Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: Annabeth_Granger1    25/10/2015    0 recensioni
|Post BOO| Presenza di piccoli spoiler| Crack Pairing Jason x Rachel| Accenni ad altre coppie|
Sono passati due anni dalla sconfitta di Gea. Tutti sono felici. Nico ha trovato l'amore, Annabeth e Percy stanno bene insieme e Leo è tornato al Campo sano e salvo. Ma l'unico che non è anocora del tutto felice è Jason. E un sogno non farà che peggiorare le cose.
Dal testo:
"Jason si svegliò, strambamente stordito. Era sdraiato sul letto nella sua cabina al Campo Mezzosangue. Niente luci strambe e sfondi bianchi, ragazze con strani vestiti e Piper. Niente di niente. Non riusciva a capire il significato del sogno, eppure esso non gli sembrava un buon segno. Sognare per i semidei non era mai proprio sognare. Era come una premonizione. Jason trovava ciò molto seccante. Non che preferisse le profezie, ma quel sogno lo odiava già particolarmente."
[Partecipante al contest "Quando il canon non c'è i crack pairing ballano!" indetto da Likealullabyinwonderland sul forum di Efp]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Piper McLean, Quasi tutti, Rachel Elizabeth Dare
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lasciarsi andare ed essere se stessi.

Nickname EFP:  Annabeth_Granger1.
Nickname Forum: Annabeth_Granger1.
Titolo: Lasciarsi andare ed essere se stessi.
Personaggi: Jason Grace, Rachel Elizabeth Dare, Piper Mclean, Nico di Angelo, Quasi tutti.
Crack pairing: Jason/Rachel.
Pacchetto: Verde foresta (contenente la citazione: «È se stesso e basta. E qualunque cosa questo significhi, sente che vicino a lei può esserlo.» scritta nel libro “Fino alla fine dei tuoi sogni” di Arianna Principe.)
Genere: Romantico, sentimentale.
Rating: Giallo.
Note e avvertimenti: Note: nessuna. Avvertimenti: spoiler.
NdA (facoltative): Spostate a fine fanfiction.
 
Jason correva velocissimo, più di quanto avesse mai fatto.
Intorno a lui tutto era bianco, come se non esistesse uno sfondo. Jason non sapeva nemmeno perché correva. Ma continuò a farlo, imperterrito, verso il vuoto apparente. Ad un tratto vide una luce scura, violacea, come quella che mettono nei cartoni per indicare i nemici. Essa proveniva da una ragazza che Jason riconobbe immediatamente. I capelli lunghi, asimmetrici ma perfettamente in ordine, con una piuma attaccata ad essi. Aveva gli occhi caleidoscopici, la pelle abbronzata come tutti i Cherokee, e il corpo slanciato. Era Piper. La ragazza lo guardò negli occhi, per poi abbassare lo sguardo. Sempre senza guardarlo gli disse delle parole che il ragazzo non si scorderà mai:
«Ascoltami, Jason. Sii libero. Sii te stesso. Vai, dove devi andare, dove ti porta il cuore. Impara ad ascoltarlo Jason e andrà tutto bene. Anche se sarà difficile per me, l’importante è che tu sia felice.»
A quel punto la ragazza si girò e svanì, proprio come era apparsa, lasciando un Jason incredulo, e con le lacrime che premevano per uscire. Lui non piangeva mai, ma in quel momento si sentì inerme, inutile. Voleva tornare indietro. Si girò e corse ancora, finché di nuovo un’altra luce lo abbagliò. All’ “interno” di essa c’era un’altra ragazza, girata di spalle. Aveva un vestito lungo che, a dirla tutta, doveva essere bianco, ma che aveva delle strane sbavature di colori che Jason non aveva mai visto. Sembrava che qualcuno avesse colorato quel vestito di proposito. La luce stavolta era più accecante, e di colore d’oro. E proprio quando gli occhi del figlio di Giove iniziarono ad abituarsi ad essa, vide solo una folta chioma rossa e tutto divenne nero, e sia la ragazza che lo sfondo bianco svanirono proprio come aveva fatto Piper.

Jason si svegliò, strambamente stordito. Era sdraiato sul letto nella sua cabina al Campo Mezzosangue. Niente luci strambe e sfondi bianchi, ragazze con strani vestiti e Piper. Niente di niente. Non riusciva a capire il significato del sogno, eppure esso non gli sembrava un buon segno. Sognare per i semidei non era mai proprio sognare. Era come una premonizione. Jason trovava ciò molto seccante. Non che preferisse le profezie, ma quel sogno lo odiava già particolarmente.
Cercò di non pensarci, prese una maglietta del campo, dei jeans, delle comunissime scarpe da tennis, l’arco, le frecce e il suo Gladius per poi uscire dalla cabina. Il profumo delle fragole lo investì, anche se la Casa di Zeus (o Giove) era più in alto rispetto ai campi dove quei frutti crescevano. Era passato un anno dalla sconfitta di Gea e a Jason sembrava fosse passato un secolo. Erano successe così tante cose. Leo era tornato e tutto era ormai come doveva essere. Annabeth e Percy felici insieme, Nico che ora aveva trovato l’amore fidanzandosi con Will Solace, il già citato figlio di Efesto che era fidanzato con Calypso e Hazel e Frank che certe volte andavano a fargli visita con dei grandi sorrisi stampati in volto. In poche parole l’unica persona che non stava bene era lui. Quando aveva detto a Piper di creare la loro storia, ne era stato convintissimo. Ma dopo un po’ di tempo questa convinzione era sparita, lasciando spazio ai dubbi e alle perplessità. Come se la scintilla fosse stata momentanea e avesse avuto una scadenza. Jason era stanco di tutto ciò. Ma lui era un figlio di Giove, doveva essere forte. Non aveva detto nulla a Piper, infatti stavano ancora insieme, anche se, secondo Jason, Piper sospettava già qualcosa.
Scese dalla collinetta e si incamminò per il poligono di tiro con l’arco, dove per la prima volta era più che sicuro che pure Percy lo avrebbe battuto.
 
Arrivato sul posto, Jason trovò proprio il figlio di Poseidone, sì il salvatore del mondo, il ragazzo che ha sconfitto Crono e Gea; che stava trafiggendo involontariamente tutto ciò che gli stava intorno tranne il bersaglio. Jason mirò ad esso e tirò, mancandolo di molto. Non era proprio la sua giornata. Accanto a lui c’erano Will che, anche se non era il miglior arciere della sua casa, aveva centrato più volte il bersaglio. C’erano anche Nico che era molto migliorato con quell’arma -forse grazie a un figlio di Apollo di sua conoscenza?- e Annabeth che se la cavava bene.
E  poi c’era Piper. Appena la vide, un brivido percorse la schiena di Jason. Ormai lui la vedeva solo carina, non quella ragazza che pensava fosse troppo bella per lui. Quando lo vide, la figlia di Afrodite gli fece un sorriso, per poi tornare a mirare al bersaglio. Le prime volte, Jason quando la vedeva si scioglieva sempre, come un ghiacciolo al sole. Da un bel po’ di tempo invece no. Era come vedere un’amica, niente di più. La salutò con un cenno del capo, anche se gli vennero di nuovo i brividi ricordandosi del sogno fatto poco prima. Piper sembrò percepire qualcosa perché lo guardò in modo strano. Lui si girò prima che lei potesse riguardarlo negli occhi e si riconcentrò sul bersaglio.
E poi lo vide. Un angelo, un vero angelo. Sembrava avere la stessa aura dorata del sogno e la stessa chioma rossa. Non aveva un abito, era vestita proprio come Jason, con dei semplici pantaloni sporchi di pittura e maglietta, ma al figlio di Giove ciò non importava. Stava per andare incontro a quella figura mistica ma, ad un tratto, essa svanì, lasciando solo un Jason perplesso. Il ragazzo si guardò intorno notando che nessuno sembrava aver visto quella figura.
Quel giorno verrà ricordato come “Il giorno in cui Percy non fu il peggiore a tiro con l’arco”. Jason infatti credeva di sentire le risate dei figli di Apollo ogni volta che passava davanti alla loro cabina.
«Jason, vuoi venire alla festa, sì o no?»
Il figlio di Giove si riscosse. Era a tiro con l’arco e guardava l’angelo … no, era insieme a Piper nella Casa di Zeus. Non riusciva a togliersi dalla testa quella figura che oltrepassava il poligono di tiro con l’arco e al diavolo i figli di Apollo e le loro risa, aveva visto la figura più bella del mondo. Piper gli stava sventolando la mano davanti agli occhi.
«Eh, cosa?»
«Jason, non mi stavi ascoltando!» disse Piper, un po’ arrabbiata con il fidanzato.
«Scusa ero da un'altra parte»
da un'altra parte, cioè a pensare a un angelo” si disse Jason.
«Si è visto! Comunque, stavo dicendo, noi figli di Afrodite facciamo una festa domani sera alle nove e sono invitati molti ragazzi del campo -non ci stiamo tutti-. Ci sarà della musica, anche dell’alcool dato che è stato richiesto. Verranno pure Frank, Hazel e, forse, Reyna. Vieni?» chiese la ragazza.
«Ecco …»
«La festa si svolge nella cabina di Ermes, dato che è la più grande disponibile. Abbiamo anche il permesso di Chirone. Jason, ti vedo molto stressato in questo periodo, e penso che tu debba staccare un poco. Che ne dici?»
«Va bene.» Jason non seppe nemmeno perché lo aveva detto. Piper saltò di gioia, gli stampò un bacio sulla guancia, e se ne andò, lasciando Jason da solo nella cabina.
“Rachel, smettila! Smettila! È già fidanzato, piantala!”
Rachel si girò e rigirò nel letto. La notte era il momento peggiore del mondo. Per lei, almeno. Nel suo letto al Campo non si sentiva più bene come una volta. Un pensiero la tormentava e nemmeno dipingere la aiutava. Ciò voleva dire che era una cosa grave. Rachel era sempre stata una ragazza solare, ma in quel momento non lo era più. Ora aveva una casa tutta sua al Campo, e lei ne era stata felice quando i figli di Efesto gliel’avevano costruita apposta per lei. Era una piccola casetta con una camera e un bagno. La prima aveva un letto abbastanza grande e verde e le piastrelle del bagno erano dello stesso colore. Rachel era stata felicissima di poter abitare, almeno in estate, al Campo Mezzosangue. Fino a qualche tempo prima, ovvio.
“Tutta colpa di quegli occhi azzurri, quei meravigliosi occhi azzurri!”
“E anche di quei meravigliosi capelli biondi.”
“E anche di quel fisico stupendo!” “RACHEL PIANTALA!” “Piantare cosa?”
Pure rimproverarsi da sola non aiutava l’Oracolo. Era una cosa stupida, ma aveva sempre funzionato, insieme al dipingere.
“E che diamine! Perché sono così tormentata da lui? Lui, poi! Una persona che ho incontrato parecchie volte, sì, ma che per lui io sono solo una amica! Non qualcosa di più. Perché proprio a me?”
A quel punto un insistente bussare alla porta interruppe i pensieri della ragazza. Rachel si alzò, finalmente avendo qualcosa per distrarsi, e aprì la porta. Davanti a lei c’era l’unica e inimitabile Annabeth Chase. Ormai era normale che la ragazza veniva a casa sua. Da quando Rachel era diventata l’Oracolo, Annabeth era, forse, la sua migliore amica. Oltre a Piper, anche se negli ultimi tempi … “Rachel, smettila”.
«Rachel, sei ancora sveglia?»
«Potrei chiederti lo stesso, Annie»
«NON CHIAMARMI ANNIE!»
«Uh, sei arrabbiata, amica mia!» Ormai era diventata una cosa normale che Annabeth veniva a farle visita anche di notte. La figlia di Atena non riusciva più a dormire bene dopo la caduta nel Tartaro. Certe volte andava da Percy per calmarsi, perché le venivano delle strane crisi, altre volte veniva da Rachel, specialmente perché non voleva sempre disturbare Percy -anche se, secondo Rachel, a lui non dispiaceva poi così tanto. E poi, negli ultimi tempi, nemmeno la rossa riusciva molto a dormire. Dopo la battuta della ragazza, Annabeth, la guardò, quasi con tenerezza, e dopo si sedette sul letto, ciò che fece dopo anche l’Oracolo. Si guardarono e per un po’ rimasero lì così. Poi Annabeth sospirò e riprese la conversazione.
«Rachel, che hai? Ti vedo strana, non dormi più, mangi poco, sei più triste e quasi sempre da un'altra parte. È successo qualcosa? Qualcuno ti ha preso in giro pesantemente? Sono tua amica, Rachel, lo sai»
«Annabeth, non ho niente. È solo un po’ di insonnia, tutto qui!» mentì Rachel, facendo pure un mezzo sorriso per cercare di essere più convincente. Ma a quanto pare non era stato abbastanza, infatti, mentre la rossa cercava di rimettersi a letto per sfuggire alla “chiacchierata”, Annabeth le prese il braccio, bloccandola.
«Tu non andrai a letto, nascondendoti, a meno che tu non mi racconti qual è il tuo problema!»
«Non voglio, Annabeth!» protestò Rachel, in trappola.
«Ah, sì? E vuoi stare lì a non dormire per quanto, Rachel, per quanto?»
«Nemmeno te dormi bene Annie!» disse l’Oracolo, cercando di rigirare la frittata.
«Non ci provare Rachel Elizabeth Dare! Non provare a fare quello che si dice “lo scarica barile”!» disse Annabeth.
“Colpita e affondata” si disse la ragazza.
«Non ti facevo così invadente! Per favore, non ho voglia di parlarne. Non oggi …» disse la ragazza, stavolta in modo veritiero e serio.
«Non ti fidi?»
«No, non mi fido di me stessa. Devo capire meglio il tutto»
Stavolta Rachel era riuscita a convincere Annabeth. Infatti la guardò con una sguardo dolce.
«Va bene. Ma quando avrai capito, se vuoi, io sono qui.»
E così dicendo, la figlia di Atena se ne andò, lasciando una Rachel disorientata più di quanto Annabeth credesse.  

Per Jason pure il giorno dopo non fu dei migliori. Vide ancora l’angelo senza però vederne il suo viso. Come se qualcosa glielo stesse nascondendo. Jason non lo sopportava. Non capiva. Non era mai stato se stesso, nemmeno con Piper. Si sentiva spesso bloccato, in trappola, per molte ragioni.
“Jason, Jason promettimi di essere te stesso. Lasciati andare.”
Nemmeno lui capiva il senso dei suoi sogni. Quella notte non dormì molto, ma abbastanza da sognare quelle parole, dette da una voce frizzante, solare ma in un certo senso solenne, la voce di un angelo.
Inoltre Percy lo aveva ancora battuto a tiro con l’arco, con la spada non fu molto bravo, e con l’arrampicata andò malissimo. Ma Jason era comunque distrutto. E inoltre c’era quella dannata festa. Lui non ci voleva andare, ma lo aveva promesso a Piper e Jason manteneva sempre la parola data.
Arrivata la sera, Jason si vestì con una nuova maglietta e dei pantaloni più comodi. All’ultimo momento si alzò dal letto su cui era rimasto sdraiato per un po’ e alla fine, dopo una lotta interiore, uscì dalla cabina.
Musica a palla.
Luci accecanti.
Addobbi colorati e brillanti.
Ragazze e alcool.
Questa era in sintesi la festa. La casa di Ermes era del tutto trasformata. Dalle finestre, come nei cartoni, il ragazzo vide delle continue luci, e dentro era molto peggio. Per Jason, almeno.
«Ehi, Jason! Pensavo che avessi cambiato idea!» Piper sembrava si stesse divertendo molto. «Oh, guarda! Ci sono Percy, Leo … e Annabeth! È l’avvenimento del secolo! Vado a salutarli! A dopo, Jason!»
E così dicendo, Piper se ne andò, lasciando Jason da solo tra tutte quelle persone. Senza letti e sacchi a pelo ingombranti, la Casa di Ermes era gigantesca. C’era uno stereo che dava in quel momento la canzone “Summertime”. Di sicuro l’aveva scelta Piper. Non era proprio adatta ad una festa di quel tipo, ma sembrava funzionare lo stesso. Tutti si stavano divertendo, sbaciucchiando oppure bevendo bicchieri su bicchieri. Jason non avrebbe mai bevuto quella roba. A quel punto le comparvero di fianco due ragazze, abbastanza carine. Avevano delle mini (ma proprio mini) gonne, un top piccolissimo e delle scarpe con il tacco a spillo argento (anche se sembravano più dei trampoli). La prima aveva dei capelli biondi (decisamente ossigenati) e la seconda di un nero molto scuro.
 “Figlie di Afrodite, sicuramente” disse tra sé e sé Jason.
«Ehi, Jason. Come va? Ti piace la festa?» disse la prima.
«Vuoi un cocktail? Bevilo, è sublime!» attaccò anche la seconda, sibilando l’ultima parola. A Jason non piacevano quelle ragazze. Ma quelle ragazze erano più forti di quanto lui credesse. Infatti gli fecero bere il “cocktail” con la forza. Jason, il figlio di Giove che ha sconfitto Gea, fu sopraffatto da due ragazze che sembrava non avessero mai impugnato una spada. Jason sentì la gola bruciargli. Non era un cocktail il contenuto del bicchiere, e a quel punto il ragazzo si sentì proprio uno stupido. Era Vodka alla fragola, molto forte. A Jason girò la testa. Le ragazze lo fecero sedere su una sedia abbastanza traballante posta vicino a un tavolo e, fatto ciò, la prima iniziò ad avvicinarsi pericolosamente al suo viso, quando il ragazzo vide una luce dorata. L’angelo era lì.
«Cosa state facendo? O mamma mia! Cosa gli avete fatto bere?» disse quest’ultimo. Ma fu l’ultima cosa che Jason sentì. Infatti a quel punto si udì un tonfo
Jason riuscì solo a vedere la luce doro avvicinarsi che a quel punto il ragazzo vide tutto nero, proprio come nel sogno.

Rachel teneva Jason sulle spalle. Avevano dato il compito a lei di riportarlo nella cabina dopo ciò che era successo. Non riusciva a smettere di guardare Jason. Per quanto fosse pallido in quel momento era sempre bellissimo.
“Rachel, smettila, subito! È fidanzato!”
Piper non aveva potuto riportarlo alla cabina perché aveva un gran bel da fare a far si che la festa non degenerasse. Infatti quando Rachel ebbe lasciato la Casa di Ermes la festa era diventata disastrosa. I bicchieri erano sparsi oppure rotti. I cocci erano dappertutto. Rachel era stata contenta di lasciare la Casa di Ermes.
Erano quasi arrivati alla meta, quando Jason si svegliò. Era molto pallido, da far invidia a Nico, si vedeva che non stava bene. Ma, poco dopo, fece uno strano sorriso ebete e iniziò a guardare per terra. Rachel non capiva cosa stesse guardando il figlio di Giove.
«Sono belli i sassolini stanotte, eh?» biascicò lui. La voce per niente simile a quella del normale Jason.
«Cosa?» disse Rachel. Non credeva a ciò che gli era stato appena detto. Lui la guardò. No, lui non la guardò. Puntava lo sguardo sopra la sua testa, il sorriso ebete sempre stampato sul volto, ma con una strana espressione incredula.
“Come se Jason non mi potesse vedere in volto” pensò Rachel, per poi dirsi che era una sciocchezza ciò che aveva appena immaginato. Come poteva non vederla in volto? Ma no! Jason era solo ubriaco.
«Non li vedi? Poverini, sono tutti soli, non la pensi così Angelo
“Cosa? Come?”
«Come mi hai chiamata?»
«Sei un angelo, no? Smettila di fingere, dai, si vede l’aurea dorata che hai attorno. Uh, guarda, una formica!» disse lui sempre senza guardarla negli occhi, entusiasmandosi poi per la formichina.
«Jason mi sa che non stai bene. Io sono la tua amica Rachel Elizabeth Dare! L’Oracolo di Delfi! E tu sei Jason, figlio di Giove. Sì ti devo proprio riportare alla Casa di Zeus …» disse lei.
Amica. Aveva detto amica. Eppure non trovò giusta la parola appena detta.
“Ma sì che siamo solo amici! Pronto? Lui è fidanzato!”
«Oh, peccato. Io avrei voluto che tu fossi più di un amica» disse il ragazzo, l’espressione ebete, per un attimo, sostituita da una maliziosa.
E lui la baciò. Lei non capiva. Lui non l’amava. Le sue labbra sapevano di alcool.
Eppure Rachel non seppe fare altro. Non riuscì a resistere. Rispose al bacio. Quando capì la gravità della cosa si staccò e prese Jason, trasportandolo di peso verso la Casa di Zeus.
«Jason, tu sei fidanzato! Hai capito? Fidanzato! Con Piper Mclean, figlia di Afrodite. È tutto sbagliato. Sei solo ubriaco, Jason. Non capisci ciò che sto dicendo e non sai ciò che stai facendo!» disse lei, risoluta.
Arrivata definitivamente alla casa, Jason ebbe, come sospettato dalla ragazza, un conato di vomito e andò in bagno. Rachel lo aiutò in tutto, finché non lo mise a letto, ancora con i vestiti addosso. Appena toccò il cuscino, Jason si addormentò nuovamente. A Rachel spuntò un debole sorriso, che sparì subito dopo.
L’Oracolo corse fuori dalla Casa di Zeus e entrò nella sua dopo una lunga corsa. A quel punto, senza nemmeno capirne bene il motivo, scoppiò a piangere ininterrottamente.
“Non mi ama. Era solo per l’ubriachezza che mi ha baciato, Jason non mi ama. Quel bacio non significava niente. Eppure … No, no! Non posso tradire Piper. Ma io lo amo. Proprio lui. Jason Grace”
Con questi pensieri, alla fine si addormentò sul suo letto bagnato di lacrime. Il sonno agitato e l’immagine di Jason che la baciava nella testa.

Jason si ricordava poco della sera precedente. Ma stava mentendo. Davanti ad un angelo.
Anche quel giorno si era svegliato di malumore, specialmente per la nausea opprimente. Aveva bevuto, non c’erano dubbi. Non era la prima volta che lo aveva fatto, ma si ricordò di essersi promesso che a quella festa non avrebbe bevuto niente. Ed era più che sicuro di non aver fatto nessuna scommessa con Percy su chi avrebbe ingerito più alcool.
“Inizia bene la giornata” si disse. Poi riaffiorò un ricordo.
Notte.
Luna piena.
Un bacio con l’angelo. E una formica.
Gli venne un forte mal di testa, ma Jason non era proprio sicuro che fosse l’alcool ancora presente nel suo corpo la causa. Si sedette sul letto e iniziò a pensare. Due ragazze che gli davano un bicchiere di Vodka alla fragola, poi tutto nero, e quel bacio dato all’angelo senza volto. Vedendo che era tardi, Jason si lavò, cambiò i vestiti e uscì dalla Casa di Zeus dirigendosi all’Arena. 
 
Fatti tutti gli allenamenti, Jason decise di tornare alla Casa di Zeus per lavarsi (naturalmente senza farsi vedere dalla statua di suo padre), quando una figura gli venne incontro.
Era l’angelo.
«Jason! Potrei parlarti un attimo?» chiese lei.
«Certo, Angelo. Ma, quindi sai il mio nome?» chiese lui. Lei lo guardò tra il preoccupato, l’arrabbiato e il perplesso. L’unica cosa che Jason poteva vedere, infatti, era la smorfia sulla sua faccia.
«Basta con questi giochetti, Jason! Voglio parlare con te, seriamente» disse lei. Jason non capiva. Perché le dava fastidio essere chiamata Angelo?
«Jason … ti ricordi qualcosa di ieri sera … tipo un bacio?»
Certo, se lo ricordava eccome. Un bacio con l’angelo. Una persona senza un volto.
Ma, per qualche strano motivo, le mentì. Nemmeno Jason seppe il perché. La sua mente era del tutto confusa.
«No, non ho baciato nessuno … forse Piper. Non ricordo quasi niente»
«Ah … ok» disse lei. A Jason parve di vedere i suoi occhi farsi lucidi. «devo andare. Ciao Jason.»
Il ragazzo, incredulo per quel saluto diretto dalla figura mistica (che aveva un aurea dorata sempre più forte) non seppe dire nulla di più.
Tornato definitivamente alla Casa di Zeus si fece una doccia veloce e, dopo essersi vestito, si sdraiò sul letto assalito da mille pensieri.

Perché ci ho creduto? Perché? È ovvio che non mi ama. Sono stata una stupida!”
Rachel non piangeva mai. Eppure grandi lacrime le rigarono il viso. Gli occhi, ormai rossi, bruciavano e la gola era ormai secca.
“È ovvio che non mi ha mai amato! È vero ci parliamo tanto e siamo amici … ma per lui non sono niente di più! È inoltre ho il giuramento fatto ad Apollo! Sono off-limits, per così dire! Ma, poi, perché proprio lui? È fidanzato con Piper, la ragazza che ama. E io sono così tonta da nutrire delle speranze.”
A quel punto qualcuno disturbò i suoi pensieri. Bussarono alla porta. L’Oracolo non voleva farsi vedere così e non rispose, sperando di far credere a chiunque avesse bussato che lei non era lì.
«RACHEL! So che sei lì! Non fingere! Apri questa porta adesso se no lo faccio io con la forza! Abbiamo una faccenda da risolvere e tu non devi scappare!» la voce della figlia di Atena era inconfondibile. Rachel non voleva affrontare un Annabeth arrabbiata, quindi aprì la porta cercando di nascondere gli occhi rossi.
Non l’avesse mai fatto! Rachel si ritrovò davanti Annabeth insieme a Hazel e a un'altra ragazza non proprio desiderata. Piper. Tutte e tre entrarono in casa sua e si richiusero la porta alle loro spalle.
A quanto pare il fatto che avesse pianto era fin troppo evidente per nasconderlo. Lo sguardo abbastanza seccato di Annabeth si trasformò in uno sguardo molto più dolce. L’amica le prese le mani, con un fare materno.
«Non sei venuta a ce-» a quel punto, quasi istintivamente, Rachel guardò stralunata l’orologio. Erano le 21.00! Aveva pianto per più di un’ora? E non aveva mangiato! Era messa male. «Sì, ti stupisci? Pure io tutte le volte in cui ho litigato pesantemente con Percy ho provato a piangere per così tanto tempo. Comunque, non vedendoti a cena, ho capito subito che non stavi bene, così ho chiamato anche le altre. Rachel, per favore, spiegaci. Noi ti possiamo aiutare.»
«Non posso Annabeth! Non davanti a una in particolare di voi …» disse Rachel, sussurrando l’ultima frase come se non volesse farsi sentire (cosa tra l’altro vera).
«Sono io, vero? Da quando vi siete avvicinati l’anno scorso Jason non è stato più lo stesso. Solitamente non sono una che dice le cose così, molto chiaramente, ma serve per far capire la situazione. Jason è innamorato di te e lo si vede a un miglio di distanza. Ma io lo conosco bene e c’è qualcosa che lo blocca. Quindi mi serve sapere se anche tu sei innamorata di lui. So che l’ho detto molto schiettamente ma sappi, Rachel, che io sono tua amica, lo sai.» disse Piper, che aveva ugualmente sentito l’ultima parte della frase, uno sguardo per niente arrabbiato, ma determinato a far capire la situazione all’amica.
“Questa l’ho già sentita” si disse Rachel, pensando all’ultima parte della frase di Piper. Ma era decisa a vuotare il sacco. Non era nella sua natura tenere i segreti per sé e non dirli alle sue amiche. Fece un grande respiro e poi svuotò il petto da tutti i problemi che la affliggevano.
«Sì, Piper. Io sono innamorata di lui. Ma ci sono molte cose che non possono far funzionare questa storia. Io ho fatto un giuramento, non posso infrangerlo. Poi penso che tu ti sia sbagliata. Jason non mi ama.»
A quel punto Rachel raccontò tutto, sul fatto che lui la chiami “Angelo”, sulla sbronza e il bacio che c’era stato e ciò che Rachel provava per lui. Le altre rimasero in silenzio. Solo dopo un bel po’ che la ragazza ebbe finito il racconto Hazel ruppe il silenzio.
«Rachel, ti senti meglio ora? So che cosa vuol dire tenere i segreti per sé e, credimi, ti senti molto meglio dopo esserti svuotata.»
Hazel aveva ragione. Rachel si sentiva molto più leggera.
«Sì, ma purtroppo ciò non risolve i vari problemi. Jason non mi ama, e lo so. Ho fatto un giuramento di castità e infrangerlo è impossibile. È già strano che Apollo non si sia arrabbiato per quel bacio, quindi mi ritengo fortunata. Forse sta discutendo proprio adesso se sbriciolarmi o carbonizzarmi con il suo carro. Sapete anche voi che la vita non è rose e fiori e io, per quanto mi possa disperare, non posso fare niente»
Le ragazze si guardarono, una scintilla di ribellione e di un idea sospesa nell’aria. Discussero ancora un po’ per poi iniziare il loro piano, già pianificato in precedenza.
«Ah, e comunque dopo forse ci sarà una festa qui davanti alla Casa Grande. Ti avviseremo noi ma è meglio se inizi a prepararti.» disse Piper.
Dopo la risposta affermativa di Rachel le ragazze uscirono lasciando la ragazza un po’ da sola. A quel punto Annabeth chiamò il rispettivo fidanzato. Avevano un piano che non poteva fallire.
Il ragazzo non aveva ancora risposto e le ragazze erano in visibilio.
“Dai, rispondi Percy” pensarono loro.

Nico da quando era fidanzato con Will riusciva a socializzare di più con le persone e ad avere anche dei bei rapporti con loro. Per esempio era diventato il miglior amico di Jason. Ma non aveva mai pensato che un giorno lui, Nico Di Angelo, figlio di Ade, lo avrebbe aiutato con gli affari di cuore. Tutto per colpe di certe ragazze di sua conoscenza.
Stava cenando insieme ad Hazel nel tavolo dei figli di Ade. Quando ad un tratto Annabeth, Piper, Calypso e Reyna insieme ai rispettivi fidanzati e a Will e Frank (questi ultimi trascinati dalle prime) vennero verso di loro preoccupatissimi. Nico pensò che stesse venendo un'altra catastrofe. Non che ciò fosse una novità.
«NICO TU ORA VERRAI CON NOI!» disse Piper con il fiatone, puntando il dito contro di lui.
«Cosa succede?» chiese l’interpellato cercando di nascondere la preoccupazione che insolitamente stava crescendo nel petto del figlio di Ade.
«Ninoninonino problemi di cuore ninoninonino» disse Piper aumentando i sospetti di Nico sul fatto che la figlia di Afrodite fosse un poco impazzita.
«Eh, cosa?»
«Nico, c’è un problema con Jason e Rachel …»
Solo dopo la spiegazione di Will il figlio di Ade notò l’assenza di dei due ragazzi. Quel giorno non aveva mangiato a pranzo e, per quanto sembrasse uno scheletro, quella sera Nico non aveva alzato gli occhi dal piatto.
«Quale problema?» incalzò il ragazzo.
«Quello che ha detto Piper. Un problema di cuore. In breve quel super-man biondo si è innamorato del nostro Oracolo ma non lo ha ancora capito. Deve avere la testa piena di fulmini» disse con nonchalance Percy, appoggiando il gomito sul tavolo.
Solitamente non si poteva andare nei tavoli degli altri mentre si mangiava e, infatti, tutti li stavano guardando mettendo non poco in soggezione Nico.
«Beh, non dovresti parlare proprio tu testa d’alghe»
«Annabeth quando smetterai di chiamarmi così?»
«Basta! Adoriamo i vostri battibecchi ma abbiamo una questione molto più urgente!» s’intromise Hazel, rendendo Nico ancora più sorpreso degli altri. Sua sorella solitamente era molto calma. Nico si disse che, forse, era meglio stare più attento con Hazel in futuro. «Andiamo da un'altra parte a parlare. Qua siamo sotto gli occhi di tutti»
Dopo che i ragazzi ebbero acconsentito a spostarsi, spaventati dalla figlia di Plutone, andarono via dalla mensa, mentre Frank scambiava degli sguardi dolci con Hazel (mentre il fratello di quest’ultima si appuntò mentalmente di fare una chiacchierata con il figlio di Marte quando la faccenda fosse finita).
«Nico hai capito bene-» disse Calypso vedendo la faccia incredula di Nico al solo pensiero dell’innamoramento di Jason. «la faccenda è la seguente. Dobbiamo aiutarlo a dichiararsi. Anche a Rachel servirebbe un aiuto. Noi non dovremmo intrometterci ma è necessario. Questa cosa sta andando avanti da molto e non possiamo aspettare oltre»
«Ma non è fidanzato con te?» chiese Nico guardando la figlia di Afrodite.
«Dopo la sconfitta di Gea Jason è diventato molto amico di Rachel e questa amicizia si è trasformata in amore. È da molto che va avanti questo innamoramento e io, da figlia della dea dell’amore devo far sì che tutti siano felici. Io troverò qualcun altro» disse quest’ultima, ma Nico notò il fatto che Piper stesse soffrendo molto anche se non lo deva a vedere.
«Jason ha molte amanti e dovrò pure aiutare l’ultima in questione» si intromise Reyna. Lei e il figlio di Ade erano diventati molto amici e quest’ultimo non poté fare a meno di sorridere dopo questa esclamazione.
Jason lo aveva aiutato con Will e ora toccava a lui aiutare il suo amico.
«Allora il nostro piano sarà molto semplice. Io, Piper e Hazel andiamo da Rachel per capire il perché non è venuta a cena. Io so che sta male già da molto e voglio capire se la mia supposizione -cioè il fatto che sia innamorata di Jason- sia esatta. Nico, tu, Percy e Leo andrete da Jason per scoprire le stesse cose mentre Calypso e Reyna andranno da Chirone. Will tu aiuterai loro due.» disse Annabeth.
«Perché da Chirone?» s’ intromise Reyna.
«Per rendere la cosa più interessante. Reyna e Piper so che non vi piacerà ma ho pensato al pezzo di anima ancora romana di Jason. Se vorrà dichiararsi a Rachel -cosa che voi ragazzi dovrete convincerlo a fare- vorrà fare le cose in grande. Ebbene dovrete andare da Chirone per dirgli di fare una specie di finta festicciola così da aiutare Jason con Rachel. Dovrà esserci un palco e saremo costretti ad improvvisare durante quella finta festa. Sono sicura che se gli spiegherete la situazione Chirone accetterà. Mr. D non c’è quindi non ci dovrebbero essere problemi» rispose Annabeth con un ghigno non da lei, mentre Percy scuoteva la testa borbottando qualcosa come:”AH, le ragazze e il potere del romanticismo”.
«E con Apollo come la mettiamo?» chiese Leo che fino ad allora era rimasto stranamente zitto.
«Quello non è di nostra competenza» disse la figlia di Atena facendo un gesto con la mano come per dire: “è tutto a posto! Non stiamo andando contro un giuramento di castità ne abbiamo superate di peggiori!”. A quanto pare sapeva qualcosa che loro non avevano capito.
«Va bene cominciamo subito. A quanto pare sarà una serata molto lunga.»

L’affermazione di Percy si rivelò esatta. Infatti passare la serata a fare da psicologi a Jason non fu esilarante per Nico.
Arrivarono alla casa di Zeus poco dopo la “riunione” con i loro amici. Bussarono ma non sentirono nessuno.
«Ehi, Jason! Apri questa porta, sappiamo che sei lì dentro!» disse Leo che stranamente era molto serio. Dopo il suo ritorno da Ogigia con l’amore lui non scherzava. Anche per lui era divenato un qualcosa di serio. Una cosa meravigliosa, ma che poteva trasformarsi in una bomba a mano.
Si sentì, a quel punto, un mugugno provenire da dentro e alla fine Jason aprì la porta. Era più malandato del solito. Sembrava anche molto triste.
Nico entrò seguito dagli altri tre senza che Jason potesse neanche replicare.
«Ehm … ma prego! Accomodatevi!» disse lui sarcastico.
«Jason! Avanti sputa il rospo! Che cosa è successo stasera? Perché non sei venuto a cena?»
«Non avevo fame» rispose Jason alle domande appena fatte dal figlio di Ade.
«Sì certo, Jason! Ovvio che non avevi fame, infatti tu mangi peggio di Percy!» fece Leo, tornando per un attimo al suo solito sorriso da folletto.
«Ragazzi! Non è stata una bella giornata oggi e volevo stare un po’ da solo!»
«No! Tu tutte le volte ti sei confidato con noi e in questi giorni sei sempre con quel muso lungo e inoltre sei da tutta’altra parte!» rispose Percy all’affermazione di Jason ignorando ciò che aveva detto Leo poco prima.
«Jason, ti ricordi di quella volta con Cupido?» chiese Nico, facendo girare di scatto Jason.
Lui ricordava bene quel momento. Quella volta in cui lui aveva svelato quel segreto …
«Vedo che te lo ricordi bene. Jason io sono stato molto meglio dopo che te l’ho detto -non intenzionalmente, chiaro-  ma ora ho trovato l’amore e sono contento. Siamo tuoi amici. Sappiamo che sei triste per qualcosa e noi possiamo aiutarti» continuò Nico guardando Jason dritto negli occhi.
Il figlio di Giove allora capì. Era ora di sputare il rospo e di lasciarsi andare.
«Va bene, Nico. Per me è molto difficile raccontare tutto ciò e so che riderete di sicuro -no Percy, ciò non era specialmente riferito a te- ma racconterò tutto lo stesso»
A quel punto il ragazzo spiegò quanto era stato bene insieme a Rachel in questi due anni, i vari sogni, il cambiamento dei propri sentimenti verso Piper, ciò che si ricordava della festa e del bacio, la richiesta di spiegazioni dall’Oracolo mentre, durante la storia, certe volte i ragazzi annuivano silenziosi. Per quanto prendessero in giro le femmine con la loro idea del romantico anche loro sapevano rimanere seri davanti a una cosa del genere. Specialmente Nico.
Jason raccontò anche un po’ cosa era capitato in lui, il fatto che non riuscisse a vedere Rachel in faccia, anche se ormai sapeva che era lei l’angelo” del sogno. Lo aveva capito. Ma non sapeva ancora che cosa provava per la ragazza. Era molto confuso, Nico lo aveva capito subito. Era il suo migliore amico, uno sguardo tra loro valeva più di mille parole. O quasi.
«Perfetto Jason, allora che cosa aspetti?» disse Leo, non essendo capace di stare serio troppo a lungo.
Jason guardò torvo l’amico, il cuore più leggero grazie al discorso appena concluso. Squadrandolo a lungo lui alla fine disse al figlio di Efesto: «Come scusa?»
«Beh, Jason. Sei un po’ lento a quanto vedo! Non hai capito? Non hai capito cosa provi per lei?»
A quel punto il figlio di Giove ripensò a tutti i momenti passati con la ragazza. Le varie uscite insieme, i vari compiti che Chirone aveva dato a loro due soltanto, il bacio, la richiesta di spiegazioni. Ripensò anche ai vari sogni e al fatto che lui non riusciva a vedere il viso dell’Oracolo.
«Io sono innamorato di Rachel» disse lui, mentre gli altri sorridevano felici al ragazzo. «Sì, sono innamorato di lei! E … ora?»
La scena che seguì fu molto comica. Nico, Percy e Leo caddero dal letto di Jason sul quale si erano seduti durante il discorso, come nelle Anime giapponesi.
«Siamo sicuri che questo sia uno dei sette semidei che hanno salvato il mondo?»
«Non lo so Leo. Ma devo ammettere che in missione era più intelligente» rispose Percy ironico.
«Già. Jason … ora fatti avanti no!» rispose Nico con un certa enfasi, rialzandosi da terra e indicando la porta.
«Oh … giusto» disse il biondo con un sorriso. Sapeva che cosa avrebbe fatto e anche il come. Si sentiva carico e, sì, anche felice.
«Ci dovrebbe essere una festa adesso. Non si sa il perché ma Chirone è in vena di feste quindi è meglio se ti prepari. Ah e non deluderci Saetta.» disse Percy mentre usciva insieme agli altri due chiudendo la porta.
Appena ebbero messo il piede fuori dalla porta il cellulare di Percy iniziò a squillare.
“Le ragazze …” pensarono all’unisono i tre.
«Pron-»
Percy non ebbe neanche il tempo di finire la parola che Annabeth esclamò:
«Avevo ragione, Rachel è cotta di Jason! Noi ci dirigiamo alla festa ora, ok?»
«Va bene noi vi raggiungiamo subito. Vediamo se Chirone ha accettato la nostra richiesta.»
Nico era un po’ scettico sul fatto che Chirone avrebbe dato una festa solo per quello ma stette zitto.
Arrivati sul posto videro già Chirone, Will, Reyna e Calypso intenti a mettere le decorazioni e preparare un palco davanti alla Casa Grande, segno del fatto che Nico si fosse sbagliato. Le ragazze erano già arrivate e stavano aiutando i primi nella preparazione della festa.
«Ehi Death boy come va l’operazione amore? Siete riusciti a convincere Jason?» disse il biondo mostrando i suoi candidi denti bianchi a un Nico tra il divertito e l’irritato.
«Innanzitutto non chiamarmi Death boy! E sì, siamo riusciti a convincerlo, o perlomeno si spera sia così»
«Comunque il tutto è quasi pronto, manca solo qualcosa da mangiare e di finire la preparazione del palco» disse Reyna con il suo tono pratico.
«Speriamo solo che vengano.» disse infine Hazel prima che anche Nico, Percy e Leo si apprestassero ad aiutare i loro amici.

“Una festa? Forse era meglio se non parlavo con le ragazze. La festa di poco tempo fa non è stata una delle migliori”
Rachel stava pensando, come era solita fare negli ultimi tempi.
“Ok, mi faccio troppi minestroni mentali, è deciso.”
Le ragazze erano appena arrivate per dirle che la festa stava per cominciare. Lei si era già vestita. Un paio di pantaloni comodi, una delle sue solite magliette colorate, degli orecchini multicolore e uscì subito accompagnata dalle altre.
«Come mai Chirone ha voluto fare un’altra festa ?» chiese la ragazza tanto per parlare.
«E chi lo sa?» disse Annabeth, ridendo un po’ sotto i baffi.
Arrivati sul posto Rachel notò un palco, varie decorazioni e del cibo. C’era anche uno stereo che non era ancora acceso, sebbene ci fosse già parecchia gente.
«Allora? Iniziamo questa festa?»
Rachel si girò vedendo Percy con un sorriso sulla faccia.
«Sì! Divertiamoci!» dissero le quattro ragazze all’unisono mentre anche gli altri si aggiungevano al coro.
Dopo un po’ di tempo (e una grande abbuffata di Rachel, Percy e Leo) l’Oracolo, non vedendo Jason da nessuna parte, si era già rassegnata nel vederlo.
«Ragazzi, potrei sapere a che cosa serve quel palco?» disse la ragazza, incuriosita da quello strano dettaglio della festa che non c’era quasi mai stato, specialmente in una normale festicciola.
«Noi non lo sappiamo. Chirone ha detto che sarà una sorpresa» rispose Percy con uno strano sorriso sfuggito alla rossa.
Proprio in quel momento qualcuno le toccò la spalla, cogliendola di sorpresa.
«Rachel, gentilmente, potresti sistemare le luci del palco, per favore?»
All’inizio la ragazza non decifrò subito la richiesta del Centauro, per colpa del leggero spavento, ma subito dopo si diresse verso il palco, non capendo bene perché Chirone avesse dato proprio a lei quell’incarico.
Arrivata sul palco chiese a un figlio di Efesto se le potesse dare una scala, ma una voce la bloccò.
«Buona sera semidei! Vi state divertendo? Spero di sì. Voi non sapete ancora il motivo della festa ma ora lo capirete presto»
Rachel si girò vedendo Jason con il microfono in mano e …
“Ma è vestito con degli stracci?” pensò la ragazza, sbalordita e anche un po’ spaventata.

«Sì signori. Ora vi state chiedendo il perché sono vestito con degli stracci. Ebbene io sono, in questo preciso istante, uno schiavo o un contadino povero, come volete voi. Ho scelto questo vestito per un qualcosa di speciale. Io sono uno schiavo che deve essere salvato da un angelo. E quest’angelo ce l’ho proprio davanti a me»
A questo punto Jason si girò verso la ragazza, quasi vedendola del tutto. Si sistemò gli occhiali e continuò il suo discorso, inginocchiandosi.
«Rachel. So che sei tu. Io avrei molte cose da dirti. Ti ho conosciuta molto durante questi due anni, ma non pensavo che sarebbe successo ciò. Pensavo che quello che provavo per te era una semplice amicizia. Ma mi sbagliavo. Come al solito, no? Per quanto mi ostinassi io ho sempre provato questo sentimento. Siamo come Romeo e Giulietta. Separati per colpa di Apollo e dei nostri stessi pensieri. Hai fatto un giuramento ma io penserò sempre ciò che ti sto per dire. Io … ti amo, Rachel. io con te riesco a lasciarmi andare completamente. Con te sono me stesso e basta, e sento che se stiamo insieme posso continuare ad esserlo
In quel momento Jason vide perfettamente il bellissimo viso di Rachel. Le sue labbra rosee, la sua pelle vellutata e i suoi bellissimi capelli ricci e rossi.
Rachel stava piangendo. Quelle erano lacrime di gioia. Esse le rigavano il viso mentre lei, con un po’ di difficoltà per colpa del pianto gli rispose:
«Anch’io ti amo.»
Detto questo si baciarono, mentre tutti gli spettatori, fino a quel momento rimasti in silenzio, iniziarono ad applaudire.
Naturalmente però quel momento non poteva durare a lungo. Si vide una luce accecante e il carro di Apollo “parcheggiò” nel cortile.
Il dio scese con eleganza dalla “macchina”, gli occhiali da sole (sebbene fosse inverno) e i denti bianchissimi aperti in un sorriso, ad accompagnarlo durante la sua uscita. Ma il dio non era solo. Infatti dal carro scese proprio lei: Afrodite. Bellissima come sempre, la dea scese dal “sole” solo dopo che Apollo le ebbe aperto con galanteria la porta.
«Buona sera a tutte carissime donzelle!» disse il dio del Sole «qui a quanto pare abbiamo un problemino»
«Senta Apollo. Io non voglio tradire il giuramento ma … io amo Jason. E, per quanto potrei anche non tradirlo rimanendo così per sempre io … non penso di riuscire a mantenerlo. L’amore è anche quello» disse la ragazze, rivolgendosi a cose poco caste.
«Lo riconosco. È proprio per questo che sono qui. E, per quanto ciò non mi piaccia, io … ti permetto di rimanere l’Oracolo anche se farai … insomma hai capito.» disse Apollo, sostituendo per un attimo il sorriso con una smorfia irritata e anche un po’ arrabbiata. Si vedeva che ciò che stava dicendo gli dava fastidio.
«Aspetti … come, scusa?» disse Jason, incredulo.
«Sì, è colpa mia» disse Afrodite «Voi siete così pucciosi. Siete una mia ship ormai. Non superate la percabeth, che è la mia OTP, ma comunque …»
Dopo tutte quelle paorle complicate, di cui nessuno capì niente, la donna sorrise ai ragazzi e alle figlie.
«Comunque, Rachel ti do il permesso. Non mi voglio mettere contro di lei, sai.» disse il dio, sussurrando l’ultima frase e facendo l’occhiolino alla ragazza.
Gli dei rimasero lì per poco, infatti risalirono subito sul carro e tornarono sull’Olimpo.
Scena più strana non c’era mai stata e Jason ne aveva viste di cose strane.
«Scusate, ragazzi ma … cosa vuol dire percabeth?» chiesero Percy ed Annabeth all’unisono, mentre gli altri a quell’esclamazione iniziarono a ridere.
«Annabeth mi puoi spiegare una cosa?»
La ragazza, chiamata in causa, si girò guardando il figlio di Ade.
«Dimmi»
«Come hai fatto a prevedere che Apollo li lasciasse liberi di vivere la loro storia senza problemi?» disse Nico sempre più curioso -cosa strana per lui.
«A dire il vero non lo avevo previsto ma sapevo che, in un modo o nell’altro, sarebbero riusciti allo stesso a risolvere tutti i loro problemi.» disse la ragazza.
Appena finito il discorso arrivò Percy che prese Annabeth abbracciandola e portandola a bere qualcosa insieme per festeggiare il fidanzamento dell’Oracolo e del figlio di Giove. Nico li salutò con un cenno della mano per poi andare da Will.
Loro erano felici e finalmente pure lui lo era.

Jason era davanti all’angelo, quest’ultimo sempre bellissimo, la sua luce dorata che lo circondava.
Proprio in quel momento la figura mistica si girò, rivelando quel bellissimo viso e quei bei capelli rossi che Jason aveva imparato ad amare. L’angelo perse le ali, facendo restare l’alone dorato, mentre Rachel si mostrava nella sua figura “umana”.
«Bravo, ti sei lasciato andare, hai capito ciò che ho detto e sei stato te stesso!»
«Perché ne dubitavi? Non sono il figlio di Giove per niente» disse il ragazzo, rispondendo alla esclamazione della rossa.
«Sei anche molto modesto!» disse lei, ridendo insieme al ragazzo.
Proprio in quel momento comparve davanti a loro un gigantesca porta di legno con la maniglia formata da un pomello a forma di cuore. Jason e Rachel si presero per mano e il ragazzo disse:
«Insieme?»
«Insieme»
I fidanzati, a quel punto, misero tutti e due la mano sulla maniglia aprendo la porta e oltrepassandola.
Jason vide una grandissima e calda luce, piacevole, che lo accarezzava e che lo riscaldava come una coperta nei più freddi giorni d’inverno.

«E così è andata» disse l’uomo guardando i suoi due figli e aspettandosi da loro una reazione.
I bambini si guardarono perplessi e poi il figlio ne disse una delle sue:
«Sei stato po’ stupidino papà»
Jason era un figlio di Giove, un semidio, aveva sconfitto Gea … ma non si sarebbe mai aspettato proprio quella frase. Per un attimo quindi rimase molto stupito.
«E … perché mai?»
«Ma è ovvio papà! Leo intende dire che potevi dirlo prima alla mamma che tu eri innamorato di lei da ormai due anni! Ti sei fatto mille problemi per niente!» rispose la figliola al posto del fratello.
Leo aveva sei anni ed era davvero un birbante, similmente alla sorella. Aveva i capelli biondi ma ricci proprio come il migliore amico di Jason. Mentre la sorella, Beryl, che aveva ben otto anni era un po’ più tranquilla rispetto a Leo e molto simile a Rachel.
«Ma io non ci volevo credere! Ero già fidanzato, insomma!» rispose il padre per giustificarsi.
Lui aveva fatto la sua scelta. Aveva scelto la donna che amava lasciando Piper. La figlia di Afrodite si era ormai sposata e ciò non aveva fatto altro che confermare la decisione di Jason. Lui amava solo la sua cara ragazza riccioluta.
«È pronto!» disse una voce femminile proveniente dalla cucina.
Tutti e tre, genitore e figli, corsero fino al tavolo della cucina per pranzare. A quel punto Rachel, la moglie di Jason, iniziò a versare le porzioni di pasta nei piatti, mettendo in quella di Jason pochissimo cibo.
«Perché così poco? Tesoro, non mi vorrai far morire di fame» disse il padre guardando con i sopraccigli alzati la sua mini porzione di pasta.
«Oh … a quanto pare non ci ricordiamo cosa abbiamo fatto il giorno prima, eh! Hai fatto una delle tue abbuffate insieme a Percy, per vedere chi mangiava di più, e, naturalmente, hai avuto mal di pancia per tutta la notte! Non credere che ti dia più cibo di così, tesoro mio caro
Jason guardò a quel punto con gli “Occhi da cucciolo” la donna -aveva imparato la tecnica da Percy- ma niente da fare.
Qualunque cosa capiti però Jason amava la moglie con tutta la sua anima e così sarebbe sempre stato.

NOTE DELL’AUTRICE:
Finalmente ho finito questa fic! Spero vi sia piaciuta, davvero, ci ho messo tanto impegno per scriverla e, inoltre, è la prima volta che mi cimento sui crack pairing e spero di essere stata all’altezza della situazione. Innanzitutto ringrazio Likealullabyinwonderland che ha avuto così tanta pazienza con me (e che dovrà averne altrettanta per correggerla). Nonostante tutto questa storia, secondo me, è la migliore che io abbia scritto. Non lo so sento che, la struttura, la divisione dei “capitoli” e tutto il resto, sia stato fatto quasi sufficientemente bene. L’idea specialmente dell’angelo (che ora spiegherò in queste note che diventeranno le più lunghe della storia) è stata proprio il punto di forza della fic e ciò che me l’ha fatta continuare. Bene ora vado subito alle vere note:
  • Come avevo scritto anche nella storia per le luci attorno a Rachel e Piper mi sono ispirata ai cartoni animati.
  • Ho pensato anch’io che il carattere dei personaggi potrebbe essere un po’ OOC ma io penso che, infondo, la parte romana di Jason sia rimasta e che il tanto riflettere di Rachel sia normale in quella situazione. Inoltre la storia si alternava con il punto di vista dei due protagonisti e, in una piccola parte, di Nico.
  • La parola “angelo” l’ho usata sia con l’iniziale maiuscola e minuscola in quanto, in certi casi, durante la narrazione questa parola veniva usata come nome proprio (lo volevo precisare xD).
  • Il fatto di Apollo e Afrodite l’ho resa molto semplice proprio perché così sarebbe stato meglio. Da una parte non sapevo proprio che pesci pigliare (si fa per dire xD) dall’altra abbiamo potuto rivedere Afrodite all’azione (a quanto pare è una fangirl xD).
  • C’è una parte che ho chiamato poco casta ma non penso sia un problema in quanto ho messo il rating giallo apposta.
  • Le parti del sogno e la scena finale sono le mie preferite e spero che vi siano piaciute tanto quanto ho adorato scriverle :D. Mi sono venute tutte per caso, insieme all’idea dell’angelo e ci tengo moltissimo.
  • Sì ho in mente le feste e l’alcool, ormai sono diventata dipendente da queste due cose xD.
  • Noooo, perché pensate che abbia messo a tavolino le due figlie di Afrodite? xD.
  • Per la scena con Nico, Leo e Percy che cadono dal letto mi sono ispirata alle Anime giapponesi e ad alcune scene molto divertenti in cui i personaggi fanno proprio ciò che ho descritto.
  • Voi vi chiederete “ma se tu shippi Jasper perché hai fatto una RachelxJason?”. Il fatto è che volevo provare qualcosa di nuovo. Non nascondo il fatto che un po’ mi è dispiaciuto per la Jasper ma mi sono appassionata pure a questo crack pairing mentre scrivevo, quindi … xD.
  • Naturalmente quando i dialoghi sono tutti in corsivo vuol dire che sto scrivendo i sogni di Jason.
  • Le parti in corsivo con le virgolette sono i pensieri del personaggio che ho preso per fare il punto di vista di quella parte della fic.
  • Quando Jason chiede a Rachel “[…] Tu sai il mio nome?” è vero che si erano già visti prima (alla festa) e che la ragazza lo aveva già chiamato per nome, ma dato che Jason era ubriaco in quel momento ho pensato che non ci avesse fatto caso.
  • Il ninoninonino di Piper era voluto dalla sottoscritta xD.
  • La parte raccontata da Jason ai figli era solo ciò che aveva vissuto lui. Inoltre il marito di Piper lo lascio scegliere a voi ;).
 
Bene e con questo ho finito. Vi lascio il link del contest a cui ho partecipato e i miei e auguro buona fortuna a tutti gli altri partecipanti. Per chi aspetta il nuovo capitolo di “Regali nascosti, litigi e …” non l’ho ancora iniziato ma vi prometto che arriverà presto, sperando che la scuola me lo permetta.
A presto!
Annabeth_Granger1.

Contest a cui ho partecipato: http://freeforumzone.leonardo.it/d/11074123/Quando-il-canon-non-c-%C3%A8-i-crack-pairing-ballano-/discussione.aspx
Contest mio: http://freeforumzone.leonardo.it/d/11170930/Primi-appuntamenti-citazioni-e-prompt-/discussione.aspx
Challenge mia: http://freeforumzone.leonardo.it/d/11176733/What-if-e-AU-le-bellezze-della-vita-Percy-Jackson-/discussione.aspx
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 

 
 

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Annabeth_Granger1