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Autore: kamy    26/10/2015    2 recensioni
Uno spaccato del passato di Yato, quando era ancora lo spietato Dio delle calamità.
Prompt: Un’oscura tristezza è in fondo a tutte le felicità umane,
come alla foce di tutti i fiumi è l’acqua amara.
Gabriele D’Annunzio (Yato)
Genere: Dark, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Yato
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.
Prompt: Un’oscura tristezza è in fondo a tutte le felicità umane,
come alla foce di tutti i fiumi è l’acqua amara.
Gabriele D’Annunzio (Yato)



Il Dio delle calamità

Yato si sedette su una roccia e allungò le gambe, piegando in avanti il capo. Il vento faceva ondeggiare il suo codino nero e alcune ciocche more sfuggite gli ricadevano davanti al viso, coprendogli il volto pallido. Sentì dei passi e si voltò, le sue iridi azzurre illuminavano intorno a sé.
Nuvoloni grigi passavano sopra di lui, oscurando il cielo, alcuni sottili raggi di sole pallidi filtravano illuminando il terreno brullo e nero. Una figura femminile si avviò verso di lui e si voltò, assottigliando gli occhi da felino.
“Scusi …” mormorò la giovane. Yato tolse una fascia dalla tasca e la passò sulla lama appuntita della katana, pulendo il metallo lucente.
“Dove sta andando, signorina?” chiese con voce gelida. La ragazza rabbrividì e strinse un pugno davanti al seno coperto da un kimono bianco, con ricamati dei petali di ciliegio in seta.
“Sono stata al santuario delle divinità delle calamità. La prego, non mi giudichi” mormorò con la voce tremante. Yato si alzò in piedi e piegò il capo di lato.
“Perché dovrei giudicarla? C’è un motivo se in questo modo esistono feroci divinità che garantiscono atroci desideri ed impregnano la Riva Vicina col sangue” sussurrò roco. La giovane sgranò gli occhi, le sue iridi divennero liquide e il battito cardiaco le accelerò.
“E’ lei la divinità della calamità?” sussurrò. La sua voce fu coperta dall’ululato del vento che alzò un polverone nerastro, spazzando via alcune pietruzze che rotolarono sulla piana.
“Le efferatezze e le vendette vengono dalla tristezza che pervade sia vivi che morti, esistenti e non” spiegò Yato. Raggiunse la giovane dai lunghi capelli castani e le mise una ciocca dietro l’orecchio. Si piegò in avanti e avvicinò le labbra all’orecchio di lei.
“Un’oscura tristezza è in fondo a tutte le felicità umane, come alla foce di tutti i fiumi è l’acqua amara” sussurrò seducente. La giovane indietreggiò, una lacrima le rigò il viso e singhiozzò.
“Lei vuole il mio corpo in cambio?” domandò con voce tremante. Metà del viso di Yato fu coperto dai suoi capelli color pece.
“Solo se questo è l’unico modo in cui ti ricorderai di me. Voglio solo la tua venerazione, umana” spiegò. Alzò la katana che fu illuminata da uno dei pallidi raggi di sole.
“Dimmi tu cosa vuoi in cambio, piuttosto” ordinò. La ragazza si morse il labbro, piegò il capo in avanti e i capelli castani le finirono davanti al viso.
“Mio padre mi ha costretto a sposare un nobile amico di sua vecchia data. Lui e i suoi amici si divertono a violarmi … come sposa sono solo un oggetto” spiegò. Una serie di occhi apparvero intorno al suo capo e fu avvolta da un alone oscuro. La giovane rizzò il capo, spalancò la bocca e sgranò gli occhi fino a creare delle rughe sul proprio viso.
“Uccidili! UCCIDILI TUTTI!” sbraitò. Yato strinse le labbra e annuì, aumentando la stretta sull’elsa della spada.
“Il tuo desiderio è stato ascoltato” sussurrò, scomparendo.
  
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