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Autore: Ambros    01/11/2015    2 recensioni
Dal testo:
-Ora che hai lo stomaco pieno ti è venuta in mente qualche idea geniale per farci uscire da qui?- gli chiede, allungando un braccio per estrarre un biscotto a forma di gatto.
Blaine si picchietta il mento con l'indice mentre finisce di masticare: -Siamo chiusi qui dentro. Senza campo. Non ci sono finestre aperte.-, scrolla le spalle: -Potremmo rompere un vetro.-
Kurt lascia andare una risata secca e incredula: -La mia fedina penale mi piace pulita.-
Blaine gli affonda un gomito nel fianco: -Sei sicuro che non sia già macchiata da qualche omicidio?-
Kurt gli rivolge un sorriso zuccheroso allontanandogli il braccio con una mano: -Potrebbe, dopo stasera.-
Genere: Comico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Mercedes Jones | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera zuccottini *w*
E buon Halloween in ritardo!
Volevo riuscire a finire la storia ieri e pubblicarla in tempo, ma gnende da fare. *sig*
Comunqueh.
Non vi farò la mia solita tiritera su quanto poco la storia mi convinca e bla bla bla perché poi vi annoio, però sapevateloh perché AIUTO COSA STO PUBBLICANDO. Ma okay.
Grazie a Giusy, Zeppolah e Fravah per aver letto e supportatoh.
Dolcetti di Halloween a tutti!
*lancia caramelle*
Fatemi sapereh!


 

Trick or trick?
 

Kurt non odia il liceo.

Odiare il liceo è troppo scontato e banale e Kurt rientra già in troppi stereotipi senza che ne venga aggiunto un altro, quindi non odia il liceo.

Kurt odia i liceali. Odia l'incompetenza dei professori e la lentezza delle lezioni, odia l'apatia e l'ignoranza e odia Blaine Anderson.

Whoa.

Okay.

Forse non sono proprio sullo stesso livello, però Blaine Anderson sarebbe un buon candidato per il primo posto della Lista Delle Cose Più Odiate Da Kurt Hummel se tutti nel mondo fossero dotati di un cervello e di un manuale di istruzioni su come utilizzarlo.

(E questo suo modo di pensare non è il motivo per cui non ha amici, checché ne dica Mercedes.)

Il problema principale di Blaine Anderson è che non è un idiota. Anzi.

E' dotato di una testa sorprendentemente ben funzionante se si pensa che la stringe in un orribile caschetto rosso e la usa per fare frontali con altri giocatori di football almeno quattro volte a settimana.

No, il problema di Blaine Anderson è che si comporta come un idiota per confondersi con la massa e ogni giorno butta via almeno una decina di neuroni funzionanti stando attorno a persone del calibro di Azimio o Karofsky o Puck.

Un altro problema di Blaine Anderson è che è gay.

Non che Kurt sia omofobo, anzi.

Viva gli arcobaleni, gli unicorni e il glitter, è gay anche lui. Gay e fiero di esserlo. Gay e spinto contro gli armadietti con una media di tre volte al giorno perché non fa parte della squadra di football, lui, quindi, a quanto pare, è gay ma un po' più gay di Blaine Anderson.

Gay ma al di fuori della fascia di gay-aggine accettabile.

Questa forse è più gelosia mista a risentimento mista a disprezzo che odio, ma - semantica.

-Hummel!-

Kurt si riscuote con un piccolo salto sulla sedia, e lancia immediatamente una serie di occhiatacce fulminanti a chiunque abbia avuto la geniale idea di ridacchiare.

-Sì, signora Jenkins?- chiede con tono solo leggermente annoiato, adocchiando con discrezione le funzioni disegnate alla lavagna - cosa che avrebbe senso se sapesse almeno quale argomento stanno affrontando quel giorno.

-Mi sa dire qual è la risposta?- gli chiede lei con freddezza mentre lo scruta dall'alto in basso - solo perché Kurt è a sedere, altrimenti ci sarebbero quindici centimetri buoni di differenza tra di loro - attraverso i suoi occhiali trasparenti e sottili, che le mettono solo in risalto l'assurda rotondità delle guance.

Ovviamente Kurt non ha idea di quale sia la risposta. Non ha neanche idea di quale sia la domanda. In realtà, non sa neanche se ha già pranzato visto che il tempo in quell'edificio è scandito da un pendolo che oscilla costantemente tra la noia e la noia. O qualcosa del genere.

Sospira.

-Per caso potrebbe ripetere la domanda?-

Le guance perfettamente rotonde della signora Jenkins si colorano di rosso, e Kurt si prepara internamente ad una sfuriata di almeno cinque minuti in
cui gli verranno esposti in maniera piuttosto confusa i Sette O Otto Motivi Per Cui La Trigonometria E' Una Materia Importante E Affascinante - e i restanti due minuti di espressioni oltraggiate. Non che a Kurt sia capitato spesso.

-Detenzione oggi pomeriggio!-

La risata che stava cercando di sopprimere gli va di traverso. -Come?-

-Ha capito benissimo! Detenzione! E se fossi in lei non discuterei!-

Kurt richiude la bocca.

Fantastico.


*



-Ti sei fatto mettere in punizione per evitare il nostro pomeriggio di shopping?-

Kurt alza gli occhi al cielo: -Non sono così devoto all'arte della solitudine.-

Mercedes lo guarda storto mentre richiude l'armadietto: -Devi ammettere che ho i miei motivi per pensarlo.-

-Lo sai che non direi mai di no ad un pomeriggio al centro commerciale con te, 'Cedes.- Kurt si appoggia pesantemente contro un armadietto, -E' stata la Signora Jenkins, non so cosa le sia preso.-

Mercedes ridacchia: -Può darsi che abbia notato il tuo completo disinteresse durante le lezioni.-

-Può darsi.- risponde Kurt in un borbottio con espressione offesa.

-E' solo che mi dispiace.-, Mercedes sospira, -Magari visto che non ci vediamo oggi pomeriggio, stasera potresti venire alla fes- -

-Assolutamente no.-, Kurt la interrompe prima ancora che possa finire di pronunciare la parola e si allontana dagli armadietti con uno scatto delle gambe, -No. No, no, no.- canticchia mantenendo l'ultima o per qualche secondo mentre Mercedes lo guarda scuotendo la testa.

-Bell'acuto, finocchio.-

Kurt alza gli occhi al cielo e osserva da sopra la propria spalla la mandria di giocatori di football che camminano nella sua direzione ostentando con
orgoglio le loro giacche rosse fatte di un materiale simile al poliestere che evidentemente non può neanche essere avvicinato al detersivo.

Sta per rispondere quando sente le dita di Mercedes stringersi delicatamente attorno al proprio braccio come per trattenerlo, così si limita a mordersi la lingua alzando gli occhi al cielo e li lascia passare senza sprecare nemmeno un'occhiataccia che esprima il suo profondo disprezzo nei loro confronti.

(Nemmeno una per Blaine Anderson, che ha le sopracciglia aggrottate in un cipiglio e sta parlando con Sam Evans mentre lancia occhiate di disprezzo ai giocatori di fronte a lui.

E' che Kurt vive secondo la filosofia tieniti gli amici vicini, e i nemici ancora più vicini.)
 

*



Kurt fissa insistentemente l'orologio appeso alla parete e ha la vaga sensazione che il Coach stia facendo lo stesso.

(Kurt non ha mai imparato il suo nome per una questione di principio, ed è abbastanza sicuro che la situazione sia reciproca.)

I suoi occhi seguono attentamente gli scatti della lancetta dei secondi finché non la vede fermarsi sul numero dodici, la mano già stretta attorno alla tracolla; non fa nemmeno in tempo a sollevare il capo per un arrivederci che il Coach è già nel corridoio a tre metri dalla porta.

Kurt talvolta si chiede come certe cose trovino ancora il modo di sorprenderlo.

Sospira e si alza in piedi con dignità, facendosi scivolare la tracolla su una spalla - le sei. Stringe le labbra.

Aveva pianificato di comprare qualcosa per cena tornando dal centro commerciale, ma ormai ha solamente voglia di tornare a casa e raggomitolarsi sul divano con una tazza di tè. Grandi festeggiamenti per Halloween in casa Hummel. E pensare che aveva anche preparato i biscotti per Mercedes.

Si ferma di colpo nel corridoio e si colpisce la fronte con una mano.

I biscotti per Mercedes.

I biscotti per Mercedes che sono rimasti nel suo armadietto.

Impreca mentalmente e fa dietrofront, incamminandosi a passo di marcia verso il corridoio del proprio armadietto per recuperarli ed evitare che vadano inevitabilmente a male - senza contare che potrebbero essere un'ottima aggiunta alla sua patetica e solitaria cena di Halloween.

Inserisce la combinazione nel lucchetto con degli scatti veloci delle dita e apre l'anta dell'armadietto per recuperare il sacchetto di carta riposto accuratamente sopra i libri.

-Anche tu ancora qui?-

Per poco Kurt non batte una testata contro l'anta dell'armadietto nella furia di girarsi e assicurarsi di aver abbinato correttamente la voce alla persona - perché Blaine Anderson non ha assolutamente alcun motivo di parlargli, soprattutto non quando Kurt vuole solo tornare a casa.

-Così sembrerebbe.- risponde con tono lapidario, cercando di riacquisire quel po' di dignità che gli è rimasta e riponendo il sacchetto con i biscotti al sicuro dentro la tracolla.

-Come mai?-

Kurt si trattiene a stento dall'alzare gli occhi al cielo: -Detenzione.- risponde a labbra strette, richiudendo l'armadietto con uno stridio metallico che spera basti a mettere fine alla conversazione.

-Oh. Giusto. Trigonometria.-

Evidentemente non basta.

Blaine Anderson gli si affianca quando Kurt si dirige nuovamente verso l'uscita - non prova nemmeno ad accelerare per seminarlo perché, buongiorno, giocatore di football contro cacciatore di saldi.

Gli ricorda fastidiosamente un cucciolo di labrador in cerca di attenzione.

-Io avevo l'allenamento.-

Kurt si blocca nel bel mezzo del corridoio e si gira verso di lui. Prende un respiro profondo. (Purtroppo Blaine Anderson ha degli occhi appena passabili, quindi deve concentrarsi.) -Non prenderla sul personale, ma non mi interessa particolarmente.-

Le ridicole sopracciglia di Blaine Anderson si aggrottano in un cipiglio offeso, le sue labbra piene si piegano all'ingiù. Kurt cerca di non immaginarlo con le orecchie afflosciate.

-Stavo solo cercando di fare conversazione. Come si è soliti fare tra persone civilizzate.-

Kurt lascia andare una mezza risata secca e sarcastica che sembra quasi uno sbuffo: -Allora capisco perché tu stia avendo difficoltà.-

Blaine Anderson sembra sinceramente oltraggiato e spalanca gli occhi, la pelle ambrata delle sue guance si tinge di rosso, e per un attimo sembra sul punto di rovesciargli addosso qualche insulto sconosciuto al genere umano, ma alla fine richiude la bocca e respira a fondo: -Dimenticati che ci abbia provato.- gli dice con aria offesa, girandosi e percorrendo a passo di marcia gli ultimi metri che li separano dalla porta, senza dubbio per avere una degna uscita di scena.

Se non fosse per un piccolo intoppo che gli rovina i piani.

La porta è bloccata.
 

*



-Che vuol dire la porta è bloccata?!-

Kurt cerca onestamente di impedire alla propria voce di raggiungere le frequenze degli ultrasuoni, ma Blaine Anderson sta spingendo contro la porta da cinque minuti buoni, e, non per tirare conclusioni affrettate, ma non pensa che si aprirà nel giro di qualche secondo.

-Vuol dire che è bloccata, Kurt.- Blaine Anderson - forse comincerà a chiamarlo solo Blaine nella propria testa, tanto non lo saprà mai nessuno - si spinge di nuovo contro la porta usando tutto il proprio peso senza nessun risultato. -Non si apre.-

-Grazie per avermi insegnato il significato della parola bloccata, Anderson, mi sento illuminato dalla tua saggezza.-

Il nervosismo lo rende vagamente intollerante.

Blaine gli lancia un'occhiataccia e si allontana dalla porta massaggiandosi la spalla che ha usato per cercare di forzarla: -Possiamo usare la porta della palestra. Puoi venire con me- aggiunge con tono velenoso, avviandosi a passi ampi lungo il corridoio, -Se la mia presenza non ti disturba troppo. Altrimenti aspetta qui cinque minuti così sarai sicuro di non trovarti nel mio stesso edificio.-

-Hai provato a fare del sarcasmo, Anderson.- Kurt si avvia dietro di lui aggiustandosi la tracolla su una spalla, -E hai fallito miseramente.-
 

*



-Questa è tutta colpa tua e di quella tua squadra di cavie da laboratorio mancate che ti porti dietro!-

-Mia?! Pensi che mi sarei volontariamente rinchiuso a scuola con te la notte di Halloween?!-

Kurt si sente le guance in fiamme e non riesce neanche ad ascoltarlo con tutta la rabbia che gli sta risalendo la gola: -Che cos'è, la vostra grande idea di scherzo?! Rinchiudermi a scuola di notte?! Complimenti, davvero.-

-Non essere paranoico ...-

-Ah, certo!- Kurt solleva le braccia e se le lascia ricadere contro le cosce con uno schiocco, -Perché ero paranoico quando Azimio ha pensato che sarebbe stato divertente provare a chiudermi dentro un armadietto o buttare i miei libri nel cassonetto o mettermi della gomma da masticare tra i capelli. Devo proprio andare a chiedergli scusa.-

A Kurt tremano le mani, ha il sapore amaro del sarcasmo sulla lingua e non sarebbe contrario all'idea di usare una sedia pur di aprire quelle dannate porte.

Blaine lo guarda in silenzio con le labbra strette, come se si fosse trovato improvvisamente senza parole, le guance colorate di rosso dall'imbarazzo, e sembra stranamente piccolo. -Non.- si interrompe, deglutisce, -Non sapevo che lo facessero.-

Kurt lascia andare una risata secca e priva di entusiasmo che sembra far vibrare l'aria tesa che li circonda: -Certo.-

Blaine si acciglia: -Avevo detto loro di non farlo.- si passa la lingua sulle labbra, -O almeno. Ci ho provato.-

-Ovviamente.- commenta Kurt con tono sarcastico, recuperando il cellulare dalla tasca del giubbotto per mandare un messaggio a Mercedes. -Oh, ma per favore. Cos'è, uno scherzo?!-

-Che succede?- Blaine muove un passo in avanti con aria esitante.

-Non c'è campo!- esplode Kurt, trattenendosi a stento dal pestare i piedi, -Non so come abbiate fatto ma vi siete davvero superati stavolta!-

-Quante volte dovrò ripeterti che non ho niente a che fare con tutto questo?!-

-Giusto un'altra, Anderson, visto che sentire la tua voce in questo momento è evidentemente l'unica cosa che voglio.-

-Okay, sai cosa c'è?- tra le sopracciglia di Blaine si forma una minuscola piega, -Va' a quel paese.-

-Almeno sarò lontano da qui!- ribatte Kurt, voltandosi con aria testarda per non fissarlo mentre si allontana.

Non è uno dei suoi momenti migliori.
 

*



-Andiamo, andiamo ...- Kurt continua a mormorare fissando la piccola x rossa nell'angolo destro dello schermo del cellulare, -Perché non c'è campo.-

Si ferma nel bel mezzo del corridoio e prova ad alzare il braccio, lo schermo ancora rivolto verso il proprio viso, ma non ci sono cambiamenti; sbuffa lasciando ricadere il braccio.

Ed è in quel momento che si spengono tutte le luci.

Kurt chiude gli occhi e prende un respiro profondo: -Divertente, Anderson.- mormora con aria tetra, aumentando la luminosità dello schermo del cellulare per fare un po' di luce, -Molto divertente.-

-KURT!-

Solleva lo sguardo con uno scatto del capo, ruotando immediatamente il cellulare verso il corridoio alla sua sinistra.

-KURT!-

Per un attimo considera seriamente la possibilità di non rispondergli, ma la vena di panico nella voce di Blaine gli fa cambiare idea: -Sono qui.- risponde con aria vagamente annoiata.

Blaine compare dopo qualche secondo nella pozza di luce, il viso stranamente pallido e gli occhi spalancati: -Oh, grazie a dio.- mormora, accelerando
finché non lo raggiunge.

Kurt lo fissa con aria interrogativa.

-Cosa?- gli chiede Blaine, improvvisamente sulla difensiva.

Kurt inarca le sopracciglia: -Hai paura del buio?-

Blaine distoglie lo sguardo e borbotta qualcosa di incomprensibile.

-Come?-

-Mi terrorizza.- ripete senza sollevare lo sguardo, le guance che si colorano velocemente di rosso.

Kurt apre la bocca. La richiude. Sospira. -Come faccio a sapere che non lo stai dicendo solo per convincermi che non c'entri niente?-

Blaine lo guarda con aria incredula prima di scuotere la testa con espressione rassegnata, facendosi scivolare lo zaino via dalle spalle: -Puoi pensare quello che vuoi finché tieni quella luce accesa.-, si siede con la schiena poggiata agli armadietti e chiude gli occhi come se fosse esausto.

-Stai usando la psicologia inversa?-

Una risata incredula sfugge alle labbra di Blaine: -Mi sto sinceramente chiedendo come fai a sopravvivere fidandoti così poco degli altri.-

Kurt scrolla le spalle: -E' un'arte.-

-Non sembra un'arta allegra.- commenta Blaine aprendo pigramente gli occhi, -Non puoi sederti? Mi fai venire il torcicollo.-

-Prova a non guardarmi.- ribatte Kurt con aria distratta, sollevando di nuovo il cellulare per cercare campo.

Blaine sospira. -Non puoi ...- agita la mano destra verso di lui, -Rilassarti per due secondi?-

Kurt gli rivolge un'occhiata gelida: -Non so cosa ti fa pensare che io non sia rilassato.-

-Avverto del sarcasmo?- chiede Blaine socchiudendo gli occhi. -Anzi,- continua, senza lasciargli il tempo di rispondere, -Non mi interessa. Siediti e basta.-

Kurt inarca un sopracciglio: -Non sei un po' troppo autoritario per uno che ha appena ammesso di essere terrorizzato dal buio?-

-Siediti.-

Kurt alza gli occhi al cielo e si siede: -E' solo perché mi fanno male le gambe.-
 

*



Passano soltanto cinque minuti prima che Blaine interrompa il silenzio un po' scomodo che è calato su di loro: -Ho fame.-

-Sì, be'.- Kurt si tira le ginocchia contro il petto e vi poggia il mento, -Prima troviamo il modo di uscire da qui, prima potrai mangiare.-

Blaine abbandona la testa contro gli armadietti con un gemito: -Morirò di fame.- annuncia con tono lamentoso.

Kurt alza gli occhi al cielo: -O forse no.-, e forse sorride - solo un po'. Pochissimo. Nemmeno si vede.- mentre recupera il sacchetto coi biscotti dalla tracolla e glielo lascia cadere in grembo: -Ecco. Nutriti.-

Blaine spalanca gli occhi con la stessa espressione di un bambino a cui è stato detto che Natale arriverà in anticipo e le sue dita corrono immediatamente all'orlo ripiegato del sacchetto. -Sei sicuro?- gli chiede, interrompendo i propri movimenti all'improvviso, -Posso?-

Kurt lo scruta per qualche secondo per assicurarsi che sia serio: -Ovviamente.- risponde alla fine ruotando gli occhi, -Non posso lasciarti morire di fame.-

Blaine recupera un biscotto a forma di fantasma con un sorriso che gli socchiude gli occhi: -Oh mio dio, sono buonissimi.- esclama, cercando di parlare attorno ad un boccone, -Li hai fatti tu?-

Kurt annuisce guardandolo con aria divertita e pensa che potrebbe essere interessante - fingere che lui e Blaine siano uguali, solo per qualche ora.

-Ora che hai lo stomaco pieno ti è venuta in mente qualche idea geniale per farci uscire da qui?- gli chiede, allungando un braccio per estrarre un biscotto a forma di gatto.

Blaine si picchietta il mento con l'indice mentre finisce di masticare: -Siamo chiusi qui dentro. Senza campo. Non ci sono finestre aperte.-, scrolla le spalle: -Potremmo rompere un vetro.-

Kurt lascia andare una risata secca e incredula: -La mia fedina penale mi piace pulita.-

Blaine gli affonda un gomito nel fianco: -Sei sicuro che non sia già macchiata da qualche omicidio?-

Kurt gli rivolge un sorriso zuccheroso allontanandogli il braccio con una mano: -Potrebbe, dopo stasera.-

Blaine lo ignora e recupera un altro biscotto con aria allegra: -Possibilità che qualcuno si accorga della nostra assenza?-

Kurt scuote la testa con un sospiro: -Mio padre è a Washington e Mercedes ad una festa di Halloween.-

-E i miei sono da qualche parte nel mondo e anche Sam è ad una festa di Halloween.- mormora Blaine, poggiando il capo contro gli armadietti: -Non so a te, ma a me sembra che non abbiamo molta scelta se non aspettare.-

-Un miracolo?- chiede Kurt con aria sarcastica.

-Praticamente.- risponde Blaine con aria serafica, chiudendo gli occhi.

Kurt lo osserva per qualche istante - le ombre che le sue ciglia proiettano sui suoi zigomi e le dita affusolate -: -Non dovresti provarci di più ad uscire da qui? Non devi partecipare a qualche festa per mantenere il tuo status sociale o qualcosa del genere?-

Blaine aggrotta le sopracciglia senza aprire gli occhi: -Sembra che tu abbia un bel po' di idee su cosa dovrei fare o chi dovrei essere.- commenta, senza nessuna particolare inflessione nel tono di voce.

Kurt rimane interdetto per qualche secondo: -Io -- apprezzo uno stereotipo, se ne vedo uno.-

Blaine apre soltanto un occhio e lo guarda con un mezzo sorriso un po' stanco: -Sono uno di quegli stereotipi che non vuole rientrare in nessuno stereotipo.-

Kurt si limita ad annuire sollevando le sopracciglia con un piccolo mmh di assenso, gli angoli delle labbra incurvati verso l'alto.

 -Perché mi odi?- gli chiede Blaine all'improvviso, gli occhi di nuovo chiusi e l'espressione rilassata.

Kurt pondera per qualche istante la possibilità di non rispondergli o mentirgli, ma non ha interesse nel fare nessuna delle due cose; scrolla le spalle: -Perché io avrei potuto essere te e tu avresti potuto essere me. Magari se fossi entrato nella squadra di hockey, o nelle cheerleader. Magari nessuno avrebbe osato chiudermi in un armadietto per tre ore e tu saresti stato quello con la granita tra i capelli.- scrolla le spalle e sorride con una piega amara delle labbra: -A volte penso che dovrebbe succedere anche a te per par condicio.-

Blaine lo sta guardando, adesso, l'espressione concentrata e le mani intrecciate sopra le ginocchia, e Kurt scrolla il capo come se stesse cercando di liberarsi da un pensiero fastidioso: -Non che te lo auguri, ovviamente. Però tu sei lì e io sono qui.-

-Penso di poterlo capire.- annuisce Blaine con espressione pensierosa.

Kurt aggrotta le sopracciglia: -Non pensi che sia uno stronzo?-

Blaine ridacchia sottovoce: -No.-, scuote il capo: -Penso le stesse cose di te. Più o meno.-, scrolla le spalle, -Solo che io ti invidio e basta. Per ora niente odio.-

-Perché mai dovresti invidiarmi?- gli chiede Kurt con una risata incredula.

Blaine scrolla di nuovo le spalle e distoglie lo sguardo: -Tu sei tu. Non ti sei levigato per far parte di tutto il resto.-

Kurt apre la bocca per rispondere - anche se non sa esattamente cosa vorrebbe dire -, ma lo schermo del suo cellulare si spegne improvvisamente e piombano nel buio.

-Kurt ...-

Kurt gli stringe istintivamente una mano attorno al braccio, tanto per calmare lui quanto per calmare se stesso, e un brivido freddo gli si arrampica sulla schiena; impreca sottovoce quando le dita gli tremano mentre cerca di sbloccare di nuovo il cellulare.

-Azimio, non è divertente!- esclama con aria seccata alzandosi in piedi e trascinando Blaine con sé.

Il buio gli risponde soltanto con un rumore di passi e dei sussurri incomprensibili, ed è in quel momento che Kurt comincia a correre.


*



-Non è stato affatto divertente.- esala Kurt boccheggiando in cerca di ossigeno, la schiena premuta contro la porta dell'aula di scienze e le mani ancora strette convulsamente attorno alla tracolla.

-Per niente.- gli fa eco Blaine con gli occhi spalancati e il viso pallido, le mani premute sulle ginocchia mentre riprende fiato.

-A vedere la tua faccia adesso- commenta Kurt lanciandogli un'occhiata, -Quasi ci credo che non c'entri niente.-

Blaine gli lancia un'occhiataccia: -Grazie tante.-, e si siede pesantemente su uno dei banchi, le mani poggiate dietro di sé e le braccia tese, la testa gettata all'indietro.

Kurt prende un ultimo respiro profondo che gli rallenta il battito cardiaco e gli si avvicina lentamente, porgendogli il sacchetto di carta con i biscotti: -Prendine uno.- lo incoraggia, -Non credo che riuscirei a trasportarti se svenissi.-

Blaine alza gli occhi al cielo ma prende un pezzetto di biscotto a forma di zucca e lo mastica lentamente, riacquisendo gradualmente un colorito più sano: -Questo scherzo è di pessimo gusto.- borbotta con le sopracciglia aggrottate.

-Non credo che i loro scherzi siano mai stati di buon gusto.- commenta Kurt con leggerezza, poggiandosi al banco su cui è seduto Blaine e incrociando le gambe all'altezza delle caviglie.

-Ho davvero provato a farli smettere.-

Kurt lo guarda negli occhi, la luce bianca del cellulare che li fa apparire ancora più chiari: -Non ho bisogno che tu lo faccia.-

Blaine scuote il capo ma non distoglie lo sguardo: -Non per te. Non solo per te.- si corregge, le guance gli si colorano di rosso: -Volevo soltanto -- educarli. Aiutarli a capire.-

Kurt incrocia le braccia sul proprio stomaco e sorride con un po' di amarezza: -Non puoi educare qualcuno che non vuole essere educato.-

Blaine piega le labbra in un broncio, e Kurt scoppia inaspettatamente a ridere: -Continua ad essere idealista, Anderson. E' bello.-

Il volto di Blaine si illumina: -Hai appena detto che sono bello per proprietà transitiva?-

Kurt alza gli occhi al cielo: -Sul serio?-

Blaine scrolla le spalle: -Io non ho problemi ad ammettere di trovarti bello.-

Kurt inciampa sui propri respiri e comincia a tossire. -Cosa?-

Blaine lo guarda con aria tranquilla: -Cosa?-

-Non -- Non sono cose che si dicono e basta.-

-E perché no?-

-Perché -- Perché siamo umani e siamo disgustosamente egocentrici e non andiamo in giro a fare complimenti agli altri!-

Blaine rimane in silenzio e lo guarda per qualche secondo: -Comunque ti trovo molto bello.-
 

*



-Sei davvero offeso perché ho detto che ti trovo bello?-

Kurt alza gli occhi al cielo e incrocia le braccia sul proprio petto perché Blaine sta ridendo: -Non mi sono offeso.-

Blaine aggrotta le sopracciglia in un'espressione sarcastica.

-Non sono offeso.- ribadisce Kurt con aria esasperata, -E' solo -- Non è normale.-

Blaine ruota gli occhi e scivola sul banco in modo da essere rivolto verso di lui: -Se vedi un bel quadro non hai problemi a dire che è bello, no? E ammettere che è bello non renderà altri quadri, o il tuo quadro, meno belli.-

-Non dipingo.-

Blaine finge di lanciargli il sacchetto coi biscotti: -Hai capito cosa volevo dire.-

Kurt alza gli occhi al cielo: -E' comunque strano.- borbotta.

Blaine scrolla le spalle: -Come tutto il resto.-

-Non comincerai a diventare filosofico, Anders -- - le parole gli muoiono sulle labbra quando lo scheletro nell'angolo dell'aula gira il capo con uno stridio. Solleva un braccio. E lo saluta.

-Seriamente?- chiede Kurt con aria quasi annoiata, puntando lo schermo del cellulare verso lo scheletro; la luce fioca proietta delle ombre inquietanti sulle sedie, e Blaine fa per avvicinarsi per controllare che non ci sia nessuno nascosto nel buio, ma un liquido denso e scuro comincia a colare dalle falangi dello scheletro.

-Okay, fantastico.- Blaine gira i tacchi e si affretta a prendere Kurt per mano e trascinarlo fuori dall’aula.


*



-Come diavolo hanno fatto a farlo muovere?! E quella roba che colava?!-

La scuola è talmente silenziosa, eccezion fatta per il rumore concitato dei loro passi e i loro respiri pesanti, che la domanda di Blaine sembra quasi un urlo.

-Non -- Non lo so!- risponde Kurt, continuando a correre con le dita che tremano sullo schermo del cellulare per non farlo spegnere: -Era buio, forse c'era qualcuno nascosto lì dietro, non lo so!-

Blaine gli stringe improvvisamente le dita attorno al polso e lo trascina dentro la palestra, chiudendosi la pesante porta di metallo alle spalle e abbandonarvisi contro, il petto che si alza e si abbassa velocemente.

Rimangono in silenzio per qualche secondo, lo spazio attorno a loro riempito soltanto dai loro respiri.

-Stupidi, idioti liceali.-, Kurt abbandona la testa contro la porta con un sonoro thud.

-Già.- concorda Blaine, chiudendo gli occhi mentre respira.

Kurt si accorge solo in quel momento di avere le dita ancora strette a quelle di Blaine.
 

*



-Questo posto è inquietante.- commenta Kurt dopo essere inciampato in un disco che, a quanto pare, pesa dieci chili, -E per quanto questa serata sia stata esilarante, vorrei davvero tornare a casa.-

-Non abbiamo molte opzioni in più rispetto a prima, purtroppo.- ribatte Blaine con aria distratta, colpendo con la punta delle dita il sacco da boxe che pende dal soffitto.

-Non capisco nemmeno perché continuiamo a scappare, è ridicolo.- continua Kurt con aria frustrata, passandosi una mano tra i capelli che stanno cominciando a sfuggire al velo di lacca.

-E' una reazione istintiva.- lo informa Blaine continuando a far ondeggiare il sacco da boxe: -La paura ci fa fuggire. E' istinto.-

Kurt sospira.

Gli ci vogliono pochi secondi a capire che ha voglia di riempire il silenzio che li circonda.

-Quindi è il buio la cosa che ti fa più paura?-

Blaine sembra rifletterci per un istante: -Non il buio in sé. E' cosa potrebbe esserci nel buio.-

Kurt rimane in silenzio per qualche secondo, poi sorride. -Posso fare una cosa?-

Blaine lo guarda con espressione sospettosa: -Non prenderti gioco di me, Kurt Hummel.-

Kurt muove qualche passo verso di lui e sorride più piano, quasi con gentilezza: -Non lo farei mai.- risponde con una nota sarcastica, prima di bloccare lo schermo del cellulare e farli precipitare nel buio.

Blaine inciampa nei propri respiri, tende istintivamente una mano in avanti. -Kurt ...-

-Tranquillo.- la voce di Kurt è pacata, calma. -Cosa c'è nel buio, Blaine?-

-E' la prima volta che mi chiami per nome.-; può quasi sentirlo mentre alza gli occhi al cielo.

-Cosa c'è nel buio?-

Blaine chiude gli occhi - perché se chiude gli occhi può far finta che oltre le sue palpebre ci sia la luce -: -Non lo so.- sussurra, -Potrebbe esserci di tutto.-

-Ma tu sai cosa c'è.-

Blaine prende un respiro profondo e si impone di non avere paura: -Attrezzi. Pesi. Armadietti. Tu.-

Una luce fioca gli attraversa le palpebre e riapre gli occhi; Kurt gli sorride, i suoi occhi azzurri brillano: -E cosa c'è nella luce?-

Blaine ruota gli occhi, gli angoli delle labbra incurvati verso l'alto: -Attrezzi. Pesi. Armadietti. Tu.-

-Quindi perché hai paura di qualcosa solo quando non puoi vederla?-
 

*



-Sono annoiato.- annuncia Blaine con tono lamentoso, -Facciamo qualcosa.-

-Abbiamo solo l'imbarazzo della scelta.- commenta Kurt con tono sarcastico.

Blaine sbuffa. -Okay. Elenca tre cose che ti piacciono di me.-

Kurt inarca le sopracciglia: -Stai avendo un calo di autostima?-

Blaine si limita a guardarlo in silenzio.

Kurt sbuffa. -E va bene. Tre cose che mi piacciono di te.-, si picchietta il mento con l'indice: -Sei buono. A volte anche troppo. Credi negli altri.- elenca, contando sulle proprie dita, -I tuoi occhi.-

Blaine spalanca gli occhi: -Co-- -

-Niente domande.- lo interrompe Kurt, -Ora è il tuo turno.-

Blaine richiude la bocca e sembra combattere con se stesso per qualche secondo. -L'espressione che hai quando non stai prestando attenzione alla lezione. Il tuo senso dell'umorismo. Tu.-

Kurt spalanca gli occhi e si sente le guance in fiamme: -Cos--?-

-Niente domande.- lo interrompe Blaine con un sorriso furbo.

-Ma non puoi -- -

Kurt viene interrotto nuovamente, ma stavolta non è Blaine: è lo stridio metallico delle ante degli armadietti che si agitano come se cercassero di sfuggire ai loro cardini, come se qualcuno li stesse scuotendo, e Kurt comincia a sentire freddo, l’adrenalina già gli inonda le vene ed è sul punto di
mettersi ad urlare perché non ne può più, ma un peso da cinque chili comincia a rotolare lentamente verso i suoi piedi.

Poi un altro.

E i dischi più pesanti che servono per i sollevamenti e -Non è divertente.-, ma Blaine non sembra particolarmente convinto e stanno cominciando a tremare anche gli attrezzi, le panche con i pesi e i manubri, e Kurt evita per un pelo che qualcosa di estremamente pesante gli cada sul piede, deve trascinare Blaine verso la porta prima che una palla da quattro chili gli cada su una caviglia.

-Suggerisco un cambio d’aula.- esclama Blaine ad alta voce, ma Kurt può sentire le sue dita tremare e ci deve essere una spiegazione, no?
 

*



-Direi che per oggi può bastare.- borbotta Blaine, camminando nervosamente su e giù nell'aula di trigonometria, -E' stato divertente finché è durato, ma voglio uscire da qui.-

-Ancora non ho campo.- commenta Kurt, lanciando un'occhiata allo schermo del proprio cellulare: -E la batteria è a terra.-

-Anche il mio è quasi scarico.- sospira Blaine, facendosi scivolare il cellulare in tasca, -Non sono contrario a sfondare la porta, a questo punto.-

Kurt lo guarda camminare su e giù quasi per un minuto intero. -Non hai paura che ti abbiano sentito?- gli chiede di getto, prima di potersi fermare.

Blaine gli rivolge un'occhiata interrogativa: -Chi?-

-Gli idioti che ci stanno facendo questo scherzo.- risponde Kurt con un movimento nervoso della mano, -Prima. Nella stanza degli attrezzi.-

Finalmente Blaine si ferma e lo guarda: -Penso che persino i muri sappiano della patetica cotta che ho per te dal primo anno.-

Kurt rimane imbambolato a fissarlo.

Blaine si schiarisce la voce. -Devo supporre che tu non lo sapessi?-

-E' uno scherzo?- chiede Kurt non appena ritrova la voce.

L'espressione di Blaine si fa esasperata nel giro di mezzo secondo: -Va bene, basta.-, recupera lo zaino che aveva lasciato cadere per terra: -Io vado a cercare una porta da sfondare, tu fai quello che ti-- -

-No.- Kurt lo ferma istintivamente chiudendogli le dita attorno al polso, -No, scusa-- -, lo lascia andare immediatamente e Blaine lo guarda con aria impaziente, -Solo che non me lo aspettavo e ... E' assurdo.-

-Ah, grazie tante.- commenta Blaine con aria sarcastica ruotando gli occhi.

-Non in quel senso!- si corregge Kurt con espressione frustrata, -E' che-- tu eri un'altra persona per me prima di stasera, okay? E ora devo associare quello che so di te a questa nuova persona ed è frustrante aver sbagliato così tanto perché ora sei persino decente-- -

E poi Blaine lo sta baciando.

Kurt non ha neanche il tempo di reagire, non ha il tempo di pensare, sente solo un lampo delle labbra calde di Blaine sulle proprie prima che scompaiano, e tende istintivamente le mani ancorando le dita sulla stoffa morbida del suo maglione per averne di più, si sente andare a fuoco il viso e un punto imprecisato nello stomaco.

Le mani di Blaine gli circondano delicatamente il viso poco prima che si separino, quasi con fare esitante, e Kurt si ritrova a guardarlo negli occhi col respiro corto.

Blaine deglutisce, i suoi occhi scivolano solo per un attimo sulle labbra di Kurt; si schiarisce la voce: -Questa-- è la persona che sono.-

Kurt sbatte le palpebre tre volte, si schiarisce la voce con le dita che si intrecciano alla felpa di Blaine: -Non-- Non male. Come persona. Dico.-

-Grazie.- risponde Blaine senza fiato.

Piombano di nuovo nel buio e Kurt sente Blaine irrigidirsi tra le proprie braccia; si affretta a sbloccare di nuovo il cellulare che quasi si era scordato di avere in mano solo per vederlo spegnersi mezzo secondo più tardi. Curva automaticamente le dita sui fianchi di Blaine: -Scarico. Ma è quasi mezzanotte, forse tra un'ora la festa sarà finita e si accorgeranno che siamo praticamente scomparsi.-

Blaine annuisce rigidamente, i muscoli della schiena tesi.

-Chiudi gli occhi.- mormora Kurt con fermezza, -Ricordi? E' solo perché non li vedi.-

Blaine annuisce di nuovo, chiude gli occhi e cerca di concentrarsi su quello che sente invece di quello che non può vedere.

-E' stato un bel bacio.- sussurra Kurt.

Blaine si impone di non aprire gli occhi: -Anche se mi odi?-

Kurt alza gli occhi al cielo anche se Blaine non lo può vedere: -Lo sai che non ti od-- -, si interrompe di colpo perché un gelo familiare gli si arrampica sulla schiena facendolo rabbrividire.

-Kurt ...-

Sussurri e rumori di passi.

Una risata.

Si sentono improvvisamente circondati, come se l'ombra stesse premendo su di loro, e Kurt sente le proprie mani che tremano e delle dita che gli sfiorano la gola prima che Blaine lo trascini via.
 

*



Kurt continua a premere contro la porta anche se si sente soffocare dal buio, ha la sensazione che un migliaio di dita stiano premendo sulla sua schiena e si ripete è solo suggestione anche se Blaine è pallido e ha gli occhi spalancati e sta spingendo contro la porta come se ne andasse della sua vita.

Non riesce a trovare una spiegazione razionale - sa che è la paura a impedirgli di ragionare, ma non sa come sia possibile, non sa perché stia succedendo e dei rivoli freddi gli si insinuano sotto la maglietta e vorrebbe urlare ma ha la voce bloccata in gola e le dita strette attorno a quelle di Blaine -

E tutto all'improvviso scompare quando la porta si apre e l'aria fredda li investe colpendoli come uno schiaffo, con i rintocchi della mezzanotte che scandiscono i loro respiri.


*



-Sam!- Blaine ha il fiatone e parla concitatamente, la testa abbandonata contro il sedile della macchina di Kurt: -Sì, lo so che la festa è quasi finita, ma quegli idioti della squadra hanno fatto uno scherzo a Kurt e siamo rimasti chiusi a scuola-- -

Blaine si interrompe di colpo e impallidisce, e Kurt lo guarda con aria preoccupata, stringendo le mani sul volante.

-… Cosa significa che tutta la squadra di football è stata alla festa per tutto il tempo?-

 

*
The end

 





 

Non so cosa sto facendo.
Aiuto.

 

  
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