<<Alzati, Darth Nhiber.>> ordinò il Conte Dooku.

<<Maestro.>> salutò il droide, ormai in piedi. Le sue perfette sembianze aliene davano il meglio di loro nel suo inquietante viso: minuscoli occhi gialli, labbra inesistenti. Il tutto delimitato da due strisce nere che spuntavano dal mento e dalla fronte.

<<Il finto rapimento di Palpatine è andato a buon fine. I Jedi saranno qui a momenti.>> lo informò il Sith suo creatore.

<<Ne sono lieto.>> rispose Nhiber.

<<Se qualcosa dovesse andare storto, tu sai cosa fare.>> gli ricordò il maestro.

Darth Nhiber annuì. Dooku era riuscito a donargli tutte le qualità, le espressioni, i ragionamenti umani.

Il comunicatore di Dooku si illuminò, proiettando le immagini dell'ammiraglio. <<I Jedi sono arrivati.>>

Il conte chiuse la trasmissione e si diresse nella stanza accanto dove si trovava Palpatine, le porte automatiche si aprirono al suo passaggio.

<<Sai cosa fare.>> ripeté guardando dritto negli occhi il suo allievo.

Passarono diversi minuti, che trascorsi da solo nella stanza dove venne creato e addestrato, sembrarono interminabili per Darth Nhiber.

Sentiva rumori di duelli di spade laser, commenti, oggetti crollati. Gli parve difficile riuscire a resistere alla tentazione di intervenire.

Poi sentì un corpo a terra, il duello fermarsi.

<<Uccidilo>> era la voce di Palpatine.

E il rumore di due spade laser incrociate.

Nhiber realizzò cos'era successo. Anakin e il Cancelliere si preparavano per la fuga trascinandosi dietro Obi-Wan... e Dooku?

Nessun segno di vita da parte sua. Il suo maestro era morto.

Per via dei suoi meccanismi interni, non poteva piangere, ma giurava che se avesse potuto lo avrebbe fatto.

Ora sapeva cosa doveva fare. Attraversò la porta ed entrò nella navetta di emergenza. Era scappato. In cerca di qualcos'altro. In cerca di vendetta.