Solo una Luce nell'Oscurità
Perché la luce sia splendente, ci deve essere l'oscurità.
(Francis Bacon)
(Francis Bacon)
Non riesci a credere a ciò che sta succedendo davanti ai tuoi occhi.
Hai urlato, gridato.
Hai lottato, fra le braccia di Thomas, nel tentativo di liberarti dalla sua presa, ma inutilmente.
È doloroso, è tremendamente doloroso guardare il corpo di Alby, sovrastato dai Dolenti, perire sotto i tuoi occhi.
Ti senti impotente, maledettamente sporco.
È colpa tua.
L’hai lasciato morire.
Lui.
Lui che, sin dal tuo arrivo alla Radura, è stato come un padre, per te, ha appena perso la vita, e tu, inane, sei rimasto immobile a guardare.
Era il tuo unico appiglio, una delle poche persone di cui sai, e hai sempre saputo, di poterti fidare.
Senti le mani di Thomas tenerti ancora per le braccia, ma inutilmente: ormai hai smesso di dimenarti.
Ti accasci all’indietro, un dolore immenso, malato, ti attraversa il petto.
Il dolore della consapevolezza di non poter fare più nulla.
È realmente questo ciò che vi aspetta?
Chissà, forse Alby ha ragione.
Ne vale davvero la pena, dopotutto?
Sai che non c’è tempo.
Non potete fermarvi, non per donare ad Alby un ultimo pensiero, una degna sepoltura, ma il desiderio di abbandonarti al suolo, battere i pugni su quella roccia scura, fino a che il sangue scarlatto non imbratterà i tuoi abiti – sciupati e ormai privi di quel colore limpido che anni or sono li caratterizzava – è più allettante dell’idea di continuare il cammino, indirizzati verso una meta priva di certezze.
Gli occhi di Alby sono una tortura, che compare talvolta socchiudi le palpebre.
Il suo sguardo da leader ti perfora l’anima, ed è dannatamente doloroso.
Le sue iridi scure, ormai, sono solo una debole luce nell’oscurità, e vederli ora, vitrei e privi di qualsiasi sentimento, non è che l’ennesima pugnalata al tuo cuore.
E non sei sicuro di poter reggere un altro colpo.
Non più.
Rivedrai mai più quella luce che, dal primo momento in cui hai messo piede nella Radura, ti ha indicato la retta via?
Non lo sai, e la cosa è insopportabile.
Sei sempre stato un ragazzo a cui piaceva avere tutto sotto controllo.
Un po’ come lui.
Lui con le sue regole rigide e i suoi rimproveri inflessibili.
Gli stessi rimproveri che, però, a te risparmiava; perché tu eri il suo braccio destro.
Ma non solo.
Tu eri anche il fratellino a cui lui si provvedeva di insegnare come diventare un adulto.
Ricordi ancora quando, dandoti una severa pacca sulla spalla, ti mise in mano della legna, ordinandoti di accendere un fuoco.
Eri ancora un ragazzino, e non avevi idea di come si facesse, ma Alby contava sul fatto che ce l’avresti fatta.
E infatti fu così.
Tu accendesti quel fuoco.
Eppure non lo facesti per te.
No. Lo facesti con il solo scopo di vedere quella tenue luce infiammare i suoi occhi.
La luce dell’orgoglio.
La stessa luce che si rispecchia negli occhi di un padre che ammira il figlio.
Perché forse non ricordi più i tuoi veri genitori, ma ti ricorderai di lui.
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Storia partecipante al contest a turni "Un personaggio – cinque relazioni” indetto da rhys89 sul forum di EFP.
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