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Autore: Lady Hamamelis    28/10/2015    0 recensioni
Nel tempo delle dame e dei cavalieri, un salice ridente vive in un bosco del nord, lontano dalla sua terra d'origine e i suoi simili. Pur essendo tanto solo, è sempre contento della sua vita, finché un giorno una bambina dagli occhi azzurri visita il bosco e riempirà quella solitudine. Poi succede qualcosa che cambierà a entrambi le loro vite tranquille...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel tempo delle dame e dei cavalieri, l’argine del grande e freddo fiume blu era la sede di molte piante benestanti, tra cui il salice ridente. Quest’ultimo era una novità nelle terre dell'Occidente e infatti si notava subito la presenza di questa pianta asiatica.
Era chiamato “ridente” poiché, essendo cresciuto in una terra straniera senza l’esempio dei suoi simili, i suoi lunghi e sottili rami crescevano verso l’alto, a dispetto delle tradizioni dei salici a lui ignote.
Il salice ridente era un albero con un tronco modesto ma una chioma così verde, rigogliosa e protesa verso l’alto che pareva volesse sfidare il cielo provando a toccarlo. Quando giungeva primavera era il primo fra tutti a fiorire e gli uccellini o gli scoiattoli facevano sempre le feste più appariscenti e divertenti fra i suoi rami.
Il salice sapeva bene di essere uno degli alberi più belli nel vicinato ma non si dava mai arie, poiché riteneva che i raggi caldi e le carezze del vento fossero le cose per le quali valesse essere contenti. Per questo fu chiamato ridente: aveva tutto per sorridere alla vita e ne era contento.
“Come vorrei poter gioire facilmente come te”, gli dicevano spesso gli altri alberi, “..io soffro così tanto l’umidità! Dev’essere una caratteristica straniera essere contenti!”, e tutti ammiravano il suo spirito tenace oltre alla sua bellezza.
In realtà in cuor suo il salice si sentiva molto solo. Non era una consolazione il fatto di essere l’albero più famoso e lodato del vicinato; gli mancava qualcuno simile a lui con il quale poter condividere la propria diversità. Tuttavia affrontava la solitudine coraggiosamente e con un sorriso sempre pronto di fronte ai regali offerti dall’amata natura.

Era arrivato l’autunno e, mentre gli alberi ad alto fusto come lui perdevano le foglie, il sottobosco dava i suoi frutti più succosi: sui cespugli ancora verdi si potevano trovare ribes, more, lamponi e anche qualche fragolina per tutto l’autunno. Il salice non capiva perché quei rovi lavorassero duramente per dare i loro frutti in un momento di riposo; non potevano certo aiutare gli scoiattoli, che proprio in autunno si rinchiudevano nelle loro tane piene di ghiande, e sicuramente nemmeno gli uccellini che erano migrati in posti più caldi, dove avrebbero trovato frutti ben più succosi dei loro! Era contro natura! Nonostante questo, le more e gli altri frutti di bosco non ascoltavano i consigli degli altri loro amici verdi, e continuavano imperterrite a caricare i loro rami di frutti zuccherosi.
Intanto il salice aveva cambiato aspetto: la sua chioma era un insieme di tinte calde e tutte le foglie sembravano voler rimanere appese sui rami fino all’arrivo dell’inverno. In questo modo, inconsapevolmente, rimaneva ancora l’albero più maestoso.

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P.S.= il salice descritto è una specie originaria della Cina, il Salix babylonica, conosciuto per il suo portamento verso il basso e per questo chiamato "piangente". Ho precisato questo fatto perchè esistono delle specie di salice originari dell'Europa e con simile portamento, così da chiarire subito la diverstà del salice ridente rispetto alle altre piante del bosco europeo :)

Spero vi sia piaciuto il primo capitolo, vi aspetto al piì presto nel secondo! Buona lettura ;) 
-Lady Hamamelis
  
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