Questi personaggi non mi
appartengono, ma sono proprietà di dalla
scrittrice J.K Rowling.
Questa storia è stata
scritta senza alcuno scopo di lucro
Buona Lettura
E' una
curiosa creatura il passato
Ed a guardarlo in viso
Si può approdare all'estasi
O alla disperazione.
Se qualcuno l'incontra disarmato,
Presto, gli grido, fuggi!
Quelle sue munizioni arrugginite
Possono ancora uccidere !
Emily
Dickinson
7 Agosto, una data che il mondo dei maghi farà fatica a dimenticare.
Un giorno che segna fine e rinascita, tristezza e solievo.
Un giorno paragonabile ad una bella donna in una
storia d’amore drammatica, violenta e passionale. Una donna affranta, ombra di
se stessa, che riesce finalmente a lasciare quell’uomo che tanto ha significato
quanto il dolore che le ha inflitto. Quella donna oggi si guarda allo specchio, osserva il suo volto più magro di un tempo, i
suoi lividi e le sue cicatrici, visibili ed invisibili.
Si passa una mano sul volto stanco, prende del fondotinta e copre tutto, si
pettina i capelli, un velo di rossetto, un po’ di mascara e accenna un sorriso
che si spegne un istante dopo.
Guarda la sua divisa da Auror, l’ accarezza e la pone dentro l’armadio, lo chiude a chiave,
come ha fatto con molte cose in quel mese.
Si volta un’ultima volta verso la superficie riflettente ed esce da quella
stanza, pronta per prendere quel treno che quell’anno ha un sapore un po’ più
amaro e sentendosi un po’ più sola.
“Giorno mondo, qui è DJ Sam che vi parla e questa è
Radio Magic…sono le ore 10:40 dell'1
Settembre si comincia!!!”
- Blaise spegni
sta cazzo di sveglia!-
- Cosa! Cazzo Draco siamo in ritardo il
treno parte tra poco muoviamoci.-
Il biondo apre gli occhi e vede Blaise sparire
in bagno, sbadiglia e si accende una sigaretta, fuma lentamente in silenzio,
osserva la stanza. La sua stanza. Osserva l’arazzo davanti al letto, orgoglio
dei Malfoy, afferra la bacchetta facendolo
sparire, si alza e si veste, indossa il cappotto ed esce in giardino, pochi
minuti dopo seguito dall’amico.
Si dice che tutti vogliano la verità, ma che le apparenze siano più facili
e semplici da accettare.
Si afferma inoltre che non serva per forza scavare per scovare chissà quale
significato, i capri espiatori alle volte vanno più che bene: placano coscienze
e aiutano a voltare pagina. Poco importa se la realtà ce l’hai
a fianco, se il dolore è stato coperto ma non estirpato.
Se un po’ di crema colorata basta ad Hermione Granger per
ridare vigore al suo incarnato Draco Malfoy basterà come vittima sacrificale per tutti i
giusti e i buoni, in questa guerra con pochi vincitori e tanti vinti.
E quando tutti avranno tormentato abbastanza il biondo
ci saranno altri figli a pagare per i torti fatti dai padri.
“ Treno per Hogwarts in partenza!”
Quel treno che negli anni precedenti aveva significato “casa”, quel
famigliare odore di umido misto ad aria viziata, a causa dei finestrini mai
abbassati, quel vociare che le metteva allegria negli anni passati, ora, sembra
tanto lontano dai pensieri dei passeggeri.
Una malinconia coperta da sorrisi vuoti,
da sollievo nel rivedere i vivi sopravvivere e la tristezza nel vedere sedili
vuoti.
Tutti un po’ più vecchi e stanchi, cresciuti in una guerra che ha lasciato macerie cenere e speranza in alcuni, solitudine e
disperazione in altri.
Un fischio conosciuto e il treno parte, il famigliare ondeggiare della
carrozza accompagna la ragazza dai ricci capelli nel suo sentiero dei ricordi,
ricordi felici quando erano ancora tutti insieme: la
prima volta che vide Harry e Ron, la loro prima avventura sugli scacchi magici,
lo stare uniti contro Piton sempre e
comunque. Le litigate con Malfoy, le
ore passate a cercare un posto silenzioso, lontano dalle chiacchere di Ron ed Harry
ora le sembrano perdute. Spenderebbe milioni di Galeoni se servissero a ridarle
quelle voci e risate che tanto la irritavano e che ora le darebbero pace.
Gli occhi che si chiudono e il silenzio ritorna a riempire la mente, il
cuore e i sogni.
- Sparisci!-
Due ragazzini lentigginosi e spaventati escono dal bagno degli uomini.
Una Pansy contrariata apre i bagni con poca delicatezza cacciando gli inquilini con
la stessa grazia di un camionista.
Arriva all’ultimo bagno, un Draco accasciato
sul water la guarda, nota il suo sguardo acciliato,
prima di rimettere l’anima per l’ultima volta per poi alzarsi ed andare a sciacquarsi il viso.
- l’omino con i pantaloni fuori dal bagno non l’hai notato?-
- Oh si! E’ l’unico uomo che ho visto fin ora.-
Draco si
volta appoggiandosi di schiena al lavandino, guardandola.
- Che ho fatto stavolta?- La ragazza addolcisce lo sguardo e gli sposta un
ciuffo bagnato che gli si è appiccicato al volto, non risponde e il biondino
chiude gli occhi lasciandosi sfuggire un sospiro
di solievo quando sente la fronte della
ragazza appoggiarsi alla sua.
- Diventerà più facile te lo prometto.-
- Se no potresti continuare ad irrompere nei bagni
maschili e terrorizzare le pulci del primo. -
Una risatina proveniente da entrambi sugella un
abbraccio fraterno che ferma il tempo per qualche istante e lo appesantisce al
tempo stesso.
Consapevoli che loro in quella guerra non hanno perso niente, ma hanno
acquistato una libertà che non avevano: hanno preso in
mano i loro destini,
per la prima volta possono decidere loro e questo ha un prezzo.
Hermione Granger scossa da un sonno agitato
dorme con la testa appoggiata al finestrino
di uno dei vagoni del treno, ormai in dirittura d’arrivo alla scuola che aveva
cambiato la vita a molti dei suoi passeggeri.
Che avrebbe migliorato e peggiorato l’esistenza di molti altri studenti
quell’anno.
Una mano, una volta amica, adesso leggermente più
distante scuote la ragazza e la sveglia di soprassalto.
Dalla sua gola non esce suono, dai suoi polmoni non un respiro, davanti a
lei nebbia che piano piano si dirada.
Una cicatrice amica.
- Harry -
- Stai bene?-
- Si.- Gli
sguardi si incontrano, un sorriso triste e malinconico di chi ha condiviso
tutto appare sui loro volti, una distanza obbligata dai sedili divide i loro
corpi. Una separazione che ha ancora tanta, troppa strada prima di essere
colmata.
Per ora il silenzio riempie quel vagone e continuerà a farlo fino al loro
arrivo.
Hermione Granger ed Harry Potter,
Sopravvissuti ad una Guerra,
Eroi leggendari
Hermione Granger ed
Harry Potter
Sopravvissuti con il corpo, spezzati nella
mente, nel cuore e nell’anima
Eroi agli occhi degli altri, piccoli e fragile ai
loro
Una volta vicini, ora distanti
Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s'affonda nell'acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell'arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.
Nazim Hikmet
Trasfigurazione teorica non era mai stata
la lezione più amata tra gli studenti, La Mcgranitt che
parla e parla e parla non aiutava la sua materia ad
essere più popolare tra le casate, ma quell’anno era come se quelle due ore
fossero sospese nel tempo.
Una pioggerellina rendeva il cielo grigio,
piatto, con quella luce che ti ferisce gli occhi e quell’atmosfera che ti toglie
tutte le energie.
Gli studenti persi nei propri pensieri, il
silenzio regnava rotto solo dal rumore delle piume che scrivevano sulla carta.
Anche la Grenger non aveva emesso fiato, attenta ma non attiva:
niente mano alzata, niente passione negli occhi.
Negli ultimi banchi Serpeverde o quello che ne era rimasta fin troppo
calma: chi apparentemente segue, chi si guarda intorno o si perde con il
ticchettio della pioggia.
Finalmente il congedo e tutti gli studenti
che raccolgono lentamente i libri, prima di uscire a gruppetti.
- Draco muoviti.-
- Blaise, tu vai ti raggiungo dopo.-
Loro erano maturati ma il loro rapporto
non era mutato veniva solo mostrato agli occhi degli altri: niente domande,
appoggio fraterno e protezione, non quella possessiva e soffocante, ma quella
di cui hai bisogno quando ti viene voglia di fare la vittima del mondo o quando
semplicemente sei talmente dentro ad una situazione da non vederne i pericoli.
Dall'altra parte della classe qualcuno riordinava i propri libri con
movimenti lenti, di chi non ha voglia di spostarsi, di chi vuole passare
inosservato agli occhi di tutti, di chi aspetta solo che ogni cosa passi.
Hermione Grenger raccoglie l’ultimo libro
mettendolo nella borsa, in silenzio sotto lo sguardo del ragazzo, immobile al banco
dove era seduto poco prima.
Sa che la ragazza l’ha notato e sa che si è accorta del suo sguardo. Lei si
avvia lentamente verso l’uscita senza guardarlo e lui non la ferma, ma continua
ad osservarla imitando i suoi passi solo una volta che
è sparita dal suo campo visivo.
Dicono che la
gente,
non cambi mai idea veramente su qualcuno o
qualcosa,
ma bisogna capire se abbiamo mai saputo la
vera opinione
su quel qualcuno o qualcosa.
Le limpide piastrelle bianche del bagno riflettevano la luce proveniente
dalle grandi finestre, l'aria satura di
fumo rendeva l'atmosfera simile a quella dei vecchi film babbani dove i protagonisti erano mafiosi intenti a
giocare a carte.
Pansy Parkinson
stava distribuendo o per meglio dire "spacciando" l'ultima
crema anti-rughe di propria invenzione, oltre a miliardi di altri
prodotti già visti sul commercio illegale di Hogwarts.
- Non si è ancora vista?-
- No Pansy, da due minuti fa quando me l'hai
chiesto, ancora non si è vista.-
Lo sguardo della serpeverde se solo
fosse stato letale avrebbe mietuto la sua prima vittima.
Tra le ragazzine insicure e bruttine che cercavano di accaparrarsi più
prodotti possibili, ce ne era una che di
brutto o insicuro aveva ben poco.
Una Ragazza dai capelli bruni e gli occhi verdi si trovava
sulla soglia del bagno, appoggiata allo stipite guardava tutte quelle ragazze e
ringraziava mentalmente per la loro stupidità e per la loro ingenuità, infondo
era grazie a queste che copriva tutte le sue spese.
Morag McDougal era soprannominata "La Falsaria", da lei si poteva trovare qualunque cosa si
desiderasse a metà prezzo: dai capi d'abbigliamento, alle creme di bellezza,
alle pozioni, tutte di ottima qualità.
- McDougal qui non sei la benvenuta.-
- Annodata la bacchetta Greengrass?-
- Adesso che ti ho visto si.-
- Avanti sono solo affari, come vendete voi lo
faccio anch' io. -
- Noi non facciamo copie della merce altrui, tu si.
Fuori di qui.-
- E pensare che una volta eravate tra le mie
migliori clienti.- E con il suo sorrisetto beffardo uscì dalla stanza andando a
sbattere contro una ragazzina dai capelli rossi del primo anno.
- Sta più attenta la prossima volta.-
- scusa.- Dopo che la primina corse
via, Morag si mise in tasca gli articoli
firmati Parkinson che le aveva sottratto e si diresse verso la varca la
porta dell'aula di astronomia, ad attenderla un Hermione Granger parecchio seccata.
- Sei in ritardo, ce l'hai?-
- Si, sono 12 Galeoni.- Stava afferrando la
boccetta quando la corvonero ritrasse la
mano.
- Sicura di non dovermi dire niente Granger?-
- Sicurissima, ora dammi la mia pozione.-
- Dieci gocce e calare e mai per più di due settimane di seguito, non voglio problemi.-
- So come funziona.-
- Alla prossima Granger, fattele diminuire
da qualcuno le dosi è micidiale quella roba, in tutti i sensi.- Entrambe consapevoli che quel ‘ consiglio’ non sarebbe stato ascoltato si diedero un
ultima occhiata prima che la corvonero sparisse
da quella stanza.
La brezza leggera di quella giornata uggiosa si era trasformata in vento
freddo costringendo gli studenti ad indossare il
mantello o stare nelle sale comuni.
Un Griffondoro seduta sul muretto del portico con l'mp3 nelle orecchie ed un mucchio di
scartoffie da compilare sulle ginocchia, sola, senza distrazione alcuna. Pochi
secondi dopo dei passi risuonano nel corridoio di
pietra, seguiti da delle voci famigliari e un invito che scivola sulle sue
gambe.
Hermione si toglie le cuffie e alza lo sguardo verso Pansy Parkinson
in piedi di fronte a lei.
Daphne Greengrass si siede al suo fianco
poggiandosi alla colonna del portico.
- Cos'è?-
- L'invito per stasera...-
- Questo lo vedo.-
- Allora vieni?-
- No.-
- Avanti Granger vengono tutti, persino
Potter.- uno sbuffo di fumo completa la frase.
- Greegrass non si fuma all'interno del
castello.- L'unica reazione che ottenne dalla ragazza fu l'ennesimo tiro.
- Tecnicamente è fuori, allora ci vieni o no?-
- Vedrò, fai sparire gli inviti, non voglio problemi con i professori.-
- Per chi ci prendi? Non siamo dilettanti, sono
incantati, i professori leggeranno solo nozioni di storia della magia su quei
fogli.-
- Comunque sia, falli sparire.- Raccolse i fogli su
cui stava scrivendo e si preparò ad andarsene...- Granger...-
- Vedrò...-
- Lo prendo per un si.-
- Prendilo come vuoi.- Furono le ultime parole che
le due serpeverdi ricevettero prima che la
ragazza voltasse le spalle per dirigersi probabilmente in biblioteca.
Intanto dall'ombra del corridoio uscì un Theodore Nott parecchio
assonnato.
- Perchè l'avete invitata?- Il serpeverde baciò il collo della sua ragazza.
Ormai era quasi un anno che Pansy Parkinson
stava con lui e nonostante vari battibecchi si potevano
dire felici, ovvio che nessuno mai avrebbe sentito in pubblico nomignoli
sdolcinati pieni d'amore o visto effusioni tenere e pudiche, erano pur sempre
discepoli di Salasar.
- Perchè oggi non si è presentata.-
- Pensavo che gli affari andassero bene.-
- Infatti.-
- Allora perchè la inseguite? - Fu solo
quando le guardò negli occhi che comprese che le serpeverdi più
algide e ciniche del mondo magico si erano, come dire...-
Non ci credo vi siete affezionate alla mezzosangue.-
Forse fu lo sguardo a metà fra lo scocciato e l'imbarazzato o semplicemente
la consapevolezza della verità che fece sorgere sul volto di Nott quello che si può definire "un
sorriso".
- Piantala di dire assurdità Nott.-
Si sa che Daphne Greengrass smentisce
solo quando la situazione è scomoda, e che Pansy Parkinson
nonostante la sua aria frivola possiede un cervello funzionante.
Consapevoli entrambe, in modi differenti di possedere un cuore, e che per
qualche motivo si erano affezionate a quella riccia tanto differente da loro.
-Sai potrei essere quasi geloso...-
- Teo se non la pianti, vai in bianco stasera.-
Faithfulness
Distracts me from my ever changing
Tastefulness
My mouth upon the richest tongues
I run for this
Static at the same time by it all
Common sense
Can slap me in the face
And yet I calm disent
Embarrassed by your obvious
Indifference
Disgusted at the same time by it all
Watching as my ego breaks your fall
Alcol, droga e lusso, tutto ciò che rappresentavano le feste a serpeverde. Trasgressione, vizi e ostentata ricchezza erano
gli ingredienti principali per le loro feste, era il regno del proebito, dove tutte le fantasie divenitano realtà,
dove per una notte puoi infrangere tutti i tuoi limiti, andare oltre il
consentito senza conseguenze: perchè, quello che succede a Serpeverde inizia
e finisce a Serpeverde
Quella sera era tutto uguale al solito, l'odore acre del fumo di sigaretta
misto a quello dell’erba, le luci stroboscopiche e i bassi che ti entrano
nello stomaco, Tutto quello che ti permette di liberare
la mente e di non pensare a nulla.
I corpi che si muovono nei modi più strani, tutti allo stesso ritmo.
-Finnigan...-
-Zabini...-
-Vuoi?-
-Da dove viene?-
-Lo vuoi sapere sul serio?-
-Nh...-
Griffondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso tutti insieme, quella sera, come in tutte
le sere uguali a questa, non importava a nessuno la
casata.
Seamus Finnigan si stava portando alle labbra
l'ennesima ‘sigaretta’ della serata quando il suo sguardo venne
catturato dall'immagine di una persona conosciuta.
Hermione Granger entra in quella stanza,
truccata pesantemente e in abiti fin troppo attilati,
si guarda intorno chiude gli occhi e prende un profondo respiro, forse pentita per essere venuta, si dirige al centro della pista
da ballo mischiandosi tra la folla.
La mente straccata da tutte quelle persone e da se stessa, in mezzo alla sala, illuminata dalle luci, il
suo corpo sinuoso ondeggiava al ritmo di una musica che di lei sa poco ma, che
con lei affascina.
O forse soggiogati erano i proprietari degli occhi puntati su di lei, Seamus Finnigan, DeanThomas, Owen Caldwell, Justin Finch–Fletchley,
Anthony Goldstein gran parte dei ragazzi di
quella stanza sembravano ammaliati da quella visione.
Un Harry seduto su uno dei divanetti guarda l’amica con un misto di preoccupazione
e curiosita, mentre gli occhi freddi del
biondino osservano fin troppo insistentemente le persone intorno ad Hermione.
-Avete capito la Granger?- Le
parole di Nott vennero seguite dal coppino che ricevette dalla ragazza al suo fianco.
Pansy Parkinson
osserva la scena e non è più così sicura che l’invito alla ‘Nemica’ sia stata un’idea Brillante.
All’ennesimo sfioramento, Draco Malfoy si dirige tra la calca al centro verso la Griffondoro. Quando crede di averla finalmente raggiunta, vede
la sua esile figura uscire dal quadro seguita da dei capelli
biondo cenere.
Don't you know that I've
Been running from you heart
And I feel like you've been running too
Don't you know that I've
been lying from the start
And I feel like you've been lying too.
Hermione Granger in bagno, sa di essere stata
seguita, ma poco le interessa, lascia
scivolare sotto la lingua l’ultima goccia di liquido nero sotto la lingua, fa
svanire la boccetta appena in tempo, subito prima che due mani le afferrasero i fianchi voltandola e appoggiandola con
coca grazia al muro di fronte.
Il corpo della ragazza fremette a contatto con le piastrelle fredde.
Dita maschili scorrono sul corpo della ragazza, troppo veloci e lascive per
essere piacevoli, ed Hermione troppo
debole per fermarle.
Duncan Inglebee, uno dei più viscidi esseri che abbiano mai varcato
la soglia di Hogwarts, stava li incollato al corpo
della ragazza e lei quasi inerme, la stanza gira e i suoi no sono così lontani,
mentre l’aria inizia a mancare.
Draco Malfoy, entra in bagno, tocca la spalla del ragazzo che si
gira contrariato prendendosi quel pugno che avrebbe dovuto incassare già da
molto tempo.
Tenendosi il naso sanguinante Inglebee corre fuori dal bagno, maledicendo il principe
delle serpi.
-Granger? Ohi? – la Griffondoro si lascia cadere
fino a terra sedendosi, davanti a lei il biondo la schiaffeggia leggermente, fa
apparire un asciugamano bianco, lo imbeve d’acqua e lo passa sul viso della
ragazza.
- Meglio?- la ragazza annuisce mentre vede il ragazzo si alza e fa per allontanarsi.
- Dove vai?-
- A chiamare Potter.-
- Non lo fare.-
- Granger non fare la
bambina, non riuscirai mai a raggiungere Griffondoro da sola.-
- Mai detto di volerlo fare.-
Barcollando Hermione si alza in piedi appoggiandosi ai lavandini, e
avvicinandosi al biondo.
- l’ultima volta non è finita bene.-
Leave you
now
Can't convince myself
That you're the one somehow
To free me from this smile
I call my loneliness
Stuck inside this need to feel complete
Now I've left you standing on your feet
Don't you know that I've been
running from you heart
And I feel like you've been running too
Don't you know that I've been
lying from the start
And I feel like you've been
lying too.
- E questa volta probabilmante finirà peggio.-
E se anche avesse voluto ribattere, il biondo non ne avrebbe avuto il tempo, le labbra della riccia sulle sue, i vestiti
che finiscono a terra e gli ansiti sempre più veloci, qualche sorriso spento da
baci che di pudico non avevano nulla.
La voglia di vivere il momento senza pensare alle conseguenze.
Le dita che si intrecciano e si lasciano, le
piastrelle del bagno non più così fredde mentre le voci si accavallano le une
sulle altre fino a che vengono sostituite con respiri corti e affannati.
I corpi distesi sul pavimento, ora un po’
più distanti, l’ennesima sigaretta alle labbra diafane del biondo, dal sapore
un po’ amaro.
Niente obiezioni da parte di Hermione che
lentamente si siede ed inizia a vestirsi, una mano
di Draco le accarezza la schiena, e lei si rilassa
al tuo tocco. Non si scosta, si gode quelle coccole
mentre si riveste, poco dopo anche il biondo la segue e salutandola con un
bacio casto, che non gli si addice si dividono.
Faithfulness is
just a little rule
We break
Still pretending lust was just a fool
we faked, we made
Skin- Faithfulness
Poche ore dopo Hermione è di nuovo
all’ingresso di quella scuola, pronta, o quasi, per una nuova giornata.
Un sacco di foto la guardano, sorridono al suo
passaggio e tra quei volti riconosce molti dei suoi amici, compagni,
conoscenti.
Tra di loro Ron.
Amico, Fratello, Amante, lo guarda con tenerezza
amore e rabbia, mescolate insieme prima di dare le spalle a quella parete per
sparire tra i corridoi.
La guerra è
finita:
c’è chi ha chiuso gli occhi,
chi il cuore
e chi entrambi.