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Autore: besideboo    01/11/2015    0 recensioni
Non era neanche mia, ma i suoi demoni me l'hanno tolta.
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Punto di vista: il ragazzo che la guardava passare mentre era sul suo balcone a fumare una sigaretta.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Iniziò tutto in una calda mattinata d'estate. Ero affacciato al balcone con una sigaretta fra le dita, era più o meno un'abitudine, ma ogni volta avevo paura di essere scoperto dai miei genitori. A quell'ora non passava mai nessuno per strada, fu per quello che quando sentii delle voci ebbi paura che fossero tornati i miei, ma invece, sporgendomi per guardare se ci fosse la loro auto, scoprii che proprio lì stavano passando due ragazze. Una di loro catturò da subito la mia attenzione: aveva le cuffie bianche alle orecchie, pantaloncini corti, una maglia scollata che le metteva in evidenza i bei seni pieni, capelli castani voluminosi e brillanti. Insieme a lei c'era una bambina, evidentemente sua sorella: erano praticamente identiche. Erano entrambe bellissime, ma qualcosa nella prima mi stava incuriosendo. Mi attirava, e me ne accorsi quando per tutta la settimana successiva mi affacciai dal balcone con la scusa della sigaretta, solo per vedere lei. Qualche mese dopo ero ancora lì, e così lo era lei, con la sorella. Col passare del tempo era dimagrita, ora il suo corpo era praticamente perfetto: aveva le forme giuste e non un rotolo di grasso di troppo. Mi piaceva, inutile negarlo a me stesso prima di tutti. Nel frattempo la sorella cresceva e diventava sempre più bella anche lei. Ma poi qualcosa andò storto. Mentre la minore continuava a crescere e diventava una donna, lei invece diventava sempre più piccola. Un giorno indossava la stessa canotta che aveva la prima volta in cui la vidi, ma ora non era più aderente, ora non aveva più seni da mostrare. Indossava ancora gli stessi pantaloncini, questa volta tenuti su da una cinta. Era come se i suoi capelli avessero perso volume, non erano più luminosi. Il suo sguardo era triste, come se dentro di lei fosse tormentata da mille demoni e non stesse vincendo. Decisamente, non stava vincendo. L'unica cosa che era rimasta sempre la stessa era il paio di cuffie bianche che aveva nelle orecchie, come fosse droga per lei, o l'unica cosa che poteva ancora salvarla, l'unica cosa di cui aveva bisogno. Giorno dopo giorno il suo sguardo si spegneva sempre di più, ma quando si girava verso la bellissima sorella sorrideva sempre. Era un sorriso strepitoso, si capiva anche da lontano che era falso, ma la faceva sembrare la ragazza felice che era solo qualche mese prima. Voleva proteggere la sorella dai suoi demoni. Una volta la vidi asciugarsi una lacrima di nascosto, e, mentre alzava il braccio, le si sollevò la manica della felpa nera che portava e quelle che vidi erano il segno più chiaro di ciò che stesse passando, sì perché alla fine credo che siano proprio le nostre cicatrici a raccontare la nostra storia. Avevo intenzione di parlarle il più presto possibile, volevo conoscerla e avevo fretta, per paura che potesse finire tutto. Non sapevo ancora cosa dirle, e mi dannai notte e giorno per trovare una scusa per parlarle, ma non mi fu mai possibile farlo. Dannato destino. È come se mettesse davanti nella nostra vita la persona perfetta, ma la realtà faccia di tutto pur di complicare le cose. Circa una settimana dopo lo sguardo della sorella minore si era rabbuiato, quella mattina non si era pettinata i capelli e aveva indossato una canottiera sin troppo familiare, nonostante non avesse ancora seno da mostrare. Ora era lei a portare due cuffie bianche nelle orecchie. Ma non aveva demoni nel cervello, ora aveva un angelo da custodire nel cuore e, come lei, ne avevo uno anche io.
  
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