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Autore: LaylasDreams    28/10/2015    1 recensioni
Quando inizia la mezza età? Suppongo che dipenda dalla media di vita...se consideriamo una media di 80 anni allora posso stare tranquilla ancora per qualche anno... Ma se parliamo di 70 anni allora...oh Dio...sono già una donna di mezza età!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La giornata è iniziata come sempre. Suona la sveglia, la prima sveglia , e la ignoro. Non prima di averla silenziata per non dare fastidio ai vicini. Non amo le lamentele. Suona la seconda sveglia e vorrei ignorare pure quella, ma non vorrei perdere il tram, visto e considerato che passa ogni mezz'ora e un solo minuto di ritardo sulla tabella di marcia, potrebbe significare ben mezz'ora di ritardo sul cartellino con conseguenti ripercussioni filodrammatiche.
Ho quasi raccolto tutte le forze per alzarmi quando mi sento tirare dall’altra parte del letto. Ti prego no, non ti ci mettere pure tu ad annullare ogni mia forza di volontà per alzarmi. Ma prima che possa finire di formulare il pensiero mi ritrovo già avvolta in un caldo abbraccio. Adoro perdermi nelle sue braccia e prima che me ne accorga sono già passati altri dieci minuti. Ed è lì che inizia la corsa contro il tempo. Dove sono finite le scarpe? La borsa…la borsa…eccola! Presto, presto, mancano solo 5 minuti all’arrivo del tram. Meno male che vivo a 3 minuti dalla fermata…se faccio la strada di corsa.
“Ciao amore buona giornata!” urlo sull’uscio.
“Buona giornata anche a te!” mi risponde, mentre si rigira nel letto. In questo momento lo odio. Perché lui può avere l’orario flessibile e io no?
Mentre rischio di cadere inciampando in una pietra fuori luogo della mia stradina malmessa, mi maledico per non essermi alzata prima. Perché stressarsi tanto di primo mattino? Tutto questo stress mi ucciderà. E mi maledico anche per aver rinunciato a quel lavoro dietro casa solo perché non sopportavo le crisi isteriche della mia ex capa.
Eccolo che arriva, lento e rumoroso si annuncia con il suo fischio di richiamo. Il tram. Ci hanno provato ad eliminarlo, ma la gente affezionata al vintage ha protestato caldamente per non rinunciarvi. E così dal 1939 ogni giorno, più volte al giorno, fa trionfante la sua sfilata.
Per fortuna ho imparato a sfruttare l’ora del tragitto giornaliero che mi porta a lavoro accompagnandomi praticamente sempre con un libro. Fare conversazione sarebbe troppo complicato. In primis perché se iniziassi a parlare con uno sconosciuto, sarei squadrata da capo a piedi con diffidenza come se stessi tentando un approccio per derubare il mio interlocutore e poi perché sarebbe già un’impresa riuscire a trovare qualcuno che mi potesse sentire, visto che uno su due ha le cuffie nelle orecchie.
Certo non che coi libri mi vada sempre meglio. I libri che mi sono davvero piaciuti nell’ultimo anno di letture, si possono contare sulle dita, per tutti gli altri ad ogni pagina non facevo altro che chiedermi “Ma quando finisce sto cavolo di libro? Non lo sopporto più”. Ma posso valutare l’ipotesi che sia io ad essere troppo difficile. Ciò spiegherebbe perché trovo il 90% delle persone antipatiche e poco tollerabili. Anche se a mia difesa posso dire che non è stato sempre così, prima ero decisamente più accondiscendente. Ma pare che la mia soglia di tolleranza sia inversamente proporzionale alla mia età.
E figurati se potevo trovare uno straccio di posto. Oltre a essere vecchio, maleodorante e malandato, questo tram è anche sempre pieno di gente, troppa gente per i miei gusti. Mi manca l’aria. Mi sento soffocare. O Dio svengo.
“Biglietti prego”
“Scusi?”
“Biglietti prego!”
“Oh! Certo. Eccolo!”
“Signora, questo biglietto non è timbrato”. Ma perché mi deve chiamare signora? Dovrò cambiare la crema antirughe.
“Mi ha sentito. Questo biglietto non è timbrato, favorisca un documento”
“Come? Mi scusi io prendo sempre questo tram e ho sempre fatto il biglietto. Ogni singolo giorno della mia vita. Sabato e domenica esclusi ovviamente. Faccio sempre il biglietto. Lei non mi può fare la multa. Guardi qui. Guardi.” E mentre tiro fuori i biglietti di tutta la settimana, sento gli occhi di tutti gli altri passeggeri annoiati su di me. Il controllore felice del suo momento di gloria, non ha nessuna intenzione di cedere. “Signora” arridagli con sto signora, “questo biglietto non è timbrato il che significa che lei lo può usare più volte”.
“Ma lo timbro per entrare in metropolitana. Non lo potrei comunque utilizzare più volte! Come glielo devo spiegare?”
“Preferisce pagare subito o le faccio il verbale?”
“Quanto le devo dare esattore delle tasse???”
“Sono 31 euro”.
31 euro??? Potevo farmi almeno 2 pieghe con 31 euro!
E tutto perché non volevo avvicinarmi troppo a quel tipo grassoccio e sudato vicino all’obliteratrice.
Di certo non può andare peggio di così oggi. Quante disgrazie possono accadere in una sola giornata?
Entro in ufficio e mi accoglie il mio simpatico collega, soprannominato il saputello, provate a immaginare il perché. Ha 20 anni e pensa già di saperne più di chiunque altro.
“Oggi abbiamo la riunione con gli americani”
“Ah che gioia”.
“Verrà anche il super mega manager dalla sede centrale”.
“Uhm uhm”
“Ehi ma mi stai ascoltando? Vabbé arrangiati. Poi non dire che non ti avevo avvertito”.
Mi si è di nuovo smagliato il collant. Ma con che cosa li fanno questi collant dico io. Non è proprio possibile che me ne si rompi un paio al giorno. Che stava dicendo il saputello?
“Qui è Jessica, in cosa posso esserle utile?”
“Signora Nardi, quante volte le devo ripetere che si deve presentare con il cognome e non con il nome?”
“Oh mi scusi dott. Guatelli. Credevo fosse uno dei miei colleghi”.
“E’ pronta per l’incontro con il CEO di Total Inspection System? Ci si aspetta che abbia preparato un rapporto delle previsioni di vendita”.
“Previsione di vendita? Ehm ehm…ma certo! Il CEO? Ah intende dire Mister Parish in persona?”
“Esatto! Mi aspetto che ci faccia fare bella figura signora Nardi!”
 
   
 
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