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Autore: FinnAndTera    02/11/2015    1 recensioni
Il futuro ti chiama da una poltrona porpora e io, da un angolo scomodo e acuto, resto a guardare.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per ricordo

A mio fratello,
che insegna ogni giorno e da sempre.


 
Il futuro ti chiama da una poltrona porpora e io, da un angolo scomodo e acuto, resto a guardare. Ti circondano rispetto e invidia, qualcuno ti ispeziona, ma l'ignoranza dei pregiudizi non può raggiungerti su quel gradino più in alto degli altri, perché ci sono io che la allontano con uno sguardo minaccioso.
Scatto una foto “per ricordo”, per catturare astrattamente la tua voce sicura e troppo alta, eppure non riesco a mettere bene a fuoco quel momento e il risultato risulta confuso; forse è colpa tua che gesticoli senza mai fermarti o forse è colpa mia che ho paura di questo futuro che presto diventerà passato e tremo.

Però ci riprovo.

Quando ti pongono delle domande che non riesco a sentire tu rispondi lo stesso – come fai a rispondere sempre a tutto? –, fiero di una scritta oro su sfondo blu cobalto e così capisco che il tuo futuro è sempre stato passato, disegnato su una pergamena vecchia cent'anni ancora da decifrare.
Uno scintillio di occhi scoppiato nella poltrona rossa mi abbaglia, si insinuano striature biondo cenere in una lunga barba bianca e accenni di definizione delineano di nuovo un mondo vissuto ogni giorno e mal percepito in un paio di lenti da miope, e quando scandisci la parola “morte”, donandole un accento coraggioso, tutti ritornano a essere giovani, con mille idee per la testa in un chiostro ribattezzato casa e un mantello di invincibilità sulle spalle meno affaticate di oggi, che è il futuro per qualcuno.
Hai questo potere, tu, l'hai sempre avuto. Sillabi le parole della difficile metrica dell'esistenza, sei la marcia trionfale e la ballata popolare, il cannone eccezionale nell'Ouverture 1812 e il tic-tac dell'orologio che ti culla nell'insonnia; sei la radiolina a pile che ti accompagna nei viaggi più lunghi in motocicletta e, se sposti di un po' l'antenna, nelle strade bagnate con gli zoccoli di legno. Da Milano a Lisboa, un aereo che vola.

Riprovo ancora, “per ricordo”.

Scatto la foto e sei qui, (nel) presente: ci siamo fermati a tre anni e gonfiamo le guance.










 

 
   
 
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