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Autore: Stand by Me    02/11/2015    2 recensioni
Dalla storia:
"Non gli erano mai piaciuti i ragazzi. Ne era sicuro."
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GI project series - I pensieri di Tobirama in momento non esattamente appropriati.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hashirama Senju, Izuna Uchiha, Madara Uchiha, Tobi, Tobirama Senju
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Γαμβρός [-οῦ, ὁ]: cognato

 

 

Note introduttive:

Greetings mortals!

Qui è Malik che vi parla, una delle pazze autrici che si sono imbarcate in questa folle impresa! Prima di tutto vi illustro brevemente il progetto: secondo un metodo molto scientifico ( io ho tentato di utilizzare le freccette ma sono stata sabotata, per cui siamo tornati alla vecchia apertura casuale del dizionario) abbiamo estratto una parola dal grande GI (il dizionario Greco-Italiano per i profani) scrivendo una piccola storia in base a tutto quello che ci veniva in mente così, su due piedi. Per questo vedrete una grande varietà di fandom, shipping, personaggi più o meno probabili! Inoltre vi invito, se doveste passare di qua e se la storia dovesse piacervi, anche a leggere l'altra storia nata dalla stessa parola della mia lovely and fluffy friend Bakura, che invece si è cimentata in altro. And so, let's begin! Prima di lasciarvi qualche inutile specifica: sia ben chiaro che il pensiero sugli orietamenti sessuali non è mio, ma di Tobirama Senju, e non preoccupatevi: Izuna gli farà cambiare idea molto presto! Più o meno nello stesso tempo utilizzato da Madara per scuioiare il nostro Hokage. Enjoy!

 

COGNATO

 

Non gli erano mai piaciuti i ragazzi. Ne era sicuro. Assolutamente sicuro, di una sicurezza mortale. Così sicuro che tutti coloro che lo conoscevano avrebbero potuto inciderlo sulla sua lapide, così da ricordare agli sventurati e miserevoli – nonché sodomiti – posteri che lui era etero fino al midollo. Non come quell’idiota sempre allegro di suo fratello. Per carità, Hashirama aveva un sacco di qualità positive, che lui mai, nemmeno sotto tortura, avrebbe ammesso, ovvio, ma se c’era un lato di lui che proprio non poteva sopportare era che si dichiarava apertamente bisessuale. All’inizio non l’aveva certo presa bene, ma quella non diventò altro che una voce insignificante della lunga lista di idiozie che suo fratello diceva costantemente. Davvero, aveva cominciato a pensare che avesse stretto una sorta di contratto divino: l’esistenza in cambio della saturazione di cazzate nell’atmosfera, pari ad un numero elevato alla decima potenza di quelle che lui stesso non diceva. Se gli scienziati avessero trovato un modo di convertire in energia tutte le idiozie che diceva il Senju maggiore – o presunto tale a questo punto – probabilmente il pianeta avrebbe avuto fonti pulite e inesauribili per almeno cinquemila anni. Prima cosa: Hashirama, come già detto, si dichiarava apertamente bisex. E quando diceva dichiarava, intendeva nel vero senso della parola: non c’era anima che non lo sapesse, come se andasse in giro ad urlarlo ai quattro venti o con un cartello appeso al collo. Non finì nemmeno di formulare il pensiero che il ricordo dell’idiota per eccellenza con addosso una maglia bianca con la scritta fucsia in caratteri cubitali (come se il fucsia non fosse già abbastanza insomma) “sono bisex” gli si affacciò alla mente facendolo rabbrividire. Insomma, avrebbe potuto anche sorvolare sui capelli assurdamente lunghi e sulle sue abitudine sessuali (era suo fratello, gli avrebbe sempre voluto bene, purtroppo), ma almeno un po’ di contegno accidenti. E poi proprio non lo capiva: insomma o si è gay o si è etero, semplice e conciso. Il mondo è sempre stato fatto di contrasti: bianco e nero, acqua e fuoco, omosessuali e eterosessuali, il fratello serio e assennato e quello deficiente. Semplice, no? Come già detto però lui era etero. Etero fino al midollo. Un Etero doc, di quelli con la “E” maiuscola. Non certo di quelli che leggono riviste porno o simili, un ragazzo ben educato, all’antica. E la sua opinione sulle preferenze sessuali non era di certo cambiata quando aveva conosciuto Madara Uchiha. Come stare con un uomo del genere? Solo un’idiota come Hashirama ci riuscirebbe.

«Ehi, Tobirama, a che pensi?» gli occhi curiosi e scuri di Izuna gli si posarono sul volto, mentre supino e con le braccia incrociate a sostenergli la testa lo guardava con un sorrisetto terribilmente sghembo e languido, malizioso ed eccitante quando la pelle candida della sua schiena appena coperta dal lenzuolo in un luogo decisamente strategico. Né troppo da scoprire le forme delle parti più intime del ragazzo, né troppo poco da sciogliere quel nodo di eccitazione che sentiva stringergli lo stomaco al solo pensiero di quello che avevano appena fatto, di quello che avevano fatto per… quanti erano, cinque mesi forse? E di quello che Tobirama sperava vivamente di continuare a fare per molto, ma molto tempo.

«Niente» rispose laconico. Non era un tipo molto espansivo, ma non gli sembrava esattamente la sede giusta in cui spiegare quanto suo fratello fosse scemo.

Un risata soffocata scosse appena le spalle di Izuna, mentre Tobirama non poteva fare a meno di ricordare come quelle stesse spalle quasi tremavano la prima volta che si erano baciati. Cosa ci avesse trovato lui, in quel pestifero ragazzo dai capelli neri, lui non lo aveva mai capito. Il giorno prima era solo un conoscente, e dal canto suo pure indesiderato a dirla tutta, il giorno dopo, mentre si raccontavano le prodi imprese dei fratelli maggiori, quando si erano incontrati nuovamente a casa di lui per una serie di davvero fortuite coincidenze, si erano ritrovati l’uno sull’altro, senza nessuna spiegazione. Tobirama quel giorno non poté dire di non aver apprezzato quel rapporto così inaspettato, ma si ripromise che non sarebbe successo niente del genere, mai più. Ma era successo ancora, e ancora, e si era ritrovato intossicato dalla pelle candida dell’altro, chiara come cocaina. Tutto era chiaramente colpa di Izuna, era palese: Tobirama era etero, un etero convinto, perso, era un ragazzo d’altri tempi, lui. Era solo Izuna a renderlo così. L’aveva sempre detto che gli Uchiha erano pessimi elementi.

«Allora sarà meglio che riempia la tua testa d’altro» e si era allungato per baciarlo, mentre le sue braccia, già abituate alla sua presenza, gli cingevano i fianchi.

Sì, era tutta colpa di Izuna, perché lui era etero.

Avrebbe solo dovuto trovare un modo razionale e lineare per spiegare quel ferreo ragionamento a Madara, che, ne era sicuro, non sarebbe stato molto felice di sapere con chi se la faceva il suo adorato, glorificato, amato, puro e casto fratellino. Sapeva che non nutriva molta simpatia per lui, e sicuramente la sua popolarità presso il ragazzo di suo fratello sarebbe scesa sotto i minimi storici se avesse saputo che sarebbero stato suo cognato e in un modo che l’altro non avrebbe mai potuto immaginare.
 


Why so Bisex?

Io. Non. Sono. Flufflosa. 
Ore Sama, dall'alto della sua candida chioma, non approva.
Comunque io odio il rosa ma AMO la maglietta di Hashirama. Stima profonda. Dimmi che ha qualche cazzata in più per alimentare il mio computer, con tutte le ore che ci passo ogni giorno non mi dispiacerebbe trovare un modo per tagliare sulle bollette della luce.

La storia gemella di Bakura la trovate a questo a link.

Bakura

 

   
 
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