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Autore: S i a    01/11/2015    2 recensioni
"Codardo"
Non credeva che un bimbo, di appena tredici anni, fosse capace di fare simile cosa.
Non che a lui importasse.
Lo considerava viziato e troppo esigente!
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui non esisteva più; rivoli di sangue colavano lungo un corpo senza vita.
Lui ora era libero; libero da un male superiore, senza nessuna pretesa, senza nessun contratto.
La camicia bianca ora era ricolma di chiazze rosso scuro, sull'altezza del petto dove una volta batteva un giovane e fragile cuore.
La vendetta era stata compiuta; la vendetta aveva messo fine al loro rapporto intimo.
Per un demone era difficile poter credere che un bambino, di tredici anni appena, lo avesse potuto fare.
I capelli antracite ricadevano lungo il viso di porcellana, le labbra carnose, ormai violacee, erano appena schiuse, e gli occhi un tempo oltremare, ora erano smorti.

Non che a lui importasse. In fondo lo trovava viziato ed esigente; solo che, aveva fame.
Non aveva aspettato due lunghi anni per vedere la sua 'stupida' preda con un coltello in mezzo al cuore, per di più il giorno prima del sacrificio.
Ciel Phantomhive non aveva mantenuto il patto; Lui, Sebastian, che era stato quello che desiderava il più piccolo, ora era senza cibo.
Il conte era qualcosa di prelibato, qualcosa che lo avrebbe saziato per l'eternità.

" Codardo " Si ritrovò a pensare.

Scappare, fuggire, nascondersi, da una fine atroce.
La sua permanenza nella villa lo aveva portato a pensare al suo "signorino" come una sorta di esempio da prendere; sembrava un ragazzo intelligente, uno sicuro di se, ed estremamente orgoglioso.
Eppure, in quel momento, quell'opinione che si era fatta di lui, era svanita.
Si poteva dire che ora pensava il contrario.
I minuti passavano e gli occhi cremisi del /ora non più/ maggiordomo non accennavano a smuoversi da quella figura inerme, sul pavimento del salone.
Erano le tre passate.
Le stelle regnavano sovrane in cielo.
Sebastian pensò di dare al giovane morto una sepoltura come "si deve"; senza molti sotterfugi lo caricò sulle proprie spalle, non dando importanza al sangue ancora fresco, e uscì dall'abitazione.
La guardò un'ultima volta, e gli disse addio.


××
Le vie di Londra erano vuote, solo qualche barbone che girovagava in cerca di un riparo.
Non gli importava se qualcuno lo avesse visto, quella era la sua ultima sera nella capitale.
Adesso avrebbe potuto dedicarsi all'Italia magari! In quel paese giravano i peggio scarti della società. Pane per i suoi denti, no?
Quella sera, nella piazza centrale, un grande falò era stato acceso. Festa era per la gente di Londra.
Sorrise, il demone.
Alcune fiamme ancora risplendevano avanti la fontana in marmo.
Fu lì che buttò il corpo.
— Brucia nelle fiamme dell'Inferno, oh piccolo angelo. Che il tuo sangue sfami ogni demone, che il tuo cuore alimenti questo fuoco. Che la tua anima vaghi su questa terra abitata dalle fecce dell'universo. E ricorda, anche se il tuo corpo è senza vita, quel contratto ancora vale, e per questo mi apparterrai sempre. —



[ Angolino autrice ]
Ma shiau~ in questi giorni ho tanta ispirazione e non posso fermarmi (?)
Leggendo qua e là mi è venuto in mente di scrivere qualcosa di 'cattivo' e 'triste'. Diciamocelo, per quanto io shippi Ciel e Sebastian /LIAMO/ il rapporto è complicato. Da una parte ce lo vedo un Sebastian così crudele ; ;
Quindi, ho creato un Sebastian che se ne frega del nostro conte.
Sono un mostro per aver ucciso Ciel (?) Ma capitemi è tutta colpa delle fic che leggo ; ;
Spero vi piaccia gn ~
   
 
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