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Autore: mimi_miele    25/10/2015    0 recensioni
Se il nostro mondo ci fossero dei mostri che si inseriscono nei nostri sogni indisturbatamente e che si nutrono della nostra felicità? Noi siamo nati per questo... Protegger coloro che non possono arrangiarsi... Ma finirà mai questa guerra?
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'unica cosa che mi ricordavo era ciò che mia mamma mi urlava ogni volta tornata a casa. Non dire mai la mia vera identità a nessuno. Tutto ciò di cui avevo bisogno in quel momento era un po' di luce, qualcosa che mi facesse capire che non ero ancora morta. I miei muscoli erano tesi come corde di violino e nella mia mente un ronzio monotono soffocava la voce di mia madre che urlava incessantemente Avevo i polsi e le caviglie legate con quella che credevo fosse una corda, ma una corda sarei riuscita a bruciarla con una facilità estrema... Ero stremata e i lividi sulla pancia non mi aiutavano a pensare, in quel momento nulla mi aiutava a pensare. Non riuscivo a capire dove fossi e ci mancava poco per andare nel panico più totale. "Calma Max, respira profondamente!" Ordinavo a me stessa. Mi sentivo sporca e sudata, faceva troppo caldo per i miei gusti e alcune ciocche dei miei capelli neri erano attaccate alla fronte. Provai a concentrarmi sulle mani e a Limitare tutta la mia energia su di esse. Sentii uno schiocco. La mia mente si svuotò completamente e tesi le orecchie al massimo. Un altro schiocco. Tesi i muscoli ancora più di prima.
La luce esplose davanti ai miei occhi. Mi irrigidii, una sagoma sfocata di una faccia mi si parò davanti, provai a mettere a fuoco. Una voce ovattata riempì le mie orecchie mi stava sorridendo. Alzò una mano verso di me. Impugnava un qualcosa che mi ricordava una siringa. Strinsi  i denti e ringhiai mostrando i denti. Era troppo vicino. Non riuscivo a muovermi. Fu un attimo. Tornò il buio. Volevo prenderlo a pugni, chiunque fosse. Mi ero sentita impotente e il fatto che non avessi potuto fare niente per evitare tutto questo mi frustrava. Mi ero addormentata nel giro di pochi secondi.

Mi svegliai di soprassalto spalancando gli occhi e devo ammettere che non fu un'idea geniale. Mi bruciavano come non mai e il fatto che intorno a me fosse tutto bianco e spoglio non aiutava per niente. La testa mi stava scoppiando. Quando mi fui abituata alla luce riconobbi un bicchiere d'acqua appoggiato su un grazioso tavolino di legno tinto di bianco. In quella stanza, a parte il letto su cui ero seduta e il tavolino, c'era un armadio e una scrivania. Alzai le coperte. Avevo addosso la canottiera nera che avevo da quando mi avevano rapita e dei pantaloncini neri ed ero sporca di terra, probabilmente per quante volte ero caduta cercando di scappare. Mi alzai. Un'altra idea geniale... Caddi per terra. Avevo tutti i muscoli doloranti e avevo evidente bisogno di bere quel bicchiere d'acqua sebbene non mi fidassi molto. Allungai la mano sul tavolino e la porta si aprì.
Rimasi incantata, era un uomo sulla sessantina in jeans e camicia bianca, aveva una cicatrice lungo il viso che partiva dal sopracciglio destro e finiva sotto il labbro carnoso. Aveva i capelli castani non troppo lunghi e due grandi occhi verdi che mi osservavano dolci. Provai a parlare, ma la voce non mi usciva. L'acqua. Mi spostò il bicchiere dal tavolino alle labbra guardandomi dall'alto. Mi allontanai un po' diffidente e lui sorrise. I suoi occhi sembravano buoni. Gli strappai il bicchiere di mano e bevvi tutto d'un fiato. Mi osservava senza dire niente e io non staccavo gli occhi da lui avevo la voce roca e spezzata Se ero al sicuro allora perché mi avevano trascinata fino a lì contro la mia volontà? Ah giusto... Li avevo attaccati ed ero scappata. Mi alzai cauta, non mi piaceva stare in quella posizione sfavorevole. la mia voce ora suonava molto più sicura. Lui ridacchiò non mi aveva risposto lui annuì i ricordi mi travolsero come un'ondata gelida. Quell'ombra scura che mi guardava con occhi famelici. lui sembrò rilassarsi e mi porse amichevolmente la mano. Mi ero lasciata andare troppo facilmente.

   
 
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