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Autore: Daril    18/08/2003    1 recensioni
I pensieri di Asuka non mostrati nella nella serie in un momento per lei molto importante.
Genere: Dark, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Asuka Soryou Langley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paura di vivere

Autore: Daril

Com'è strana la vita.
Molte cose che non si immagina neppure lontanamente possano accadere spesso si realizzano, quasi a voler distruggere volontariamente le fondamenta delle nostre convinzioni che faticosamente ci siamo costruiti nel corso degli anni.
E' dura per chi, come me, fa di tutto per sembrare superiore agli altri, nel vano tentativo di convincere se stessa che non c'è bisogno di null'altro all'infuori dell'approvazione del prossimo, per poi rendersi miseramente conto di quanto tutto ciò impedisca di manifestare, una volta che se ne ha la volontà reale, i propri sentimenti che emergono inaspettatamente.
Osservo tra le mie mani il bicchiere dal quale timorosamente prendo a piccoli sorsi un po' d'acqua ogni tanto. I miei pensieri si perdono nelle increspature del liquido, come se questo possa dar loro un qualche inatteso ordine.
Non penso di poter sopportare ancora allungo questa situazione: i dubbi mi assalgono, mi tormentano, è quasi come se tentassero di fuoriuscire da me facendomi esplodere dall'interno.
Non posso esprimermi apertamente; se lo facessi tutto quello per cui sono vissuta si distruggerebbe all'istante, lasciando il mio stesso animo indifeso, nudo in balia di chiunque voglia approfittarne.
Non voglio.
NON VOGLIO.
NON VOGLIO CHE TUTTO CIÒ ACCADA PROPRIO A ME!!!
"Asuka?… Ti senti bene?"
La sua voce, calma e gentile come al solito, mi desta dal mio torpore. Rimango attonita quando, osservando l'orologio sul muro, mi rendo conto del tempo trascorso: un'ora intera passata a torturarmi, nel vano tentativo di trovare un qualche genere di soluzione alla mia tormentata vita.
Lui è alle mie spalle. Non mi volto subito. Ho paura. Ho paura di incrociare il suo sguardo. Per la prima volta in tutta la mia esistenza ho paura di qualcosa.
"Ti senti bene?"
Il tono di voce è lo stesso di poco fa; cosa che rende tutto più difficile.
Facendo uno sforzo enorme, raccolgo le energie rimastemi. Di scatto mi volto mostrandogli uno sguardo arrabbiato e scocciato allo stesso tempo, del tutto diverso da quello di pochi secondi prima.
"Cosa c'è stupido!? Ora non sono neanche più libera di bere per i fatti miei?"
Mentre dico queste parole mi rendo perfettamente conto che l'unica stupida sono io.
Non sono minimamente in grado di manifestare i miei sentimenti. Mi chiedo, con orrore se sia davvero un essere umano.
"Scusami."
Come al solito è questa l'unica parola che è in grado di dirmi. Anche prima, come ha fatto a non arrabbiarsi nonostante quello che ho fatto. E' una cosa che non sopporto né tanto meno riesco a capire.
Non posso più stare qui, seduta di frante a lui. Mi alzo e gli passo davanti con finta aria di superiorità per andare nella mia stanza. Chiudo la porta alle mie spalle e mi dirigo verso il letto. Mi ci fermo davanti e lo fisso… che strano, in un momento come questo mi ritorna in mente la mia prima notte a casa di Misato, quando ho dormito su quell'odiosissimo 'letto giapponese' per la prima volta. Ricordo che, essendo dovuta restare da sola con Shinji, lo alzai senza difficoltà e mi chiusi nello stanzino, ma non prima di aver apostrofato quello stupido in malo modo. Già allora provavo questi stessi sentimenti di adesso, solo che non sapevo ancora comprenderli a pieno. Probabilmente speravo inconsciamente che Shinji venisse a trovarmi quella sera, che venisse a darmi, dormendomi accanto, quella dolcezza che mi è sempre mancata.
Riesco faticosamente ad uscire dai miei pensieri e mi sdraio sul letto affondando quanto più è possibile il viso nel cuscino. E' una sensazione piacevole, riesco a liberare per qualche minuto la mente dai pensieri, ma purtroppo non dura. Percepisco fuori dalla stanza i suoi passi; probabilmente pensa di avermi offesa in qualche modo e ora non sa cosa fare. Mi dispiace.
E dire che tutto questo è cominciato appena qualche ora fa… quando l'ho baciato.
Non capisco che cosa mi è preso. Ora sono sicura che le mie prime intenzioni non fossero solo mirate a passare il tempo. Quell'attimo… in quell'attimo ha sentito qualcosa. Ma non potevo, proprio non potevo farglielo capire. È per questo che sono corsa in bagno comportandomi in quel modo riprovevole. Spero solo, adesso, che lui abbia compreso.
Mi sta venendo un dolore al collo, sono costretta a girarmi su di un fianco.
La posizione più naturale mi fa venire sonno.
Proprio pochi istanti prima che i miei occhi si chiudano definitivamente, un rumore mi disturba. La voce che sento riesce a farmi passare la tristezza. È il signor Kagi che parla con Shinji.
Mi alzo di scatto per andare a salutarlo e per tentare di trattenerlo un po'. Parlare con lui mi solleverà senz'altro.
Resto distrutta nel sentirgli sul vestito l'inconfondibile profumo di Misato. Ora comprendo come non abbia più neppure lui.
La voce di Shinji mi desta nuovamente dai miei pensieri, ma io non ho proprio voglia di vederlo. Gli rispondo come al solito e mi chiudo, sbattendo la porta, nella mia stanza.
Senza neanche che me ne renda conto mi ritrovo nuovamente sul letto.
Chiudo gli occhi.
Stavolta non c'è nessun rumore a disturbarmi.

FINE.

Vi chiedo di essere clementi. Questa è la mia prima ff ed all'inizio doveva solo essere un modo di verificare se fossi in grado di scrivere una storia che non fosse ripugnante. Inoltre tenete conto che sto sotto esame e che quindi non ho avuto molto tempo da dedicarle.

  
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