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Autore: Julie05_ShinRan    24/10/2015    4 recensioni
Secondo un’antica leggenda cinese, ognuno di noi nasce con un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra, questo filo ci lega in modo indissolubile alla nostra “anima gemella”. Potranno passare mesi, anni e ogni tipo di controversa peripezia, ma il destino alla fine farà rincontrare le due anime: se due persone sono destinate a stare insieme niente e nessuno potrà spezzare questo legame.
Questa storia parla di due ragazzi, così vicini seppure così lontani ma uniti da un filo indistruttibile, destinati, quindi, a stare insieme per sempre.
Dal primo capitolo:
"Si sentiva tremendamente in colpa per averla fatta soffrire per tutto questo tempo, lui era la causa dei suoi dispiaceri e questo lo faceva star male, ma ciò che gli dava più fastidio era il fatto che le era stato sempre vicino senza poter dire una parola, l’aveva vista piangere tante volte e tante volte l’aveva consolata o per meglio dire Conan l’aveva consolata, mentre Shinichi continuava a fregarsene e non si degnava di una telefonata. Dava l’impressione di essere un cinico egoista, ma lui sapeva bene di non essere per niente così"
La storia si sviluppa più o meno dal file 971
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Gin, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Secondo un’antica leggenda cinese, ognuno di noi nasce con un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra, questo filo ci lega in modo indissolubile alla nostra “anima gemella”. Potranno passare mesi, anni e ogni tipo di controversa peripezia, ma il destino alla fine farà rincontrare le due anime: se due persone sono destinate a stare insieme niente e nessuno potrà spezzare questo legame.

 

Questa storia parla di due ragazzi, così vicini seppure così lontani ma uniti da un filo indistruttibile, destinati, quindi, a stare insieme per sempre.

 

Lei si chiamava Ran, era una ragazza piuttosto carina, mora e con gli occhi di un azzurro alquanto particolare che dava sul lilla, era una ragazza sensibile, dolce e gentile, fragile ma forte al tempo stesso, era quella ragazza che ha continuo bisogno di affetto e di premure, ma era anche un’abile karateka. Lui Shinichi, era un detective fanatico di gialli, la sua era una personalità abbastanza complessa, un misto di caratteristiche che lo rendevano unico: era coraggioso, impulsivo e testardo, ma anche serio, onesto e gentile, era il tipo di ragazzo che avrebbe dato la vita per salvare le persone che ama; anche lui era piuttosto carino e, a completare il tutto, i suoi occhi erano di un blu oltremare così intenso che avrebbero fatto sciogliere chiunque li avesse guardati per troppo tempo.

 I due si amavano, è inutile dirlo, ma un brutto scherzo del destino li ha separati, almeno così sembrava, perché Shinichi non ha mai abbandonato la sua Ran.

…Ma credo proprio che questa parte della storia la sappiate già.

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Era una notte come tutte le altre, tutti erano ormai nel mondo dei sogni, ma Conan non riusciva a dormire, troppi pensieri gli passavano per la testa: l’organizzazione, l’APTX e l’antidoto, Ran…

Sì, Ran, Londra e tutto il resto, si era in qualche modo pentito di averle detto quelle cose, lui la amava davvero, ma sentiva di averla illusa ancora una volta, era stufo di doverle mentire, andava avanti sempre alla stessa maniera: “Sto risolvendo un caso complicato, non so quando tornerò, aspettami”.

Aspettami… Lei l’aveva aspettato per tutto questo tempo e avrebbe continuato a farlo, fossero passati anni, ma non gli pareva giusto farsi aspettare, continuava a riflettere sul fatto che forse non avrebbe mai più riavuto il suo corpo, quello che gli spettava di diritto, quello di Shinichi Kudo, cosa le avrebbe detto se questo fosse accaduto?

Continuava a rinfacciarsi il fatto di non averle dato retta quella sera al Tropical Land, non si sarebbe trovato in quest’orribile situazione se non avesse seguito il suo istinto da detective.

Si alzò e si diresse in cucina, pensare troppo gli metteva una gran sete. Versò l’acqua in un bicchiere e la bevve in un sorso, credeva che forse questo gli avrebbe permesso di dimenticare tutto, ma ciò non ebbe alcun effetto. Volse lo sguardo verso la finestra, la luna splendeva rassicurante e questo fu quasi terapeutico per il detective, stette li, con lo sguardo rivolto verso il cielo, per qualche minuto prima di ritornare a letto.

La guardava assorto e per un momento si dimenticò di tutti i problemi: quando la luna brillava così, faceva venir fuori il suo io sognatore. Ad un certo punto sorrise, gli sembrava di essere Giulietta in balcone che parla con la luna. Questo pensiero lo fece tornare con i piedi per terra e gli fece capire che era davvero molto tardi e che il giorno dopo sarebbe dovuto andare a scuola, odiava il fatto aver ricominciato le elementari.

Si avviò verso la stanza di Kogoro, quando fu davanti alla porta, sfiorò la maniglia, ma qualcosa lo bloccò, fece un paio di passi indietro e si voltò verso la stanza di Ran, camminò a passo incerto verso la porta e la aprì delicatamente facendo attenzione a non fare rumore. Entrò e si sedette in un angolo, gli piaceva guardarla dormire, lo faceva tutte le volte che non riusciva a prendere sonno, osservarla glielo conciliava; lei aveva un’espressione serena in volto, gli sembrava una bambina che ha bisogno di protezione, ma che al tempo stesso è forte e trova sempre il coraggio di rialzarsi e andare avanti, spesso si chiedeva dove trovasse tutta questa energia, quella ragazza era una sorpresa continua, lo stupiva ogni giorno, forse era proprio questo che amava di lei. Si sentiva tremendamente in colpa per averla fatta soffrire per tutto questo tempo, lui era la causa dei suoi dispiaceri e questo lo faceva star male, ma ciò che gli dava più fastidio era il fatto che le era stato sempre vicino senza poter dire una parola, l’aveva vista piangere tante volte e tante volte l’aveva consolata o per meglio dire Conan l’aveva consolata, mentre Shinichi continuava a fregarsene e non si degnava di una telefonata. Dava l’impressione di essere un cinico egoista, ma lui sapeva bene di non essere per niente così.

Rimase rannicchiato sul pavimento finché le palpebre non gli si fecero pesanti e capì che forse era meglio tornarsene a dormire, ma, prima di andare, si avvicinò alla ragazza, le scostò una ciocca di capelli dal viso e le diede un leggero bacio sulla fronte, poi le sussurrò dolcemente a un orecchio:

- Abbi pazienza, quando tutto questo sarà finito, potrò finalmente dirti la verità, lo sto solo facendo per il tuo bene. Sappi che ti sono sempre stato vicino e che qualsiasi cosa accada sarò sempre al tuo fianco. Non disperare.

La ragazza accennò un sorriso, chissà cosa stava sognando? Questo lasciò sorpreso Conan che sorrise a sua volta, era felice solo se lei lo era.

- Buona notte piccola Ran - disse mentre chiudeva la porta alle sue spalle.

 

 

 

 

Ciao a tutti sono nuova di qui, ma il mondo delle fanfic mi ha appassionato così tanto che ho voluto cimentarmi anch'io.  :)

Questa è la prima fanfic che scrivo, quindi siate clementi, accetto critiche, consigli o suggerimenti di qualsiasi tipo.

Spero possa davvero pacervi :D

Julie

   
 
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