"Secondo te la valeriana la vendono qui?" esordì Abigail fissando
distrattamente lo squalo tigre che, oltre il vetro, per l'ennesima volta faceva
lo stesso giro dell'acquario.
"Non penso che tra i souvenir tu possa trovare della
valeriana"
"Scema, lo sai che per qui non intendevo qui-acquario ma qui-Genova"
disse spintonando con un braccio la cugina. Questa si massaggiò la parte lesa:
"Ma si che la vendono pure qua. La vendono dappertutto, non è che l'Italia
è fuori dal mondo. Poi devi spiegarmi come hai fatto a finire due scatole in
meno di tre mesi" i loro parenti le avevano regalato come regalo di laurea
un viaggio di tre mesi alla scoperta delle bellezze dell'Italia: questa era la
loro penultima settimana lì e avevano prenotato una crociera nel mediterraneo.
"E che ne so, con tutti gli aerei che abbiamo preso..."
"Che c'entra – la rimproverò Kimberly – te sei
drogata di quella cosa; dovresti imparare a smettere di prenderla e a goderti
di più il momento"
Abigail la scacciò via con un gesto della mano: "Non sono drogata di
valeriana"
"Si, come ti pare – tagliò corto Kim che sapeva benissimo quanto fosse
cocciuta la cugina; poi riprese – comunque ti conviene andarla a comprare
appena usciamo di qui perché dobbiamo ancora andare a prendere le valigie in
hotel che sennò non facciamo in tempo a prendere la nave"
"D'accordo mammina"
rispose Abigail facendo una foto alla vasca delle meduse.
Finito il giro dell'acquario e preso qualche souvenir anche da lì, le ragazze
si diressero in farmacia e poi in albergo a finire di sistemare le ultime cose
in valigia. Alle 3 meno venti avevano finito; stavano morendo di fame, non
avevano pranzato perché sapevano che se si fossero fermate a mangiare avrebbero
perso la nave. Nonostante ciò Abigail aveva insistito a prendere almeno un
pezzo di pizza perché altrimenti sarebbe morta lungo il tragitto.
"Abi, forza che mancano 5 minuti alle 4! Questi ci
lasciano qua! – urlò Kim quando aveva quasi raggiunto il ponte per salire
sull'imbarcazione – io te l'avevo detto di non fermarti a prendere da
mangiare" la scena a cui stava assistendo era quasi imbarazzante: la
cugina che correva con una valigia in una mano, il pezzo di pizza dall'altro,
lo zaino sulla schiena e la borsa che non ne voleva sapere di rimanere sulla
spalla. Non poté evitare di portarsi una mano sulla fronte e di scuotere la
testa. Dopo quella breve pausa decise di continuare e di andare a fare il
check-in nel mentre che la cugina la raggiungeva.
"Eccomi" disse Abigail appoggiandosi al bancone e riprendendo fiato.
"Allora, dicevo alla sua amica che questa è la tessera della camera; mi
raccomando portatela sempre con voi perché con questa potete risalire sulla
nave quando scendete per visitare la città; vi potrebbe servire anche nei
locali che ci sono a bordo per dichiarare la maggior età. Penso di avervi detto
tutto, ora Oscar vi accompagnerà alla stanza. Buona permanenza" disse la
ragazza che stava dietro la reception.
"Grazie, arrivederci" dissero all'unisono le ragazze prima di girarsi
ed immergersi nello sfarzo della nave. Già solo quell'ala era veramente
lussuosa: nel bel mezzo della sala c'era una maestosa fontana; tanti tavolini circoscrivevano
il percorso da fare e le scale in vetro, definite da tante lucine, erano
posizionate in modo tale da dare all'ambiente un'idea di leggerezza. Le due seguirono
Oscar e presero uno dei tanti ascensori in vetro che davano sul piano d'entrata
e arrivarono fino all'undicesimo piano. Si diressero verso poppa e dopo aver
svoltato un paio di volte su dei corridoi con dei mosaici incastonati nel
pavimento arrivarono in camera. Salutarono il gentilissimo membro
dell'equipaggio e, appena varcarono la porta, Kimberly si stese sul letto:
aveva camminato abbastanza quel giorno e voleva un po’ di relax prima di andare
a lavarsi per andare a cena. Abigail invece andò sul balconcino: "Madonna
mi manca l'aria, tu dici che è sicura questa nave?"
"Perché non dovrebbe?" chiese Kim mezza addormentata: il letto per
lei era come soporifero.
"Boh, hai visto come è andato a finire il Titanic"
disse alzando le spalle e rientrando per prendere una bottiglietta d'acqua.
"Senti see!!! Ma mica andiamo al polo nord, stiamo
nel mediterraneo, non ci sono iceberg; e poi con le nuove tecnologie ora è
tutto più sicuro"
"Se lo dici tu – disse dopo aver ingoiato un paio di pillole – ti lavi
prima tu o faccio prima io?"
"Vai tu" mugugnò Kim che stava già nel mondo
dei sogni.
Abigail aprì la valigia, prese l'accappatoio e poi se ne andò a farsi la
doccia. Adorava stare sotto il getto d'acqua, ci stette per una buona mezz'ora,
poi decise che era ora di andare a vestirsi. Dopo essersi messa la crema al
burro di karitè e dopo aver indossato la biancheria era ora di scegliere cosa
mettersi; spulciò un po’ tra i nuovi acquisti fatti e pensò che un vestito nero
sulla parte superiore con la gonna color crema potesse andare. Mise il vestito
sul letto e riandò in bagno ad asciugarsi i capelli; lei aveva i capelli lisci
e quindi per cambiare un po’ decise di farli mossi. Prima di indossare il
vestito decise, però, di chiamare la cugina che oramai stava al settimo sonno.
Erano le 6 e mezzo e lei sapeva quanto Kimberly ci mettesse per asciugarsi i
suoi lunghi capelli ricci.
"Mmm mo m'alzo, altri 5 minuti" e si rigirò
dall'altra parte.
"Dai Kim, poi non ce la fai a fare tutto; devi pure
scegliere cosa metterti"
"D'accordo, d'accordo, mi alzo – sbiascicò
stropicciandosi gli occhi e mettendosi a sedere sul letto – te che ti
metti?"
"Questo" disse facendo svolazzare la gonna color crema del vestito
che aveva appena indossato.
"E con questo spacco sulle tette dove vorresti andare?" chiese
Kimberly alludendo alla parte superiore del vestito che aveva un vertiginoso
spacco sul decolté e un altro sulla schiena.
"Ma che vuoi? Magari incontro l'uomo della mia
vita"
"Seh. Contaci. E con la cazzata delle – controllò il telefono – 18:42 me
ne vado in bagno. Addio" disse chiudendosi la porta dietro di se con fare
teatrale.
Alle 8 erano entrambe pronte. Kimberly aveva optato per
un cocktail dress senza spalline a fantasia rosa e bianca nella parte
superiore. Le decolté nere riprendevano il nero della gonna così come gli
orecchini e la borsa riprendevano il rosa della fantasia.
"Possiamo andare" esordì Kim lisciandosi la gonna del vestito.
"Ecco" rispose Abigail facendo andare giù altre due pasticche di
valeriana e uscendo di corsa dalla stanza.
"Mo co tutta sta valeriana t'addormenti sul piatto" scherzò la cugina
chiudendo la porta della loro camera e, ancheggiando sui tacchi, si diressero
al ristorante incuranti di cosa le aspettasse.
Lasciateci un commento se vi è piaciuta, lasciatelo anche se non invece non mi ha entusiasmato, e ci vediamo alla prossima <3