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Autore: Flami151    26/10/2015    2 recensioni
E se Draco Malfoy non avesse mai ricevuto il Marchio Nero? Cosa farebbe della sua vita una volta tornato a Hogwarts? Se "il ragazzo che non ha avuto scelta" potesse scegliere il suo futuro, cosa accadrebbe?
Senza Draco a scontare per le mancanze di Lucius Malfoy, sarà Narcissa a prendersi la responsabilità degli errori del marito, ingaggiando col Signore Oscuro un gioco sadico e senza scrupoli, che la porterà a conoscere i meandri più bui della mente umana e a rivelare la sua umanità, celata dietro le convenzioni sociali e un passato misterioso.
Come tutto ciò influenzerà una giovane e confusa Hermione, ormai rassegnata all'idea che il suo destino sia già scritto? E come ridisegnerà i ruoli dei personaggi durante la battaglia finale?
Una storia che svela i desideri inconsci dei nostri amati eroi, portandoli a galla.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Narcissa Malfoy, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Inconsapevolezza
 
I Mangiamorte sedevano intorno al lungo tavolo in marmo, posizionato al centro della sala riunioni del Manor. Quella sala era stata progettata dagli avi di Lucius per accogliere i più alti membri del governo, coinvolti in cospirazioni ben lontane dalla legalità.
 
Lord Voldemort sedeva a capotavola. I suoi occhi scrutavano i presenti uno ad uno e le sue labbra erano digrignate per il disprezzo. Sembrava sul punto di esplodere di rabbia.
 
Ogni Mangiamorte reagì in modo diverso allo sguardo dell’Oscuro: alcuni piegavano la testa in segno di sottomissione, altri, i più temerari (o i più stupidi), sembravano quasi divertiti dalla situazione. Bellatrix non apparteneva a nessuna di queste categorie. Lei semplicemente fissava il vuoto, talmente rigida da sembrare pietrificata.
 
Severus tentava di mantenere un atteggiamento distaccato ma rispettoso. Non voleva attirare l’attenzione del Signore Oscuro su di sé.
 
‹‹ Come avete potuto lasciare che morisse? ›› La voce di Voldemort tremava nel tentativo di mantenere un tono moderato. ‹‹ Qualcuno ha la minima idea di cosa comporti la morte di Narcissa Malfoy? ››
 
A quanto pare, un Mangiamorte defunto è più pericoloso di uno vivo.
 
‹‹ Visto che nessuno pare capirlo, vi illustrerò la situazione: abbiamo un cadavere da far sparire e un sedicenne a cui dover dare spiegazioni. Credete forse che Draco non si insospettirà delle vostre stupide lettere contraffatte? ›› Uno dei Mangiamorte chinò la testa ancora più in basso. ‹‹ Oltretutto, con Lucius in prigione e Narcissa all’altro mondo questa casa manca ora di un padrone. Chiunque dovesse recarsi fin qui in cerca di Narcissa dovrà essere ucciso e questo attirerà ancora di più l’attenzione sul Manor. ››
 
Fece una pausa, cercando di calmarsi. Ma quando riprese a parlare la sua voce era ancora più carica di rabbia.
 
‹‹ Dove credete che potremmo andare? Qualcuno di voi pezzenti possiede una casa tanto grande e così ben protetta come questa? Vi dimenticate forse di tutti gli incantesimi che ci nascondono dai curiosi e dall’Ordine della Fenice? ››
 
Il suo respiro era forte e il suo petto si alzava e abbassava velocemente.
 
‹‹ Siete la più grande massa che incompetenti con cui io abbia mai dovuto avere a che fare! Se nessuno di voi trova subito una soluzione a questo disastro vi torturerò fino a che non mi pregerete di uccidervi! ››
 
Anche Piton non riuscì a trattenere un brivido di paura ma nonostante ciò si sforzò di parlare per primo.
 
‹‹ Mio Signore, sono a conoscenza di numerosi incantesimi che ci aiuteranno a mantenere chiunque lontano da qui, la sicurezza non mancherà e nessuno sarà costretto a lasciare il Manor. ››
 
‹‹ Spero che non mi deluderai anche stavolta Severus. ››
 
‹‹ Se qualcuno mi avesse avvisato sarei accorso quando la situazione era ancora recuperabile. ›› Disse, sforzandosi di non pensare che la colpa di tutto ciò era proprio del Signore Oscuro e della sua sete di sangue e torture.
 
‹‹ Io credo che il corpo di Narcissa vada bruciato. Perché non ne resti traccia. ›› Disse Rookwood.
 
‹‹ Ottima idea. Ci penserai tu. ››
 
Rookwood sorrise, soddisfatto. Bellatrix però non sembrava della sua stessa opinione.
 
‹‹ Mio Signore, se posso… ›› I presenti si girarono verso Bellatrix, mai nessuno aveva osato contraddire una decisione del grande mago oscuro, tanto meno lei. ‹‹ Narcissa Malfoy ha sempre mostrato grande devozione nei suoi confronti. Le ha offerto la sua casa e… la sua vita. Lei si è fatta emblema dell’antica aristocrazia Purosangue, tenendo alto il buon nome dei Malfoy e, per quanto sia stato difficile negli ultimi tempi, anche quello dei Black. ›› La sua voce si spezzò nominando la sua famiglia d’origine. ‹‹ Le chiedo dunque umilmente di rivedere la sua decisione, e di offrire a mia sorella la sepoltura di cui è degna. ››
 
La tensione era palpabile. Nessuno sapeva cosa aspettarsi dall’Oscuro.
 
‹‹ Visto che nutro grande stima nei tuoi confronti, Bellatrix, ignorerò la tua insolenza. ›› Lei abbassò la testa, rassegnata. ‹‹ Inoltre soddisferò la tua richiesta. ›› Il corpo di Bellatrix Lestrange ebbe un fremito. ‹‹ A patto che sia tu ad occuparti della sepoltura e degli incantesimi di elusione: nessuno dovrà mai avvicinarsi al luogo in cui giacerà Narcissa Malfoy. Inoltre non sarà permesso a nessuno di voi di collocarvi dei fiori, una lapide, o qualsiasi cosa renda riconoscibile la presenza di un cadavere. Sono stato chiaro? ››
 
I Mangiamorte annuirono.
 
‹‹ Grazie, Mio Signore. ››
 
 
***
 
 
L’alba si affaccia sulla mia finestra ed io la osservo intensamente.
 
Continuo a riflettere su ciò che mi ha detto ieri sera Malfoy.
 
Potter se ne va sempre in giro con quel dannato mantello. Non credi che avrebbe potuto seguirci indisturbato?
 
Lì per lì mi era venuto da ridere, ma poi mi sono accorta di non aver mai messo in conto una cosa davvero fondamentale: la Mappa.
 
Sono certa che se Harry mi avesse visto insieme a Malfoy in piena notte non avrebbe fatto finta di niente. Quindi per ora non deve essersene accorto. Però non dovrei giocare col fuoco.
 
Devo smettere di vedere Malfoy?
 
La sola idea mi fa salire la nausea. E’ inutile fare finta che non sia vero: senza Malfoy non sono altro che al solita, triste, annoiata Grifondoro, studiosa e rispettosa delle regole. Ho bisogno di questo rapporto malsano e discutibile per poter andare avanti. Per poter affrontare la scuola, i miei sentimenti per Ron e la guerra imminente mantenendo il sorriso.
 
Perché Malfoy è proprio questo: la mia fonte di energia.
 
Finalmente, dopo tanto tempo, riesco a dare un significato concreto a ciò che Draco Malfoy rappresenta per me. Non è un amico, anzi, non posso nemmeno dire di provare un vero affetto per lui. Malfoy è un’alternativa a questa folle, terribile vita a cui siamo costretti: una vita di odio, di paura e di tormenti.
 
Ma non posso ignorare per sempre la realtà. So che un giorno Harry e l’Ordine della Fenice avranno bisogno di me, e quel giorno io ci sarò. Quel giorno riusciremo a porre fine a questo insensato conflitto e alla rivalità tra purosangue e non. Per ora però, non posso fare altro che accontentarmi di questi piccoli attimi di felicità assaggiando il gusto di un futuro libero da pregiudizi.
 
No, non posso rinunciare a Malfoy.
 
Ho bisogno di un piano alternativo, che mi assicuri di non essere mai sorpresa col Serpeverde.
 
La stanza va e vieni.
 
Malfoy conosce già l’esistenza della Stanza delle Necessità per colpa di quella megera della Umbridge, quindi non dovrebbe essere un problema parlargliene.  Potremmo organizzare i nostri incontri più tardi. Nel cuore della notte. Quando Harry di sicuro dormirà. Entreremo e usciremo dalla Stanza in tempi diversi.
 
Potrebbe funzionare, devo solo trovare il modo di comunicarglielo. Potrei scrivergli un biglietto, come fa lui di solito.
 
Mi alzo per prendere un calamaio, ma d’un tratto mi ritorna in mente la lettera che ieri io e Malfoy abbiamo scritto per sua madre. Probabilmente andrà in guferia non appena aprirà.
 
Mi vesto in fretta ed esco dal dormitorio.
 
Mentre cammino mi guardo intorno: la scuola è più luminosa del solito e le armature cantano felici melodie natalizie. Mi ero quasi dimenticata che oggi è la vigilia di Natale.
 
Nonostante l’idea di festeggiare il Natale lontano dalla mia famiglia mi mette di cattivo umore, sono contenta che Silente s’impegni a rendere l’atmosfera calda e gioiosa: è quello di cui hanno bisogno gli studenti in questo momento.
 
Penso a tutti i ragazzi che, contrariamente a me, non hanno alcuna famiglia da cui tornare per le feste, e inizio quasi a rimpiangere la mia decisione. Però non sarei stata in grado di dissimulare la mia tristezza con mamma e papà: si sarebbero sicuramente accorti che qualcosa non va e si sarebbero preoccupati più del dovuto. Meglio così.
 
Forse potrei proporre a Malfoy di festeggiare insieme… Mi dispiace pensarlo da solo alla vigilia di Natale, preoccupato per l’incolumità di sua madre. Merlino! Chissà cosa crede che le abbiano fatto gli altri Mangiamorte (anche se non ha voluto ammetterlo, sono sicura che tema proprio loro).
 
Arrivo in guferia, ma è vuota. Lo aspetterò mezz’ora e poi me ne andrò.
 
 
***
 
 
‹‹ Cosa diremo a Draco? ›› Chiese Piton.
 
Tutti i Mangiamorte si voltarono verso di lui con astio: la riunione durava da più di un’ora e nessuno aveva voglia di proseguire.
 
‹‹ Niente. >> Rispose il Signore Oscuro. ‹‹ La sua giovane mente potrebbe essere plagiata da un simile avvenimento, e lui è troppo vicino a Silente perché la sua lealtà vacilli. ››
 
Piton non poteva credere alle proprie orecchie: questo era davvero troppo.
 
‹‹ E quindi cosa faremo? Continueremo a scrivergli false missive palesemente falsificate? Draco ha già dei dubbi in proposito. ››
 
Lord Voldemort fece una smorfia di rabbia.
 
‹‹ Allora fate in modo che non ne abbia! Quelle lettere dovranno essere in tutto e per tutto uguali a quelle di Narcissa. Non ammetto errori così grossolani! ›› Prese una pausa, poi parlò di nuovo. ‹‹ Comunicheremo a Draco la notizia solo quando Lucius sarà uscito da Azkaban, così che il suo punto di riferimento sia fuori da quel lurido covo di babbanofili. ››
 
Tutti si guardarono a vicenda, smarriti. Solo un incauto Mangiamorte parlò.
 
‹‹ Mio Signore, state proponendo un’evasione? ››
 
Lord Voldemort sorrise.
 
 
***
 
 
Corro più velocemente che posso alla guferia. La lettera indirizzata a mia madre stretta tra le mani.
 
Entro nella stanza trafelato e lego il mio messaggio alla zampa di un gufo, poi lo sollevo, e lo lancio giù dalla torre, magari così si sbriga.
 
‹‹ Non dovresti trattare i gufi in quel modo. ›› Una voce ben nota mi fa voltare.
 
‹‹ Non ti avevo vista. ›› La Granger è in piedi di fronte a me, più arruffata del solito. ‹‹ Hai il maglione al contrario. ››
 
Lei si guarda imbarazzata, quindi ci sfila il maglione per rimetterlo dritto. Nel far ciò un lembo della sua camicia si alza, lasciando intravedere la pelle candida e l’ombra delle prime costole: non mi ero mai accorto che fosse così magra.
 
‹‹ Che hai da guardare? ›› Mi chiede in tono scorbutico.
 
‹‹ Immagino che tu non sia abituata ad essere osservata da un uomo. ›› Replico io, dissimulando il mio imbarazzo.
 
‹‹ E tu saresti un uomo? Hai a malapena la barba! ›› Ride lei.
 
Questo commento mi ferisce più del dovuto, così decido di cambiare discorso. Questo round lo ha vinto lei.
 
‹‹ Che ci fai qui? ››
 
‹‹ Stasera ceniamo insieme. ›› Dice lei guardando da un’altra parte. ‹‹ Per Natale. ››
 
Io la fisso per qualche istante senza parlare. Sono perplesso. Ormai vederci è un’abitudine ma questa proposta mi pare eccessivamente confidenziale.
 
Nonostante ciò, mi sento stranamente sollevato: forse passare il Natale a Hogwarts sarà meno orribile di quanto avevo immaginato.
 
‹‹ Si, va bene. ››
 
Lei sembra rilassarsi: non credo sia stato facile avanzare questa idea; sa bene che non amo essere compatito. Stranamente però non mi sento né debole né inferiore, solo… tenuto in considerazione. Lo apprezzo.
 
‹‹ Ti ricordi della Stanza delle Necessità? Potremmo vederci li, quando tutti sono a cena ››
 
‹‹ Mi sembra una buona idea, non ci avevo mai pensato. ››
 
‹‹ Si, infatti pensavo che potremmo vederci sempre li, d’ora in poi. ››
 
La sua espressione ha qualcosa di sinistro: nasconde qualcosa.
 
‹‹ Perché? ›› Indago io.
 
‹‹ Inizia a fare freddo in giro, non trovi? Li potremmo avere un camino. ››
 
Quello che dice ha senso. In un rapporto come il nostro però, ciò che si dice non conta mai, conta solo ciò che viene taciuto, e lei sta sicuramente celando un segreto.
 
‹‹ Sappiamo entrambi che non è questo il vero motivo: dimmi la verità. ››
 
 Lei sospira: scoprendo le sue carte.
 
‹‹ Credo solo che sia un luogo più sicuro, tutto qui. ››
 
‹‹ Lo sapevo! Potter ci sta seguendo! ›› Quel bastardo non si fa mai gli affari suoi.
 
‹‹ Malfoy smettila, sei paranoico. ›› Però sembra indugiare. ‹‹ Senti, non posso dirti tutti i dettagli, devi fidarti e basta. ››
 
Io sono senza parole. Perché è così enigmatica? Sa qualcosa che io non so, qualcosa che riguarda la sicurezza dei nostri incontri. Non posso permettermi di essere visto da nessuno in compagnia della Granger. Non oso nemmeno pensare a quello che potrebbe capitarmi se i Mangiamorte lo scoprissero.
 
‹‹ O mi dici tutto, o la finiamo qui. ›› La mia voce è determinata, ma dentro di me spero che questa non debba essere la nostra ultima conversazione.
 
‹‹ Ieri avrei potuto dirti la stessa cosa, ma mi sono fidata e ti ho aiutato quando ne hai avuto bisogno. Anche se so benissimo di chi temessi fosse quella calligrafia. ››
 
Sono davvero allibito: è la prima volta che uno di noi fa cenno ai Mangiamorte e alla mia vera vita, quella che mi aspetta alla fine di quest’anno scolastico. Forse sono stato troppo egoista: in fondo anche lei corre un grande rischio ogni volta che accetta di incontrarmi. Forse il punto non è fidarmi di lei, ma accettare che io mi affidi totalmente alla sua discrezione e lei alla mia ogni giorno. Non è già questa una prova di fiducia?
 
‹‹ Va bene, stasera alle nove nella Stanza delle Necessità, tu entrerai mezz’ora prima di me. ›› Mi volto ed esco dalla stanza. Restare sarebbe stato troppo imbarazzante.
 
 
***
 
 
La tomba era adagiata in una profonda fossa, pronta per dare il suo ultimo saluto alla luce del Sole.
 
I Mangiamorte erano disposti a cerchio. Il silenzio regnava sovrano.
 
Fu Bellatrix a trasportare la terra nel fosso, con la sua bacchetta, fino a riempirlo completamente. I suoi occhi non comunicarono alcuna emozione.
 
Con un altro incantesimo, l’erba ricrebbe folta sul terreno smosso. Nessuno avrebbe mai potuto riconoscere il luogo della sepoltura.
 
La cerimonia finì e i Mangiamorte se ne andarono. Bellatrix diede un ultimo, silenzioso saluto a sua sorella.
 
Nessuna lacrima fu versata per Narcissa Malfoy.
  
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