When you finally turn
Nell'anno 4596, quando la piccola razza umana, contro ogni aspettativa, era uscita dal suo quadrante di universo, il Marchio di Caino era stato distrutto.
Vi erano stati altri massacri nel mentre: il primo a Parigi, nel 4034, erano morte cinquemila persone, esattamente duemila anni dopo la morte di Sam Winchester, ragazzo sconosciuto al mondo.
E poi, poi era cominciata.
4186, Illinois
4288, Roma.
4496, Nebraska.
Stermini, genocidi, tutti senza un movente, senza un perché, solo una parola, un nome che si ripeteva, si tramandava di orecchio in orecchio, incisa nelle menti di ogni cacciatore: Dean Winchester. Una leggenda diventata ormai certezza. C'era chi diceva fosse inventato, chi che fosse un mostro, o un fantasma.
Tutti che non avesse niente, nulla di umano, solo odio verso l'umanità.
E sbagliavano, perché ogni sera, ogni singola sera, quel mostro recitava la stessa preghiera, gli occhi verdi volti al cielo, e ripeteva sempre un solo nome, Castiel.
Castiel, l'angelo del Giovedì, il serafino che aveva sconfitto l'apocalisse, l'angelo caduto, l'angelo diventato Dio, l'angelo che ormai non lasciava più traccia.
Ma la creatura celeste sentiva quel richiamo, ogni sera, ripetitivo, inarrestabile, Castiel, Castiel fermami.
Ma per l'angelo ormai era diventata quasi una solfa di pensieri, ancora un'ultima volta, oggi Dean smetterà, non ora.
Solo un'ultima volta.
Kansas, Lawrence, 4596. Fu li che accadde. La vecchia casa era stata abbattuta, un'altra ricostruita, e poi un'altra ancora. Ora sorgeva una quercia su quel terreno.
Fu lì che Castiel, l'Angelo del Giovedì, si manifestò di fronte al vecchio amico.
“Sei venuto.”
“Rispondo sempre quando mi chiami.”
“Sì, beh, ci hai messo molto.”
“Fallo Cas, fermami.”
“Mi dispiace.”
“Lo so.”