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Autore: Laurelin_    02/11/2015    1 recensioni
Il destino, lo scorrere interminabile del tempo.
Ecco che cos'è, ma non per me, per me è quel attimo, quel piccolo attimo che trasformò il nulla in tutto.
Questa è la storia di una ragazza semplice e complicata che comincia realmente a vivere.
Tutto grazie a Lui.
Genere: Azione, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Premessa: Questa storia è ambientata nel futuro precisamente verso la fine del 2017. Era una fredda giornata di autunno quando la mia vita è cambiata radicalmente. Ah scusa, non mi sono presentata. Ciao piacere io sono Laura Angeli e ho 20 anni quasi 21 precisamente. La mia vita non è poi così interessante, si beh sicuramente non poco stressante. Bene da dove inizio.. ah. Sono una nuotatrice professionista della nazionale Italiana e il mio allenatore mi ha spedito, se si puo dire, in Inghilterra per allenarmi con la nazionale Inglese considerata più efficente. Dov'ero rimasta? Ah si. Beh la mia vita quindi si basa su nuoto, mangiare e dormire. Bene, tralasciando tutta la mia lunga vita da nuotatrice torniamo al famoso freddo giorno di autunno. Quel giorno ero a Londra ( tecnicamente ci vivo da pochi mesi) precisamente era il giorno del mio compleanno quindi tu stai pensando che l'avrei passato con i miei amici, sbagliato! Stavo uscendo tranquillamente dalla piscina che dista pochi isolati dal mio appartamento, mi basta solamente attraversare il Tower Bridge ed sono a casa. Nella mia beata ignoranza in merito alla situazione camminavo senza cuffie, precisiamo, per il piccolo parco vicino al Tower Bridge. Stavo salendo le scale per il ponte, quando un uomo in corsa mi urtó e mi fece quasi cadere - ehi stai attento tesoro! - gli urlai dietro. Lui nemmeno si girò e continuò nella sua corsa come se nulla fosse. Vabbe qui a Londra sono tutti un po strani. Ormai ero arrivata sul ponte e una brezza autunnale scosse I miei capelli ancora bagnati. Ad un certo punto sentii una frenata di quelle che ti rovinano I timpani. E da li inizió l'inferno. La scena era come a rallentatore, girandomi vidi una macchina nera che si stava dirigendo a tutta velocità verso di me, mi spostai con uno scatto dalla sua traiettoria, ma lei non si fermò, salí sul maciapiede a una bella velocità e si inpuntó sul parapetto del ponte. E a causa della velocità, la macchina si ribaltó e cadde con un rumore terribile nel fiume. Pluff.. tutto nel giro di pochi secondi. Nel tempo che realizzai che su quella macchina c'era qualcuno e che stava morendo avevo già tolto la giacca e comiciato a cercare come una pazza gli occhialini nel borsone. Non sentivo piu nulla. Nemmeno la gente che urlava. Mi ritrovavo in una bolla di vetro. Finalmente quando trovai quei maledetti occhialini, il mondo riprese la sua dimensione e corsi fino al parapetto e salii con un balzo, sentii una mano alla gamba che mi stava fermando - c'e una persona che sta morendo! Lasciami!- gli urlai e scalciai la mano con uno scatto. E mi tuffai nelle acque gelide e torbide del Tamigi. Freddo solo il fottuto freddo. Probabilmente mettere gli occhialini è stata l'idea piu brillante e geniale della mia vita perché appena incotrai la superficie del acqua la mia vista era bella limpida (per quanto ti puo permettere il Tamigi) La prima cosa che vidi furono le luci seppur suffuse e indistinte ( che siano benedette!) Feci una gambata e una altra, raggiunsi il baule della macchina. Percorsi interamente la vettura fino ad arrivare alla portiera del guidatore, vidi molto confusamente l'uomo che c'era al interno. Provai ad aprila. Era chiusa. Laura mantieni la calma, pensai. Provai con la portiera posteriore, era aperta. Entrai che ormai il mio corpo stava andando a fuoco. Con una stretta ferrea presi l'uomo e lo tirai verso di me, ma qualcosa me lo impediva. Dannata cintura. Con fatica riuscii a staccarla, tirai il corpo verso di me. Aria ho bisogno di aria, pensai avidamente. Uscii dalla macchina che ormai era praticamente sul fondo. Una gambata, aria, una altra gambata, fuoco, un altra e ancora un altra.... vidii la luce.. aumentai la presa, l'ultima gambata e.. aria. Con uno scatto ripresi a respirare la fredda aria di Londra. Il mio corpo era rigido i miei movimenti lenti, una parola si formó nei miei pensieri: ipotermia. Iniziai a nuotare verso la riva più vicina, il corpo del uomo era inerme e pesante. Qualche gambata, in lontananza le sirene dei soccorsi, Laura sei salva; l'unico pensiero nella mia mente prima di svenire sulla riva del fiume accasciata sul corpo del uomo. Bip...biiiip...Bip. . Dove sono? Bip...biiiip... Non sentivo piu il mio corpo, aprii leggermente gli occhi..una luce accecante mi invase lasciandomi un attimo stordita. Provai a muovere il braccio ma nulla, non sentivo nulla come se il mio corpo mi fosse estraneo. Cominciai ad agitrami. - oh ti sei svegliata finalmente- una voce calda e calma, probabilmente di un'uomo. Mi girai verso la voce, c'e..ci provai perché nemmeno il mio collo mi rispose. - non fare sporzi, il tuo corpo ha avuto una bella botta di gelo e si sta riprendendo molto lentamente.- Finalmente lo vidi con la coda del occhio e presi un colpo. Davanti a me con un sorriso a trentadue denti era seduto Eddie Redmayne. Solbazai leggermente - no aspetta un secondo- farfugliai - cosa ci faccio qui sdraiata su un letto d'ospedale con te accanto? - Mi ritengo una persona abbastanza spiccia, se si può dire. - ascoltami.. non è facile spiegarlo.. c'e.. tecnicamente ti sei buttata dal Tower Bridge per salvare il mio amico dalla morte - beh a quanto vedo nemmeno a lui manca il tatto. - no aspetta..- e in un momento ricordai tutto e per poco non caddi dal letto dallo shock. Il freddo. - mi avevano detto che poteva succedere questo- stava mugugnando Eddie tentando di rimettermi sul letto. Freddo. Cominciai a tremare. - dottori! Sta succedendo ancora! - urlò Eddie. Poi più nulla solo la confusione e mille domande per la testa. Vagai Nel buio del incoscienza per un tempo infinito a parer mio, ma quando mi svegliai tutto era come prima, Eddie al mio fianco e la luce accecante che feriva gli occhi. Solamente che adesso tre dottori stavano maneggiando delle attrezzature mediche con un a certa ansia. Respirai con fatica, come il primo respiro di un bambino - si è svegliata!- la voce squillante di Eddie arrivó alle miei orecchie come un coltello facendomi un male allucinante. - adesso sto bene non c'è bisogno di urlare- farfugliai sembrando veramente in forma, anche se come era ben visible ero tutto tranne che in forma. Provai a sedermi, ma inutile il corpo ancora insensibile. Imprecai in italiano. -signorina non deve fare sforzi- mi rimproveró il dottore rimettendomi a sedere - io voglio vedere solamente l'uomo che ho salvato- dissi pacamente. I dottori si guardarono e si scostarono lasciando intravedere un uomo disteso su un letto con una mascherina. Non c'era bisogno che me lo dicessero, il mio cuore perse un battito. Là in quel letto, tra la vita e la morte c'era Lui. L'idolo della mia adolescenza. Benedict Cumberbatch.
   
 
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