Anime & Manga > Nana
Ricorda la storia  |       
Autore: 7vite    30/10/2015    3 recensioni
Dato che il manga si è bruscamente interrotto, lasciando tanti quesiti irrisolti e sollevando parecchi dubbi ho deciso di continuare la storia a modo mio.
Nella mia FF le storie di tutti i personaggi s'intrecciano in un vortice di emozioni e paure, restando quanto più possibile IC.
Hachi sarà impegnata con la ricerca di Nana, fuggita subito la morte di Ren.
I Blast si scioglieranno ed i membri del gruppo intraprenderanno strade diverse, ma non per questo metteranno un punto alla loro amicizia.
Dall'altro lato i Trapnest subiranno lo stesso destino: Reira sarà tormentata da un segreto inconfessabile che le cambierà la vita e Takumi per proteggerla farà diverse rinunce, esternando finalmente il suo lato migliore.
La storia si susseguirà alternando presente e futuro (4 anni dopo) e ogni capitolo verrà raccontato attraverso il punto di vista di qualcuno.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nana Komatsui, Nana Osaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nana

«Da quando Ren se ne era andato un sogno - un incubo - mi dava il tormento.
Glielo avevo promesso. Dovevo seguirlo.»

 


 

«Ho parlato con Kanemoto e Kawano.»
Disse Yasu accendendosi una sigaretta.
«Il gatto e il volpone! E cos’hanno detto?»
Replicò sbadatamente Nana strappandogli l’accendino dalle mani e imitando il suo gesto.
«Beh… Dicono che dovremmo organizzare presto un altro concerto, siamo rimasti  fermi troppo a lungo. La situazione ci è un po’ sfuggita di mano negli ultimi tempi, prima a causa dell’arresto di Shin, poi è subentrata la tua carriera da solista, che si supponeva avesse vita breve, ma adesso… Hanno bisogno di recuperare Nana, hanno investito un enorme capitale sui Blast. Tuttavia non voglio affatto costringerti a fare qualcosa che tu non voglia quindi se non te la senti…-
«Ma è fantastico!»
 Urlò Nana gioiosa interrompendolo.
«Nana.»
Yasu la fissava con stupore, non era certo la reazione che si era aspettato.
«Non devi farlo se non te la senti.»
La mora scrollò pigramente la sua sigaretta per lasciar cadere la cenere in eccesso, i suoi occhi neri fissarono intensamente quelli titubanti del suo amico.
«Pelatino, per chi diamine mi hai presa? Io sono Nana Osaki, la formidabile cantante dei Blast, ho grinta da vendere e l’unica cosa che desidero è prendere il microfono in mano e spaccare i timpani a tutta Tokyo, ci siamo intesi? Sono nata per cantare, che non ti venga mai più in mente una simile sciocchezza.»
Yasu la scrutò in silenzio mentre consumava pensieroso la sua Black Stones. Odiava sentirla parlare in quel modo, gli ricordava Reira e le sue menate sul fatto che fosse brava solamente a cantare, ma ebbe il buon senso di tacere, sapeva bene quanto Nana odiasse sentir pronunciare il nome della regina del canto, specialmente negli ultimi tempi.


«È inaudito!»
Nobu picchiò violentemente un pugno sul piccolo tavolino della sala ricreazione facendo sobbalzare le tessere da Mahjjong.
«Non possono costringerci a fare un concerto proprio adesso, ma si rendono conto di quello che è successo?»
«Beh, se posso dire la mia, la Gaia si sta comportando in modo molto egoista, ma c’è da capirli, quei vecchi volponi.»
La voce di Shin provenne da un angolo del pavimento su cui stava seduto abbracciandosi le ginocchia. Non rivolgeva lo sguardo a nessuno dei presenti, fissava il vuoto di fronte a sé.
«Ultimamente gli ho dato parecchie gatte da pelare, si aspettavano di porre rimedio lanciando Nana come solista, ma adesso la situazione è drasticamente cambiata. Lei potrebbe senza alcun dubbio essere rilanciata sul mercato, e nello stato attuale delle cose riuscirebbe persino ad  accaparrarsi la simpatia di chi non ha mai creduto in lei: una promessa sposa che ha appena perso l’amore della sua vita, chi potrebbe mai odiarla? D’altro canto, da sola rischierebbe di suscitare solamente pietà, ed è qui che entriamo in gioco noi tre. Siamo solo la cornice di questo scenario, i pilastri della reputazione di Nana.»
«Hai centrato il punto, Shin.»
Confermò Yasu con tranquillità, spegnendo la sigaretta sul posacenere più vicino.
«La Gaia è un’infame.»
Urlò il biondo, il viso arrossato dalla collera.
«Nobu smettila di maledirli e cerca di capire la loro posizione: la Gaia ha investito molto su di noi e negli ultimi tempi non la stiamo ripagando adeguatamente. Si aspettavano il successo immediato, e invece ne è successa una dopo l’altra e ci stanno rimettendo più di quanto avevano pensato di guadagnarci.»
Per la prima volta Shin sollevò lo sguardo da terra e trovò il coraggio di guardare il suo amico dritto in mezzo agli occhi.
«Shin ha ragione, si tratta di affari dopotutto, non dimenticarlo.»
Lo rimbeccò il più grande di tutti, ma Nobu sembrava restio a cambiare opinione e continuò.
«Che bastardi! Non hanno a cuore nessuno di noi quattro, pensano soltanto ai soldi e non si curano nemmeno della salute di Nana. Si sono forse chiesti come l’avrebbe presa?»
«Nana ha accettato.»
Le parole lo colpirono come un ceffone. Yasu si tolse gli occhiali da sole e si massaggiò lentamente la radice del naso tenendo gli occhi fissi su Nobu. Si aspettava quella reazione, Nobu lo guardò come un bambino a cui si dice una cosa che alla sua età è del tutto inconcepibile, come se gli avessero appena spiegato che la terra non è affatto piatta ma tonda. Spalancò gli occhi e la bocca nello stesso istante cercando qualcosa da dire, ma le parole non gli vennero.
«Non capisco perché si ostini a fare la testarda anche in un momento come questo.»
A parlare fu invece Miu, che fino a quel momento aveva assistito alla riunione in religioso silenzio.
«Forse ha solo bisogno di distrarsi un po’, non deve essere affatto facile per lei.»
Mai, al suo fianco, prese le difese di Nana come al solito.
«Io non riesco a crederci. Perché diamine insiste a tacere i suoi sentimenti? Siamo i suoi amici, dovrebbe confidarsi con noi e invece preferisce fingere che vada tutto bene. Quando si comporta così non la sopporto proprio!»
Nobu alzò le mani in aria in un gesto teatrale, la sua voce ebbe un tremore ma nessuno parve farci caso.
«Non siate così severi, ha appena perso l’uomo della sua vita!»
Insistette Mai con enfasi facendosi più avanti sul suo divanetto, cercando ulteriori scuse per giustificare l’atteggiamento menefreghista della cantante.
«Questo è vero Mai, ma non è stata solo Nana a perdere qualcuno di molto caro.»
La voce di Yasu era calma e non suonava affatto come un’accusa, ma questo non le impedì di arrossire di vergogna.
Era vero e lei più di tutti conosceva i retroscena del gruppo: aveva seguito i Blast sin da quando erano una band insignificante con pochi seguaci, sapeva tutto su ciascuno di loro e conosceva bene la storia che aveva unito Yasu a Ren.
-Yasu io… Mi… Mi dispiace.-
Disse, portandosi le mani davanti agli occhi, tentando inutilmente di nascondere le lacrime che ormai sgorgavano copiose dal suoi occhi rigandole il viso.
Nessuno sapeva, tutta l’isola credeva che solo Nana avesse subìto una grande perdita, e invece c’erano tantissime altre persone che piangevano quella morte prematura, e nessuno sembrava curarsene.
 

«Te la senti veramente di cantare?»
Hachi fissava Nana coi suoi grandi occhi castani da cucciolo, tenendosi stretta a lei in quel minuscolo e scomodo letto, tuttavia per la prima volta la vocalist apprezzò lo squallido mobilio di quell’hotel da quattro soldi perché le permetteva di stare molto più vicina alla sua amica.
«Perché diavolo mi fate tutti la stessa domanda? Certo che me la sento.»
Nana esibì uno dei suoi consueti sorrisi maliziosi, tuttavia c’era qualcosa di diverso nella curva nelle sue labbra, come una smorfia non troppo ben camuffata.
«È solo che, proprio dopo…»
Non se la sentì di continuare. Nana evitava il discorso della morte di Ren forse proprio perché la rendeva troppo triste, che diritto aveva lei di prendere l’argomento quando e come voleva, incurante dei sentimenti della sua amica?
«Ascolta Hachi, sono venuta fin qui per cantare, ed è quello che farò. Non credere che abbia dimenticato il mio obiettivo.»
In quel momento la figura di Ren si materializzò in modo del tutto viscido nella sua mente: erano su un treno, si stavano abbracciando e lei tratteneva a malapena le lacrime. Scese dal binario senza voltarsi, le porte del treno si chiusero automaticamente e la vettura partì a gran velocità, allontanando l’amore della sua vita da lei. Lontana dallo sguardo fiero di Ren pianse tutta la sua tristezza, credendo che quella fosse l’ultima volta che si sarebbero abbracciati. Prima di lasciarlo aveva inspirato intensamente il profumo della sua pelle per sentirlo più vicino a sé e adesso il suo odore impregnava le sue narici dandole la falsa convinzione di averlo ancora al suo fianco.
Se anche si fosse trasferita a Tokyo, prima o poi, non aveva certo alcuna garanzia di rivederlo, di riabbracciarlo, di sentirlo suo e suo soltanto; Ren sarebbe diventato un musicista di grande fama, avrebbe avuto milioni di fan e tantissime groupie al suo seguito ed era certa che avrebbe presto dimenticato quella ragazza di periferia che gli aveva dato tutto: la sua verginità, il suo cuore, la sua anima.
Eppure un giorno si erano rincontrati, lui dominava la scena strimpellando le corde del suo basso e le, pochi metri sotto il palco studiava con avidità i tratti ben noti del suo viso. Lo guardava suonare e si chiedeva se le dita esperte che pizzicavano le corde avrebbero mai più sfiorato la sua pelle, e solo un istante dopo erano di nuovo stretti l’uno nelle braccia dell’altro, si stavano di nuovo accarezzando, assaggiando, amando. Non aveva mai provato un’emozione più bella di quella lì, il cuore le batteva così forte nel petto che temette sarebbe scoppiato da un momento all’altro. Era quello il suo posto, tra le braccia di Ren.
Ma adesso invece Ren non esisteva più.
Se n’era andato un’altra volta, l’aveva di nuovo abbandonata e questa volta per sempre. Non avrebbe mai più udito il suono della sua voce, né riso un’altra volta insieme a lui, né avrebbe mai più ascoltato il battito del suo cuore quando la notte poggiava la testa sul suo petto a mo’ di cuscino.
Hachi emise un gemito di sorpresa strappandola ai suoi pensieri, e lei gliene fu estremamente grata.
«Nana, lo senti? Il bambino sta calciando. Sa che sei vicina e vuole salutarti, ascolta!»
Le prese la mano e la poggiò delicatamente sul suo pancione. Guardava con orgoglio il suo ventre pieno e lo carezzava dolcemente sussurrando alla creatura al suo interno parole d’amore. Pochi giorni prima le aveva confessato che se fosse stata una bambina l’avrebbe chiamata Satsuki, come le aveva consigliato Ren.
In quell’istante Nana ebbe il desiderio di scagliare un pugno verso il ventre di Hachi, ma non per ferire l’amica - mai avrebbe desiderato arrecarle del dolore - voleva semplicemente che quel bambino che non era ancora venuto al mondo svanisse nel nulla, proprio come Ren.
Era stata proprio quella creatura a causare le discrepanze tra lei e la sua ex coinquilina: se quel piccolo mostro non ci fosse mai stato loro due vivrebbero ancora nell’appartamento 707, Hachi sarebbe ancora la ragazza di Nobu e, soprattutto, la sosterrebbe stando sempre al suo fianco. E invece no, quel piccolo demone aveva deciso di entrare nelle loro vite e di rovinarle: Hachi era destinata a consumarsi in un matrimonio fantoccio con un uomo vile che l’avrebbe certamente tradita e fatta soffrire, Nobu aveva trovato rifugio tra le gambe di quella disgustosa pornostar e la sicurezza che credeva di aver trovato nei suoi amici si stava lentamente sgretolando.
Hachi la mamma non sarebbe potuta rimanere lì con lei per sempre, presto l’avrebbe nuovamente abbandonata per occuparsi a tempo pieno del bebè, e lei sarebbe stata di nuovo irrimediabilmente sola.
Avrebbe voluto calciare anche lei la pancia di Hachi, annullare per sempre quella vita che era per metà parte di Takumi.
Si vergognò all’istante dei suoi pensieri, sentendosi dannatamente in colpa, come se avesse davvero compiuto un gesto tanto crudele.
«Ehi Nana, ma dove stai andando?»
Domandò Hachi sorpresa quando la vide alzarsi dal letto e dirigersi verso la porta.
«Vado a prendermi un bicchiere d’acqua, ho la gola secca.»
Mentì allontanandosi in fretta dalla stanza, prima che quelle voci avessero la meglio.

 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Nana / Vai alla pagina dell'autore: 7vite