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Autore: IrishBreeze    22/02/2009    3 recensioni
Mentre ancora pensava ad una punizione adatta, Philip si alzò di scatto dalla panchina e recuperò il pallone, lanciandolo addosso a Mark e facendolo finire ai suoi piedi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Kojiro Hyuga/Mark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mmmmh, ho riesumato questo vecchio (ed imbarazzante) account, beeeene. Ovviamente si fa questo ed altro per amore, e la gioia e la felicità che questo fandom mi dona supera nettamente i miei contrasti con l'HTML farlocco che mi odia<3
Per commenti/scuse/credits vari ci vediamo alla fine della fic!
IrishBreeze
 
 Disclaimer: niente di tutto ciò mi appartiene e sì, questo mondo fa schifo.
 
 
 
With the Hardest of Hearts
 
 
L'affermazione di Mark Landers era nata principalmente come riempitivo per un silenzio che rischiava di diventare imbarazzante. Un po' buttata lì, ecco. Una affermazione senza pretese, con il chiaro scopo di essere ignorata e soppiantata da un'altro e più importante discorso, che avrebbe potuto vertere dal risultato della partita imminente o  al prossimo incontro con Schneider e la sua nazionale o agli allenamenti assurdamente pesanti ai quali erano obbligati.
Tutto, tutto ma non la vita privata.
"Come sarebbe a dire non hai mai visto la neve?!"
L'incredulità di Philip Callaghan aveva qualcosa di irritante che Mark non riusciva e non voleva proprio riuscire a sopportare.
"Perchè tu hai mai visto il sole?!"
"Certo che no, noi vampiri siamo creature della notte."
"Intendevo dire il vero sole, quello che ti batte sulla testa a 42 gradi all'ombra, Phil"
Lo vide aggrottare le sopracciglia con aria sconcertata.
"In realtà sì. Non ci ho vissuto, ma ho viaggiato e ho anche giocato con 42 gradi all'ombra."
Mark strinse i denti, contrito. Non avrebbe voluto dargliela vinta, ma qualcosa in gola gli impediva di controbattere a dovere. No, lui non aveva mai viaggiato molto. Aveva fatto tanti ritiri, va bene, ma non aveva mai visto la neve. Non l'aveva mai vista scendere, non ci aveva mai calpestato sopra e non poteva nemmeno lontanamente immaginare la sensazione disagievole della neve che bagna le scarpe ed entra nei calzini.
Fortunatamente per lui, Phil era un rivale leale, tanto da non essere nemmeno un rivale, e subito notò che qualcosa turbava Landers.
"Beh insomma, forse non... Forse 42 gradi no. Comunque non nevica spesso qua eh? Vorrà dire che vedrai la neve a casa mia."
Malgrado Callaghan cercasse di dissimulare il suo evidente imbarazzo, Mark Landers non era certo tipo da farsi fregare dalle parole: Callaghan si era accorto di aver detto qualcosa di inopportuno. Avrebbe voluto sputargli addosso qualche cattiveria, dargli una pacca sulla spalle e correre via, ma era troppo tardi. Philip era a disagio, e, malgrado alcuna gente lo pensasse, non era poi così cattivo da lasciarlo lì in quel modo.
"Ecco. Anche se non sono sicuro che resisterei. Non riuscirei a giocare, forse"
Mark aveva cercato di dare alle parole un tono giocoso e superficiale, per rincuorare Phil.
"Se ci riusciva Tommy ci riesci anche tu, Mark."
Per qualche strano artifizio retorico, ogni volta che Callaghan aggiungeva il suo nome alla fine di una frase riusciva sempre a sorprenderlo. Sorrise, anche se non era sicuro di doverlo o poterlo fare.
"Facciamo due tiri, Callaghan? Ti meriti una punizione per la tua boriosità."
"Non mi va molto, sono un po' stanco"
Mark si gettò rabbiosamente il pallone dietro alle spalle. Philip Callaghan era riuscito a smascherare un suo momento di debolezza dopotutto, e perciò andava punito. Mentre ancora pensava ad una punizione adatta, Philip si alzò di scatto dalla panchina e recuperò il pallone, lanciandolo addosso a Mark e facendolo finire ai suoi piedi.
"Ma mi prendi in giro, Callaghan?"
In due falcate raggiunse Philip e lo prese per la collottola: non sembrava spaventato, sapeva che non faceva sul serio. Le sopracciglia arcuate ed uno strano sorriso mostravano però che non aveva del tutto capito le intenzioni di Mark.
"Lasciami dire, Mark, che oggi sei veramente imprevedibile. Prendi quel pallone che facciamo quei due tiri."
Mark scosse la testa.
"Non mi va più. Perchè devo dirti una cosa. Sai cosa devo dirti?"
Sempre tenendo saldamente fra le mani il colletto della sua maglietta, Mark attirò Philip verso di se e gli stampò un leggero bacio sulla bocca.
"..Che non ho mai visto la neve perchè dove vado io, la neve si scioglie. Ecco perchè non la ho vista mai."
Detto questo, lasciò andare Philip, che non sembrava troppo sconvolto.
"Però tu prima hai detto che la vedrò a casa tua. Vedremo, Callaghan."
Inspiegabilmente, Philip Callaghan aveva stampato sul volto una espressione trionfante. Mark si sentì leggermente a disagio, un brivido lungo la schiena. Philip corse a recuparare il pallone, ancora una volta.
"Vedremo, Landers. Intanto, prova a prendermi"
Philip si mise a correre all'impazzata verso la porta, calciando il pallone.
Mark sorrise, e cominciò a correre.
 
 
 
_____________________________
 
NON E' COLPA MIA NON POTEVO FARE A MENO DI NON SCRIVERE.
Odio questo fandom perchè mi succhia praticamente tutte le forze che ho (letteralmente. Mi stanco a vederli correre, io.) e soprattutto odio Mark Landers perchè è una slut pazzesca e mi fa gridolinare come una tredicenne.
Ovviamente l'odio si riversa anche sul vecchio Phil, ma lui è un grande oratore che ama Seneca e riesce sempre a calmarmi *lo abbraccia*
(Seriamente. Vohlio un Philip Callaghan)
 
In ogni caso, spero che la fic vi sia piaciuta un po' più di quanto piace a me xD Purtroppo alcuni passaggi mi sembrano un po' oscuri ma non riesco veramente a cambiare, e amen, ormai mi conosco!
•Uh, mi scuso tanto con i puristi ma sono troppo troppo affezionata ai nomi tradotti per abbandonarne l'uso ç_ç
•Il titolo viene da Revelry dei Kings Of Leon, canzone estremamente Phil/Mark, per lo meno nella mia testa.
 
Tanto amore
IrishBreeze
  
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