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Autore: Panda22M    29/10/2015    0 recensioni
La storia parla di due ragazzi innamorati.
Genere: Fluff, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Io e te, te ed io. Non ce lo saremmo mai aspettati. O forse si. Ci incontrammo un anno fa, ad un ristorante. I nostri genitori si erano messi d'accordo per passare una serata insieme, dopo tanto tempo. Era ottobre. Il cielo già iniziava a farsi scuro e il freddo si faceva sentire. Ero giunta per prima io, assieme alla mia famiglia, a quel locale in cui ci saremmo incontrati. Dopo essere entrati, ci siamo accomodati al tavolo che avevamo prenotato. Iniziai a guardarmi intorno: il ristorante era simpatico, ricco di colori e legno... Sembrava quasi un locale del far west. Le pareti erano addobbate con etichette di bottiglie di birre e foto, le luci erano flebili e creavano un ambiente sereno, quasi tranquillo. Riuscivo a sentire le risate e le parole degli altri clienti che festeggiavano. Il tavolo era di legno, preparato con tutto l'occorrente. Mi hanno colpito in particolare le tovagliette che erano state posizionate ad ogni persona: ricche di colori e giochi come sudoku o crucuverba. Arrivasti dopo poco. Quando ti vidi, mi vennero a mente certi ricordi . Tu,a casa mia, accanto a me, seduti su quel divano azzurro, che oggi ha perso il suo colore. E noi,intenti ad attaccare degli adesivi ad un mio libro.Eravamo ancora piccoli.Pensai a quanto eri cambiato, ai tuoi occhi azzurri, ai tuoi capelli. Mi alzai per stringerti la mano, dopodiché salutai anche i tuoi genitori e tuo fratello. Ci presentammo li, a quel locale la tua voce era dolce,amichevole e mi piaceva ascoltarti.Eri simpatico, ridevo per tutto. Quando parlavi, non passavano cinque secondi che ero già a ridere. Arrivò la cameriera e ordinammo. Parlammo molto, moltissimo. Ricordi che io dicevo quasi sempre 'gia', ma non ricordo il motivo... Forse per nascondere l'imbarazzo, quell'imbarazzo di non saper cosa dire. Ero come incantata, incantata dalla tua bellezza, dal tuo saper parlare, dal tuo sorriso. Passò un'ora, ma non avevamo ancora ricevuto i piatti. Ci lamentammo con la responsabile del ristorante, che disse: "scusate signori, ma si è rotta la friggitrice". Pensai "la friggitrice? Beh, può essere... Però è strano". Non tutti infatti avevamo ordinato pietanze fritte. Ti misi a prendere in giro la cameriera, a dire che erano ormai le dieci e sera. Forse è stata una fortuna. Ho potuto conoscerti meglio. Dopo del tempo arrivarono i piatti. La serata da quel momento trascorse veloce, tra risate e i miei 'già'. Arrivò l'ora in cui ci dovemmo salutare. Tu, come se non volessi lasciarmi scappare, mi diedi il tuo numero di cellulare e mi chiesi più volte di contattarti non appena fossi in macchina. Uscimmo dal locale, parlammo ancora un po. Dentisti un profumo e dicesti a tuo gratello: "senti? C'è odore dalla mia prof di matemarica!". Io mi preoccupai, pensando di essere io e dissi: "sarò io dato che mi sono messa il profumo!". Ci salutammo. Giunta in macchina, ti scrissi subito un messaggio: ehi👍. Mi risposi subito, come se fossi li, ad aspettarmi. Quella sera ci scrivemmo fino a tardi, dopo ci salutammo e andai a dormire. Quella sera fu la più divertente in assoluto. Avevo trovato un amico, finalmente dopo tanto tempo... O forse eri più che un amico?
   
 
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