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Autore: De_drums    25/10/2015    3 recensioni
Catfish!Klaine (sms+chiamate+descrizioni)
Kurt Hummel è un semplice adolescente omosessuale di Lima, cittadina chiusa e omofoba nell’Ohio.
Una sera viene aggiunto su Facebook da un certo Blaine D. Brown, ragazzo bello e affermato che vive a Los Angeles, una delle mete principali di Kurt.
Un'amicizia che si trasformerà in qualcosa di più, chat dopo chat.
Bugie, inganni, incontri, promesse, speranze, amore.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Kurt Hummel, Nuove Direzioni, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap.6
 
 
Kurt arrivò con qualche minuto di anticipo al centro commerciale, e si sedette nervosamente su una delle
panchine che circondavano la fontana.
Aveva dato appuntamento a Blaine in quel punto, era totalmente riconoscibile e non poteva sbagliare.
Si guardò intorno, sbloccando ossessivamente lo schermo del cellulare in attesa di un messaggio.
Aveva paura non si presentasse affatto, visti i precedenti, ma si convinse del contrario: Blaine si sarebbe fatto vivo, avrebbero parlato e chiarito ogni cosa, ne era sicuro.
Si alzò, passeggiando nervosamente davanti alle vetrine dei negozi e cercando di rendersi presentabile.
L'aspetto era l'ultima cosa a cui avrebbe dovuto pensare, ma stava comunque per incontrare quello che potenzialmente poteva essere ancora l'amore della sua vita, e voleva fare una buona prima impressione.
Il tempo passava e di Blaine nemmeno l'ombra - Kurt iniziava a spazientirsi.
Proprio quando decise di andarsene, convinto che quello fosse solo un altro buco nell'acqua, il suo cellulare vibrò.
 
(Blaine, 15.30)
Sono appena entrato. Sto tremando.
 
Kurt cercò di respirare profondamente, ma l'ansia era così forte da impedirglielo.
Stava succedendo davvero -da lì a qualche minuto avrebbe incontrato il ragazzo che amava ma che gli aveva mentito, e a cui lui stesso aveva raccontato delle bugie.
Il suo stomaco era così sottosopra che non si sarebbe stupito se avesse iniziato a vomitare in quel preciso istante.
Cercò disperatamente di calmarsi, passandosi con frenesia i palmi sudati delle mani sui pantaloni, e spostò lo sguardo da un angolo all'altro del piano.
Ad un certo punto vide un ragazzo -aveva il cellulare in mano e si guardava intorno come alla ricerca di qualcosa.
Quando individuò la fontana iniziò a camminare verso di essa con passo incerto, e Kurt ebbe l'impressione che si stesse dirigendo verso di lui.
Un pensiero lo folgorò, improvviso: quello era Blaine.
Assomigliava al ragazzo delle foto -le sue vere foto, anche se era quasi sempre coperto per metà- ed era troppo spaventato e spaesato per un semplice giro al centro commerciale.
Era quasi davanti a lui, e Kurt si impose di non svenire.
"K-kurt?" il ragazzo si avvicinò timidamente a lui, tremando.
"Sì?" rispose Kurt, in preda al panico.
"Sono Blaine"
"Oh mio dio, tu-"
"Ovviamente non sono quel che ti aspettavi, ma- ehi, perché stai piangendo?" mormorò Blaine preoccupato, senza saper bene cosa fare.
Due secondi.
Questo fu il tempo che impiegò Kurt a gettarsi tra le sue braccia, il viso nascosto nell'incavo della sua spalla e le mani che stringevano la camicia.
"S-sei reale?"
"Mi sto chiedendo la stessa cosa di te, sai?"
"Avevi detto che non mi avresti più lasciato andare"
"Non vado da nessuna parte, dolcezza" sussurrò Blaine.
Rimasero stretti uno all'altro a lungo, incuranti degli sguardi e dei commenti della gente.
Kurt fu il primo a sciogliere quell'abbraccio, gli ancora occhi lucidi e un sorriso imbarazzato sul volto.
"Sei bellissimo, lo sai? Non mi sbagliavo quando dicevo che sei un angelo"
"Smettila"
"E a quanto vedo continuerai a contraddirmi. Me ne farò una ragione" rise Blaine.
"Sei-"
"Diverso da come mi immaginavi, lo so"
"Lasciami parlare, straniero". Blaine sorrise a quel nomignolo. "Sei molto meglio di quel modello sconosciuto a cui hai rubato le foto- e lui era perfetto, non so se rendo l'idea" disse, arrossendo.
"Ti-ti piaccio lo stesso?" gli occhi di Blaine si spalancarono, increduli.
"Sì. Sì Blaine, sei una meraviglia, d-dico davvero" balbettò Kurt, distogliendo lo sguardo.
Dopo pochi secondi, però, tornò a guardarlo, cercando di scovare ogni piccolo dettaglio -perché il ragazzo che aveva di fronte era bello, di quelle bellezze un po' particolari che devi scoprire pian piano per apprezzarle nella loro interezza.
Più i minuti passavano, più Kurt notava qualcosa di nuovo.
La differenza di altezza- Blaine era un po' più basso di lui e in quel momento, con le guance rosse per l'imbarazzo e le mani che si torturavano nervosamente, sembrava minuscolo.
I capelli neri erano letteralmente ricoperti di gel. Una quantità esagerata, in effetti- solo qualche ricciolo scampato a quella tortura ricadeva disordinato sulla fronte.
Indossava una camicia nera e dei pantaloni rossi che gli stavano da dio e- oh, quello era un papillon? Adorabile.
E gli occhi- Kurt non aveva mai visto niente di più bello. Erano grandi, luminosi, le ciglia lunghe e scure ad incorniciarli. Non avrebbe saputo descriverne il colore -sembravano verdi, ma erano anche color miele, caramello, castani, e poi ancora verdi.
Avrebbe potuto passare ore a fissarlo senza mai stancarsi, ne era sicuro.
"Forse dovremmo sederci da qualche parte e parlare" propose Blaine, dando un'occhiata in giro.
"Cosa- oh sì, giusto, siamo qui per questo" fece intrecciare timidamente le loro dita, aspettandosi che l'altro rifiutasse quel gesto- e poi sorrise, quando lo sentì ricambiare la stretta. "C'è una gelateria al piano di sopra -è strepitosa, fidati"
"Se lo dici tu" sorrise Blaine, stringendo forte la sua mano.
Kurt realizzò all'improvviso ciò che stava facendo.
Era mano nella mano con un ragazzo.
In un centro commerciale di Lima, probabilmente la città più omofoba di tutto l'Ohio.
Eppure era lì, con Blaine al suo fianco, e stava ignorando tutto il resto.
Il pensiero gli fece girare la testa -forse qualcosa stava cambiando in lui, forse con Blaine avrebbe potuto affrontare il mondo senza paura.
"Dolcezza, stai bene?"
"Decisamente" replicò Kurt, e uno dei sorrisi più sinceri che avesse mai fatto gli illuminò il volto.
Salirono le scale e si sedettero ad uno dei tavolini della gelateria -Blaine insistette per pagare e ordinò due coppe gelato immense.
Kurt rise alla vista di tutta quella panna che svettava sopra al cioccolato. "Sei sicuro di riuscire a mangiarlo tutto?"
"Mi stai sfidando, Hummel?"
"Affatto"
"Colgo del sarcasmo"
"Hai detto che ti piaceva" replicò innocentemente.
"Infatti lo amo. E amo te" mormorò Blaine. "Senti Kurt, ho bisogno di spiegarti ogni cosa, non ce la faccio più"
Kurt annuì, il cuore che batteva all'impazzata. "Voglio solo capire perché"
"Già... allora, mh - come ben saprai, non mi chiamo Blaine Brown. Il mio cognome è Anderson"
"E quella D?"
"Oh, quello è il mio secondo nome, quello vero. Blaine Devon Anderson - al tuo servizio"
"Devon... suona bene, sai?"
"Sono contento che ti piaccia" un sorriso timido increspò le labbra di Blaine. "Presumo vorrai sapere perché ho quell'account"
"E perché non mi hai aggiunto con il tuo vero profilo, già"
"Ho creato Blaine D. Brown quando ero al primo anno di liceo. Venivo escluso da tutti e preso in giro -i bulli non mi lasciavano stare, anche e soprattutto a causa della mia omosessualità. Ero una delle loro vittime preferite" girò distrattamente il cucchiaio nella coppa, sospirando. "Cantavo, e mi piaceva, ma il Glee Club nella mia scuola è considerato da sfigati, ed era come se avessi dato loro un motivo in più per starmi addosso"
Kurt gli prese la mano, tremando. "È lo stesso per me"
"Mi dispiace da morire" sussurrò Blaine, asciugandogli delicatamente una lacrima sfuggita al suo controllo. 
Una signora vicino a loro emise un gemito di disapprovazione a quel gesto, lanciò loro un'occhiataccia e andò a sedersi ad un altro tavolino, molto più lontano.
"Capisci perché voglio andarmene?"
"Persone simili non meritano nemmeno un briciolo della tua considerazione"
"Devo solo mettermi in testa che non c'è niente di sbagliato in me, presumo"
"Sono loro gli stupidi, Kurt, e non sanno cosa si perdono ad allontanarti solo perché sei gay"
"Grazie" mormorò Kurt. "Ma ti prego, va' avanti, voglio arrivare in fondo a questa storia"
"Giusto -quindi, come ti ho detto, il primo anno di liceo è stato un inferno. Cercavo un modo per scappare, per evadere dalla realtà -avevo sempre la musica, certo, ma non mi bastava più.
Così ho preso le foto di quel tizio e ho creato il profilo. Quel Blaine era tutto ciò che avrei sempre voluto essere: bello, affermato, in una grande metropoli come L.A.- e soprattutto, era apertamente gay e non si faceva problemi ad ammetterlo"
"Quindi tu non-"
"Non ho fatto coming out -o almeno, non di mia spontanea volontà. Hanno iniziato a girare delle voci a scuola, quando ero al terzo anno- non so da chi sia partito il tutto, ma queste voci sono arrivate ai miei genitori, e non l'hanno presa bene. Erano già in crisi, pensavano di divorziare, e sapere di avere un figlio omosessuale era l'ultima cosa che si sarebbero aspettati. Mi hanno cacciato di casa"
"...wow. E poi cosa-"
"Cooper. È stato l'unico a non farsi problemi e ad aiutarmi, sono ormai due anni che vivo a casa sua"
"Dio, Blaine, non credevo fosse stato così difficile per te"
Blaine sorrise amaramente. "È successo. Ho creato quel profilo per distrarmi, conoscere persone nuove -e tutti sembravano apprezzare quel Blaine. Mi ero creato una nuova identità, online, e al resto del mondo piaceva. La cosa però ha iniziato a sfuggirmi di mano -credevano fossi una persona reale, che Blaine D. Brown esistesse davvero, e io non sapevo proprio come fare a dire che non era così, che era tutta una bugia. Così ho continuato a fingere"
"Perché? Perché non sei riuscito a darci un taglio?"
"Non volevo che smettessero di parlarmi. Essere così popolare mi faceva sentire appagato, perché in tutta la mia vita non avevo mai provato una sensazione simile"
"Hai-hai incontrato qualcun'altro? O hai detto loro che vi sareste visti e poi-"
"No. Tu sei stato l'unico, Kurt -e ti chiedo ancora una volta di perdonarmi, ti prego.
È successo tutto talmente in fretta che non sapevo come dirtelo, non volevo rovinare tutto dopo soli tre mesi... Eri diverso, non volevo perderti. Ma ho scelto di continuare a mentirti perché ero terrorizzato –è stata una delle decisioni peggiori della mia vita, devi credermi, ti ho deluso e non me lo perdonerò mai"
Kurt lo guardò e seppe di non aver nessun motivo per dubitare delle sue parole, non questa volta.
Blaine si stava aprendo totalmente con lui, raccontandogli del suo passato.
E in qualche modo lo sentiva vicino -entrambi avevano avuto problemi a scuola e con la propria sessualità e, sebbene non lo approvasse, Kurt capì che quello era il modo di Blaine di reagire a tutto ciò che andava storto nella sua vita.
"Ti capisco, sai? Continuo a pensare che sia sbagliato, ma ora comprendo le ragioni per cui lo hai fatto"
"Quindi mi perdoni?"
"Sì. Ma devi promettermi che lavorerai su te stesso e mi permetterai di aiutarti"
"Farò tutto ciò che vuoi"
"Non sai in che cosa ti sei cacciato, Anderson" lo prese in giro Kurt, mentre Blaine scoppiava a ridere.
Uscirono dalla gelateria e si misero a passeggiare davanti alle vetrine, mano nella mano.
"Kurt?"
"Mh?"
"Vorrei sapere qualcosa su di te, s-se ti va"
Kurt si voltò verso di lui e lo guardò pensieroso per un po', prima di parlare. "Sai già tutto sul bullismo, quindi direi di saltare quella parte e-"
"Parlami di tuo padre"
"Non ti ho detto tutta la verità, su di lui e sulla nostra famiglia. Non è un dirigente di una grande azienda -in realtà gestisce una piccola officina insieme a Finn, il mio fratellastro"
"Il tuo -aspetta, non avevi detto che era tuo cugino?"
"Sua madre Carole e mio padre si sono sposati due anni fa, perciò è diventato mio fratello" ammise Kurt. "Non abbiamo molti soldi, cerchiamo di arrangiarci come possiamo -con le cure di cui ha bisogno è difficile riuscire a far fronte a tutto"
"Non ne sapevo niente, dolcezza. Perché non me l'hai detto?"
"È solo che -tu avevi questa vita all'apparenza perfetta, non volevo sfigurare ai tuoi occhi. Avresti riso di me se ti avessi raccontato come stavano davvero le cose"
"Non l'avrei mai fatto" disse Blaine dolcemente.
Kurt gli rivolse un sorriso, un misto di scuse e gratitudine. "Oh, e c'è un'altra cosa -faccio parte del Glee Club, ma ho mentito spudoratamente sui premi vinti. L'anno scorso siamo arrivati ultimi alle Regionali e devi credermi, sono tutti molto più bravi di noi, sempre. Adoro esibirmi, gli altri ragazzi sono fantastici e il professor Schuester è un ottimo insegnante -ma è una sconfitta continua.
Ci impegniamo al massimo, ma i risultati non arrivano mai. È demoralizzante"
"Se ti fa stare bene non dovresti arrenderti, sai? Inoltre è un'ottima preparazione per i tuoi futuri spettacoli a Broadway -perché tu farai strada, ne sono sicuro"
"Perché credi così tanto in me?"
"Sei speciale, Kurt, e so che quando andrai là fuori conquisterai il mondo"
"Non so come farei senza di te" sospirò Kurt, poggiando la testa sulla sua spalla. "Grazie"
"Non c'è di che, dolcezza" rispose con un sorriso. "Nessun altro grande segreto da rivelarmi?"
Un cenno di diniego. "No, ho solo ingigantito un po' le cose, ma tutto il resto è vero. E tu?"
"Ti ho detto ogni cosa, devi credermi"
"Quindi ripartiamo da qui?"
"Sì, ripartiamo da qui. Ho eliminato il profilo finto, mentre ero in viaggio"
"Sul serio?"
"Sì -era la cosa migliore da fare"
"Sono così fiero di te"
"Lo spero tanto"
 
Il tempo volò, e non si accorsero che era già tardi fin quando Blaine ricevette una chiamata da suo fratello.
"Cooper è fuori che mi aspetta" disse tristemente.
"T-ti accompagno" mormorò Kurt.
Camminarono in silenzio fino all'uscita,ognuno perso nei propri pensieri.
"Ehi, tu devi essere Kurt!". Cooper Anderson si avvicinò a loro, gli strinse la mano e scompigliò i capelli di Blaine. "Fratellino, quante volte ti ho detto di andarci piano con il gel?"
Blaine sbuffò, sotto lo sguardo divertito di Kurt. "Non ha tutti i torti"
"Vi siete coalizzati contro di me?"
"Come sei permaloso, Schizzo. Sai Kurt, non ha fatto altro che parlarmi di te per secoli-e scusa se ti ha fatto aspettare così tanto, è un idiota"
"Coop!"
"Non negare, Blaine. Una persona sana di mente non mentirebbe ad un ragazzo simile, andiamo"
Kurt arrossì a quel complimento inaspettato. "G-grazie"
"Andiamo, fratellino. Vorrei arrivare a casa prima di domani mattina, se non ti dispiace"
"Ci lasceresti un minuto da soli?"
"Oh, certo, scusa -sappiate che vi vedo, perciò non fate nulla di troppo compromettente"
"Cooper!" Blaine scosse la testa mentre suo fratello si dirigeva verso la macchina fischiettando. "È fatto così, devi scusarlo"
"È forte, invece" sorrise Kurt, divertito.
Il silenzio calò tra di loro, nessuno dei due riusciva a credere che quel momento fosse arrivato così presto.
"Non voglio andarmene" sussurrò Blaine.
"E io non voglio che tu te ne vada. Resta con me per sempre, ti prego"
"Lo farei. Sai che non esiterei nemmeno un istante"
"Tornerai presto?"
"Tutte le volte che vorrai, dolcezza"
"Me lo prometti?"
"Si amore, te lo prometto"
"C-come mi hai chiamato?"
"Amore" ripeté sorridendo.
"Blaine?"
"Sì?"
"Cosa siamo noi?" chiese Kurt, mentre le lacrime gli solcavano il viso.
"Siamo semplicemente noi, Kurt"
"Posso dire che sei il mio fidanzato?" domandò speranzoso.
"Sì dolcezza, puoi chiamarmi come vuoi" confermò Blaine, stringendolo tra le braccia e lasciandogli un bacio tra i capelli.
"C-c'è ancora una cosa prima che tu vada" affermò Kurt sorridendo.
E prima che Blaine, confuso, potesse dire alcunché, lo baciò.
E fu come se il mondo fosse scomparso -c'erano solo loro, due anime e due cuori fusi insieme.
Due ragazzi con tante speranze e qualche sogno infranto, che stavano finalmente andando incontro al loro destino.
La mani di Blaine si posarono delicatamente sulle guance di Kurt, accarezzandole piano mentre lo baciava.
Si baciarono a lungo, senza fretta, le labbra che creavano un incastro perfetto e i respiri che si infrangevano l'uno sull'altro.
"È stato il mio primo bacio" soffiò Kurt sulle sue labbra, quando si separarono.
"Anche il mio" disse Blaine stringendogli le mani tra le proprie. "Io -io ti amo, lo sai questo, vero? E non importa se la vita deciderà di metterci alla prova, ancora e ancora -ce la faremo insieme, okay?"
Kurt annuì, abbracciandolo. "Ti amo" gli sussurrò.
"Ti amo anch'io" disse, dandogli un bacio leggero sulla fronte. "Ora devo proprio andare, dolcezza"
"Ci rivedremo presto" singhiozzò Kurt, rivolto più a se stesso che a Blaine.
"Ehi, guardami" disse piano Blaine, sollevandogli gentilmente il mento con due dita. "Te l'ho promesso, ci vedremo tutte le volte che vorrai, okay?"
Kurt annuì flebilmente. "Ciao straniero" mormorò, prima di baciarlo ancora.
"A presto, dolcezza"
Gli tenne la mano finché la distanza non glielo impedì, e seguì con lo sguardo la macchina, guardandola scomparire dietro i palazzi.
Si sentiva completo, ma allo stesso tempo svuotato di tutto, come se Blaine gli avesse donato ogni parte di sé e avesse portato via con sé il suo cuore.
Sospirò, guardando il cielo tingersi dei colori del tramonto.
Sentiva già la sua mancanza, ma sapeva che avrebbero fatto il possibile per far funzionare quella relazione.
Ci sarebbero riusciti.
  
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