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Autore: Sly thefc    28/10/2015    0 recensioni
"Arrivarono lettere d’infiniti dettagli sui luoghi, ma soprattutto dei loro abitanti. Descritti a volte come alati, a volte come enormi, ma sempre come paurosi e possenti, queste creature governavano le terre sconosciute.
I capi si armarono di forza e buona volontà e istituirono delle scuole per cacciatori esperti.
I più bravi erano scelti e mandati insieme sul campo, in missioni pericolose di pura caccia, mentre i più deboli erano scartati e mandati sul campo solo in ricognizione.
La conquista dei nuovi territori ebbe inizio."
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 7- Sempre in moto, verso l'avanti

“Marina Daora; Laodra Kushala” appariva sul foglio delle iscrizioni.
Solo loro due e il falcone Veit partirono. Nessun altro ebbe il coraggio di affrontare quel terribile mostro. Non appena arrivarono, Marina mandò il suo falcone a perlustrare i cieli, ma il suo aiuto non fu necessario. Localizzarono il mostro immediatamente, ma aveva qualcosa di diverso. Non era in acqua, ma sulla terraferma, ed era di colore bianco argentato, non del vecchio azzurro. Al vederlo, doveva fare ancora più paura, ma il fatto che non fosse in acqua diede più sicurezza ai cacciatori, abituati al combattimento su terra. La creatura non accennò a voler entrare in acqua, nemmeno per sbaglio, ma nonostante ciò, i suoi colpi erano più potenti e devastanti rispetto alla volta scorsa. Più o meno i movimenti somigliavano a quelli del mostro precedente. Si trattava di una sottospecie, variazione spesso più pericolosa di un determinato mostro. Le sue scariche erano inaspettate e i suoi ruggiti più forti. I colpi di Laodra rimbalzavano sulla sua testa, dura come l’avorio. Distruggere i cristalli non fu facile, ma una volta fatto, la potenza e la frequenza delle scosse elettriche diminuì vertiginosamente.
Insieme diedero il colpo di grazia alla creatura, dritto sul ventre.
Solo in quel momento, parvero accorgersi della neve che cominciava a cadere dal cielo, dei laghi che d’improvviso si ghiacciarono e dei venti ululanti. Nemmeno ebbero il tempo di gioire, che dovettero richiamare il falcone ancora in perlustrazione e correre verso la loro imbarcazione.

A quel punto dovetti intervenire io.
Quei due avrebbero vinto un’altra volta senza ripercussioni. Scatenai i miei venti più potenti e la superficie del mare intorno all’isola si ghiacciò. Quel pennuto continuava a gridare l’allarme, ma Marina sembrava non capire. Laodra, invece, si mise subito in guardia, guardandosi intorno. Gli resi la vita più facile e mi posai lentamente davanti a loro.
“E questo da dove esce fuori?” gridò spazientita e, per la gioia delle mie orecchie, impaurita Marina.
“Ciao Marina, Laodra e anche te, Veit, da quanto tempo, vero?”
Marina mi guardò in cagnesco, quando il suo sguardo s’illuminò di un terrore nuovo e subito cominciò a scrivere su un foglietto di carta che mise tra le zampe del falcone, ordinando lui di portarlo al villaggio.
“Non mi pare che io ti abbia lasciato il permesso di scrivere.”
Lo ammetto. Ebbi paura per un istante. Quell’istante in cui l'angoscia nei suoi occhi si trasformò nel colore rosso rabbia più temibile e dalla sua bocca cominciarono ad uscire parole velenose.
“Mi stai confondendo con qualcun altro, bastardo.”
Sfoderò le sue doppie lame e me ne lanciò una mirando al mio muso, ma mi mancò, infilandosi in un tronco giusto dietro di me. La sfilai e lessi la frase che c’era scritta.
“Ma allora avevo visto e sentito bene! La parte seguente è scritta sull’altra lama suppongo.”
Il novellino mi si buttò addosso con la sua spada lunga, ma lo evitai con estrema facilità.
“Laodra, tu sei l’impavido cacciatore prodigio, no? Eppure sei così prevedibile che non riesco a capire come abbiano fatto le mie creature a soccombere alla tua spada. È forse la tua nobiltà d’animo?”
“Con la nobiltà non uccidi nemmeno un insetto indifeso.”
“Beh, Laodra, ma dati i tuoi precedenti, uccidi i tuoi compagni, no? Guarda. La lama è conficcata nel terreno, mi ricorda qualcosa.”
Non ebbi il tempo di vedere la sua reazione alla mia provocazione, che, a sorpresa, Marina mi colpì. Non ci credevo. Un colpo alle spalle da parte di una donzella così gentile come lei.
“Sai Marina, ci sono due cose che rendono deboli gli esseri umani: il rancore e la curiosità. Guarda te stessa. Una ragazza così buona, tanto da trasmettere felicità, diventata così grezza per un semplice lutto. E poi guarda un po’ la completa razza umana. Sterminati per la vostra spregevole voglia di conoscere sempre di più. L’hai detto tu stessa. Se la curiosità fosse una cacciatrice concreta, sarebbe senza dubbio la prima in classifica.”
Li sentivo che continuavano a cercare di colpirmi, come se potessero farmi qualcosa.
“Vi ho seguito, ascoltato e guardato a lungo, eravate un popolo interessante. Ho imparato la vostra lingua, i vostri difetti, le vostre abitudini. Ma i vostri desideri di espansione cominciarono a darmi sui nervi e così, mandai un avvertimento, che a quanto pare non fu recepito correttamente. Credi che io abbia mandato la testa di Roy come ricompensa? Voi umani non avete fatto altro che arrabbiarvi ancora di più, rovinandovi. Oggi non avevo intenzione di uccidere, sono un nobile come voi e sono venuto qui per discutere, ma un discorso fatto con la rabbia in corpo è un discorso senza senso e doloroso, per questo ho deciso che voglio liberarvi dalle vostre sofferenze.”
Diedi un colpo di coda a Laodra che finì a terra, svenuto.
“Smettete di opporvi. La mia forza è superiore alla vostra in maniera eccessiva. Lasciate che sia rapido.”
Marina cominciò a piangere a dirotto. La vidi in quello stato solo quando seppe di Roy.
“Non devono esserci più vittime” urlava “non più!”
“È per questo che hai inviato quel pennuto a chiedere aiuto? Per far sì che ne arrivino altri che io possa uccidere?”
“Mi credi così ipocrita? Hai passato gli ultimi decenni della tua vita a osservarmi e credi davvero che io sia così stupida? Io ti prometto che gli occhi di quel pennuto, come l’hai chiamato tu, saranno l’ultima cosa che vedrai.”
Che abbia avvertito il villaggio del mio arrivo e che stia prendendo tempo? No, impossibile. Come ha fatto a prevederlo? Sta fingendo e se c'è una cosa che mi disturba più della stupidità umana è la loro continua voglia di prendere in giro.

“Marina, io mi accingo a ucciderti, qui e ora.”
Smise di piangere e cominciò a ridere. Una risata malata e stanca che faceva quasi tenerezza.
“Ho atteso troppi anni per arrendermi alla tua superiorità. Sto solo aspettando che tu faccia la prima mossa.”
   
 
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