L'unica cosa che mi ricordavo era ciò che mia mamma mi urlava ogni volta tornata a casa. Non dire mai la mia vera identità a nessuno. Tutto ciò di cui avevo bisogno in quel momento era un po' di luce, qualcosa che mi facesse capire che non ero ancora morta. I miei muscoli erano tesi come corde di violino e nella mia mente un ronzio monotono soffocava la voce di mia madre che urlava incessantemente
La luce esplose davanti ai miei occhi. Mi irrigidii, una sagoma sfocata di una faccia mi si parò davanti, provai a mettere a fuoco. Una voce ovattata riempì le mie orecchie
Mi svegliai di soprassalto spalancando gli occhi e devo ammettere che non fu un'idea geniale. Mi bruciavano come non mai e il fatto che intorno a me fosse tutto bianco e spoglio non aiutava per niente. La testa mi stava scoppiando. Quando mi fui abituata alla luce riconobbi un bicchiere d'acqua appoggiato su un grazioso tavolino di legno tinto di bianco. In quella stanza, a parte il letto su cui ero seduta e il tavolino, c'era un armadio e una scrivania. Alzai le coperte. Avevo addosso la canottiera nera che avevo da quando mi avevano rapita e dei pantaloncini neri ed ero sporca di terra, probabilmente per quante volte ero caduta cercando di scappare. Mi alzai. Un'altra idea geniale... Caddi per terra. Avevo tutti i muscoli doloranti e avevo evidente bisogno di bere quel bicchiere d'acqua sebbene non mi fidassi molto. Allungai la mano sul tavolino e la porta si aprì.
Rimasi incantata, era un uomo sulla sessantina in jeans e camicia bianca, aveva una cicatrice lungo il viso che partiva dal sopracciglio destro e finiva sotto il labbro carnoso. Aveva i capelli castani non troppo lunghi e due grandi occhi verdi che mi osservavano dolci. Provai a parlare, ma la voce non mi usciva. L'acqua. Mi spostò il bicchiere dal tavolino alle labbra guardandomi dall'alto. Mi allontanai un po' diffidente e lui sorrise. I suoi occhi sembravano buoni. Gli strappai il bicchiere di mano e bevvi tutto d'un fiato. Mi osservava senza dire niente e io non staccavo gli occhi da lui