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Autore: NathalieKheel    26/10/2015    0 recensioni
John Watson. 25 anni è diretto a Londra per iniziare a lavorare in un ospedale e a vivere con la sua fidanzata.
Sherlock Homes, 25 anni è diretto a Londra semplicemente perchè si annoia.
Le loro vite si incroceranno su un treno, stessa destinazione.
E' sarà l'incontro più importante d
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1


Non mi scorderò mai quel giorno.
E’ impresso nella mia memoria benchè siano passati quasi cinque anni.
Ogni secondo di quel viaggio è ormai ermeticamente chiuso nel meandro più profondo del mio cuore.
Perché quel giorno ho incontrato la persona più importante della mia vita.
Ho incontrato Sherlock Holmes.
 

Era il 20 dicembre.
Ero seduto in treno, schiacciando il mio viso contro il finestrino e ammirando i piccoli granelli candidi di neve che scivolavano sul vetro appannato dal freddo.
Mi stavo appisolando, il tepore del treno  faceva la sua parte e contribuiva a farmi sprofondare nel sonno quando una voce femminile si diffuse dall’altoparlante.
-I SIGNORI PASSEGGERI SONO AVVISATI DEL RITARDO DI 3 ORE DEL NOSTRO TRENO PER LA PROSSIMA STAZIONE DI LONDRA. CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO-
Il treno piano piano infatti stava rallentando la sua corsa.
Sbuffai e dissi ad alta voce – Merda! Non posso far attendere Lacy al freddo per 3 ore in più. Perché si è fermato?-
Il ragazzo seduto di fianco a me si riscosse.
-Smettila di fare osservazioni e domande così banali. Non hai capito che ha un guasto alla ruota motrice? E smettila di disturbarmi che sto pensando -
Era un ragazzo alto, ossuto. Quasi scheletrico. Gli zigomi alti e pronunciati e due meravigliosi occhi azzurri.
Indossava un cappotto nero, insolito per un ragazzo di quasi la mia età.
-Mi spiace di averti disturbato, ma non capisco cosa tu stia facendo di così importante- ribattei incuriosito.
-Te l’ho detto! Sto pensando! Non mi sembra di essere stato poco chiaro- disse infuriato battendo un pugno sul sedile della poltroncina.
Quel ragazzo era decisamente fuori di zucca. Ed era molto, molto, molto arrabbiato con me benchè io non ne capissi il motivo.
Lui si girò verso di me, e capì che mi aveva ferito con quelle parole così maleducate.
La sua espressione si addolcì.
-Hai ragione, non puoi capire. Di solito non sono così maleducato con gli sconosciuti, ma spesso mi dimentico che non sono tutti intelligenti come me.-
Lo fissai con la bocca aperta. Ma chi si credeva di essere?
-Comunque sto lavorando a un caso-
-A un caso?- chiesi ancora più stupito.
-Si John Watson, un caso e dato che tu sei un medico potresti anche aiutarmi- fece un sorriso sarcastico – Sempre ce tu sia un medico bravo-
-Certo che sono un medico bravo!- esclamai – Ho passato tutti gli esami con il massimo dei voti… Ehy ma aspetta come fai a sapere il mio nome… e la mia professione?-
Lui congiunse le mani – E’ semplice John. Sulla tua cartelletta c’è scritto J. Watson. Il tuo nome non lo sapevo ma siccome mi sembri una persona banale ho tirato a indovinare e a quanto pare ci ho azzeccato. Per la tua professione invece sempre dalla tua cartelletta spuntavano dei fogli firmati da un certo Richard Brown. Conoscendo quest’ultimo ho supposto che tu fossi appena stato assunto all’ospedale di cui è il capo. Ma ora ciancio alle bande.-
Strabuzzai gli occhi. Cos’era? Un mago?
Io non avrei potuto neanche dedurre il suo nome, figuriamoci la professione…
Trafugò nella sua cartelletta alla ricerca di non so cosa, e dopo qualche secondo e molti insulti in non so quale lingua, mi posò in mano una radiografia.
-Sai dirmi cosa c’è di strano?- mi chiese fiatandomi sul collo.
Rabbrividii e iniziai ad osservarla.
-Questa caviglia ha subìto un trauma, ma poi si è risaldata. Credo che l’incidente risalga a un mese o poco più- risposi.
-John Watson! Lei è un genio! Grazie mille!-
Mi strinse la mano più volte e fece un sorriso. Poi inaspettatamente si alzò in piedi e gridò – Ora è tutto chiaro! So chi è il colpevole.-
Prese il telefono e mandò un messaggio. Poi si accasciò di nuovo sulla poltrona incurante di tutte le persone che lo fissavano con aria sbalordita.
-Noia- sussurrò.
-Cosa scusa?- gli chiesi.
-Noia, John Watson, NOIA! Ho risolto un caso e ora devo passare ancora due noiosissime ore su questo treno prima di avere un nuovo caso-
-Puoi parlare con me. Potrò sembrare una persona noiosa ma ti assicuro che non lo sono- cercai di giustificarmi.
-Beh una persona che va a vivere nell’appartamento della fidanzata a scrocco è per certo noiosa-
-NON SONO NOIOSO- sbuffai.
-Ops non mi sono presentato- si infilò e si sfilò i guanti – Io sono Sherlock Holmes e ho 25 anni-
-John Watson, stessa età- gli strinsi la mano.
-E stesso luogo di arrivo- disse lui sorridendomi.
E così inizio la nostra amicizia, o meglio la nostra complicata relazione.
  
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