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Autore: KRoad    21/02/2009    0 recensioni
Un paio di volte lo aveva anche visto dalla vetrina di un negozio in cui era entrata. Un uomo alto, giovane, con folti capelli neri e occhi di un azzurro così intenso e penetrante da sembrare irreale. Quegli occhi, troppo riconoscibili, erano spesso coperti da occhiali da sole. Se ne stava immobile acquattato vicino agli angoli bui lungo la strada, nel suo cortile e la spiava.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non riusciva a dormire

Non riusciva a dormire. Qualcosa la teneva sveglia. Un rumore, una sensazione, una paura.

Non riusciva a capire cosa fosse, era stesa nel suo letto, nella sua camera, immobile nel buio.

Gli occhi aperti, quasi sbarrati, cercavano di penetrare l'oscurità. Tutti i suoi sensi erano all'erta, alla ricerca di un rumore, un movimento, qualsiasi cosa che dimostrasse la presenza di un altro essere umano.

Erano state settimane difficili soprattutto dopo quella strana sensazione che era diventata un dubbio ed infine certezza. Qualcuno la seguiva.

Qualcuno spiava la sua casa. Spiava dove andava, cosa faceva, chi incontrava. Dovunque andasse lui era con lei, sempre. Un paio di volte lo aveva anche visto dalla vetrina di un negozio in cui era entrata. Un uomo alto, giovane, con folti capelli neri e occhi di un azzurro così intenso e penetrante da sembrare irreale. Quegli occhi, troppo riconoscibili, erano spesso coperti da occhiali da sole.

Se ne stava immobile acquattato vicino agli angoli bui lungo la strada, nel suo cortile e la spiava.

Era sempre con lei. E lui sapeva che lei lo sapeva. Lui sapeva che lei sentiva la sua presenza. Ormai non sapeva cosa fare e non voleva rivolgersi alla polizia.

Poi c'era stata quella sera nel parco. Quella sera stessa, solo poche ore prima.

Era uscita di casa per fare jogging; non era una donna sportiva ma sapeva che fare del movimento fisico era salutare e le sarebbe tornato utile. Uscendo di casa si era guardata intorno, furtiva, per cercare di scorgere la nera figura, come aveva iniziato a fare da quando aveva scoperto il pedinatore. Non lo aveva scorto da nessuna parte. Si era sentita rincuorata, più tranquilla e aveva iniziato a correre lungo la strada che dalla sua casa portava al parco giù in fondo alla via.

Il sole stava tramontando e la luce dei lampioni illuminava il sentiero che correva tra gli alberi. Il vento frusciava tra le fronde, unico rumore udibile all'infuori di quello dei suoi passi.

Un'ombra nera. All'improvviso qualcosa uscita dai cespugli la urtò cercando di farla cadere. Era l'uomo che la spiava. Rimase immobile per qualche secondo, le parvero ore, poi reagì e inizio a correre a perdifiato verso casa.

Correva più forte che poteva. Le sua gambe si muovevano da sole nonostante la fatica ed il dolore. L'aria fredda entrava copiosa nei suoi polmoni mandandoli a fuoco.

Poteva sentire distintamente i passi dell'uomo dietro di lei. Lo sentiva sempre più vicino. Non sapeva cosa volesse ma sicuramente non era un caso che l'aveva seguita nel parco. Erano soli e stava scendendo la notte e presto lo sapeva, per quanto avesse corso, per quanto cercasse di correre più veloce di lui, lui l'avrebbe raggiunta....

 

Fermò il corso dei suoi pensieri e rimase in ascolto. Non sentiva nessun rumore a parte quello del suo cuore che aveva accelerato i battiti ricordando cosa era successo solo poche ore prima.

Scese dal letto, i piedi nudi contro il pavimento freddo, si recò nel salotto, silenziosa.

Fissò lo sguardo in quegli occhi azzurri così intensi che sembravano leggerle nell'anima; sino al profondo della sua anima.

Guardò fuori della finestra. Le piaceva quella piccola città così tranquilla. L'aveva scelta a caso. Un posto sperduto e isolato. Era stata attratta dal suo nome banale. Poteva essere quello di una cittadina come tante. Tutti erano stati accoglienti con lei dal primo momento in cui era arrivata benché non la conoscessero e non sapessero nulla di lei. Le piaceva proprio quel posto.

Purtroppo la mattina seguente all'alba se ne sarebbe dovuta andare.

Distolse lo sguardo dalla finestra e lo fissò su quegli occhi azzurri così intensi ormai vitrei, che appartenevano al poliziotto che aveva scoperto il suo segreto.

Sorrise e guardò di nuovo fuori dalla finestra. Che peccato,le piaceva proprio quella piccola città.

 

 

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Ciao, scusate se mi intrometto, spero che la storia vi sia piaciuta. Vi sarei grata se lasciaste un commento (critiche, opinioni, consigli) così posso migliorare il mio modo di scrivere.

Grazie

  
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