sbrigati!" si lamentò per la terza volta Alan in soli dieci minuti mentre, vestito di tutto punto, aspettava sua madre. Con un riecheggiare di tacchi Eryn scese le scale e raggiunse suo figlio, sorridendo nel vederlo così elegante. Era stata invitata in qualità di critica d'arte ad una serata di gala organizzata dalla sezione 'Arte e Storia' del governo. Per l'occasione aveva optato per un abito azzurro lungo, stretto in vita, con le spalline strette e la scollatura quasi a cuore, calzava dei sandali bianchi, aveva applicato un po' di trucco e aveva legato i capelli in uno chignon.
"Sei bellissima." le disse suo figlio con un sorriso ampio e lei gli spettinò dolcemente i capelli.
"Possiamo andare!"
Un'auto del governo li attendeva fuori. L'autista aprì loro lo sportello e ingranò la marcia diretto verso il British Museum, dove si sarebbe tenuta la serata. Eryn era emozionata e tesa dall'idea che avessero scelto proprio lei e si chiese se ci fosse lo zampino di Coulson dietro a tutto. Già, Phil Coulson. Non lo aveva più sentito dopo quella fatidica missione ed erano passati ormai otto mesi. Lei continuava ad insegnare all'Università, si occupava di suo figlio, preparava il pranzo e la cena, faceva il bucato, eppure non smetteva di pensare a lui. Era il suo pensiero fisso, era nel suo cuore e da lì non se ne sarebbe mai andato. Mi devo rassegnare, non c'è possibilità per me e per lui, si ripeteva ogni giorno eppure Phil era sempre nella sua mente.
"Mamma, va tutto bene?"
Eryn scosse la testa e sorrise, non voleva che Alan sapesse quanto soffrisse perché aveva patito anche troppo dolore a causa di suo padre. Essere una ragazza madre non era stato facile ma lei amava suo figlio più di ogni altra cosa al mondo e avrebbe dato la vita per lui.
"Sì, sono solo nervosa. Sono qui in veste ufficiale per la prima volta e sai quanto desideravo questo momento."
"Tranquilla, farai un gran figurone. Non capita tutti i giorni di avere come critica d'arte una donna bellissima e intelligente come te!"
La donna inarcò un sopracciglio e lo fissò, il ragazzo alzò le spalle e ricambiò con uno sguardo interrogativo.
"Da quando mi fai così tanti complimenti nel giro di venti minuti? Ti serve qualcosa, vero?"
Alan scoppiò a ridere. Sua madre sapeva essere davvero assurda alle volte, ma le voleva un gran bene anche per quello.
"No, dico solo la verità. Anche se avrei bisogno di nuove lenti per il telescopio..."
"Ah ecco! Beh vedremo, se ti comporti bene potrei anche farti un regalo."
Nel frattempo erano giunti presso il Museo, le luci riflettevano i colori dell'arcobaleno lungo la facciata, gli stendardi rossi davano un tocco in più all'atmosfera, e la gente si accalcava all'ingresso per consegnare l'invito e poi entrare. Eryn e suo figlio percorsero a braccetto il tappeto rosso tra scatti e giornalisti che facevano domande, poi finalmente venne loro concesso il permesso di entrare. Lo stanzone che si apriva dinnanzi a loro era enorme, reperti archeologici e pezzi d'arte erano sparsi qua e là al centro, lunghi tavoli coperti da vivaci tovaglie blu erano piene di bicchieri di champagne, l'orchestra suonava una sinfonia di Mozart, e tutto era avviluppato in un'atmosfera magica. Eryn, guardandosi attorno, si accorse che le guardie erano disposte ciascuna a quindici centimetri da ogni teca di vetro contente oggetti storici e artistici, portavano due pistole nelle fondine della cintura e una nello stivale destro, ed inoltre si scambiavano di posto ogni cinque minuti esatti. Lo S.h.i.e.l.d le aveva insegnato molte cose.
"Dottoressa Young!"
La donna si voltò e rimase piacevolmente stupita nel vedere il colonnello James Rodhes avanzare verso di lei in divisa.
"Ciao, James!" esclamò Eryn, sollevando gli occhi al cielo.
"Ho saputo che ti hanno invitata in veste ufficiale e sono davvero contento che abbiano scelto te, sei la migliore."
"E' l'occasione giusta per dimostrare a tutti di che cosa sono capace."
"Ne saranno entusiasti. E questo deve essere Alan, giusto?" chiese James mentre osservava il ragazzo biondo e con gli occhi azzurri accanto alla sua amica.
"Sì, signore, sono Alan Wilson."
Alan e il colonnello si strinsero la mano come due uomini adulti. Eryn sapeva che James aveva avuto contatti con il padre di suo figlio ma non gli aveva mai chiesto nulla a riguardo.
"Hai sedici anni?"
"Sì, signore."
"Ti prego, chiamami James. Non farmi sentire più vecchio di quel che sono già."
Il ragazzo rise e poi si allontanò per andare a prendere un bicchiere d'acqua. La sala cominciava a riempirsi e respirare diventò un'impresa ardua. Eryn seguì con lo sguardo suo figlio e notò al tempo stesso che le guardie avevano attuato la rotazione strategica.
"Come sta il gigante di ferro?" domandò la donna al colonnello con un tono divertito e rise sotto i baffi all'espressione del suo amico.
"Sta bene. Vorrebbe che tu facessi un giro dalle sue parti, vorrebbe proporti un affare."
"Io e Tony Stark? Non funzionerebbe. Lui ama mostrarsi troppo ed io amo starmene nel mio angoletto. Ho un figlio a cui pensare, James. Non posso vivere in modo sregolato."
"Sarebbe un'ottima opportunità lavorare per il settore archeologico delle Stark Industries. Pensaci."
"Ho chiuso con i supereroi."
E sapevano entrambi che lei stesse intendendo Coulson, uno dei Vendicatori. James le diede un bacio sulla guancia e ritornò al suo posto accanto al generale e al principe William.
"Mamma, chi era quello?"
Alan porse a sua madre un bicchiere di champagne, lei lo mandò giù in un colpo e tentò di trovare una scusa plausibile. Ho conosciuto James quando Ironman mi ha chiesto una consulenza riguardo ai progressi in campo scientifico dell'Hydra negli della Guerra.
"Doveva proteggere un vaso etrusco durante il trasferimento da New York a qui." si limitò a rispondere e suo figlio sembrò crederci.
La musica si interruppe di colpo e le luci si spensero. Una donna urlò. Eryn afferrò la mano di Alan, stringendolo a sé, e cercava di capire cosa stesse succedendo. Uno sparo. Le luci si accesero e nella luminosità della sala torreggiavano al centro sei uomini, divise nere, armi, e facce minacciose.  Secondo sparo. Tutti si piegarono sulle ginocchia, chi gridava, chi si nascondeva dalla visuale degli aguzzini, chi tentava di raggiungere i bagni per cercare una via di fuga.
"Signori e signore, non c'è bisogno di allarmarsi così tanto!" esordì uno degli uomini, il leader forse. Il colonnello  Rhodes avanzò verso quello con la pistola e lo sguardo fisso. Le guardie fecero altrettanto, impugnando entrambe le pistole, ma senza cambiare posizione. Eryn tenne stretto suo figlio al suo petto, evitando che si voltasse a guardare, le tremavano le gambe e temeva per Alan.
"Armi a terra!" ordinò James con tono autoritario ma quelli rimasero fermi, gambe divaricate, armi tra le mani, occhi puntati sugli invitati.
"Oh colonnello Rhodes, davvero crede che faremo i bravi bambini pentendoci delle nostre cattive azioni? La ritenevo più furbo!" rise l'uomo con una scrollata di spalle. Era alto, i muscoli visibili sotto alla tenuta nera, pelle ambrata, capelli corti e neri. Puntò la pistola contro il colonnello e inclinò la testa; un vociferio si diffuse, la paura e la tensione erano palpabili nell'aria.
"Alan, ascoltami bene: corri verso i bagni senza farti notare e cerca aiuto solo dopo che sarai uscito da qui e che ti sarai allontanato. Non ti voltare mai." sussurrò la donna a suo figlio, il quale annuì e si mosse senza fermarsi a guardare dietro. Eryn rimase ferma, sperando che suo figlio non venisse scoperto ma le sue preghiere sfumarono. Ora la pistola era puntata contro Alan.
"Ragazzino, dove credi di andare?"
Il tipo dalla pelle scura fece cenno con il capo ad uno dei suoi di prendere il ragazzo. Alan cercò di scappare ma venne sollevato da terra come fosse una piuma e fu condotto al cospetto di quello che sembrava essere il leader. Questi afferrò il braccio del ragazzo e lo strinse, avvicinandolo e poggiando la pistola sulla sua fronte. Eryn ghiacciò sul posto e lanciò un'occhiata a James, che le consigliò di restare calma e attendere il momento giusto. Ma quel bastardo stava minacciando suo figlio e il momento adatto non esisteva.
"Lascia andare mio figlio."
L'aguzzino sollevò lo sguardo su di lei e le sorrise malizioso, spinse il ragazzino tra le braccia di un suo uomo e prese a camminare nella sua direzione con andatura baldanzosa.
"Che ne dici di scoprire un nuovo mondo con me, bambola?"
Eryn emise una risata isterica.
"Che ne dici se adesso ti rompo il setto nasale?"
"Tu vorr..."
Quello non ebbe il tempo di replicare che Eryn gli aveva assestato una gomitata in faccia e sorrise compiaciuta nel vedere il sangue scorrere rosso scuro.
"Ti avevo detto di lasciare mio figlio."
James, dal canto suo, sparò alla gamba di uno degli altri uomini e le guardie si mobilitarono per accerchiare i nemici, puntando le armi contro di quelli. Il tizio dalla pelle ambrata, il cui nome era Lewis (così lo avevano chiamato i suoi), tirò uno schiaffo in pieno volto ad Eryn che barcollò ma riprese subito il controllo. Si portò le dita alle labbra e si imbrattarono di rosso.
"Te la sei cercata!"
La donna premette i palmi delle mani sul petto di Lewis e lo spinse indietro, quello indietreggiò cadendo a terra. Prima che Eryn potesse colpirlo  l'uomo le stampò un calcio al ginocchio facendola scivolare a terra sulle gambe mentre gridava di dolore. Rhodes piantò un proiettile nello stomaco di un avversario, il quale si afflosciò con il sangue che colava dalla ferita, poi attaccò gli altri. Eryn nel frattempo si era rimessa in piedi e con un'agile rotazione della gamba colpì Lewis in faccia, gli tirò un pugno sul cuore e gli sferrò un altro calcio in mezzo alle gambe.
"Alan, scappa!"
Alan senza pensarci due volte corse verso il bagno, uscì a fatica da una finestra e si precipitò nella prima cabina telefonica. Gli venne in mente un solo nome, Phil Coulson.
"Eryn!"
La dottoressa non ebbe la possibilità di raggiungere James perché venne scaraventata a terra, la schiena sbatté contro la parete, il vestito si strappò e la testa le pulsava a causa del dolore. La lotta era stata ingaggiata in tutta la sala: i civili scappavano di qua e di là in preda al panico, le guardie sistemavano gli uomini di Lewis e il colonnello Rhodes tentava di raggiungere la sua amica. Eryn si alzò e, ignorando il dolore, si avventò sul suo nemico: lanciò un gancio destro contro quello ma venne fermata e una lama le lacerò il braccio. Lei urlò di dolore. Non poteva fermarsi e avanzò nuovamente. Afferrò una bottiglia di champagne e la scagliò ma non tirò a segno il colpo, così si allontanò. Lewis però fu più veloce e la intrappolò al muro, premendole il coltello sulla guancia. Il sangue cominciò a colare sul viso della donna e il dolore aumentava.
"Hai sbagliato persona, stronzo!" disse Eryn e in un attimo, raccolte tutte le forze, strappò di mano la lama all'uomo con una mossa agile e gliela conficcò nel cuore. Lewis schiuse le mani attorno all'impugnatura e liquido rosso inondò la sua bocca, sgorgando dalle labbra. Si accasciò a terra ed emise l'ultimo respiro.
"Eryn!" la voce di Rhodes arrivò ovattata alle orecchie della Young. Gli uomini di Lewis erano stati messi KO e gli invitati erano tutti salvi, anche Alan. L'ultima cosa che Eryn vide prima di svenire fu il volto di James che la guardava preoccupato.
 
 
 
Un forte odore di caffè e colonia stuzzicò il naso di Eryn, la quale riaprì gli occhi e si guardò attorno per fare mente locale. Era avvolta tra le lenzuola, ai piedi del letto giacevano fogli e cartelle con un simbolo ricorrente, camice e giacche erano ordinatamente sistemate nell'armadio con le ante di vetro. Tutto molto S.h.i.e.l.d, pensò la donna. Provò ad alzarsi ma rimase seduta quando udì delle voci, sembrava l'agente May. La porta si aprì con cautela e Phil Coulson fece la sua entrata.
"Ditemi che é uno scherzo. Alan?"
"Eryn, mi dispiace. Non volevo portarti di nuovo qui ma ho dovuto. Sono stato costretto dalle circostanze. Tuo figlio è con Fitz."
"Sì, avevo capito che tu non avessi voglia di vedermi."
"Non intendo questo, lo sai."
Eryn si sedette sul bordo del letto e sentì la testa girarle, le braccia e le gambe le facevano male e sentiva in bocca il sapore del sangue. Si rese conto di essere avere un cerotto sulla guancia e una fasciatura alla braccio, nessuno si era accorto della ferita alla coscia. Provò ad alzarsi ma ricadde sul letto con una lancinante fitta di dolore, il sangue aveva ripreso ad uscire dal taglio alla gamba.
"Che ti sei fatta?"
"Mentre lottavo con quel bastardo mi ha piantato il coltello nella coscia."
Coulson si inginocchiò e scostò i lembi del vestito, dato che era strappato dall'inguine in giù, macchiati di rosso e vide la ferita pulsare. Tirò fuori dalla tasca un fazzoletto e pulì il sangue.
"Dobbiamo medicarla."
Infilò le mani nell'armadio e prese una cassetta del pronto soccorso: disinfettò la ferita, la coprì con un cerotto largo e poi, senza nemmeno rendersene conto, vi posò un bacio. Eryn venne scossa da miriadi di brividi e i battiti del cuore erano accelerati. Phil si rimise velocemente in piedi maledicendosi mentalmente. Lei era così bella: i capelli scuri, e ora corti, gli occhi chiari e quel fisico che mozzava il fiato.
"Ehm dovresti toglierti il vestito e cambiarti, i tuoi abiti sono lì. Ho mandato May a prenderli."
"Dovresti togliermi il vestito." replicò divertita la Young e Coulson alzò gli occhi al cielo.
"Eryn!"
"Scusa! Cercherò di fare la brava."
Con fatica si mise in piedi e lasciò scivolare l'abito azzurro, ridotto in stracci, lungo il suo corpo sotto lo sguardo sbigottito di Coulson.
"Oh non fare quella faccia. Mi hai vista anche senza biancheria intima, Phil."
Detto questo si chiuse in bagno dopo avergli rivolto un ultimo sorriso malizioso.
 
 
 
"Dottoressa Young, come sta?"
Eryn era stata convocata in sala riunioni e non era l'unica: c'erano May, Skye, Triplett, Mack, Bobbie e Hunter.
"Hunter! Cosa diavolo ci fai tu qui?"
L'agente scoppiò a ridere e poi l'abbracciò sotto lo sguardo perplesso di tutti.
"Qualcuno può spiegarci...?" esordì Skye con un'espressione sbigottita dipinta sul volto.
"Io e Hunter abbiamo lavorato insieme in Egitto anni fa per il recupero di alcuni reperti archeologici." spiegò Eryn mentre Hunter le cingeva ancora le spalle. La porta si richiuse con un tonfo e tutti si voltarono: Coulson era entrato. Il suo sguardo cadde sulla stretta di Hunter ed Eryn si allontanò gentilmente.
"Fitz e Simmons sono con Alan e stanno cercando di capire come faremo prendere il quadro. Ora aggiornatemi sull'irruzione al museo."
Skye fece apparire su uno schermo enorme files, foto segnaletiche e riprese del gala.
"Questo è, o meglio era, Axel Lewis, il braccio destro del Senatore. Stanno dando la caccia a tutti gli agenti dello S.h.i.e.l.d e a chiunque abbia anche un minimo contatto, ma non erano lì per la dottoressa Young bensì per Thomas Brody. Brody è un ex agente di livello sei ormai in congedo ma ha mantenuto contatti con il quartier generale."
"Quindi Christian Ward sta facendo pulizia e si serve di soldati spietati. Beh mi sembra meraviglioso!" esclamò Bobbie alzando gli occhi al cielo. Eryn aveva capito ben poco di tutta quella storia.
"Non sto capendo."
"Christian Ward, sì, il fratello di Grant, vuole stanarci e ci sta dando la caccia perché durante un'assemblea dell'ONU riguardo allo S.H.I.E.L.D. un manipolo di mercenari dell'Hydra, guidato da Marcus Scarlotti, ha fatto irruzione uccidendo diversi diplomatici, il tutto passandosi per membri dello S.H.I.E.L.D e il senatore ha colto l'occasione per avviare un'azione contro di noi, mobilitando Lewis e i suoi uomini." le spiegò Coulson senza guardarla negli occhi e ciò la ferì molto.
"Quindi prima o poi sarebbero arrivati anche a me." affermo l'insegnante con voce piatta.
"Sì, é così. Ma comunque abbiamo bisogno del tuo aiuto per un'altra questione."
"Vi ascolto."
Skye le passò il tablet e lei concentrò la sua attenzione sul quadro raffigurato.
"Una Chiesa è andata a fuoco e questo dipinto si è miracolosamente salvato. Non abbiamo idea di quale artista ed epoca sia, e non sappiamo perché l'Hydra sia sulle sue tracce ma certo è che dobbiamo trovarlo prima di lui. Vorremmo sapere se sai qualcosa sul quel dipinto." disse Phil con la sua solita chiarezza d'espressione e voce ferma. Eryn si prese qualche minuto per cercare nei meandri della sua memoria qualche notizia su quel quadro, ma non le veniva in mente nulla. Scosse la testa e poggiò il tablet sul tavolo.
"Potrei dirvi che è il classico dipinto che raffigurava un tipico momento religioso che molti nell'arte hanno riproposto, potrei dirvi che colori e quale tecniche sono state utilizzate, e che sicuramente è di oltre 500 anni ma non ho idea di chi sia l'autore. E' un falso, questo è ovvio, ed è per questo che non sapremo mai chi lo ha realizzato ma quello che risalta è ciò che sta sul retro. Skye, puoi passare l'immagine sullo schermo per favore? Grazie."
La ragazza annuì e con dei movimenti veloci e scattanti delle dita in pochi secondi il dipinto apparve sullo schermo enorme.
"Come potete ben notare, concentrandosi sulle figure, si possono notare dei lievi rigonfiamenti di forma circolare e lineare, questo vuol dire che sul retro ci sono delle incisioni abbastanza profonde. Probabilmente sono state fatte con un oggetto dalla punta sottile e fine dati i pochi e quasi non visibili segni."
Tutti quanti si spinsero in avanti per osservare meglio e realmente c'erano dei rigonfiamenti sul dipinto. May e Coulson si lanciarono un'occhiata eloquente che non sfuggì ad Eryn, aveva capito che le stavano nascondendo qualcosa e forse anche il resto della squadra ne era allo scuro.
"Andremo a Miami dove tra poche ore avrà inizio un party di beneficenza per ricostruire la Chiesa e lì cercheremo il dipinto. Skye e Tripp, occupatevi dei documenti falsi e degli inviti, Bobbie, portaci a destinazione, Hunter e Mack, voi pensate all'equipaggiamento e ad una via di scampo. Io e May ci andiamo a preparare per andare in scena." concluse Coulson con un cenno del capo per poi uscire di corsa dalla stanza. Tutti si mossero per mettersi a lavoro e lei, non sapendo cosa fare, raggiunse l'ufficio del direttore.
"E io che faccio?"
Phil si voltò a guardarla e scrollò le spalle.
"Cosa vorresti fare? Resterai qui con Fitz, Simmons e tuo figlio. Ci serviva solo una tua consulenza sul dipinto ed ora che l'abbiamo ottenuta sei congedata. A missione conclusa ti riporteremo a casa, tanto il Senatore senza Axel Lewis non va da nessuna parte."
Eryn venne colpita da quelle parole come se fossero coltellate, era sul punto di mettersi ad urlare e a piangere. Non credeva alle sue orecchie, Phil non si era mai rivolto a lei con tanta freddezza e distacco.
"Tu non mi ami più."
"Eryn, non è il momento per queste cose."
"Ah no? Ecco qual è il problema: non arriva mai il momento per queste cose, per me, per noi! Ci ho provato ad andare avanti negli ultimi mesi senza pensare a te ma finivo sempre a domandarmi dove fossi, cosa stessi facendo, con chi fossi..."
"Sono sempre con la mia squadra, con chi sennò?"
"Cosa c'è tra te e May?"
Coulson inorridì nel sentire quella domanda e la fissò allibito, sentendo la delusione e la rabbia crescere. Ma sapeva che Eryn diceva quelle cose anche per colpa sua, l'aveva sempre abbandonata. Si avvicinò a lei e l'abbracciò forte. La Young rimase un attimo interdetta e poi lo strinse a sua volta.
"Se c'è una cosa di cui non puoi dubitare è il mio amore. Ti amo come ti amavo quattro anni fa, otto mesi fa, un secondo fa. Non c'è nessun altra, e dovresti saperlo. Sei l'unica per me, Eryn. La sola e unica."
"Sono una stupida, perdonami. E' solo che mi sembra tutto così difficile e doloroso. Vedo le mie colleghe in giro con i mariti, le sento darsi consigli di cucina, parlano di suocere maligne e cognate impossibili. Ed io tutto questo non lo vivo. Ho un figlio di sedici anni che è a casa solo quando studia e il resto del tempo è in giro con gli amici, mi sento così sola..."
"Mi dispiace, questa è tutta colpa mia. Avrei dovuto lasciare lo S.h.i.e.l.d e stare con te, avrei dovuto metterti al primo posto ma ero così preso dal mio lavoro."
Eryn si scostò il giusto per guardarlo e gli sorrise, scuotendo la testa, mentre con voce amara gli diceva:
"Questo non è solo il tuo lavoro, Phil, questa è la tua vita. Vuoi vivere questo lavoro senza riserve ed io non posso farci nulla se non accettarlo con rassegnazione." si allontanò per raggiungere la porta ed uscire da lì prima di cominciare a piangere ma Coulson le afferrò il braccio e l'attirò a sé e la baciò con passione. Eryn sorrise nel bacio e ricambiò con altrettanto trasporto.
"Io voglio vivere te, dottoressa Young." le sussurrò Coulson all'orecchio mentre le sue mani sfilavano la maglietta di Eryn.
"Credo sia il caso di chiudere la porta."
L'agente, che ormai era senza cravatta e aveva la camicia sbottonata, chiuse a chiave la porta e tornò immediatamente da lei.
 
 
 
"Hai intenzione di rimanere nello S.h.i.e.l.d?"
Eryn e Hunter erano appostati fuori dall'hotel in cui si teneva l'evento di beneficenza a cui Coulson e May partecipavano sotto copertura.
"Eryn, mi conosci. Per il momento mi sta bene così e resto, ma domani potrei benissimo abbandonare tutto."
"Già."
"E tu come te la cavi?"
Eryn fece una mezza risata amareggiata e scrollò le spalle.
"Ho un ottimo lavoro che mi rende bene e mi permette di fare ciò che amo, ho una bella casa, e ho un figlio che è un genio nelle materie scientifiche con il quale ho un buon rapporto nonostante tutto ma non sono felice. Vivo nella paura costante che qualcuno possa fare del male a me o ad Alan, sono sospettosa e ho delle armi non dichiarate in casa. Mi sento una spia a tutti gli effetti, eppure sono un'insegnate di storia e arte."
"Beh avere a che fare con lo S.h.i.e.l.d ti espone ad un pericolo costante e ti costringe a vivere come se fossi in servizio, e immagino che con un figlio a carico sia molto peggio. E poi ti manca Coulson, non provare a negarlo!" la canzonò Hunter mentre si lasciava andare ad una risata di gusto, seguito da Eryn.
"Sì, mi manca lui nella vita. Mi cerca solo quando ha bisogno di una consulenza o vuole che lo aiuti a catturare i cattivi. Da quando Fury ha vietato la nostra relazione è sparito, non ci ha nemmeno provato. E' nato per fare questo lavoro..."
"Sei una donna bellissima e molto intelligente, perchè non esci con qualcuno? Magari trovi la persona giusta."
"No, Lance, è lui la persona giusta. E preferisco passare la vita ad aspettare lui che passarla con un'altro."
Hunter avrebbe voluto aggiungere altro ma uno sparò che scalfì lo sportello li fece mettere sull'attenti. Infatti una telecamera mostrava che l'auto era accerchiata da cinque uomini armati e il simbolo dell'Hydra stampato sul petto della divisa. Eryn prese una pistola dal cruscotto, la caricò e la infilò nella cintura, poi recuperò due coltelli dall'impugnatura dorata e frusta elettrica. L'altro agente la guardò stupito e sbarrò gli occhi.
"E tu le sai usare quelle?"
La donna sorrise e abbassò di poco il capo per evitare un proiettile contro il finestrino.
"Mi alleno tutti i giorni. Allora, facciamo il culo a questi stronzi?"
Hunter annuì e insieme ad Eryn aspettarono il momento giusto per uscire e attaccare. Gli spari provenivano da ogni parte, il materiale anti-proiettile non avrebbe retto a lungo e a loro serviva l'occasione giusta che si presentò quando i nemici si fermarono per inserire un nuovo caricatore. Eryn e Lance scesero dall'auto contemporaneamente e cominciarono a fare fuoco: colpirono mortalmente un uomo. L'insegnante venne afferrata da uno dei nemici, il quale fece presa sul collo, e lei con una gomitata nelle costole si liberò, lo stese con un calcio al petto e lo sparò ad una gamba per poi stordirlo con un pugno.
"Ma che diavolo fai?"
"Hunter, io non uccido! Abbassati!"
Hunter si piegò sulle ginocchia così Eryn ebbe la possibilità di lanciare uno dei coltelli la cui lama si conficcò nel braccio del nemico. Lance si mise in piedi e gli piantò un proiettile in fronte. La Young non poté rimproverarlo perchè un'altra guardia ostile le stava puntando il fucile contro: lei inclinò la testa per osservare meglio, brandì la frusta e l'agganciò all'arma che volò ad alcuni metri di distanza.
"Mai sfidare chi conosce le tattiche di combattimento greche."
La donna roteò di nuovo la frusta, l'attorcigliò attorno il polso dell'uomo e lo atterrò con un forte colpo. Nello stesso istante un'altro nemico la prese da dietro, sollevandola, ma lei tirò dalla cintura la seconda lama e la ficcò nella mano dell'uomo che indietreggiò con un urlo terribile. Hunter gli sparò alla schiena e quello cadde a terra sanguinante. I nemici erano stati battuti.
"Dovevi ucciderli!"
Il telefono di Hunter squillò: Skye lo aveva avvertito che May e Coulson erano stati scoperti e avevano bisogno di aiuto.
"Coulson e May sono nei guai. Andiamo!"
 
 
 
L'agente May era stata legata ad una sedia e la cosiddetta 'agente 33' stava assumendo le sue sembianze. Melinda cercò di liberarsi ma fu tutto inutile.
"E' impossibile che tu riesca ad uscire da qui!" rise l'agente 33 con un ghigno malefico sul volto.
"Tu dici?"
Hunter la colpì in pieno volto e quella cadde. Cercò di prendere la pistola ma May le fece lo sgambetto e, cadendo, svenne per un colpo alla testa. Hunter liberò Melinda e insieme uscirono dalla stanza.
"Stai bene così." le disse Lance, riferendosi alla sottoveste che indossava. May gli tirò uno schiaffo sul braccio e poi alzò gli occhi al cielo.
"Coulson?"
"La dottoressa Young lo sta andando a salvare."
 
 
 
"Fossi in te non lo farei!"
Bakshi, che stava tenendo la pistola sulla tempia di Coulson, si voltò e le sorrise.
"Dottoressa Eryn Young, che piacere conoscerla. Le foto non rendono giustizia alla sua bellezza, è incantevole."
"Risparmiati i convenevoli e lascia quel dipinto. Ora."
"Altrimenti?"
Eryn sbuffò e mise le braccia conserte. Phil capì che lo stava distraendo.
"Ma perchè voi ''super cattivi'' dovete essere così teatrali? I greci e romani erano meno artefatti."
"Non è il momento di una noiosa lezione sul teatro greco-romano, Dottoressa."
"No, ma è il momento per questo!"
Coulson riuscì a far volare via la pistola e allontanò Bakshi con un calcio. Eryn mosse la frusta in aria in un turbinio di fruscii e la legò al collo di Bakshi, il quale si portò le mani alla bocca perchè non riusciva a respirare.
"Una frusta?"
"Ma cosa c'è di strano? Ho trovato una scuola di arti marziali che insegna ad usare la frusta ed io sono stata promossa al livello finale. La trovo un'arma..."
"Sexy. Io la trovo un'arma sexy." aggiunse Coulson con noncuranza.
"Io avrei detto che la considero simbolo di forza, ma anche sexy va bene."
"Non così in fretta, agente Coulson."
Eryn e Phil si voltarono e videro che Bakshi e l'agente 33 erano uno vicino all'altro in posizione di combattimento.
"Ecco, appunto, siete così teatrali!"
"Io mi occupo di Bakshi e tu della donna." le ordinò Coulson, lei annuì e si spinse in avanti.
"Fatti sotto, reperto storico!" la schernì l'agente 33. Eryn sorrise e prese i due coltelli che aveva usato prima, fissò la sua preda e si concentrò. L'agente 33 le si scagliò addosso ma lei si scansò, battendo a terra il gomito e imprecando per il dolore, ma subito si alzò e lanciò il primo coltello le ferì la forza ostile. Quella tornò all'attacco e le tirò un pugno sul naso, ma Eryn fu più veloce e, intrappolando la mano dell'agente, le torse il braccio e le ruppe l'osso con uno scricchiolio sonoro. Dall'altra parte Phil era impegnato in un corpo a copro con Bakshi, tutto un ammasso di braccia e gambe, pugni e calci. Coulson sbatté la testa del suo nemico contro il muro, imbrattandolo di sangue, e poi lo colpì violentemente al naso con il ginocchio. Quello cadde tramortito. Eryn stava per raggiungere Phil quando venne raggiunta da un calcio alla spina dorsale che la fece scivolare a terra, gli occhi chiusi per il dolore, il volto contratto in una smorfia. Coulson raccattò l'icer che aveva perso durante lo scontro e sparò all'agente 33, la quale si paralizzò mentre linee violacee le striavano il volto. Poi si precipitò ad aiutare Eryn che, una volta in piedi, guardò male la donna a terra.
"E tanto per la cronaca, io non sono un reperto storico. Ho compiuto trentasei anni due mesi fa."
Phil rise e dopo aver recuperato il dipinto tornarono dalla squadra.
 
 
 
"Grazie ancora, dottoressa Young." le disse May con un cenno del capo.
"Vi prego, chiamatemi Eryn. Alla prossima!"
Eryn ed Alan salutarono il team e scesero dall'aereo per tornare a casa.
"Mamma, ti va una pizza e un film?" le propose Alan mentre sua madre gli cingeva le spalle. La donna rise e annuì.
"Aspetta!"
I due si volsero a guardare dietro e Coulson correva verso di loro. Quando li raggiunse aveva in fiato corto.
"Non hai più l'età per certe cose, Phil." lo prese in giro Eryn con un'alzata di spalle. Il direttore scoppiò a ridere e poi l'attirò a sé, appoggiando la fronte su quella di lei.
"Alla prossima, dottoressa Young."
Eryn gli stampò un bacio sulla guancia e gli sorrise.
"Alla prossima, direttore Coulson."
Phil quella notte si lasciò cullare dall'immagine di quella splendida donna di cui era innamorato e dormì come un bambino.
 
 
Salve a tutti!
E' il mio secondo immagina su AoS e spero sia venuto carino.
Ho mischiato le puntate, le situazione e i rapporti tra i personaggi, come avrete notato di sicuro, perchè mi piaceva l'idea che Phil ed Eryn si incontrassero di nuovo. Spero vivamente che non vi dia fastidio (incrocio le dita ahahaha).
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima.
Un bacio :) xxx
Ps. Perdonate eventuali errori.
  
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