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Autore: beat    22/02/2009    6 recensioni
“Il bey è tutta la mia vita. Vale la pena rischiare tutto per una cosa così importante. Di questo ne sono convinto.”
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Avviso: La fiction è ambientata alla fine dello scontro tra Kei e Brooklyn.
            Le parti in corsivo sono i dialoghi tratti dalla sopracitata puntata dell'anime.
            Buona lettura!

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La mia vita


Kei avanzava lungo il corridoio, barcollando.
Aveva fatto tanto lo spavaldo di fronte al pubblico e ai suoi stessi compagni.

Ma la verità era che non aveva più un solo briciolo di energia.

Sentiva il fiato corto in gola, i polmoni che quasi non riuscivano ad espandersi, come se la cassa toracica fosse fatta di cemento armato, e si andasse a rimpicciolire ad ogni respiro.

La vista gli si stava offuscando: il buio corridoio che stava percorrendo sembrava infinito. Non ne distingueva i particolari.
Solo un uniforme e sbiadito grigio soffuso.

Con fatica, mise un piede davanti all'altro.

Doveva andare in ospedale il prima possibile.
Se ne rendeva conto anche in quelle condizioni.

Benché tutto intorno a lui sembrasse come ovattato – i suoni, la vista, gli odori – percepiva fin troppo bene ogni singola ferita che in quel momento stava martoriando il suo corpo.
I numerosi tagli, le ferite che non avevano ancora smesso di sanguinare.
Le braccia che aveva usato come scudo erano piene di tagli.
Il viso stesso era solcato da terribili segni rossi.

Sembrava stesse piangendo.
Lacrime di sangue.

L'ospedale.
Doveva raggiungere l'ospedale il più in fretta possibile.

Non poteva distrarre i suoi compagni.
Aveva finalmente ottenuto la prima vittoria per la sua squadra.
Aveva messo in gioco tutto se stesso, scommettendo sui suoi compagni.

Non poteva permettere che si distrassero.

Un passo dopo l'altro.

Non era difficile.
Ci riusciva qualunque bambino con un minimo di coordinazione.

Un passo dopo l'altro.
Il piede sinistro, strascicato contro il lastricato del pavimento, gli fece perdere l'equilibrio.
Gli ci volle tutta la concentrazione possibile per non schiantarsi a terra.
Si addossò malamente alla parete per non crollare.

Ma le gambe cedettero.

Sentì chiaramente il tonfo vellutato delle ginocchia che toccavano terra.
Il freddo del muro contro la spalla destra.
L'unico sostegno che lo manteneva in equilibrio.
Precario equilibrio.

Cercò di respirare, ma i polmoni bruciavano.

Ad ogni respiro era come se mille aghi gli si conficcassero in gola per poi scendere giù, nella trachea a e in ogni singolo alveolo.
E bruciavano come non gli sarebbe mai sembrato possibile potesse bruciare un semplice respiro.

Fu come se il mondo si fosse fermato.
Non riusciva più nemmeno a pensare.

Con lentezza esasperata, cercò di rimettersi in piedi.
Non gli riuscì. L'immane sforzo gli permise solo di alzare un poco il volto.

Sentì un tiepido raggio di sole sfiorargli il volto.
Non ne vedeva la provenienza, ma non gli importava.
L'unica cosa che aveva in mente era la vittoria che aveva appena conseguito.

Per lui la più sofferta, la più dura, la più importante.
Neanche se avesse battuto Takao sarebbe stato così soddisfatto.

Perché quella non era solo una sua vittoria: era anche una vittoria per il suo modo di giocare a bey. Aveva battuto il blader più forte del mondo e lo aveva fatto alla sua maniera, con la passione di un autentico blader.
Quel pensiero lo fece sorridere. Nonostante il dolore lancinante che cresceva ogni secondo che passava, sorrise.

Lui, il burbero e scontroso Kei.

Sorrideva.
Sorrideva perché era felice come non lo era mai stato in vita sua.
Aveva dato tutto se stesso.
Aveva rischiato grosso. Più di una volta durante l'incontro aveva temuto addirittura di non farcela.

Ma si era sempre rialzato.

Si era rialzato perché non poteva piegarsi di fronte a quell'individuo.
Non si sarebbe mai piegato dinanzi a uno come Brooklyn. Mai e poi mai.
Perché non poteva permettere che un personaggio del genere calpestasse quanto di più sacro possedeva.

Lui era un blader.
Un vero blader.

Non poteva permettere a chicchessia di dileggiare il BeyBlade.


“Io ho una cosa che tu non hai.
È una cosa che porto sempre con me,
da quando ho cominciato a darmi al BeyBlade:
è il ricordo di tutte le mie sfide, le vittorie, le sconfitte.
Dei rivali, dei compagni.
Di tutti i miei sforzi, delle tante ferite subite.
Della rabbia, della tristezza, della gioia.
Io porto con me tutto quello che mi ha fatto diventare quello che sono ora:
le emozioni, le delusioni, la passione per questo sport.
Questa è la mia forza!
Tu non capisci perché non sei un vero blader.
Tu non conosci la passione che arde nel cuore di un autentico blader.
Non sai cosa sia l'amore per questo sport.
Non posso perdere con uno come te.
Tu non sei invincibile!”


Aveva gridato con tutto il fiato che aveva in gola.
Nonostante fosse a pezzi, nonostante il suo avversario avesse infierito più del necessario su di lui, Kei aveva ancora qualcosa da dimostrare.

Non si sarebbe arreso.
Per nulla al mondo si sarebbe arreso contro quell'individuo.

Gridò tutta la sua passione.

Mai come in quel momento aveva sentito un'energia così potente invaderlo.
Per la prima volta sentiva davvero di capire che cosa volesse dire giocare a BeyBlade.

Stava sfiorando la morte e quanto di peggio potesse esserci nella sua vita.
Ma non gliene importava.

Lui era Kei.
Lui era un vero blader.


“E ora brucia nel fuoco della mia passione!”


Lui era il degno custode dell'Animale Sacro che custodiva.
Aveva compreso nel profondo del suo cuore il significato della sua esistenza.

E non era un'esistenza vuota come a volte gli era capitato di credere.
Non era un'esistenza fatta di soli sbagli e tentativi di rimediarvi.

Era caduto innumerevoli volte. Ma si era sempre rialzato.
Non si era mai arreso.

Aveva commesso tanti sbagli nella sua breve esistenza.
Ma ad ognuno aveva saputo porre rimedio nel migliore dei modi.
Aveva sempre trovato la forza di procedere.
Sempre dritto.
Sempre avanti.

E se ora si stava fermando, era perché aveva compreso.


“Il bey è tutta la mia vita.
Vale la pena rischiare tutto per una cosa così importante.
Di questo ne sono convinto.”



Anche a costo di perdere tutto.


Perché io sono Kei.
Io sono un blader.





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Angolo dell'Autrice:

Me commossa! ç__ç
Scusatemi...ma adoro Kei, e adoro questa puntata dell'anime.
Me la sarò rivista una dozzina di volte, e ogni volta mi commuovo!
Comunque...
Fiction scritta parecchi anni fa, ritrovata miracolosamente e riadattata per voi! ^^
Spero che vi possa piacere!
E mi scuso se l'argomento non sarà dei più originali ma, ripeto: io amo Kei!
^___^


Per favore, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat




   
 
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