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Autore: 3le___x    21/02/2009    1 recensioni
Provate ad immaginare il mondo nella metà dell’800. Questo è il mondo in cui vivo. E' un tema che ho fatto a scuola un po' di tempo fa e mi piaceva veramente tanto così ho deciso di pubblicarlo. Spero che vi piaccia.
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cuori infranti.

 

Provate ad immaginare il mondo nella metà dell’800.

Questo è il mondo in cui vivo.

Ho 15 anni e sto in casa dei miei genitori.

Abitiamo in una villa sulle colline di Rimini con tanti domestici che lavorano e vivono da noi.

Tra qualche giorno mi dovrò sposare con Giovanni, un giovane di una buona famiglia riminese che ho visto solo poche volte.

I miei genitori conoscono la sua famiglia da anni ed hanno combinato il nostro matrimonio da quando siamo nati.

Ma io non lo amo.

Io amo Edoardo, il figlio di Rosi, la mia nutrice.

I miei genitori non lo prenderebbero mai in considerazione per me e non devono sapere come stanno veramente le cose.

Noi ci amiamo e stiamo progettando di scappare assieme.

Rosi sa tutto di noi e più di una colta ha coperto le nostre scappatelle.

Lei è dalla nostra parte, ma non sa che scapperemo.

Tutto è progettato per domani notte quando prenderemo due cavalli dalla stalla e fuggiremo lontano con le poche cose che riusciremo a portarci dietro.

Quella mattina Rosi arrivò in camera mia a svegliarmi come se fosse stato un girono normale. Non potevo sapere quello che sarebbe successo da lì a qualche ora.

“Buongiorno padroncina, come stiamo oggi? Lo sa che ore sono?! La sua colazione è pronta in tavola!”.

“Buongiorno Rosi. Edoardo dov’è?” le chiedo di rimando con la voce ancora impastata dal sonno.

Rosi si illuminò e mi sorrise teneramente:

“In giardino a potare le siepi. A quest’ora dovrebbe essere proprio vicino alla sala da pranzo” mi rispose.

Mi alzai dal letto con uno slancio e Rosi iniziò ad aiutarmi a vestirmi.

Dopo avermi stretto il bustino meglio che poteva mi aiutò a tirare su i capelli e poi mi accompagnò al piano terra.

Varcai la soglia della stanza e lo vidi: il mio miracolo personale, il ragazzo a cui ho donato il cuore era lì fuori, solo un vetro a separarci.

Mi guardai attorno per accertarmi che non ci fosse nessuno e, quando ne fui certa, corsi ad aprire la finestra.

Edoardo arrivò in pochissimo tempo.

Era alto, moro e aveva gli occhi verde smeraldo.

Mi prese la mano e me la baciò dolcemente, poi alzò quei suoi bellissimi occhini sul mio viso e mi sussurrò con quella sua voce soave:

“Buon giorno mia cara, dormito bene?”

Dopo essermi ripresa da quella visione perfetta gli risposi:

“Certo, e tu?”.

“Ho sognato solo te, mio piccolo angelo”.

Improvvisamente, mentre io ero ancora intontita, Edoardo mi lasciò la mano e ricominciò a tagliuzzare la siepe.

Inizialmente non capì, ma poi mi voltai e trovai mio padre:

“Padre, che bello vedervi!” lo salutai andandogli incontro.

“Eleonora, perché eri alla finestra a parlare con il giardiniere?” chiese sospettoso.

“Gli stavo facendo presente un punto in cui non aveva messo forbici” gli risposi sorridendo innocentemente.

Poi andai a chiudere la finestra mimando uno scusa con le labbra verso Edoardo che annuì senza farsi notare.

Mi sedetti al tavolo ed iniziai a consumare la mia colazione in silenzio.

“Oggi pomeriggio verrà Giovanni. Ha una notizia importante da darci.” Disse mio padre con voce tonante, poi uscì lasciandomi sola.

Finito di fare colazione mi avvicinai al salotto dove mi attendeva il mio insegnante.

Passai la mattinata tra i testi latini e la matematica.

All’ora di pranzo raggiunsi i miei genitori per consumare il pasto.

Alla fine del dolce mio padre chiamò Rosi dicendole di accompagnarmi di sopra e di aiutarmi a lavarmi e vestirmi con gli abiti migliori.

Dopo il bagno aprii l’armadio e trovai un abito nuovo sulle tonalità del viola, bellissimo.

Lo indossai e poi mi abbacinai allo specchio.

“Ti sta d’incanto, sai?!” una voce alle mie spalle. Mi girai. Edoardo.

Andai verso di lui, chiusi la porta e lo abbracciai.

Dopo poco lui mi scostò dolcemente.

Lo fissai con aria interrogativa e, finalmente lo notai: un’ombra scura copriva il suo sguardo.

Mi spaventai e, con le mani sulla bocca mi scostai leggermente.

“Ma che…”

Fu tutto ciò che riuscii a dire perché un nodo mi chiuse la gola.

“Eli, siediti” mi accompagnò al bordo del letto ed io ubbidì.

Edoardo dei chinò davanti a me e mi prese per mano.

“Ho una brutta notizia da darti” mi disse.

Sfilò una busta dalla giacca e me la porse.

La aprì ed estrassi il foglio.

Appena lo riconobbi scoppiai a piangere.

“No” mormorai tra le lacrime.

Lui mi abbracciò e mi fissò tristemente.

“Non mi lasciare” sussurrai contro il suo petto.

“Non sai quanto vorrei rimanere con te, ma devo partire”.

Alzai il viso e trovai il suo molto più vicino di quanto avessi mia immaginato.

Mi strinse ancora di più a sé e mi baciò in un modo non del tutto casto.

Ma finì tutto troppo velocemente.

Bussarono alla porta e Rosi entrò.

Ci vide. Mi vide in lacrime e capì che avevo saputo.

“Te la senti di scendere?” mi chiese.

“No, dimmi solo quale messaggio è venuto a darci Giovanni”.

Il mio cuore era completamente straziato.

“E’ stato chiamato anche lui al servizio militare” mormorò Rosi.

Le lacrime mi si bloccarono immediatamente.

Baciai Edoardo e gli sussurrai: “Ritorna da me. Io sarò qui ad aspettarti”.

Poi me ne andai in biblioteca.

Avevo bisogno di stare un po’ da sola e in quel luogo mi sentivo bene.

Presi un grosso volume ad iniziai a leggere.

A tarda notte mi risvegliai su quella poltrona con il libro chiuso in grembo.

Presi una candela e mi avvicinai alla mia stanza.

Vi trovai Edoardo che mi aspettava per l’ultimo saluto.

Quella notte fu la più bella di tutta la mia vita e fu l’ultima volta che vidi Edoardo.

 

 

Spazio autrice:

Salve a tutti! E' la mia prima ff di questo genere ma spevo vi piaccia. ^^

Ciao!

 

 

  
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