~~-Di nuovo? Lindsay non voglio trasferirmi di nuovo  – Dissi esasperata
-E sentiamo cosa vorresti? – disse lei con le braccia incrociate
-Voglio andarmene da questo posto di merda! – urlai.
-Questo posto di merda come lo chiami te si chiama riformatorio, e non è colpa di nessuno se ci sei finita dentro, se non tua. Il giudice ha deciso di aiutarti. –disse guardandomi negli occhi.
-Ha deciso di aiutarmi? Non lo definirei aiutarmi mandandomi in una città che non conosco, in una scuola che conosco e a casa di persone che non conosco per la millessima volta.- dissi arrabbiata
-Non è così. Non stavolta almeno. Dopo la tua… crisi il giudice ha deciso di mandarti da Paul Higgins. – disse tranquilla
-Mi prendi per il culo vero?! –dissi incredula
-Potresti moderare il linguaggio? E chiudi quella bocca, hai sentito benissimo andrai..-Non le feci neanche finire la frase che mi precipitai ad abbracciarla.- Non festeggiare troppo, le regole sono sempre valide: non puoi chiamare, e soprattutto vedere, tuo zio, i tuoi amici o qualsiasi persona che facesse parte della tua vita intesi? Ora vai a preparare la valigia, domani devi partire – disse severamente
-I.. io pensavo che.. –dissi balbettando
-Mi dispiace Niky ma le regole sono sempre le stesse, niente contatti con la tua vecchia vita fino a quando non avrai compiuto 18 anni a parte Paul altrimenti sarai rispedita qui. Intesi?-
-Si- dissi con un filo di voce.
 Mi chiusi in quelle quattro mura, che io chiamavo camera, e mi buttai sul letto. “Starai da Paul ma niente collegamenti con la tua vecchia vita” “È solo colpa tua”. Finalmente questo incubo stava finendo, o almeno in parte. Niente più affidamenti, niente nuove famiglie che fingono che tu gli piaccia, niente più persone che fingevano di starti vicina o di volerti capire, e non avrei rivisto neanche più questo schifo di posto. Quella donna aveva ragione, era solo colpa mia se la mia piramide era caduta pezzo per pezzo, la stessa piramide che avevo costruito durante la mia vita. Ma adesso avrei rivisto Paul dopo un anno e mezzo e almeno un pezzo sarebbe tornato al suo posto e niente mi rendeva più felice. Ripensai ai momenti che avevo passato con quell’uomo mentre ripreparavo la valigia, per la centesima volta, e per la prima volta dopo quasi due anni mi addormentai con il sorriso sulle labbra.