Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: malefica00    02/11/2015    5 recensioni
“Non capisci... Il fatto che la lettera sia arrivata a te e non a Taehyung è un segno del destino. Rifletti, come avrebbe fatto Hoseok a sbagliare indirizzo due volte?”
Yoongi sviò lo sguardo.
“È una persona molto maldestra, l’ha detto lui stesso.”
“Nessuno può essere così incapace da sbagliare l’indirizzo due volte.”
*****
"Voglio dire, chi scrive più lettere da quando c’è WhatsApp?"
[YoonSeok] 💌
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Namjoon/ RapMonster, Min Yoongi/ Suga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
💌A LETTER FOR YOU💌

1. There's Post For You


“Hyung, voglio andarci!” Namjoon indicò un volantino appiccicato sul palo della luce.
“No” rispose semplicemente Yoongi.
Namjoon gli si parò davanti sfoderando il suo broncio migliore.
“Non provarci nemmeno. La tua faccia da cagnolino bastonato non funziona con me” rispose il maggiore, riservandogli un’occhiata gelida. Diavolo, era stanco e voleva ritornare a casa. Namjoon e le sue stupide idee perditempo.
“Hyung ti prego~ Non sei curioso di scoprire il tuo futuro?”
“Nam, non ti sentiresti in colpa a buttare via 30.000₩ per farti leggere la mano?”
“No, non legge la mano. Ti svela il futuro!” lo corresse contrariato Namjoon.
“Pensaci Yoongi-hyung, non ti attira sapere cosa ti succederà tra dieci anni? Se il destino decide di farti morire in un incidente, almeno lo saprai prima!”
“Che grande consolazione! Sul serio pensi che continuando così mi convincerai? Non ho bisogno di queste baggianate. Io sono un uomo soddisfatto del mio successo.”
“Tu pensi solo al lavoro! È per questo che ancora a ventisette anni sei single! Se tu consultassi...”

“Non ho bisogno di una inutilissima chiaroveggente.”
“Ma hyung pensaci. E se magari il tuo futuro fidanzato girasse l’angolo in questo esatto momento o se lo incontrerai tra cinque anni nel mio futuro ristorante? Almeno lo saprai prima.”
Yoongi lo guardò in cagnesco. “Dì un po’, sei sicuro che stiamo parlando ancora di me? Sputa il rospo, vuoi andare dalla veggente per chiedergli se riuscirai ad aprire il ristorante, non è così?”
Namjoon sospirò e si aggiustò il cappellino che portava in testa. “Lo sai che da quando mio padre mi ha cacciato di casa sono senza fondi. Ci vorrebbe un miracolo.” “Allora non pensi sarebbe meglio un pellegrinaggio a Lourdes?” scherzò Yoongi togliendogli il cappellino dalla testa e mettendoselo sulla sua. Nonostante il suo essere burbero, voleva davvero bene a Namjoon.

“Ok, andiamo da questa grandiosa persona che prevede il futuro, ma ti avviso che ti accompagnerò e basta. Non voglio prendere parte a tutto questo.”
“Grazie Yoongi-yah! Sei il migliore!” Namjoon gli si gettò addosso abbracciandolo ma Yoongi se lo scrollò immediatamente via. Gli puntellò un dito sulla fronte guardandolo negli occhi.
“Ricorda: niente effusioni in pubblico. Ho una reputazione da difendere.”


Così Yoongi e Namjoon seguirono l’indirizzo indicato dal volantino, camminarono per mezza città prima di trovarsi in un vicolo senza via d’uscita. Ad un lato erano ammassati bidoni dei rifiuti, dall’altra parte il muro era ricoperto dai graffiti.
“Nam, sei sicuro di aver letto l’indirizzo correttamente? Mi sembra di essere sul set di un film di gangster o sulla via per un dozzinale night club.”
“Non farti tutti questi problemi hyung, siamo nel posto giusto. È solo un luogo molto... pittoresco.”
“Eh?” Yoongi affrettò il passo e si ritrovò a camminare affianco a Namjoon che si era incantato ad osservare un’insegna luminosa attaccata su una vecchia porta di legno. L’insegna presentava a grandi linee eleganti la scritta glitterata: Lady Jin Jin.
Yoongi preferì non porsi domande ed entrò seguendo Namjoon come un cagnolino. Sinceramente quel posto gli metteva una certa ansia e un po’ di timore. All’interno le luci erano di un viola soffuso e, attaccate ad ogni parete, vi erano foto, dalle più bizzarre alle più inquietanti. Yoongi cercò di non mantenere fisso lo sguardo su una foto in bianco e nero che aveva particolarmente attirato la sua attenzione. Rappresentava un ragazzo con alcune fattezze animali: sembrava un ibrido, mezzo uomo e mezzo gatto. Infatti era un ragazzo, e anche abbastanza carino, ma una lunga coda pelosa da gatto gli spuntava da dietro e sulla testa due orecchie da gatto si facevano spazio, per completare il tutto baffi da gatto spuntavano sotto il naso. Yoongi rabbrividì a quella foto e si passò nervosamente una mano tra i capelli biondo cenere. Era una situazione piuttosto inquietante. Non esistevano cose del genere. Quel posto continuava a non piacergli. Si disse di resistere un po’, alla fine lo faceva solo per il suo migliore amico.
“Hyung, da questa parte” Namjoon richiamò la sua attenzione e lo spinse ad entrare oltre una tenda color prugna, che arrivava fino al pavimento di granito.
Una volta entrati, i ragazzi si ritrovarono in un’altra stanza, completamente diversa dalla precedente. In questa, al posto delle foto, erano attaccate stelline argentate e un tavolo coperto da una tovaglia anch’essa color prugna era sistemato in mezzo.
“Ohilà, chi va là?” Una voce irruppe nella stanza facendo tremare Yoongi dalla sorpresa e dalla paura contemporaneamente.
Namjoon, invece, si inchinò verso la proprietario di quella voce acuta.
“Lei dev’essere Lady Jin Jin, sono molto felice di conoscerla. Io e il mio amico vorremmo usufruire dei vostri servigi!”
Un grande, grandissimo “Eh?” era stampato sulla fronte di Yoongi.
Servigi? Ma andiamo! Neanche nell’Ottocento si usava questo termine. Nam, da quale secolo lo hai rubato?

“Oh! Ma che ragazzo ben educato che sei! Ti chiami Kim Namjoom, vero?” chiese quella che ormai Yoongi identificò come chiaro veggente. La sua voce aveva un qualcosa di strano, molto strano. Sembrava quasi maschile! Namjoon lo colpì su un braccio.
“Yoongi, hai sentito? Sa il mio nome! Te l’avevo detto che mi stava aspettando!”
Sì Namjoonie, stava aspettando proprio te e i tuoi 30.000.

Lady Jin Jin, con in braccio un gatto nero, uscì dalla penombra e si piazzò seduta al tavolino, dove la fioca luce viola del lampadario illuminava la palla di vetro che le imbroglione come lei chiamano: Palla di vetro magica.
Yoongi avrebbe voluto riderle in faccia, ma si astenne dal farlo quando scrutò un po’ meglio il suo viso. Quella donna, che a Yoongi non sembrava esattamente donna, assomigliava terribilmente al ragazzo-gatto della foto, ma questa versione donna non comprendeva orecchie e simili. In più, Lady Jin Jin si dimostrava parecchio uomo per essere una donna. Ok, era davvero confuso.
Questo essere dalla dubbia sessualità, come lo classificò Yoongi, posò un attimo lo sguardo su di lui e poi di nuovo su Namjoon e gli sorrise.
“Bene Namjoonie, non sei curioso di conoscere il tuo futuro?” gli domandò ammiccando.
Maledizione, ancora una volta quella voce stridula si insinuò nelle membra di Yoongi.
Che qualcuno mi dica che non si tratta di un transessuale, per favore.

Con tutto il rispetto Lady Jin Jin, ma io sono venuto qui per il mio amico.”

What? Questo piccolo stronzo maledetto! E io che ci sono cascato come un cretino!

“Questo amico- continuò Namjoon rivolgendosi a Lady Jin Jin che lo guardava con gli occhi accesi dall’interesse – ha una carriera brillante, ma è sempre più solo. E io da buon amico che sono, sono molto preoccupato, tant’è che mi sono sentito in dovere di portarlo da lei. Per favore lo aiuti. Gli dica se troverà mai qualcuno che se lo prenderà” pregò Namjoon con le mani congiunte e le lacrime agli occhi.
Che scena patetica. Gli aveva fatto fare la figura del disperato con un transessuale. Bene.
“Oh my poor baby! Certo che vi aiuterò. Basta semplicemente che il tuo amico metta la mano sulla mia sfera magica e saprò leggergli il futuro” disse Lady Jin Jin, coperta nel suo mantello, ovviamente, color prugna.
“Io non voglio sapere il mio futuro, voglio solo andarmene!” protestó Yoongi, ma Namjoon afferrò la sua mano poggiandola contro la fredda superficie della palla di vetro. Tutti, gatto compreso, osservarono la mano su quell’aggeggio. Quest’ultimo, dopo pochi minuti si illuminò di un verde smeraldo e Lady Jin Jin esultò eccitata battendo le mani.
“È verde! Ciò vuol dire che ci sono grandiose notizie in campo sentimentale!” esclamò, togliendosi il cappuccio e rivelando una corta chioma castana.
Ok è decisamente un uomo. O un mezzo uomo.
“Non sei interessato a sapere se farai nuovi incontri?” domandò Lady Jin Jin.
“No.”
“Mmh.. che ragazzo freddo e spiccio, non vuoi proprio sapere cosa ti riserva il futuro?”
Yoongi scosse la testa.
“Va bene, non posso costringerti, però ti dirò solo una cosa: nuovi incontri farai e solo se tu stesso lo deciderai, in qualcosa di più si evolverà. Ma se sincero non sarai, con la peggior moneta ripagato verrai.”
Yoongi non prestò molta attenzione alle parole della veggente, non era mai stato realmente interessato neanche a far finta di crederci.

Dopo aver riscosso i 30.000₩, Lady Jin Jin si congedò, entrambi i ragazzi furono accompagnati fuori dal gatto che, con la folta coda e molta nonchalance, si richiuse la porta alle spalle.
Inquietante.

“Yoongi, non sei contento? La veggente ha detto che farai nuovi incontri!”
“Namjoon, non hai capito che quella veggente da quattro soldi è un transes- niente Joonie, niente… non voglio rovinare la tua innocenza da venticinquenne, anzi, più che innocenza qui parliamo di stupidità umana. La tua Namjoon, per avermi fatto perdere tempo, e la mia, per averti assecondato.”
Detto ciò, Yoongi si incamminò verso la sua abitazione, lasciando Namjoon a riflettere sulla sua innata stupidità.




Il palazzo dove abitava Min Yoongi si trovava nel quartiere più vivo di Seoul, al centro dell’attenzione. Era talmente importante che aveva persino un nome: Dontown Palace. Molte erano le personalità importanti che vi alloggiavano, dalle star internazionali in viaggio in Corea del Sud, a personaggi importanti del Paese. Si dice che anche la presidentessa Park vi abbia soggiornato un paio di volte.

Come poteva Min Yoongi permettersi tutto questo lusso?
Ebbene, se alla giovane età di quindici anni sognava un futuro da rapper in giro per il mondo, a vent’anni quel sogno sembrò sparire nel nulla quando sua nonna gli piazzò fra le mani un libro di ricette. Yoongi era sempre stato un ragazzino fin troppo tranquillo e abbastanza silenzioso. Sfogava la sua solitudine con la musica e con nient’altro. Perciò, adesso, proprio non si spiegava com’era finito a presentare programmi di cucina, scrivere libri sulla perfetta ricetta per cucinare la pasta italiana e fare da special guest nei programmi di cucina più famosi della nazione. Proprio non se lo spiegava. E dire che all’inizio non sapeva friggere neanche due uova! Inoltre, come prova della sua grande fama di chef, le sue fan, la maggior parte delle quali ajhumme, avevano aperto anche un blog in suo nome. Corredato persino di Fanclub: The Sugars. Insomma, Min Yoongi era sulla cresta dell’onda.

“Signor Min, c’è posta per lei!” annunciò il portiere del palazzo. Yoongi aveva appena varcato la soglia dell’ingresso quando il portiere lo chiamò, quindi si girò verso di lui e gli andò incontro. Non appena gli fu davanti, si inchinò in segno di saluto e prese le buste che il portiere gli stava porgendo. Dopo di che se ne andò alla svelta, aveva appena finito di filmare il suo programma: “Yoongi’s cooking”, in più quell’idiota del suo migliore amico l’aveva portato da una chiaroveggente transessuale con un fetish con il color prugna.
Era stanco e puzzolente di frittura, aveva solo bisogno di farsi una doccia calda.

Dopo aver salito esattamente quarantadue scalini, oh sì, li contava ogni volta, ed essere arrivato al suo piano, aprì il portone del suo appartamento e vi si infilò dentro. Si tolse la giacca, che appese all’appendiabiti, e gettò la posta sul tavolinetto vicino il divano di pelle lucida nera. L’avrebbe aperta più tardi, di sicuro era la bolletta della luce e l’invito all’inaugurazione di qualche ristorante.
Più stanco del solito si chiuse in bagno e si rilassò sotto il getto caldo della doccia per più di un’ora. Quando si riscosse dal torpore dell’acqua e si ricordò che quest’ultima non era gratis, si affrettò ad uscire e ad avvolgersi nel suo morbido accappatoio griffato. Si diede una sistemata ed uscì dal bagno che erano già le nove. Doveva prepararsi qualcosa per cena ma, dopo una giornata intera passata ai fornelli, cucinare era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare, e poi non aveva neanche tanta fame. Approfittando di quel momento, ciabbattò fino in soggiorno, accendendo la tv e rilassandosi sul divano. Quella sera davano uno dei suoi film preferiti e non vedeva l’ora di goderselo in santa pace.
Si sporse per afferrare un cuscino quando notò la posta ancora sul tavolinetto, così afferrò anch’essa insieme al cuscino. Le buste erano tre e controllò cosa fossero: la prima era la bolletta della luce. Sì non era una sorpresa, l’aspettava da una settimana; la seconda era pubblicità: offerte e sconti nei negozi Spao su tutte le magliette degli Exo. A lui non piacevano gli Exo, così la gettò via. Si rigirò l’ultima busta tra le mani e notò che era molto decorata, con motivetti eleganti e dorati che la orlavano. Yoongi capì che si trattava di una lettera e sorrise.

Ecco il famoso invito all’inaugurazione del ristorante di Sangwoon.

Sangwoon era un suo vecchio compagno di università e del corso per cuochi.
Si sorprese, invece, quando vide l’emittente. Un certo Jung Hoseok. Yoongi non conosceva nessuno con quello strano nome così, preso dalla curiosità, aprì velocemente la busta e rimase ancora una volta sorpreso quando vide che si trattava di una lettera.
Uno sconosciuto mi ha scritto una lettera. Oh, sarà un fan.

Ciò che era strano era che Yoongi non aveva mai avuto fanboy, o almeno non che lui sapesse. Era sicuro che Hoseok fosse un nome da maschio. Come era sicuro del fatto che lui non fosse Taehyung. Lo diceva la lettera.

 
Gwanju, 5 aprile

Caro Taehyung, - iniziava proprio così. Yoongi era fermamente convinto di non essere il suddetto Taehyung, né di avere un alterego. Questo tizio non ci stava proprio se lo aveva scambiato per uno sconosciuto. Spinto dalla curiosità, però, continuò a leggere la lettera. -


come stai? Sono Hoseok, ho 26 anni e sono il tuo hyung dalla faccia di cavallo! Ho usato quell’applicazione per il cellulare che è in grado di trovarti l’anima gemella e, dopo due ore di caricamento, mi è uscito il tuo profilo. Ho sbirciato un po’ e ho notato che adesso sei in viaggio in India perciò, se non ho sbagliato come al mio solito, adesso starai leggendo questa lettera direttamente da Calcutta, non è così? Dimmi che non ho sbagliato e che non ho inviato la lettera per sbaglio a qualche maniaco stalker! Non vedo l’ora che ritorni in Corea per poterti conoscere. Ehm… forse sto andando troppo veloce, ma ho bisogno di un amico. L’unica cosa eccitante in questo periodo è quando passo le mie giornate ad allenarmi allo studio di danza. È diventato noioso persino stare con Jimin e Jungkook, i miei migliori amici. Entrambi sono nel periodo dove anche il solo respirare di Jimin infastidisce Jungkook e viceversa. Ma io lo so che in realtà si amano eheh! Ora ti devo lasciare dongsaeng, mentre scrivo questa lettera mi trovo in un locale seduto in mezzo ai due sopracitati; in questo momento Jimin è frustrato perché Jungkook ha ordinato per tutti e tre un succo alla fragola quando invece lui lo voleva alla pesca. Rispondimi presto Tae, ho bisogno di supporto.

Hoseok, il tuo amico di penna~

P.s. : In caso te lo fossi chiesto, sono gay. Ah, il tuo indirizzo l’ho preso dal tuo profilo.



Yoongi scosse la testa e si trattenne dal ridere, seriamente, quel tipo era esilarante. In meno di venti righi gli aveva fatto venire mal di testa con le sue parole confuse.
La lettera era datata 5 aprile, quindi Hoseok l’aveva scritta cinque giorni prima.

Ma alla fine chi sono ‘sti tipi? Jimin, Jungkook, Taehyung, Hoseok… nomi che Yoongi non aveva mai sentito in vita sua e lui in ventisette anni ne aveva conosciuto di gente! Ok, quel ragazzo era strano. Aveva detto lui stesso di essere molto maldestro.
Yoongi era estremamente d’accordo. E comunque no, lui non era un brutto stalker maniaco. Semmai era colpa di Hoseok che se le chiamava. Continuava a non capire come la lettera fosse finita nella sua cassetta postale e non in India in quella di Taehyung.
Ma poi…sul serio l’aveva chiamato dongsaeng?


☆~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~☆



Quindi, per quanto ne sapeva, Taehyung, la presunta anima gemella di Jung Hoseok, era andato a farsi un gap year intorno al mondo, Hoseok si annoiava da solo, non sopportava più Jimin e Jungkook… due presunti ragazzi innamorati l’uno dell’altro, ma che ancora non lo sapevano. Hoseok aveva scritto di aver bisogno di sostegno.
Era per quello che adesso si trovava in cucina con una penna e un foglio tra le mani?

“Ah Min Yoongi, che stai facendo? Hai una dignità! Non puoi rispondere ad una lettera che non è per te. Stai commettendo una bassezza!” esclamò a voce alta, gettando il foglio a terra.
“Però ha bisogno di sostegno! Si sente solo ed annoiato! Gli scrivo una piccola risposta di incoraggiamento e fine!” e raccolse il foglio da terra poggiandolo sul tavolo.
“Ma se poi si accorge che non sono Taehyung? Mi farò odiare da un estraneo. E se mi denuncerà per diffamazione? La mia carriera sparirà nel nulla.. La potrei semplicemente rispedire indietro, no?”
Questa volta strappò il foglio in tanti coriandoli e se li gettò addosso.
“Min Yoongi sei una checca! È solo una cazzo di lettera, che male potrò fare rispondendogli? E poi è lui che ha sbagliato indirizzo! Hoseok ha iniziato tutto questo e ne dovrà pagare le conseguenze!” Finito il monologo Yoongi si procurò un altro foglio e si rimise seduto.
Pensò a cosa potesse scrivergli per non destare sospetti.

 
 
Calcutta, 10 aprile

Caro Hoseok, -quale miglior modo per iniziare?-

sono Taehyung. Per fortuna la tua lettera è finita nelle mie mani, che colpo di fortuna, vero? Pensa se l’avessi mandata ad un indirizzo a caso! Io sto bene qui in India. Mi dispiace che tu non te la stia passando alla grande. Sentiti libero di sfogarti con me ogni volta che vuoi. Sono felice di poter parlare con te.

P.s. : Tranquillo, sono gay anch’io.

Yoon Taehyung.



Visto? Ci voleva tanto?
Anche se si sentiva tremendamente in colpa ad essersi finto qualcun altro. Aveva persino indirizzato la lettera da Calcutta!
La piegò e la sistemò in una busta bianca, l’avrebbe imbucata la mattina dopo prima di andare al ristorante.

Troppo preso dalla situazione, Yoongi si perse il suo film preferito e anche nel letto non smise di pensare a Jung Hoseok. Ogni volta che chiudeva gli occhi per cercare di prendere sonno, la curiosità si faceva largo nella sua mente, cercando di immaginarsi che aspetto avesse il ragazzo. Dalla lettera sembrava essere molto simpatico e alla mano, ma gli sarebbe piaciuto vederlo di persona.

Quella notte si costrinse a prendere sonno pensando che tanto non lo avrebbe più sentito.
Era impossibile che Hoseok sbagliasse di nuovo indirizzo.





[ ]
E questo è il primo capitolo della mia nuova fanfiction. Prima sui BTS.
Avevo intenzione di pubblicarlo molto tempo prima ma per una serie di sfortunati eventi mi ritrovo a pubblicarlo solo adesso. Spero che vi sia piaciuto e che vi abbia incuriosito almeno un po'.
Mi farebbe piacere ricevere qualche vostro parere quindi se vi va lasciate una recensione :)
[ ]
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: malefica00