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Autore: Chocolat95    01/11/2015    2 recensioni
Una notte all’anno gli spiriti demoniaci tornano sulla terra per catturare gli uomini, e gli angeli si ergono a loro difesa per impedire ciò. Ma se questa volta, gli angeli stessi, fossero il bersaglio dei demoni?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cancer Manigoldo, Pisces Albafica
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Comunque non era necessario tutto ciò…!” disse Albafica poggiando il bicchiere ancora intatto sul tavolino.
Il ghigno di Manigoldo gli fece capire quanto gli importasse di quel commento: nulla, come al solito.
Cosa voleva che fosse, aver spedito un uomo all’altro mondo, aver raggiunto lì la sua anima e averla bruciata dopo essercisi  “un po’ divertiti”, in confronto alle importantissime informazioni sui loro nemici che così facendo avevano ottenuto? Quisquiglie ovviamente! E il Cancro andava fierissimo del suo operato visto che grazie a lui la missione aveva avuto successo. Pisces non lo negava, ma sul valore della vita umana avevano ancora forti divergenze.
“Ma devi riconoscere che così abbiamo ottenuto più velocemente quello che volevamo” gli rispose infatti subito dopo.
“Hai usato questa giustificazione più volte e continuerò a ripeterti anche io come la penso”
Quindi, a metà tra lo spazientito e il rassegnato, si alzò avvicinandosi  alla finestra. Quella sera la luna splendeva in cielo ma aveva un bagliore quasi sinistro, non l’aveva mai vista così luminosa, una luce quasi accecante. Probabilmente dipendeva solo dal fatto che l’aria si era rinfrescata parecchio eppure quando Manigoldo lo aveva invitato a fermarsi alla sua casa, i brividi che gli erano venuti, era sicurissimo non fossero dovuti alla bassa temperatura. Probabilmente era l’effetto del pensare che il collega accoppava la gente con la stessa facilità con cui invitava ospiti.  Che poi in realtà era più corretto dire era stato  obbligato a fermarsi con la scusa di un bicchierino per festeggiare.

Sospirò pesantemente, quel tipo era irrecuperabile, continuare a star con lui lo avrebbe fatto diventare matto… se non lo uccideva prima… eppure per ironia della sorte, o più probabilmente, per le strane idee di Sage, finivano sempre per essere mandati in missione insieme. Loro due, entrambi portatori di morte ma con un rapporto completamente diverso con questa loro caratteristica… insomma due, che più diversi di così non si poteva.
E soprattutto ancora non riusciva a smettere di pensare all’accaduto. Certo tante volte avevano eliminato i loro avversari, ma questa volta Manigoldo si era superato, non sembrava neanche lui mentre dava sfogo al suo sadico divertimento…

 “Facciamo che allora… - la voce dell’altro fattasi improvvisamente vicina al suo orecchio lo fece sobbalzare e girare di scatto – …adesso pensiamo ad altro?”
Albafica si perse un momento a cercar di definire la strana sensazione che lo pervadeva ma si riprese subito realizzando la pericolosa vicinanza.
“Sì forse è meglio. Ed è anche meglio se non mi stai così vicino!” e fece per allontanarlo ma quello gli fermò un polso
“Lasciami! Che stai-“
“Voglio farti provare una cosa” e senza dargli tempo, lo baciò.
Il cavaliere dei Pesci non capì bene quello che stava succedendo finchè non si accorse di essere stato bloccato tra il muro e il corpo dell’altro e di aver ogni movimento impedito.
Ma ci mise poco a riprendersi e con l’altra mano gli assestò un bel pugno in faccia scrollandoselo di dosso.
Quello barcollò leggermente allontanandosi ma continuò a guardarlo, con aria di sfida mentre si strofinava con una manica la parte lesa “devo dedurre che questo primo non ti sia piaciuto, lascia allora che faccia un altro tentativo”
“Non ti avvicinare e non osare riprovare una cosa simile, non ho alcuna intenzione di prestarmi ai tuoi giochetti!”
E con fare deciso  si avviò alla porta quando la voce di Manigoldo lo fermò dicendo:
“Non ti ho mica dato il permesso, di oltrepassare la mia casa…”
“Ma che diavolo stai-“ con una mano già sulla maniglia fece per rispondere con tono esasperato, ma quando si girò verso Cancer, quello era sparito…
“E ora dove s’è cacciato…” si chiese tra sé e sé sentendo salirgli i fremiti, per un misto di agitazione e nervosismo, dovuti a quella situazione così strana.
“Ho detto – due forti braccia lo avvolsero da dietro comparendo dal nulla e una voce calda tornò a sussurrargli all’orecchio – che finchè non lo decido io… tu non te ne vai…”
E subito, la bocca che sensualmente aveva pronunciato tali parole, rapida si avventò sul lobo, mordicchiandolo delicatamente.
“Manigoldo cosa stai- smettila e lasciami!” Provò a divincolarsi nuovamente Albafica.
“Solo quando mi dirai che non ti piace”
“Te lo dico già adesso!”
“Sei sicuro…?” e lentamente scese sul collo, depositando piccoli baci su quella pelle tiepida, che piano piano andava riscaldandosi all’aumentare di quelli.
In tal modo quel manigoldo stava iniziando da ora  a marcare un territorio che avrebbe ben presto fatto suo.
Pisces non sapeva come protestare anche perché in verità, non riusciva più ad emettere una voce e quei pochi suoni che cercava di articolare sembravano non appartener neanche a lui. Cercò di lottare allora solo con le braccia ma sentiva sempre più le forze venirgli meno. Cancer ovviamente si accorse di tutto ciò e ne fu alquanto compiaciuto
“Ancora cerchi di resistere? – chiese facendosi una bella risata – perché invece non ti rilassi e non ti godi l’esperienza…?”
E prima che l’altro potesse tentare un’ ulteriore inutile protesta, lo strinse di più e lo trascinò con sé.

Albafica atterrò su una superficie assai morbida ma prima di potersi anche solo chiedere da dove fosse spuntata o quando ci fosse arrivato, Manigoldo gli fu subito nuovamente addosso, bloccandolo col suo peso contro quello che allora riconobbe essere un materasso.
Tenendogli i polsi fermi all’altezza del volto, con una presa quasi gentile ma salda, si avvicinò a lui
“ Sai che se deponi quell’aria truce, ti divertirai molto di più anche tu?” chiese col suo solito tono ironico
“ Ti ripeto che non alcuna intenzione di assecondare le tue idiozie!”
“Solo perché non abbiamo ancora cominciato a far sul serio”
E lo mise a tacere fiondandosi nuovamente sulla sua bocca, catturandola questa volta in un bacio ben più profondo. Mentre lo teneva impegnato così, con le mani andò a slacciargli la camicia, partendo dal basso. Dopo aver sciolto appena un paio di bottoni posò le mani su ogni centimetro di pelle liberato, accarezzandolo senza sosta e cominciando anche a risalire da sotto l’indumento.
Ovviamente Albafica per tutto il tempo aveva ostinatamente provato ad allontanare l’altro da sé, ma senza successo, non riusciva proprio a smuoverlo e non si capacitava del motivo visto che all’incirca avevano la stessa forza.

Ma che stava succedendo, che gli prendeva quella sera a Manigoldo…? non aveva mai mostrato quel tipo di interesse nei suoi confronti e ora tutt’a un tratto, cosa stava cercando di fare…? e soprattutto perché non riusciva a contrastarlo?
Che in realtà…  non volesse…?
Sciocchezze pensò tra sé e si concentrò sul resistere agli assalti dell’altro. Ma più ci provava, meno riusciva, anche perché si accorse con sgomento che il suo corpo cominciava ad apprezzare quelle particolari attenzioni, Manigoldo mescolava forza e  delicatezza in una maniera che mai si sarebbe aspettato, non dalla stessa persona perlomeno. Non lo lasciava andare, lo aveva perfettamente in suo potere ma non gli faceva alcun male. Aveva quasi cominciato a guardarlo con espressioni rassicuranti, salvo poi nascondere furtivamente uno strano scintillio degli occhi.
Pisces era veramente combattuto, non capiva più niente e questo lo metteva in agitazione.
Cancer ridacchiò soddisfatto nell’accorgersene ma non disse nulla, con un rapido gesto si liberò della propria camicia e in un attimo spogliò definitivamente Albafica della sua, e quando i due corpi caldi si toccarono, quest’ultimo non riuscì a trattenere un gemito.
“Vedo che comincio a convincerti…” gli sussurrò con un ghigno assai compiaciuto “stai tranquillo che da adesso sarà anche meglio, questo non era nulla…”
Un brivido, maggiore dei precedenti lo percorse interamente mentre la mente e il corpo si dividevano sempre più, la prima gli imponeva di stare fermo, che magari vista la poca partecipazione il tutto sarebbe finito prima, il secondo, cominciava sempre più a bearsi di quelle movenze che si facevano più profonde e disinibite.
Il fatto che lui non reagisse, tra l’altro accomodava molto Manigoldo che si sentiva sempre più libero di disporre della sua persona come meglio credeva, anche perché sapeva benissimo che quello in verità sera già arrivato al punto in cui stava solo lottando, contro la voglia di assecondarlo.
Tutto questo lo compiaceva immensamente ma non era ancora abbastanza quindi prima lo accarezzò e portò le mani ovunque, anche su zone particolarmente intime e sensibili per risvegliarle e provocare all’altro versi di falso disappunto che suonavano sempre più come una dolce musica alle sue orecchie. Poi siccome si sentiva particolarmente in vena di provocare quella sera, sul più bello si interruppe.
Il cavaliere delle rose aprì gli occhi precedentemente chiusi, e lo sguardo supplichevole che inconsciamente rivolse al suo tormentatore, lo tradì definitivamente.
Quello lo guardò dritto negli occhi gli chiese:
“Vuoi ancora, che smetta…?”
Ad Albafica ci volle qualche momento, il cuore  gli batteva fortissimo, l’agitazione non diminuiva e il respiro era ancora irregolare.
Ma la mente, dopo tanto lottare con l’istinto, aveva ceduto definitivamente, così rispose:
“No…”

Manigoldo non potè trattenere un ghigno di puro godimento mentre gli occhi gli brillavano. Aveva vinto. Aveva raggiunto il suo obbiettivo. Non che non si fosse immaginato già di riuscirci fin dal principio, ma l’ammissione da parte dell’altro era la soddisfazione maggiore.
Glielo fece ripetere, per essere sicuro oltre che dispettoso e dopo che quella dolce voce tremante di eccitazione sempre più incontenibile ribadì la sua vittoria, potè cominciare a farlo suo davvero.





Angolo dell'autrice:
Oh. Mio. Dio.
A voi i commenti perchè non so cosa ho appena scritto.
Davvero, è tutta colpa di ShadowEvil e della sua "Damned wood" che hanno risvegliato la parte più maliziosa della mia mente che mi ha portato a ciò...

Scuse varie a parte, ci terrei molto se chi legge mi lasciasse un commento perchè è una storia che aveva in mente da quando ho letto la sopracitata ma non essendo questo il mio genere principale, o comunque non avendoci molta confidenza, vorrei davvero sapere dove e come posso migliorarmi o, visto che ne ho in mente altre, se è meglio che invece eviti proprio ^^'.
E non lo dico per falsa modestia o simili, è un favore sincero che chiedo.

 
  
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