31/10/2015
1 recensioniSolitamente odiava il sapore di quel liquido denso, rosso e ferroso ma in quel momento gli sembrava gustoso, come poteva esserlo una cioccolata calda.
Davanti a sé, cinque corpi.
Quando gli era stato affidato quell'incarico era stato un attimo riluttante, infondo quei ragazzi erano stati importanti nella sua vita, nella sua infanzia.
Era buffo, lui, Nagisa Hazuki, era stato scelto per uccidere quei cinque ragazzi, come lui, nemmeno maggiorenni, senza un apparente motivo.
Anche se forse, una ragione c'era.
Aveva chiuso le porte alla sua infanzia, abbandonato in mezzo a quella strada un ragazzino vivace e con tanta voglia di vivere, per dare il benvenuto a qualcuno di più forte, senza paura di uccidere, senza più il minimo rimorso.
Se ne rendeva conto solo in quel momento, quanto gli fossero pesati tutti quei corpi esanimi.
Aveva iniziato con le sorelle, le morti più spettacolari.
Le aveva vestite con i migliori abiti nei loro armadi, aveva passato il sangue sulle loro labbra pallide, come se fossero rossetto.
Le rese belle, come delle bambole.
Poi i genitori, che non avevano mai detto alle sorelle di smetterla di usarlo come un giocattolo.
A quel punto iniziò la sua "carriera", tanti volti iniziarono a passargli davanti agli occhi.
Aveva ucciso Midori, la ragazza che tanto aveva amato.
Makoto, Haruka, Rei, Rin e Gou erano l'ultimo collegamento con la sua vecchia vita, con la sua umanità.
E ora sarebbero stati il primo collegamento con il nuovo sé, non era più Nagisa Hazuki.
Nagisa, nome femminile, raggio di luce.
Quando era piccolo gli piaceva, era un nome innocente come lui, ma in quel momento, in quel momento lui era l'opposto.
Si alzò ghignando e si diresse verso la sua nuova casa, libero dal peso degli omicidi compiuti.
Il giorno dopo furono trovati quattro ragazzi e una ragazza, morti in un vicolo.
Erano seduti uno affianco all'altro, tra le mani di ognuno una stella marina.
Sulla guancia della ragazza una stellina era stata disegnata con il sangue, su quelle dei ragazzi delle lettere latine, che formavano il nome Yami.