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Autore: valechan91    26/10/2015    0 recensioni
Un'avventura speciale per Kise e Kasamatsu. Cosa li attende?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryouta Kise, Yukio Kasamatsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve sono valechan91. Dedico questa storia (opera mia solo per metà) ad un’amica con cui condivido l’amore per questa coppia speciale.
Buona lettura!


Amore al telefono

Kasamatsu Yukio sapeva di essere, a volte, sfortunato.  Lasciava in mani altrui (volentieri? Malvolentieri?) il suo problematico kouhai, nonché Asso della squadra, Ryouta Kise. Un modello dai capelli biondi ed occhi color oro fuso, un po’ vanesio  (molto, direbbe lui) e sempre circondato da ragazze che farebbero qualsiasi cosa per lui. Come se non bastasse questo a dimostrare quanto possa essere bello. Ma Yukio non lo ammetterebbe mai, nemmeno sotto tortura.
Dopo il quarto posto alla Winter Cup ( per il quale non incolpava Kise e per il quale, stanamente, nemmeno lo aveva preso a calci), non bastava nemmeno fallire gli esami d’ammissione all’università, molto probabilmente ( mentre quel donnaiolo di Moriyama li aveva passati). Ci voleva anche che si rompesse il cellulare. Sempre colpa di Kise, tutti i suoi guai! Ma forse il suo guaio più grande era proprio lui.  Aveva iniziato a vederlo con occhi diversi… cosa avrebbe pensato il biondo?
Yukio fece (forse) il grave errore di dargli il suo numero di cellulare, così da poterlo tenere sotto controllo. Soprattutto quando, i primi tempi, gli aveva dato un numero falso per vedere come si comportava.
“Ciao sono Kise” gli scrisse il ragazzo in una mail
“Ciao Kise” rispose laconico Kasamatsu
“Finalmente mi hai dato il tuo vero numero senpai ^_^ “
“ è mio compito di capitano controllare che non fai stronzate- Ne risentirebbe la squadra U_U”
“  Ma io sono sempre attento a quello che faccio”
“ Come lo stuolo di fangirl in palestra, certo… ma almeno sei affidabile in partita”
“Faresti meglio  a controllare Moriyama piuttosto che me. Che posso farci, di certo non posso mandarle via. Rovinerebbe la mia immagine,e  poi sono carine, mi portano sempre qualche regalo o qualcosa da mangiare fatto da loro”
Kasamatsu su trattenne all’urlare istericamente contro il telefono.
“ Deconcentrano, idiota!  E devi stare attento a quello che mangi, o giochi male! Moriyama, eh? Tu vedi d non fare casini. Comunque, con il mio numero almeno non frigni più”


Il giorno dopo, in palestra…
“Kise!Vuoi fare qualcosa per quelle galline, per favore?!” sbraitò Kasamatsu
“ Perché ti arrabbi sempre con me?” frignò Kise “ Ho ancora il livido dell’ultimo calcio che ho preso”
Negli spogliatoi…
“ è sempre colpa tua, Kise! Ma almeno finchè giochi bene ti metto in riga e siamo apposto. Lamentati ancora e ti faccio fare il giro del campo a calci in culo. Intesi, Kise? È mio compito come senpai  e capitano pestarti se mostri segni di demenza”
“Ok ok la smetto… basta che non mi picchi” rispose Kise, imbronciato
“Bravo bravo”. Kasamatsu si lasciò andare ad accarezzare gentilmente la chioma bionda dell’altro “ Non strafare però”
Kise sorrise. “ è molto meglio quando mi accarezzi, piuttosto che quando mi tiri i colpi in testa”
Kasamatsu, imbarazzato, lo colpisce.
“Non dire cretinate!”
“ Non so per cosa “ iniziò Kise “ ma per farmi perdonare permettimi di pagarti una cena da qualche parte. Ho appena finito una serie di set fotografici per qualche rivista e ho abbastanza soldi per andare in qualche posto carino” disse vittorioso
Kasamatsu si irritò. “ Ragazzino impertinente! Concentrati sugli allenamenti!” disse, tirandogli una gomitata. Non aveva mai notato quanto Kise fosse in realtà magro, così chiese “ Ohi Kise, ma stai mangiando? Sembri dimagrito”
“Ultimamente tra gli allenamenti e il lavoro non trovo nemmeno il tempo di mangiare decentemente. Motivo in più per andare a cena fuori, no?” accennò un sorrisino sghembo
“Mangia, sei ancora in crescita, stupido!” lo prese a calci Kasamatsu
“Sai, Kurokocchi ha proposto un’amichevole”
Kasamatsu sogghignò strafottente “ sarà l’occasione della rivincita”
“A volte sento di aver deluso la squadra, di non essere stato all’altezza…”
“ Chi avresti deluso, tu?!” replica Kasamatsu, inarcando un sopracciglio “ l’Asso deve portare la squadra alla vittoria. Il resto è mia responsabilità.  Pensa alla tua salute”
Kise sospirò. “ Sono destinato ad essere maltrattato per il resto della mia vita…”
“Se ci sono io come capitano, si” replica perentorio il numero 4 della Kaijou “ intanto vedi di far stare zitta quelle. O hai un bel faccino solo per fare?”
“Quindi pensi che io abbia un bel faccino?” chiese Kise, arrossendo
“ E chi ha detto questo! Non vantarti!” sbraita Kasamatsu, arrossendo “ è solo che… non è forse chiaro quanto tu sia bello? Lo vedono tutti, idiota!”
“Quello è il primo complimento che mi fai, credo” risponde il numero 7 della Kaijou

 

 

Kasamatsu doveva prima passare in un negozio di scarpe e propose a Kise di accompagnarlo.  Kise parlò di una festa a cui doveva partecipare, suscitando le ire del suo capitano, che venne anche preso in giro per la scarsa esperienza in fatto di ragazze. Dopo aver per l’ennesima volta pestato il suo kouhai, Kasamatsu Yukio si decise a lasciare la palestra. Trascinato da Kise.
“ Non tirare , idiota!” sbraitava intanto il moro
Kise individuò subito il modello preferito di Kasamatsu, così gli consigliò un paio di scarpe.
Ma la situazione peggiorò…
“Atmosfera romantica? Solite ragazze?” commentò Kasamatsu, scandendo le parole e terrorizzando il povero Kise “ Lo sanno tutti che fai il playboy” disse, non prestandogli attenzione.
Kise, punto sul vivo, commentò tra sé “ qualche volta anche io ho delle intenzioni serie”
Una volta usciti dal negozio, Kasamatsu segue Kise, pensando e ripensando, per poi fermarlo.
“ Non mi avevi detto… che con qualcuno facevi sul serio” disse titubante” chi è? La conosco?”
Kise, colto alla sprovvista, non sa che dire e risponde solo “ no, non la conosci…”
“Quindi è una modella?” chiede ancora il capitano
“ No, è una ragazza normalissima, mi piace per quello, credo. Non attira l’attenzione ed è indipendente” risponde un po’ incerto il biondo
“Parlale chiaramente” sentenzia Kasamatsu
“ Tu invece?” Kise indaga
Kasamatsu incespica “ beh, ecco…”
“Kasamatsu-senpai, eddai dimmelo” piagnucola Kise
“ e se anche fosse, che… mi piace qualcuno? Mica mi hai detto chi è?!” replica, arrossendo
Kise ride, con una certa malinconia. Gli faceva male.
“Vorrei che a volte fosse una delle mie fangirl…” commentò tra sé “ sei difficile, Kasamatsu-senpai”
Kasamatsu inarca un sopracciglio.” Ma non stavamo parlando della ragazza che ti piace? Che vuoi dire che sono difficile? Parla chiaro, Kise”
Kise sfoggia lo sguardo serio che ha poche volte. “ Allora parlerò chiaro. In realtà, stavo parlando di te”
Kasamatsu, sorpreso, chiede “ Di..me? quindi…? “ e arrossisce
Kise lo segue, arrossendo. “ehm… si…”
“Quindi… Kise, io… ti piaccio?” chiede Kasamatsu, titubante “allora…devo essere chiaro anche io.
Il capitano lo ferma tirandolo appena per la maglia.
“Lo so, non pensi lo stesso e ti diverti a picchiarmi” replica Kise, malinconico
“Ma come ti salta in mente?! Ecco… anche tu…” Kasamatsu incespica con le parole sotto lo sguardo indagatore di Kise. Ma poi tutto d’un fiato, e balbettando, dice “ anche tu mi piaci Kise”.
Kise , in risposta, fa una faccia sorpresa. Il povero Kasamatsu, paonazzo, in tono severo lo fissa e dice “ non farmelo ripetere” prima che una massa di capelli biondi gli salti addosso  stritolandolo.
“Senpaaaaai! Non potrei essere più felice. Mi sono tolto un enorme peso…”
“Kiseeeeee non in strada!” replica il capitano della Kaijou, ancora rosso
Kise sorride. “Scusa… una piccola cosa, però, me la concedi, vero, senpai?”
Kasamatsu guarda Kise che gli prende le mani e arrossisce, fissandolo interrogativo, un attimo prima che il biondo  poggiasse le labbra sulle sue. Kasamatsu, rosso in viso, ricambia il bacio chiudendo gli occhi.
Una volta staccatisi… “controlla che non ci sia nessuno, idiota!”


Dopo quell’avventura, che li aveva portati ad essere una coppia, si presentava però un problema.  Kasamatsu, gli ultimi momenti alla Kaijou con Kise, si sentiva felice e malinconico. Ci furono baci fugaci nello spogliatoio, lontano da occhi indiscreti, e durante le ore extra di allenamento. Dopo il diploma, la promessa silenziosa di rimanere insieme nonostante la distanza.  Kasamatsu era risultato il migliore del suo anno, così con una borsa di studio decise di entrare in una prestigiosa università di Kyoto.
Akashi Seijuro, ex capitano della Generazione dei Miracoli, dall’Occhio più che lungo, seppe del legame (chissà come ) dell’ex numero 8 della Kaijou con il suo nuovo capitano, e con il sorriso serafico godeva nel vederlo imbarazzato quando più volte lo invitava nella sua residenza o in uno degli alberghi di proprietà della sua famiglia. Senza sapere di suscitare, però, le ire di Kasamatsu. Non sopportava che qualcuno controllasse gli altri in quel modo. Kise sorrideva, era felice che il suo capitano non fosse cambiato, anche ora che era uno studente universitario. Era la sua paura più grande.
Quando fu passato quasi un anno e giunse l’estate, il compleanno di Kise era ormai alle porte. I due decisero di vedersi, e Kise iniziò ad invadere il suo ragazzo di mail piene di cuoricini.
 Kasamatsu si ripromise più volte che lo avrebbe pestato. Oh, si.
“Il senpai ti farà un regalo U_U” gli scrisse per tentare di bloccarlo
“Un regalo? Senpai O_O” fu la risposta che ricevette, prima di fermare l’irrazionale istinto di gettare il cellulare
“Non pensare male!” rispose subito
“mi hai messo curiosità”
“ è una sorpresa, ti piacerà”
Kasamatsu, in seguito, accarezzò ancora la chioma bionda dell’altro.
“ Il fatto che tu mi faccia un regalo è un evento  eccezionale, senpai!” trillò il cellulare con questo messaggio
“ Non ti ci abituare e porta pazienza”
“ Va bene, ma ti salto addosso”
Kasamatsu si limitò ad imprecare in silenzio.
Inutile dire che il regalo del senpai piacque mooooolto al nostro modello biondo…


Non passò molto tempo, però, che il più piccolo si ripromise a fremere di rabbia. Quelle lacrime e quegli insulti li aveva visti e non aveva potuto fare nulla. Maledetta differenza d’età… il suo senpai era stato brutalmente sconfitto ed insultato. Ed anche se era street basket, era sempre lo sport che li aveva uniti. Ma non c’era stata partita. Lo sapeva. Ma era furioso.
Kasamatsu, come sempre, aveva saputo leggere nell’animo del suo ragazzo, sapeva quanto potesse rivelarsi impulsivo, e decise di chiamarlo. Kise ne fu felice, sentire la voce del suo capitano (la cui “squadra”, aveva deciso, non avrebbe lasciato tanto facilmente) riuscì a calmarlo. Lo avrebbe vendicato, ma secondo il loro stile: lo stile della Kaijou. Con la correttezza tipica del suo Yukio: con il loro basket, che entrambi amavano e che li aveva uniti l’anno prima. Kasamatsu era stato il primo a considerarlo una matricola come le altre, sebbene lo avesse riconosciuto come loro Asso. Era stato il solo a rispettarlo per quello che valeva davvero, non per via della Generazione dei Miracoli. Se all’inizio lo infastidiva, in seguito aveva ammirato quel lato del suo senpai. Ricordava quando lo aveva capito…sebbene per Kasamatsu non fosse stata un’occasione felice, l’ubriacarsi e non essere in grado di spiccicare parola. E venendo frainteso clamorosamente.
Dopo la telefonata, Kise si chiese se il suo Yukio credesse nel loro “per sempre”, cosa di cui Kise era convinto sin dal primo istante. E Yukio Kasamatsu, si, ci credeva in quel “per sempre” con quello stupido del suo kouhai.
Tanto che, dopo anni, era ancora e sempre lì, ad attenderlo all’aeroporto.
Ormai entrambi adulti, avevano una carriera. Kise era diventato un pilota di aerei talentuoso ed affermato, che riscuoteva consensi da parte dei passeggeri e che faceva sospirare le hostess. Suscitando sempre l’ira di Yukio. Kasamatsu, intanto, era un affermato giocatore  a livello nazionale. Ma erano entrambi sicuri di avere la strada spianata, in tutti i sensi.
C’era qualcosa, però, che Kasamatsu non sapeva, che Kise non gli aveva confidato, ma lasciato intendere.
Per il suo Kise, il cielo più bello nel quale specchiarsi, sebbene fosse grigio e a volte scuro, erano gli occhi del suo Yukio, che lo attendeva guardandolo fisso ad ogni atterraggio. Amava volare, ma il ritorno era sempre bello, se lui lo attendeva. A volte era così deconcentrato da rischiare di sbagliare le manovre di atterraggio!
Ma quando veniva accolto dal suo senpai, da quelle labbra che tanto sospirava, Kise si convinceva che quello fosse il solo posto in cui volesse stare, e il solo cielo nel quale sperava di poter volare per sempre. Ma non da solo.

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