Anime & Manga > Lupin III
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Autore: ChibiNekoChan    24/10/2015    2 recensioni
Una raccolta di oneshots di vario rating a tema shipping.
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Tratto dalla prima storia:
"- Come credi che ci si senta, huh?
Lupin boccheggiò.
- Rispondi! - Jigen strinse i denti, mentre le lacrime avevano cominciato a scivolargli lungo le guance - Rispondimi… - ripetè a denti stretti, sofferente.
L'uomo dalla giacca rossa alzò un braccio per afferrare Jigen e in una sorta di abbraccio lo baciò.
Il fumatore strabuzzò gli occhi, ancora lucidi. Le sue mani cominciarono a vibrare violentemente.
Lupin si staccò, ancora dolorante per le botte, quasi zoppicando. Guardò Jigen e sorrise dolcemente. Anche lui con il viso rigato dalle lacrime."
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Jigen sferrò un pugno disperato contro Lupin, colpendolo in pieno stomaco. L'uomo dalla giacca rossa arrancò, cercando di appoggiarsi all'amico, ma quando questi si spostò, Lupin perse le forze e si accasciò a gattoni, vomitanto viscosi rivoli di saliva. Tossì un paio di volte, cercando di recuperare l'ossigeno che gli era stato strappato dai polmoni.
Jigen respirava pesantemente, sudava e teneva lo sguardo basso.
- Sono stanco... ! - sbattè il piede a terra, facendo sussultare Lupin, che comunque non si mosse - Sono stanco... di fingere... e di te che te ne vai… e mi usi. - I suoi pugni erano stretti fino a far male e tremavano, con i denti torturava la sigaretta che stringeva fra le labbra.
Lupin singhiozzò ma non fiatò.
- A te... interessa soltanto di Fujiko, non è così... ? - lo calciò con tutta la forza che aveva in corpo, anche se in cuor suo non voleva ferirlo, ma solo fargli provare ciò che lui era costretto a sopportare da una vita, con una sorta di malsana ironia - Non te ne importa nulla di me!
Sputò la sigaretta per terra davanti agli occhi di Lupin che osservava in silenzio piegato su sé stesso, la cenere della stessa che schizzando gli fece bruciare la vista. Con un colpo secco di scarpa la spense.
Lupin annaspò per alzarsi, ma non fece in tempo perchè Jigen lo afferrò dal colletto, lasciandolo nuovamente senza fiato.
- Come credi che ci si senta, huh?
Lupin boccheggiò.
- Rispondi! - Jigen strinse i denti, mentre le lacrime avevano cominciato a scivolargli lungo le guance - Rispondimi… - ripetè a denti stretti, sofferente.
L'uomo dalla giacca rossa alzò un braccio per afferrare Jigen e in una sorta di abbraccio lo baciò.
Il fumatore strabuzzò gli occhi, ancora lucidi. Le sue mani cominciarono a vibrare violentemente.
Lupin si staccò, ancora dolorante per le botte, quasi zoppicando. Guardò Jigen e sorrise dolcemente. Anche lui con il viso rigato dalle lacrime.
Jigen era rimasto senza parole. Il petto che gli bruciava.
- Io... - Lupin emise un flebile gemito di dolore - Non so bene come spiegarmi tutto questo... ma so che tu mi terrai sempre le spalle coperte... che qualsiasi cosa accada... potrò contare su di te.
Jigen fece una smorfia di rabbia - La gente cambia, Lupin. La gente si stanca... Io... sono stanco. - Si girò e si appoggiò all'uscio della porta. Voleva urlare.
- E così è questa... la nostra fine? - Ridacchiò debolmente, alzandosi in ginocchio - Ti credevo un tipo tosto.
Jigen fece per afferrare la maniglia della porta percosso dal rancore.
- Mi dispiace.
Si fermò.
Si girò a guardare l'uomo in rosso.
Lui sorrideva, ma i suoi occhi erano rossi e incurvati in una smorfia di sofferenza, come se quelle scuse fossero state vomitate con sforzo e dolore.
E si infrangevano con altrettanta terribile prepotenza nelle orecchie del fumatore. La stanza era grigia, pregna del fumo delle sigarette che erano state consumate lì, compagne di pensieri logoranti.
- Perdonami...
Il sorriso si spezzò, e Lupin tornò a gattoni, stringendosi a sè e stringendo anche i pugni, come a cercare con tutte le sue forze di trattenere ciò che stava svanendo. Urlò sommessamente - Perdonami... perdonami... - Singhiozzò. Le lacrime che gocciolavano sul pavimento e sulle sue mani.
Jigen sospirò, sentendosi vuoto - E' troppo tardi.
Aprì quella porta.
Stettè immobile per un istante.
Poi uscì.
Il rumore della porta che si chiuse fece eco nelle orecchie di Lupin, e quasi lo portarono alla pazzia.
"È troppo tardi."
Non poteva più farci nulla, e si malediva per non essersene accorto prima.
"È troppo tardi."
Si teneva la testa, tirandosi i capelli. Imprecando e lamentandosi.
Lo amava. Lo amava, lo amava follemente.
Ma era troppo tardi.

  
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