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Autore: karter    28/10/2015    4 recensioni
Era sempre stato un bel ragazzo Sasuke Uchiha, ne era consapevole. Non per nulla fin dall'infanzia aveva fatto stragi di cuori tra le sue compagne d'accademia, peccato, però, quel sentimento non gli fosse mai interessato, anzi! A cosa gli sarebbe servito essere l'oggetto dell'amore incondizionato di qualche ochetta senza cervello quando il suo unico obiettivo nella vita era quello di vendicare il suo clan uccidendo il suo unico fratello?
Questa storia è arrivata seconda al " Naruto Song Contest " indetto da Nede sul forum di EFPP
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Nick EFP: karter
Nick sul forum: karter95
Titolo tratto dalla canzone: La bellezza è frutto di un dolore 
Canzone scelta: Prima di parlare - Nek
Pairing: SasuSaku
Raiting: Giallo
Genere:  Fluff, Introspettivo, Sentimentale
Note: Questa storia partecipa al " Naruto Song Contest " indetto da Nede

 

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La Bellezza è Frutto Di Un Dolore

 

 

 

La luna brillava alta nel cielo quella sera. Era bellissima da osservare, un immenso disco dai colori rossastri che con la sua luce dominava l'intera notte, rendendo insignificante anche il luccichio delle stelle che tentavano di rimanere a galla in quella distesa oscura che sembrava volerle inghiottire ogni ora di più. Le case erano avvolte nel silenzio, solo il flebile fischio del vento si infrangeva tra le fronde degli alberi portando con sé un delicato odore di fiori assieme a qualche petalo che birichino si divertiva a danzare nel cielo prima di posarsi a terra.
Era una notte bellissima, eppure nessuno era fermo a contemplare il cielo e quelle magnifiche sensazioni che uno spettacolo tanto sublime avrebbe potuto trasmettere. Del resto non era un orario adatto a stare lontani dalle confortanti braccia di Morfeo. Eppure c'è sempre un'eccezione a confermare la regola.

Un giovane uomo, infatti, non voleva saperne di lasciarsi cullare da quel caldo abbraccio.
Sdraiato nel suo letto, con solo un lenzuolo a coprire il fisico scolpito da anni di allenamento e dure battaglie, non riusciva ad evitare alla sua mente di soffermarsi sul cammino che con tanta fatica lo aveva condotto verso quella che alla fine aveva capito essere la sua strada.
I ribelli capelli corvini erano sparpagliati sul bianco cuscino e un debole sorriso gli ornava il volto pallido e perfetto.

Era sempre stato un bel ragazzo Sasuke Uchiha, ne era consapevole. Non per nulla fin dall'infanzia aveva fatto stragi di cuori tra le sue compagne d'accademia, peccato, però, quel sentimento non gli fosse mai interessato, anzi! A cosa gli sarebbe servito essere l'oggetto dell'amore incondizionato di qualche ochetta senza cervello quando il suo unico obiettivo nella vita era quello di vendicare il suo clan uccidendo il suo unico fratello?
L'amore era per i deboli e lui non voleva esserlo, non poteva!
Sorrise amaramente a quel pensiero. Mai avrebbe potuto essere più lontano dalla realtà e gli ci erano voluti quasi diciassette anni per capire che tutto ciò in cui aveva creduto era sempre stata solo una grande menzogna costruita a regola d'arte dalla sua mente per allontanare ogni possibile distrazione.

Quanto era stato sciocco!

Gli ci era voluto uno scontro quasi mortale con il suo migliore amico, l'indifferenza più completa dell'unica persona che lo aveva sempre amato incondizionatamente e una bella strigliata dall'uomo che considerava come un padre per capire ciò che desiderava davvero.

Si passò un braccio sugli occhi stanchi mentre rivedeva il giorno in cui tutto era cambiato e finalmente la sua vita aveva iniziato a girare nel verso giusto portandolo a condividere ogni cosa con la donna che giaceva addormentata accanto a lui in quel momento.
Nemmeno nei suoi sogni più rosei immaginava un futuro tanto bello, lui che era convinto di essere destinato a non averlo un futuro.

Lei lo aveva salvato in tutti i modi in cui un uomo poteva essere salvato. Lo aveva curato a livello fisico, impedendo al suo corpo di morire in qualche battaglia centinaia di volte, aveva salvato dall'estinzione i suoi occhi trovando il modo di ridargli la vista, ma sopraogni cosa l'aveva strappato, con la forza del suo amore, dall'oblio che lo stava risucchiando a sé e non aveva intenzione di lasciarlo andare.
Aveva avuto il coraggio di rimanergli accanto, come una semplice amica, mettendo da parte i suoi sentimenti per non opprimerlo con quell'amore che credeva lui non avrebbe mai potuto contraccambiare. Aveva sopportato i suoi silenzi e i suoi sbalzi d'umore tentando di capirlo e giustificarlo con tutti. Lo aveva curato con i suoi sorriso e le sue carezze gentili ed era riuscita a farlo innamorare perdutamente.

Senza rendersene conto strinse più forte la presa attorno ai fianchi dell'amata. Il solo pensiero di sentirla lontana da sé lo uccideva. Aveva impiegato troppo tempo per capire i sentimenti che lo legavano al suo piccolo bocciolo, ma ora che l'aveva accanto non avrebbe permesso a nessuno di allontanarla da lui.
L'amava in un modo che non avrebbe mai potuto immaginare e con un'intensità da far mancare il respiro al solo pensiero, anche se non gliel'aveva mai detto ad alta voce. Spesso si chiedeva come facesse una persona straordinaria come lei ad amare così intensamente la causa di tutte le sue sofferenze. Perché lo sapeva, anche se lei non gliel'aveva mai confessato, che ogni lacrima che aveva versato dal giorno in cui si erano conosciuti era stata per lui.

Se lo ricordava il giorno in cui l'aveva abbandonata su quella maledetta panchina alle porte del villaggio. Aveva i capelli corti e scompigliati, gli occhi arrossati e il volto rigato dalle lacrime. Gli era parsa una bambina sciocca e inutile all'epoca. Cosa se ne sarebbe dovuto fare di una ragazzina piagnucolona che non riusciva a vedere la fortuna che aveva e guardava tutti con quell'aria giuliva? Eppure erano sue le iridi che immaginava ogni qualvolta si ritrovava a chiudere gli occhi nell'oscurità dei covi di Orochimaru, erano i suoi i capelli che sognava di accarezzare nelle notti di tempesta.
L'aveva amata da sempre eppure non l'aveva mai capito. L'aveva ferita in tutti i modi in cui una donna poteva essere ferita, eppure non l'aveva mai vista darsi per vinta. Nonostante tutto il male che le aveva fatto, era riuscita a trovare sempre la forza per rialzarsi più determinata che mai. Aveva il cuore a pezzi, il volto rigato di lacrime, ma il sorriso perenne sulle labbra.

Mai avrebbe creduto che dietro quel volto d'angelo potesse nascondersi una tale forza!

Cercando di non svegliarla le scostò una ciocca di capelli rosati dal volto candido. Era così bella nella sua innocenza. Una bambina nel corpo di una donna.
Come poteva una creatura così bella amare un mostro come lui?
Se l'era chiesto spesso e ogni volta che accadeva si perdeva nel suo sorriso e si ritrovava a non ricordare nemmeno il suo nome. Lei lo aveva stregato totalmente e ora si ritrovava a non poter nemmeno immaginare la presenza costante di quella giovane donna tanto bella quanto determinata.
Istintivamente posò il capo nell'incavo della sua spalla e aspirò il profumo dei ciliegi in fiore. Tutto in lei aveva quel profumo delicato che caratterizzava il suo nome.
Dio quanto l'amava!
Si sentiva patetico anche solo a pensarle certe cose!
Era Sasuke Uchiha lui, non una sentimentalista, eppure mai era stato così bene se non tra le sue braccia amorevoli.

-Ti amo!- sussurrò debolmente l'ultimo degli Uchiha.
Era caduto davvero in basso!
-Ti amo anch'io!- gli rispose la sua voce impastata dal sonno mugugnando e voltandosi nella sua direzione.
Sasuke la osservò. Era così bella con i capelli rosei tutti scompigliati, gli occhi arrossati dal sonno e le labbra gonfie dai baci che si erano scambiati la notte precedente.
-Dovresti dormire!- gli disse accarezzandogli delicatamente il volto e specchiandosi nel bicromatismo dei suoi occhi.
Dio quanto li amava.
Fin da bambina si era innamorata del suo sguardo onice talmente scuro da riuscire a scavarle nel profondo dell'anima. Crescendo aveva scoperto la bellezza dello sharingan e la sua letalità, eppure nonostante l'avesse sperimentato sulla propria pelle non riusciva ad averne paura, anzi ne era stata completamente affascinata. Poi era stata la volta del rinnegan e come sempre, anche quello l'aveva incantata e ora non poteva fare a meno del bicromatismo del suo sguardo.
-Domani dobbiamo trovarci dal Sesto molto presto!- aggiunse mentre le labbra di quello che finalmente era il suo uomo si posavano sulle sue rubandole un ennesimo bacio, sempre più intenso e passionale.
-Sasuke...- tentò di richiamarlo debolmente tra un bacio e l'altro.
Adorava tutte le sensazioni che la bocca del suo uomo gli trasmetteva ogni qual volta entrava in contatto con il suo corpo.
Era qualcosa di così intenso che le sembrava di impazzire tutte le volte!
-Oh al diavolo Kakashi!- sbuffò alla fine la rosa lasciandosi andare e avvolgendo le sue esili braccia attorno al collo dell'unico amore della sua vita prima di riappropriarsi ancora una volta delle sue labbra.

Fu un bacio lungo e passionale, un intrecciarsi di lingue che danzavano senza sosta alcuna.
Era dolcezza e allo stesso tempo passione. Le loro labbra parevano mangiarsi ogni secondo di più, mentre il contatto tra le labbra iniziava a non bastare.
E fu così che le mani iniziarono ad approfondire il contatto mentre braccia e gambe non riuscivano ad evitare di intrecciarsi.
Sasuke le sfiorò le spalle minute, le esili braccia, la bianca schiena, la pancia piatta, le cosce affusolate, il seno piccolo e sodo. Si soffermò su ogni singola cicatrice presente su quel corpo così gracile eppure contenitore di una forza talmente immensa da poter distruggere un'intera città con un solo colpo.
Lentamente scese a baciarle tutte. Non sapeva perché, eppure era un rito per lui. Tutte le volte che si ritrovavano in atteggiamenti intimi, prima di fare l'amore, doveva baciare tutte le cicatrici che le marchiavano il corpo, mentre lei, con mani ancora impacciate dall'imbarazzo giocava con i suoi capelli o gli accarezzava il moncherino per non fargli sentire la mancanza di quel braccio che aveva perso prima di ritrovare la retta via.
Per ogni cicatrice sulla quale lasciava un bacio il suo cuore si lacerava. Più di una volta aveva provato ad immaginare come poteva essersele procurate o perché nessuno avesse mai fatto nulla per proteggerla a dovere. Quanto si era sentito in colpa la prima volta che i suoi occhi si erano posati su quel corpo così bello eppure segnato dalle mille battaglie che l'avevano visto protagonista. Se solo fosse stato presente forse...

-Ti amo!- gli disse Sakura interrompendo i suoi pensieri e prendendogli il volto tra le mani facendo incrociare ancora una volta i loro occhi e riempiendo di luce il cuore dell'ultimo Uchiha.
E fecero l'amore ancora una volta, così intensamente da far male ai loro spiriti, ma fu bello mai come allora,  un intreccio tanto perfetto da essere quasi surreale.
Il mondo sarebbe potuto finire in quel preciso istante e a loro non sarebbe interessato, erano insieme e quello importava, nient'altro.
-Sei bellissima!- le sussurrò Sasuke stringendola forte a sé e facendola sorridere sulla sua spalla.
Non riusciva ancora ad abituarsi a quei complimenti a fior di labbra che le regalava nei momenti d'intimità e che custodiva gelosamente nel cuore.
-Solo grazie a te!- gli rispose a fior di labbra la rosa lasciandolo interdetto e facendola ridere.
Era così bello con quel sopracciglio alzato e la leggera ruga di incomprensione sulla fronte.
-Quando ero piccola mia madre mi raccontava sempre una storia- iniziò prendendo una ciocca corvina tra le dita e iniziando a giocarci.
Amava i suoi capelli, erano così lisci e morbidi, parevano seta.
-Parlava di due bambini, una contadina e un principe. La contadinella nonostante fosse graziosa era sempre sporca di fango e terra, mentre il principe era sempre così bello e impeccabile. I due giocavano spesso assieme nonostante la diversa classe sociale e ben presto divennero inseparabili solo come due bambini che si vogliono bene sapevano essere. Ne passarono tante assieme, tanto che pensavano niente avrebbe potuto separarli, ma si sbagliavano. La mamma della contadinella era molto malata e quando morì fu un duro colpo per la famiglia, tanto che poco dopo anche il papà della bambina la lasciò. Orfana la piccola fu affidata ad una lontana parente che la allontanò dal paese nel quale era cresciuta e dal suo principe. Fu un duro colpo per entrambi. La contadinella soffriva tantissimo sia per i genitori che per la separazione dall'amico e si stava riducendo a carne e ossa per la tristezza. Erano passati otto anni quando la ragazza tornò a casa. Della bambina sempre sporca di fango non era rimasto nulla se non il sorriso gentile. Quando il principe la rincontrò stentò a riconoscerla. La donna che aveva davanti era bellissima e piena di luce, tanto da abbagliarlo. La contadinella invece lo riconobbe immediatamente, il suo principe era sempre lo stesso, solo molto più bello. E si amarono al primo sguardo, andando contro tutti vissero il loro amore combattendo contro ogni pregiudizio o malelingue. Ebbero il lieto fine che non avrebbero mai sognato di avere-
Sasuke sorrise impercettibilmente a quelle parole. Era sempre la solita!
-Non fare quella faccia!- lo riprese spintonandogli gentilmente il petto -Non è tanto la storia in sé a piacermi quanto la contadinella che nonostante tutto il dolore che le aveva attanagliato il cuore ha trovato la forza di andare avanti e far nascere farfalle dalle sue cicatrici. Ha trasformato tutto il dolore che la lacerava in bellezza!- aggiunse nascondendo il volto sul suo petto, mentre un tenue rossore le si dipingeva sulle gote.
La imbarazzava terribilmente esprimere determinate cose ad alta voce, forse perché  ci si rispecchiava un po' anche lei stessa.
-Ha fatto della sua sofferenza un punto di inizio per risorgere più bella e forte che mai!- concluse incrociando lo sguardo colpito del suo amore che la baciò con una dolcezza tale da lasciarla basita.
-Noiosa!- l'apostrofò l'ultimo Uchiha tra un bacio e l'altro facendola ridere come la ragazzina che troppo presto aveva smesso di essere.
Adorava quel lato dolce e giocoso che Sasuke mostrava solo a lei.

E mentre il sole sorgeva da est a illuminare i volti di pietra degli Hokage che si erano susseguiti alla guida del villaggio annunciando l'inizio di una nuova giornata, una flebile risata si librava nell'aria a testimonianza di quell'amore così puro e genuino che i più potevano solo ammirare da lontano.

 

 

 

 

 

 




Salve! xD
Eccomi di nuovo qui a proporvi una mia nuova storia, anche questa volta SasuSaku!
Non c'è molto da dire sul testo, se non che mi sono ispirata completamente, o almeno ci ho provata, a una frase "La bellezza è frutto di un dolore" tratta da una delle mie canzoni preferite, alias "Prima di parlare" di Nek. La fic è ambientata in un momento imprecisato sicuramente dopo il ritorno di Sasuke dal suo viaggio di redenzione. Non so se sia un buon lavoro, ma spero possa piacere!
Prima di togliermi dalle scatole e lasciarvi in pace vorrei ringraziare, però, Nede per aver indetto questo contest che mi ha dato la possibilità di mettermi nuovamente alla prova con questa sfida.
Ora vi saluto ;)
Un bacio a tutti
karter

  
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