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Autore: GabrielleWinchester    28/10/2015    16 recensioni
Dal testo: "Tu fissi la mia oscurità e io fisso la tua, entrambi cerchiamo di pulirci, entrambi aspiriamo alla luce. Mi baci, un bacio che ha lo stesso effetto di fuoco e di un cubetto di ghiaccio, emozione che sa di ossimoro. Approfondisco il tuo bacio, cancellando a poco a poco le nostre insicurezze e rendendoci più forti, più sicuri di noi stessi"
Genere: Malinconico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Buon pomeriggio a tutti,
eccomi qui con un nuovo racconto intitolato "L'alba dopo una mezzanotte perenne", un racconto abbastanza particolare e stravagante, che racconta di artisti di strada che rappresentano l'oscurità e di una protagonista che riesce a raggiungere la luce dopo un percorso torturoso..un racconto nato da un'ispirazione improvvisa, un'ispirazione un po' folle e sconclusionata, un po' come me. Un racconto che rappresenta la mia voglia di lottare e di riemergere da quell'oscurità che cerca di ghermirmi. Mi auguro che vi possa piacere. Ringrazio di vero cuore tutti coloro che la leggeranno e la recensiranno, tutti coloro che mettono e metteranno le mie storie tra le seguite, ricordate, preferite e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Non scappate dopo questo racconto u.u Ps: Mi sa che l'atmosfera di Halloween mi ha influenzato un po' troppo XD
Ps: Chiedo scusa per eventuali errori presenti nel racconto.
 
                        L’alba dopo una mezzanotte perenne

Canta la giovane ragazza, la sua voce è la rievocazione di antichi terrori, i quali scavano nell’animo umano e corrodono ogni sicurezza. Canta, il suono del suo canto è la quintessenza dell’incubo, di quei sogni che marciscono tra i ricordi persi e mai ritrovati, una giovane cantante che trasforma le lacrime di disperazione in note musicali, le quali si impigliano tra un pugno e una carezza fuggevole. Agito la mano, inebriata da quel suono, il quale mi ricorda lo stridere delle unghie sulla lavagna e nello stesso tempo lo sviolinare di un cantautore un po’ pasticcione, è l’effetto del whisky che attraversa le mie vene e capovolge ogni mia percezione, come l’ombra della luna in un lago al limitare di un bosco intricato.
Danza la giovane ballerina, nessuno spettatore ad applaudirla, sedie vuote che rappresentano la meschinità dell’essere umano, il quale ti accompagna fino a quando sei utile per lui. Alza le braccia, cercando quella gioia che ormai è sprofondata nella tristezza, un sole fagocitato da un buco nero, alimentato da occhiate di disinteresse, le quali feriscono come lame che rompono lo sterno.
Accenno a dei piccoli passi di danza, lasciando che le note di un musicista martellino il mio cervello e danno pace al mio cuore, liberando la danzatrice dalla tristezza di un ballo solitario, le nostre anime sono come dei viandanti che cercano il lato luminoso nella strada oscura.
Prende il pennello il giovane pittore, dipingendo la sua anima, immortalando nella tela istantanee di vita, respirando l’aria salmastra del mare, di quel mare che è madre e vendicatrice, amorevole culla e distruggitrice di innamorati disillusi da persone che hanno giocato con il loro cuore. Mi offro come modella, dandogli modo di dipingere la mia oscurità, di darmi modo di farmi raggiungere quella serenità, di farmi riemergere da quelle paure che mi ghermiscono e mi tengono prigioniera, paure irrazionali. Mi chiede di stare ferma ma è la mia anima che si agita, è agitata dalla tua assenza, assenza che ho alimentato con il mio orgoglio, quel maledetto orgoglio che fa inacidire i rapporti.
Essi sono i rappresentanti della me che è sprofondata nel baratro dell’insicurezza e che cerca faticosamente di riemergere, come un nuotatore inesperto di fronte a un mare agitato.
Alzo la testa e ti vedo tra le ombre che si diradano, tra la notte e l’alba, cavaliere che si nasconde. Mi allontano dagli artisti, i miei occhi fissano i tuoi, sono terre che si mescolano, sono ricordi che rievocano emozioni. Tu mi guardi arrivare, i tuoi occhi si stringono al mio cammino, sono curiosi e guardinghi come un gatto, occhiate che hanno lo stesso effetto di artigli retrattili. Ci fissiamo, due contendenti senza pistole nella fondina, le nostre armi sono le parole che si perdono tra i silenzi.  
Tu fissi la mia oscurità e io fisso la tua, entrambi cerchiamo di pulirci, entrambi aspiriamo alla luce. Mi baci, un bacio che ha lo stesso effetto di fuoco e di un cubetto di ghiaccio, emozione che sa di ossimoro. Approfondisco il tuo bacio, cancellando a poco a poco le nostre insicurezze e rendendoci più forti, più sicuri di noi stessi.
Un bacio che è illusione e realtà onirica.
Abbiamo assistito allo spettacolo dell’oscurità, un’oscurità nata dalle paure e dalle speranze vigliacche.  Adesso quest’oscurità è mutata in un’alba, in quanto tu sei la mia alba dopo una mezzanotte perenne, destini che si incrociano e sono inossidabili. 
  
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