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Autore: Roncer    24/10/2015    1 recensioni
La storia di un viaggio alla ricerca di uno scopo. Un ragazzo apparentemente stabile che perderà qualsiasi equilibrio per capire chi è veramente. Tutto a partire da un dono, un'arma molto potente, la SFERA, capace di adattarsi a qualsiasi situazione sulla base delle intenzioni e del cuore dell'utilizzatore, di cui il ragazzo si servirà per per percorrere la strada della sua avventura, insieme a molti compagni.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Se ne stava lì, sul bordo del precipizio. Nessun posto per nascondersi, né per scappare. Stava lì, immobile e impotente, con la sua vita tra le mani. O con tutto ciò che ne rimaneva, potremmo dire.
Ci sono momenti, attimi di una vita personale, che pongono l’individuo sopra una linea di confine: di qua o di là, sì o no, vero o falso, vita o non vita. Sta quindi alla capacità razionale della persona, alla sua maturazione e condotta così come alle passioni, alle emozioni, la capacità di scegliere da che parte stare oppure esiste qualcosa di più grande, immenso, che guida o perlomeno conferisce la possibilità per orientare il proprio cammino? Questa è la domanda eterna, e per un certo verso universale, che su quel precipizio anche Bren si stava per porre. Ciò che teneva tra le mani, ciò che rimaneva della sua vita, era qualcosa di così piccolo e fragile, che nessuno avrebbe pensato sarebbe sopravvissuto in un mondo così oscuro.
La cosa interessante era proprio che guardando indietro poteva scorgere ancora carico di fuoco lo sguardo di lei, Sama, la sua donna, che lo spingeva ad andare avanti, ad andare oltre quel baratro. Tutto stava crollando ma lei rimaneva lei, la forte, la bella.
«È questa la nostra decisione?» le chiese lui, già sapendo la risposta.
«Andiamo avanti, amore mio. Nuh da oggi non sarà più, magari un giorno sarà di nuovo. Non sta a noi decidere. Da e toglie, sai come funziona».
Allora Bren guardò per l’ultima volta il neonato e, con fiumi di lacrime che gli solcavano il viso, lo gettò. Il pianto si fece più acuto mentre iniziava la caduta fatale verso le fiamme del Podmos. L’ho fatto pensò.
Ma nel giro di qualche istante, dal fondo del vulcano, una brezza piacevole fece capolino. Questa sembrava in qualche modo alleviare la sofferenza, una sorta di ebbrezza che momentaneamente distaccava il reale dalle sensazioni. «Questo è abbastanza. Ora tu sai chi sei, perché conosci chi sono io» gli parve di sentire, in mezzo al ribollire della lava incandescente. Non riusciva a capire se si trattasse di una vera voce o semplicemente fosse la materializzazione di ciò che desiderava sentirsi dire. Una sorta di conferma, forse, che desiderava, e desideravano, nel profondo del loro cuore. Si trovavano immersi in quella sensazione decisamente strana di quando tutto è a pezzi e instabile ma in realtà sembra possedere un non so che di solido ed eterno.
Gli occhi di Bren e Sama oggi videro questo prodigio.
Il sacrificio del primogenito aveva avuto luogo anche alla fine dell’epoca Tornien.
Nel frattempo da lontano si sentì un’altra esplosione, la più forte di tutte quelle che avevano già udito in questa notte fatale. Nonostante la lontananza dalle battaglie, marito e meglio ebbero la sensazione concreta che la terra stesse tremando sotto i loro piedi.

Lontano dà li qualche ora di cammino, nel Palazzo principale, ciò che si palesò agli occhi del Grande Mago di Corte era qualcosa di letteralmente raccapricciante. Nel corridoio che collegava le stanze dei regnanti con i locali pubblici, tre giovani ragazze erano state appese al muro, inchiodate come possibile in più punti del loro corpo. Il sangue sul bianco delle pareti, gemiti senza forza. Tre giovani donne al centro del corridoio, che si affacciava sullo scalinata degli Homin. Tre giovani donne agonizzanti e vive, ma morenti.
Trattenendo qualsiasi emozione dentro di sé, accumulandole dentro di se diventando come una bomba pronta ad esplodere da un momento all’altro, riuscì ad emettere una flebile sentenza, che nel silenzio mortale risuonò tra le pareti come un grido disperato: «Oggi il futuro è morto… il Regno ha perso le sue figlie».
   
 
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