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Autore: Tea Party With Biscuits    27/10/2015    1 recensioni
"Lascia che io senta la tua voce,
Questo cuore vuoto tu cancella,
Io dipingerò senza fermarmi una tela di bugie,
sempre..."
SaiIno | AU | Possibile OOC
Genere: Drammatico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Sai | Coppie: Sai/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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“Leia”

 
                                         Lascia che io senta la tua voce,
Questo cuore vuoto tu cancella,
Io dipingerò senza fermarmi una tela di bugie,
sempre...
 
Con fiochezza giungeva, dall'esterno, un flebile raggio luminoso, mediante l'apertura.
 
 Nel mentre della serata a precedere v'eran state lacrime versate dall'astro, alcun mane sarebbe stato migliore.     
Se si scrutavan le foglie, ancora possibile era notar le gocce su d'esse.
Ma la gioia non era data tanto dal Mondo attorno a lui, quanto da ciò: esisteva.
Esisteva, lei, l'aveva originata.
E non vi credeva.
 
L'infinita illusione, io,
credo di aver trovato.
"Come potrei chiamare te?"
Tutto resta immutato...
 
"Qual è il nome tuo?", domandò.
Ma lei non portava nomi.
Così, l'artista, meditò.
"Per nominati, bisogna ch'io conosca te."
 
Prima di esser felice
dentro, in fondo al mio cuore,
ho fermato il presente:
il futuro che ho è solo grigio...
 
La scrutò: la chioma portata lunga e dorata, l'azzurre iridi parevan preziose pietre, la delicata e chiara pelle.
L'amava.
L'unica ad approvare com'era lui, senza però amare a sua volta. 
Soffriva, l'artista, consapevole che mai avrebbe abbandonato la bella donna senza un nome, inconsapevole che mai l'avrebbe amato di rimando.
 
 
La fantasia che volevo
mi ha lasciato bugie...
se per caso esiste, ascoltami!
 
Passò diverse volte il pennello sulla tela, ritraendo lei e null'altro, con accessori e capigliature differenti, domandandole la consueta frase.
"Ti piace, vivere? Osserva, un'altra scena!"
Mai si spazientiva non udendo risposta, da ciò, alcuna intenzione aveva di fermarsi.
"Non è abbastanza? Com'è tuo desiderio, continuerò, pure in eterno, per soddisfare te."
Di rado si domandava se davvero potesse udirlo.
 
Ho risigillato il mio amore,
che senza fermarsi è uscito fuori!
La tua voce sovrapposta a questo...l'estasi è già lontana.
 
"Parla a me! Lasciami udir l'accento tuo!", piangeva.
Desiderava lei, come mai era accaduto o accadrà. 
Chiuse l'amor suo, come si fa con ciò ch'è indesiderato, in un cofanetto ornato d'oro e pietre.
Ma non vi rimase a lungo. 
 
Se per caso esiste una forma, forse è bene che venga distrutta.
Non ho più bisogno dei miei occhi, stringimi solo a te
Leia...
 
Vide la luce per altre quattro volte, poi comprese.
"Amo te per come sei", parlò alla bella donna senza un nome. "E non, assolutamente, per l'aspetto. E lo dimostrerò"
La pece delle sue iridi non brillò più, mai poté rivedere la luce che vi fu in quel mane.
E passò del tempo.
 
L'illusione eterna ha fatto un sorriso triste e
"Come potrei chiamarti, io?"
Le parole son soltanto grigie...
 
"Qual è il nome tuo?", domandò.
Ma lei, ancora, non portava nomi.
Così, l'artista, meditò.
"Per nominare te, bisognerei di vocaboli non grigi."
 
Senza troppo rumore quell'eternità, mi ha lasciata andare
nell'oblio...
 
Ininterrottamente, tic dopo tac ed a seguire, passarono altre quattro giornate, poi comprese.
"Non ti senti abbastanza viva", parlò alla bella donna senza nome. "E, per ciò, dipingerò ancora te. Finché lo desidererai, non mi fermo. E te lo dimostrerò."
I dipinti, non più splendenti come una volta, non parevano soddisfare la bella donna senza un nome.
Del resto, mancavano di tinte.
E passò del tempo.
 
Quando il rumore qui si ferma so che il mondo presto finirà,
le parole in cui nutro speranza non significano nulla...
Lascia che io veda un tuo sorriso,
lascia che io senta una preghiera, 
se per caso non puoi più sentirmi
forza uccidimi ti prego!
 
"A nulla è dovuto il mio scopo, qui...neppure più capace di soddisfare te, è il mio animo...", lacrime danzavano lungo le guance dell'artista.
"Se davvero ti sono indifferente, morirò. Prima, sorridi, ti prego."
Fu bloccato da un pensiero: mai l'avrebbe abbandonata.
 
Lascia che io senta la tua voce,
questo cuore vuoto tu cancella
io seppellirò quelle bugie, quella tela, te accanto.
Se non c'è più modo di capirlo, quella connessione che ci abbraccia,
lasciami allora nelle fiamme,
forza tu uccidimi!
 
Tinte rosse ed arancio predominavano nell'arredo, sommandosi al dorato della chioma di lei.
La scrutò: l'azzurre iridi parevan preziose pietre, la delicata e chiara pelle.
L'amava.
L'unica ad approvare com'era lui, senza però amare a sua volta. 
Soffriva, l'artista, consapevole che mai avrebbe abbandonato la bella donna con un nome, consapevole, giunti al fine, che  mai l'avrebbe amato di rimando.
Il nome di lei era Leia.
 
Leia...Leia...
 
 
 
 
 




Angolo dei Biscotti.
Buongiorno.
Sono stata assente da questo sito –specialmente con una narrazione
nuova- per un bel po’.
Sono finalmente tornata, spero che questa storiella possa esser
stata gradita.
La canzone che ho utilizzato è “Leia”, versione piano, italiana, di Thymeka.
Mi sembra giusto dire che si tratta di una canzone dei Vocaloid,
 Megurine Luka, per la precisione.
Mi fanno sempre comodo critiche o semplici consigli.
Vi ringrazio anche solo per aver letto, alla prossima, credo.
   
 
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