Bloody Mary
Sono Bloody Mary.
La leggenda narra anche che se a mezzanotte in punto fai
tre giri su te stesso davanti allo specchio con una candela nella mano
destra e
una nella mano sinistra invocando tre volte:"Bloody Mary" io
apparirò
nello specchio e quando mi guarderai negli occhi ti farò
sanguinare le unghie e
ti condannerò al dolore e alla sofferenza facendo terminare
la tua vita nello
stesso modo in cui è finita la mia!
La mia fine è consistita nell’essere sepolta viva
e grattare
la bara fino a farmi andare a sangue le mani, ma questo tizio sembra
non
saperlo.
È un biondino con un piercing (si chiamano così?)
all’occhio
e gli orecchini, sta gridando il mio nome gridando che vuole una
ragazza, forse
si confonde con qualcun altro o gli hanno raccontato male la mia storia.
Beh, peggio per lui. Per me non è altro che
un’altra
stupida vittima incauta che probabilmente non credeva nemmeno alla mia
esistenza
Il problema è che quando finisce invece di apparire nello
specchio, sento uno strattone all’altezza della vita e mi
ritrovo nel mondo
reale, dopo secoli di prigionia.
Non ci posso credere, cosa è successo?
Sono confusa.
Io urlo, lui urla.
“Tu…Tu… Sei uscita!”
“Eh, già! Non chiedermi come, ma è
così. Sembra che ti debba trovare una
ragazza se voglio tornare nello specchio a far sanguinare le
mani.”
“Cazzo di hobby hai?”
“Parla in modo appropriato a una ragazza, scostumato!
E presentati, chi sei?”
“Michael Clifford, chitarrista dei 5 Seconds of Summer, una
band popolare.”
“Oh, bene. Signor Clifford, cosa vuole da me?”
“Che mi aiuti a trovare una ragazza e dammi del tu, non
ho ottanta anni.”
“Va bene. Che compito bizzarro mi è toccato in
sorte.
Cosa è questo rumore?”
“Una festa, c’è una festa per
Halloween.”
E lì capisco, ogni duecento anni posso uscire ed esaurire
un desiderio!
“Ho capito, Michael! Ogni duecento anni posso uscire ed
esaudire un desiderio.
Forza, andiamo! Se vi è una festa, vi sono anche
fanciulle.”
Scendiamo insieme, lui sembra più pallido di come era
prima di evocarmi e non posso biasimarlo: le mie mani sono rosse di
sangue, il
mio vestitino bianco è macchiato di sangue e i miei capelli
sono diventati
rosso sangue anche loro. Sono quello che si definisce un mostro.
La stanza è piena di persone disgustosamente ubriache e
io storco il naso, non abituata all’odore
dell’alcool, a casa mia erano tutti
astemi.
Mi guardo attorno e noto una ragazza dai corti capelli
biondi che sembra un uomo, poi guardo Michael.
“Cosa ne dici di quella?”
Lui scuote la testa.
“No, è Halsey. È nel pieno del suo
periodo lesbico, lasciala
perdere.”
Io inorridisco, ai miei tempi gli invertiti venivano puniti a dovere,
che razza
di mondo è questo?
“Sì, lasciamola perdere.”
Usciamo e in giardino c’è altra gente ubriaca, lui
si dirige verso tre ragazzi
che immagino siano i suoi amici: un ragazzo biondo con una leggera
barba e un
anello al labbro, un ragazzo dai capelli color miele e uno dai capelli
e occhi
scuri, pieno di tatuaggi e dai tratti asiatici.
“Chi sono?”
“Puoi comunicare telepaticamente?”
“Solo con te.”
“Loro sono Luke, il bondino con il piercing; Ashton il
ragazzo dai capelli biondo miele e poi c’è Calum,
quello che sembra asiatico.
Non lo è e si arrabbia se li chiami cinese, è
neozelandese.”
“Ehi, amico!”
Ashton gli batte una pacca sulla schiena.
“È apparsa Bloody Mary?”
“No.”
“Te lo dicevo che era una cazzata.”
Io ringhio a questo zotico – detesto chi non crede alla mia
esistenza, è come
se mi uccidessero un’altra volta – e
Michael se ne accorge e cerca di calmarmi con uno sguardo da cucciolo.
E ci
riesce, dannazione! Per placare la mia rabbia mi guardo attorno e noto
tre
ragazze: una rossa, una bionda e una mora.
Torno dal mio protetto e gliele indico.
“Nia, la rossa, è fidanzata, ma le altre sono
libere.
Rena, la ragazza dai capelli neri non è male.”
“Allora corteggiala e falla innamorare, così posso
tornare nel mio specchio, questo mondo non mi piace.”
“Immaginavo.”
Lui si dirige verso il trio.
“Ciao, ragazze! Vi state divertendo?”
“Sì.”
Risponde la bionda.
“Mike, nascondimi. C’è quella Halsey in
caccia e mi ha
puntato.”
Aggiunge poi in tono spaventato, tentando di ripararsi dietro al corpo
del mio
protetto. Visto che non posso uccidere, ma mi voglio divertire lo
stesso, faccio
volare la tizia in una piscina.
“Ma come ha fatto? Ha inciampato
nell’aria?”
Chiede Nia e la bionda annuisce, leggendo nella mente di Michael scopro
che si
chiama Miranda.
“Immagino di sì o in qualche spirito. È
Halloween, no?”
Ridono tutte.
“Fai un complimento a Rena.”
“Ehi, Rena! Ma stai benissimo!”
Dice in tono ispirato e arrossendo leggermente.
Alle ragazze non sfuggono questi piccoli particolari e
lei capisce subito i sentimenti di Michael e la sua bocca diventa una O
sorpresa.
“Mickey, mi spiace, ma a me piace Calum.”
Oh.
Il chitarrista rimane senza fiato.
“Oddio, scusa! Non lo sapevo, fai come se non ti avessi
detto niente.
Che imbarazzo! Scusa, scusa.”
“Tutto a posto.”
Gli sorride lei, comprensiva e leggermente rossa per
l’imbarazzo.
“Non lo sapevi.”
“E Cal, lo sa?”
“Macché, no! Quello scemo ha una cotta per quella
cosa,
Halsey, e non sa come gestirla. Quella cosa sta sempre tra i
piedi.”
“Io me ne vado, è uscita dalla piscina. Ci si
sente
domani.
Buona fortuna, Mickey! Troverai quella giusta.”
Miranda si allontana a grandi passi, uscendo poi da un
cancellino
“Sì, grazie a un miracolo, forse.”
Borbotta lui e la tizia che ho fatto volare in piscina si
attacca a lui, pochi minuti dopo.
“Dove è Miranda?”
“Andata a casa.”
“Merda, me la volevo scopare.
Mike, non è che ci facciamo una scopata?”
Che impudente! Io stringo i pugni.
“No, non mi va di essere il tuo tappabuchi, fatti
Cal.”
Risponde scazzato.
“Non mi piacciono i cinesi e amo quando fai il gay.”
Lui fa che?
La spedisco di nuovo in piscina e solo le preghiere di
Mike mi impediscono di annegarla e liberare il genere umano da tale
piaga.
“Non voglio più vederla e nemmeno tu! È
solo una
sgualdrina impudente!”
Urlo io non appena siamo soli e quei debosciati se ne
sono andati.
“È questa la vita moderna? Alcool e
promiscuità?
Mio padre si rivolterebbe nella tomba e io non voglio
vivere qui, voglio tornare nel mio specchio, quindi finiamo questa
farsa alla
svelta.”
“Va bene.”
Se ne va a letto con un’aria triste e malata, forse dovrei
consolarlo, ma io
sono uno spirito maligno, non un angelo. Ammetto però di
essere stata troppo
brusca con lui e decido di mettere a posto questo porcile per farmi
perdonare, i
giovani moderni sono disgustosi.
“Piccoli stronzi depravati, da ammazzare uno ad uno, che
sarebbe il mio lavoro, se non dovessi fare il cupido per la maledizione
di
Halloween.”
Borbotto io.
Il giorno dopo andiamo in un altro simbolo della
modernità: i grandi magazzini.
Ovviamente, prima Michael ha sentito i suoi amici, come
se non fosse sicuro di fare qualcosa senza la loro approvazione: dove
sono
finiti gli uomini di una volta?
Quelli che sapevano prendere una decisione senza
consultarsi con i loro compari?
“Michael, non andrai mai da nessuna parte se continui a
vivere consultandoti sempre con loro.”
Dico aspra.
“Lo so, ma senza di loro mi sento perso.
“E ti definisci uomo! Abbi il coraggio delle tue
azioni.”
Lui non dice nulla, credo di non piacergli
particolarmente, ma non posso fare nulla: io sono uno spirito
assassino,
comprendere le mie vittime non è nella mia natura.
Arriviamo al centro commerciale e diamo un’occhiata in
giro, noto un paio di bionde e di more, ma lui le scarta a priori.
È un uomo
dai gusti difficili o non avrebbe evocato me.
Alla fine vedo una ragazza dai capelli verdi lunghi fino
alle spalle e gliela indico, lui alza una mano e la saluta, lei si
avvicina
sorridendo.
“Ciao, Mickey.”
“Ciao, Jenna.
Che ci fai qui?”
“Cazzeggio, ti va un gelato?”
“Sì, perché no?
Ti stanno bene i tuoi nuovi capelli.”
“Grazie mille. Mi piace questo verde, è
così positivo.
E tu come mai sei biondo?”
“Mancanza di idee, non so di che colore tingermeli e poi le
fan mi danno sempre
consigli come “Torna verde o rosso.” E mi
confondono le idee.”
Io sospiro e alzo gli occhi al cielo, ma non dico nulla.
I due si dirigono verso una gelateria e prendono un
gelato parlando delle loro band, a quanto lei è eccitata per
la registrazione
del nuovo album e lui per l’uscita del suo.
Parlano e parlano e io sento che il mio compito qui sta
finendo.
“Ehy, usciresti a cena con me stasera?”
Azzarda lui.
“Sì, mi piacerebbe. Oggi è il mio
giorno libero, allora a
stasera alla tua man cave?”
“Sì, a stasera.”
Quando lei se ne va gli sorrido.
“Ah, vedo che hai trovato la fanciulla dei tuoi
sogni.”
“Jenna mi piace in effetti e spero che stasera vada bene.
Lei è più grande di me di tre anni e non vorrei
fare la
figura del pivello.”
“Sono certa che non accadrà, questo è
il momento di parlare con i tuoi amici e
ricevere consigli.”
“Li avrei chiamati comunque.”
“Lo sapevo.”
Dico leggermente beffarda.
Gironzoliamo ancora un po’ nel centro e lui si compra un paio
di magliette, di
jeans e persino di mutande. Oh! Che imbarazzo!
“Non mi dire che ti mettono a disagio due boxer.”
“Sono pur sempre una ragazza dell’Ottocento, signor
Clifford!”
Lui ride.
“Uno spirito assassino pudico.”
“Vuole volare come la sua amica Haley?”
“Halsey. No, non ci tengo. Stasera devo uscire con Jenna,
ricordi?”
“Perfettamente, perciò le consiglio di essere
prudente nei suoi comportamenti.”
Torniamo a casa e il suo telefono portatile suona, è il suo
amico Ashton e
parlano per delle ore dell’appuntamento, a quanto pare il
maggiore lo riempie
di consigli fraterni e premurosi.
Poi è il turno del cinese che gli dice delle cose che mi
scandalizzano profondamente, come convincere Jenna a venire a letto con
lui.
Luke invece gli dice semplicemente di essere sé stesso e
vedere come vanno le cose e mi sembra il consiglio più
sensato che io abbia
sentito da tre ore a questa parte.
In ogni caso alle sei Mike si lava, profuma, indossa dei
jeans neri aderenti, una maglia dello stesso colore e degli anfibi. Nel
complesso sta molto bene.
“Ottima scelta, approvo.”
Gli sussurro all’orecchio facendolo spaventare.
“Oh, Mary! Mi hai fatto spaventare!
Non mi hai spiato nudo, vero?”
“Io non mi comporto in modo così da sgualdrina,
come
osi?”
“Scusa, scusa! Non uccidermi.”
“No, devi andare al tuo appuntamento, dopo ci
penserò.”
Lui sbianca.
“Scherzo.”
“Per fortuna, non voglio morire giovane.”
“Nemmeno io volevo, ma mio padre mi ha seppellita
viva!”
“Mi dispiace.”
“Credeva fossi indemoniata, mia madre ha provato a salvarmi,
ma è stato tutto
inutile! Devono pagare, qualcuno deve pagare per ciò che mi
è stato fatto.”
Il suono del campanello risparmia a Michael l’obbligo di una
penosa risposta.
Nessuno sa come consolare uno spirito omicida e dopotutto non
è quello che mi
aspetto succeda.
“Beh, io vado.
Ciao.”
Mi saluta incerto prima di uscire.
Appena è fuori tiro un sospiro di sollievo e mi godo
l’appartamento vuoto stando sdraiata sul divano o sul suo
letto impregnato del
suo odore. Sa di muschio e miele e di qualcosa di più
pungente e mascolino. In
duecento anni è il primo odore maschile che mi piaccia e che
mi calmi in
qualche modo.
È una sensazione strana, all’altezza del mio
stomaco
sento dei brividi piacevoli, forse sono quelle che mia sorella maggiore
chiamava farfalle nello stomaco.
Lei diceva che si sentivano solo quando qualcuno ti
piaceva, ma a me non può piacere lui. Io sono uno spirito,
lui è vivo.
Io sono una pazza sanguinaria, lui un bravo ragazzo.
Non può esserci una coppia peggio assortita di noi,
eppure le farfalle non se ne vanno e nemmeno la sensazione di benessere.
È curioso come mi senta più a casa qui, in un
appartamento disordinato, che nella casa in cui ho abitato da viva.
“Hai un buon odore, Michael. Spero che Jenna ti tratti
bene.”
Dal secondo piano volo al primo e mi sdraio di nuovo sul
divano ed è lì che mi trova Michael quando torna,
ha un’aria allegra che non mi
piace per niente.
“Cosa è successo?
L’appuntamento è andato bene?”
“È stato praticamente perfetto, ci siamo anche
baciati.
Mi ha invitato fuori per domani sera e tutto grazie a te,
Mary.”
Io non gli rispondo e lo guardo andare via imbambolata.
Dovrei essere felice che lui abbia trovato una brava
ragazza, ma non è così. Una piccola parte di me
stessa aveva iniziato a
considerare Michael mio ed è questa parte che non vuole
cederlo alla mia
rivale, anche se questo significherebbe tornare presto nella mia amata
oscurità.
Per la prima volta non voglio tornare lì, voglio stare
qui e stare con il primo umano che non mi ha disgustata, ma lui si sta
innamorando di quella Jenna.
Sono arrabbiata e sto per perdere il controllo, stringo i
pugni e cerco di ricordarmi il discorso che mi sono fatta prima che
arrivasse,
ma sento solo una sorda rabbia che pulsa nelle mie ex vene.
Non voglio che
quei due finiscano insieme, Michael è mio!
Sono sempre stata impulsiva, anche da viva, e quindi mi precipito a
casa di
Jenna e la guardo dormire serena. Potrei ucciderla qui e ora e seguire
le mie
naturali inclinazioni, ma questo le darebbe un posto speciale nel cuore
di
Michael ed è l’ultima cosa che voglio.
Con un gesto rapido i suoi bei capelli spariscono e lei
rimane con una cortissima zazzera verdina, che spero lui trovi
repellente.
Soddisfatta del mio lavoro torno a casa mia e mi sdraio –
per modo di dire – sul divano di Mike, annusando a pieni
polmoni il suo odore.
Il giorno dopo non riesco a sopportare la sua aria
soddisfatta e non rispondo quando mi chiama, rintanandomi nello
sgabuzzino
delle scope, il luogo più oscuro e polveroso che sono
riuscita a trovare.
Alla sera lo sento uscire e lo immagino bellissimo come
ieri sera, con quello sguardo da cucciolo e il sorriso per cui varrebbe
la pena
morire se non fossi già morta.
Esco dallo sgabuzzino e mi butto sul suo letto, con le
viscere strette in una morsa feroce chiamata gelosia. Non voglio che
stia con
quella ragazza, voglio che il suo appuntamento vada male, che Jenna
faccia
qualcosa di stupido o semplicemente che lui si renda conto che non
è lei che
vuole.
E dopo?
Come farei a dirgli del mio amore?
Suona impossibile alle mie orecchie, lui non mi
crederebbe e poi sarebbe comunque non destinato a durare, non posso
sabotare
ogni singola ragazza che incontra.
Deve esserci un modo per risolvere questa cosa, solo che
non mi viene in mente e le mie viscere continuano a essere stritolate e
il mio
ex cuore a sanguinare.
Non ho mai desiderato un ragazzo così tanto in vita mia
ed è buffo che accada quando sono morta.
Buffo in modo tragico, come quelle risate isteriche che
ti salgono quando qualcosa di brutto accade e non è ancora
il momento per le
lacrime.
All’improvviso sento la porta di casa aprirsi.
“Com’è andata?”
Gli chiedo un po’ fredda.
“Bene, solo che quando ci siamo baciati mi sono accorto
di una cosa.”
“Cosa?”
“Mi piace un’altra ragazza.”
Il mio cuore si spacca in tanti piccoli pezzi, ma devo
fare finta di niente. Non voglio essere scoperta, sarebbe tremendamente
imbarazzate e non in linea con l’immagine del fantasma
sanguinario.
“Non potevi dirmelo prima?
Mi avresti evitato un sacco di impicci!”
Lui mi rivolge un sorriso triste che mi fa sanguinare
dentro un altro po’.
“Il problema è che sei tu, Mary.”
“Oh.”
Mi accascio sul divano, il mio cuore magicamente tornato
a posto.
“Non puoi amarmi, sono uno spirito.”
“Lo so.”
“Sono un’assassina.”
“So anche questo.”
“Sparirò a mezzanotte.”
“Non te lo permetterò.”
Due grosse lacrime solcano le mie guance.
“Mary, Mary! Cosa c’è?”
Si siede accanto a me.
“Il problema è che anche tu mi piaci, sei il primo
essere
umano che non voglio uccidere in duecento anni, ma non posso stare con
te.
Non ho un corpo.”
Lui mi abbraccia e rabbrividisce.
“In qualche modo faremo.”
“Non ti faccio schifo?”
“No, sai di un odore dolciastro e pungente, come di
ferro.”
“È sangue, Mike.
Io so di sangue, quello delle mie vittime e anche tu lo
saresti stato se non mi avessi evocato in un giorno particolare in cui
devo
esaudire i desideri invece di uccidere.”
“Vedi, era destino.”
“Mettiamola così, ma non possiamo stare
insieme.”
“Io ti amo e tu?”
Io mi torturo le mani.
“Sì, ti amo.”
Lui mi bacia delicatamente mentre svanisco e torno nelle
tenebre in cui vivo di solito. All’improvviso mi sembrano
gravose e opprimenti,
voglio tornare da Mike.
Inizio a battere i pugni come se fossero una parete
solida e a urlare. Mi sembra di essere tornata a quando mi avevano
chiuso nella
bara e non potevo uscire e mi sono spellata le mani nel tentativo.
Casa mia non è più qui, è
dall’altra parte adesso.
Voglio tornare da Mike!
Inizio a urlarlo e poi invoco Dio.
Un Dio in cui ho creduto poco e nel cui nome sono stata
uccisa.
Non mi importa, posso farci pace dopo duecento anni di
ostilità, basta che mi aiuti.
Sono disposta a tutto, anche a rinnegare la mia natura.
Una luce appare nell’oscurità
all’improvviso e io la
guardo stupita.
“Bloody Mary?”
“Sono io. Chi sei tu?”
“Sono Dio, Bloody Mary.
Perché mi chiami dalle tenebre in cui vivi?”
“Io voglio tornare sulla Terra, voglio tornare da
Michael.”
“Chi è Michael?”
Mi chiede la voce profonda e saggia.
“Il ragazzo che mi ha evocata ad Halloween e di cui ho
esaurito il desiderio. Lui mi ama, io lo amo, posso tornare da
lui?”
“Mi chiedi un grosso favore e non posso esaurirlo senza
una rinuncia a qualcosa da parte tua.”
“Sono pronta a rinunciare a qualsiasi cosa.”
Rispondo prontamente, asciugandomi le lacrime che non mi
ero accorta di aver versato.
“Non dovrai più uccidere, Mary.”
Uccidere è la seconda cosa che mi piace di più,
dopo
Mike. Rinunciare non sarà facile, ma voglio farlo e lo
farò.
“Va bene.”
Una luce mi avvolge e vengo spinta via dalle tenebre per
ritrovarmi sul divano di uno scioccato Mike.
“Tu sei tornata.”
“Sì, e ho rinunciato a uccidere per te
perché ti amo,
Michael Clifford.
Tu mi ami?”
“Ti amo, Mary! Sei bellissima con questo nuovo
corpo.”
“Come è?”
Lui mi porta davanti a uno specchio e io vedo una ragazza
dai capelli rosso sangue, raccolti in un coda alta, dagli occhi azzurri
leggermente truccati di nero.
“Wow!”
“Esattamente quello che penso io.”
All’improvviso la porta di casa di Michael si spalanca ed
entra Halsey.
Ancora lei? Ma mi perseguita?
“Miky, scopiamo? Non sono riuscita a trovare nessuno
che…”
“Tu non scopi con il mio uomo!”
Ringhio io, la sua bocca diventa una O perfetta.
“Togliti dai piedi, rossa.”
"Togliti dai piedi tu!”
Con un gesto della mano la spingo fuori dalla porta e
chiudo l’uscio a chiave, lei batte contro la porta, io ghigno.
“Hai detto che non avresti più ucciso!”
“Ma ho ancora i miei poteri.”
Ghigno di nuovo.
“Potresti farmi un favore?”
Chiedo a Michael.
“Baciami, per favore.”
Lui annuisce e appoggia le sue labbra sulle mie e poi
chiede l’accesso con la lingua.
Accesso accordato.
Per baci come questi, per un amore come questo vale la
pena non uccidere.
Michael è meglio di qualsiasi omicidio!!
Questa è Bloody Mary dopo la trasformazione.