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Autore: TheGirlOfTheSand    02/11/2015    2 recensioni
Suna è una grande metropoli: all'avanguardia, fiorente ed economicamente stabile. Si è ripresa subito dopo una guerra che l'aveva quasi distrutta, tutta tranne un piccolo quartiere di periferia: Konoha. Il Quartiere è un luogo buio, povero e ricco di criminalità. E' qui che vive Sakura, con Naruto, Sasuke, Ino..e molti altri ragazzi,che come loro sono cresciuti troppo in fretta e in modo sbagliato. A Konoha ognuno ha la sua storia da raccontare, ma c'è qualcosa che accomuna tutto e tutti: un profondo senso di abbattimento e un'incolmabile mancanza di speranza.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Guardò gli eleganti palazzi al di là del Confine.
Grattacieli in cemento e acciaio, con le vetrate trasparenti e lucide; al cui interno probabilmente alcuni davano una festa, altri guardavano tranquilli la televisione sul divano, o altri ancora mettevano a dormire i bambini, al sicuro nei loro letti.
Suna era davvero una bella città: moderna, elegante, fiorente e ricca di opportunità.
Tutta la città, tranne un piccolo quartiere di periferia: Konoha.
Il Confine era solo una vecchia ferrovia ancora funzionante, che divideva la città vera e propria dal quartiere e che dalla cima del palazzo dove si trovava poteva vedere distintamente.
Sakura scese dal parapetto in cemento dov'era seduta, recuperando la borsa con gli scarsi alimenti che Tsudate le aveva chiesto di comprare.
Tsunade era come una madre per lei.
Durante la guerra in cui erano morti i suoi genitori, lei era stata un medico e, quando era tornata, l'aveva presa con sé.
Si avviò verso le scale e scese al piano terra, facendo attenzione a dove metteva i piedi:
anche quel palazzo, come la maggior parte a Konoha, era decadente e sporco, abbandonato dai suoi abitanti al termine della guerra.
Arrivata in strada si incamminò verso casa, mentre il sole stava iniziando ormai a tramontare, proiettando nelle strade sporche e buie strane e inquietanti ombre.
Mentre camminava passò davanti al negozio di fiori dei genitori della sua migliore amica, Ino. 
La loro attività era una delle poche rimaste aperte dopo i bombardamenti, e quello stabile era forse l'unica cosa un po' colorata che si potesse vedere da quelle parti.
Ino aveva anche un fratello, Deidara, che aveva una passione per i petardi e tutto ciò che potesse esplodere. Aveano gli stessi capelli e si assomigliavano molto; la loro era una delle poche famiglie ancora intatte.
Intravide la bionda nella sua camera, probabilmente intenta a guardarsi allo specchio. Non a caso era conosciuta in quasi tutto il Quartiere per la sua bellezza.
Continuò a camminare stringendosi di più nella felpa.
C'erano in giro poche persone, che come lei si affrettavano a tornare a casa. Per terra c'erano siringhe sporche e mozziconi di sigaretta, e di tanto in tanto i vetri delle bottiglie rotte scricchiolavano sotto i suoi piedi. 
Ad un tratto però vide due teste rosse avvicinarsi da lontano: i Gemelli.
Quei due non erano di fatto gemelli, ma siccome erano sempre insieme e avevano gli stessi capelli, tutti li chiamavano così.
Non conosceva molto bene Sasori, ma sapeva che adorava le marionette. Ne portava sempre una piccola con sé, nella tasca della felpa. 
Gaara invece era il suo migliore amico e una delle persone più importanti che avesse. Soffriva di insonnia e per questo spesso andava in giro di notte.
Quando le si avvicinarono lui la salutò calorosamente, ma le intimò di andare subito a casa, dato che non doveva stare in giro fino a troppo tardi.
Sakura sapeva bene quanto avesse ragione e, dato che il sole stava già tramontando, affrettò il passo.
Intanto le tornò in mente quella sera. Quella sera di un anno prima in cui, se non fosse stato per un ragazzo, probabilmente se la sarebbe vista davvero brutta.
 
*flashback*
Stava tornando a casa, un po' più tardi del solito dato che si era trattenuta più a lungo ad osservare i palazzi di Suna.
Non era un'ora tanto tarda; ma a Konoha, per una ragazza di 15 anni, era già troppo tardi.
Un uomo l'aveva colta di sorpresa, stordendola leggermente con un pugno sullo zigomo; l'aveva poi presa e sbattuta al muro, slacciandole velocemente la felpa e baciandole il collo. 
Lei aveva provato a liberarsi, senza successo, e allora aveva cominciato a gridare aiuto più forte che poteva, fino a quando lui non le aveva tappato la bocca con una mano.
L'uomo aveva poi cominciato a toccarla ovunque sul corpo, mentre sorrideva leggermente; ad un tratto però qualcuno gli aveva tirato un poderoso pugno, mandandolo a terra, per poi sollevarlo e sbatterlo al suolo nuovamente, intimandogli di andarsene.
L'uomo che l'aveva aggredita era andato via velocemente zoppicando, mentre l'altro che l'aveva salvata si avvicinava.
Lei era caduta per terra e si strinse di più contro al muro intimorita, ma il misterioso ragazzo le porse la mano,  venendo poi illuminato dalla flebile luce di un lampione vicino:
aveva i capelli neri lunghi quasi fino alle spalle, gli occhi neri come la pece e sotto di essi si intravedevano delle occhiaie. Aveva la pelle quasi bianca ed era abbastanza alto e muscoloso;era davvero un bel ragazzo, sicuramente con qualche anno in più di lei.
"Tranquilla, non voglio farti del male" le disse poi con una voce profonda e dolce allo stesso tempo, sorridendole rassicurante.
Lei aveva preso titubante la sua mano, rigraziandolo.
L'aveva anche accompagnata a casa, ricordandole di non uscire più così tardi.
*fine flashback*

Da quel giorno Itachi Ucicha era diventato per lei come un fratello maggiore e una figura di riferimento.
Grazie a lui aveva successivamente conosciuto suo fratello minore, Sasuke, che aveva la sua stessa età.
Erano davvero simili ed era facile confonderli per chi non li conoscesse di persona, tranne per il fatto che Sasuke era più basso, un po' meno muscoloso di Itachi e che non avesse quelle perenni occhiaie sotto gli occhi.
Lei e Sasuke erano buoni amici e da lui aveva poi conosciuto tutti gli altri:
Naruto, Tenten, Shikamaru, Neji e sua sorella Hinata.
'Già, Hinata' pensò arrivata ormai a casa. Lei, e in maniera minore anche Neji, era davvero l'unica di loro che sembrava non appartenesse al quartiere. Quelle poche volte che qualcuno oltrepassava il Confine, veniva inevitabilmente squadrato dagli abitanti della città.
Si, perché uno di Konoha, uno che arriva dal Quartiere lo riconosci. Lo riconosci  dagli occhi stanchi e spenti, dal modo di camminare, dai vestiti. Se sei del Quartiere, è come se ce l'avessi scritto in fronte, marchiato a fuoco sulla pelle.
Ma non Hinata. Lei no; era così gentile e delicata, sembrava davvero impossibile che una ragazza così buona potesse vivere a Konoha. Sakura sapeva per certo che quello non fosse il posto a cui la Hyuga dovesse appartenere. 
Era ormai arrivata a casa e aprì la porta quando il sole stava per scomparire all'orizzonte.
"Ciao Tsunade" disse entrando, "ecco la spesa" aggiunse poi porgendole il sacchettino.
"Sakura! Ti ho già detto un sacco di volte che dovresti tornare prima" la rimproverò.
La donna aveva i capelli biondi legati in due codini bassi e un seno davvero prosperoso; gli occhi nocciola erano ridotti a due fessure e le mani appoģgiate sui fianchi non facevano presagire nulla di buono. Aveva ormai cinquant'anni, anche se non voleva ammetterlo e ne dimostrasse di meno.
La rosa abbassò lo sguardo, per poi scusarsi: "Mi spiace. Cercherò di tornare prima le prossime volte, promesso."
Lo sguardo della donna si addolcì un poco.
"Io lo dico per il tuo bene Sakura. ho promesso ai tuoi che ti avrei protetta..e già una volta ho rischiato di non essere fedele alla promessa."
"Lo so, Tsunade. Grazie." le disse poi, congedandosi infine nella sua camera. 
La sua stanza non era nulla di che:
non era molto grande, ma in compenso c'era una portafinestra che dava su un balconcino. Il letto era singolo e con le lenzuola grigie ormai consunte, le pareti bianche erano scrostate e l'armadio a muro di una leggera sfumatura rosa era ormai rovinato. C'erano poi un tappeto, una scrivania in legno e una piccola sedia, posta in un angolo della stanza.
Si avviò verso la finestra e l'aprì, uscendo poi sul balcone.
Tirava un vento abbastanza freddo, ma Suna sembrava emanare un calore proprio grazie alle luci delle case accoglienti e i neon dell'entrata di qualche locale alla moda, di cui si sentiva la musica per le strade dove alcune persone passeggiavano ancora tranquille.
Una calore e una musica che non arrivava fino a lì. 
Lì tutto era talmente silenzioso da essere inquietante. Solo il fischio del vento era udibile, insieme alle urla di qualche ubriaco che spaccava bottiglie di vetro; mentre le uniche persone che si incontravano per strada erano qualche tossico o uomini con cattive intenzioni.
Lì era tutto freddo, buio e non c'era nessuna musica, perché quello, era Il Quartiere.
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Saalve a tutti, sono TheGirlOfTheSand.
Be', ecco qui l'inizio della mia seconda storia.
Ci terrei ad informarvi del fatto che sarà più lunga e complessa della precedente, inoltre sarà raccontata attraverso gli occhi di un po' tutti i personaggi, e non solo attraverso Sakura.
Spero che come idea e primo capitolo vi possa piacere. 
 
Ho inoltre un'informazione da chiedervi: quando scrivo la bio e poi provo a fare l'anteprima, il testo mi viene attaccato e senza gli 'a capo'. Potreste dirmi come fare?
Grazie e al prossimo capitolo! :)
   
 
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