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Autore: Giulia77    03/11/2015    0 recensioni
la storia più o meno è sempre la stessa, però ci sono cambiamenti. Più che altro di persone. Non dico altro. Leggete con calma XD ah e vi auguro ovviamente una buona lettura senza tizi che vi trapano il muro mentre cercate di pubblicare una storia. Dettagli a parte...XD
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Maiko!» quella voce profonda la assalì.
«mh..?» la solita persona d’innanzi a lei. La solita persona imponente che pensa di essere il padrone del mondo, ma mai quanto il preside.
«perché non sei con Natsume?» chiese stando sempre in quella parte d’ombra, della camera.
«perché mi ha detto che era inutile che andassi. Se la starà cavando no?» e si ricoprì con le coperte, ignorando quella sagoma maligna.
«non è lui che decide. Avrai una punizione per questo» Maiko neanche lo ascoltò di striscio. Aveva solamente sonno. Insomma, erano le tre e mezza di notte.
                                                    ***
«come? Ma non è giusto!» replicò Maiko alzandosi da una delle sedie per i ‘visitatori’.
«hai disubbidito ad un ordine di Persona, e mio» il marmocchio sembrava essere turbato. Chissà che cosa stava macchinando in quel lasso di tempo.
«si, ma io l’ho fatto perché non posso stargli sempre appiccicata…insomma, dovrebbe stare anche da solo…se la sa cavare!» il preside/bambino la ascoltò incrociando le dita delle mani.
«che non si ripeta mai più…-si, pronto??» lo interruppe una telefonata.
«no, no. Così non va bene…ho chiesto una ciambella al cioccolato, non alla marmellata…no no, allora non pago u.u» Maiko si trattenne le risate. E’ si un adulto, ma si comporta tale e quale ad un bambino.
«siiiii! Adoro la crema…no, no aspetti-  Ah, dovrebbero licenziarli tutti…comunque tornando a noi, prova a rifare questa pagliacciata, e ti tolgo dal tuo incarico, sono stato chiaro? Adesso sparisci» così si alzò e uscì dal suo ufficio. Mettersi a litigare con l’uomo della pasticceria? Questo è il colmo per un idiota come lui.
«Ahahahah!» continuò a ridere da sola per il lungo corridoio. D’un tratto Maiko si sentì toccata da qualcuno, proprio sulla spalla.
«oh, Noba-chan, dimmi ^.^» sembrò felice all’idea di essere ascoltata quella poveretta un po’ timidotta, anzi davvero timidotta. Però era strano incontrare qualcuno a quell’orario…
«non lo trovo più…» disse in tono quasi scioccato Nobara. Maiko la fissò per benino cercando di capire, chi non trovasse più.
«in camera sua non c’è. Neanche in camera di Mikan c’è» continuò lei stringendosi di più. Ancora però, Maiko non riusciva a capire a chi si riferisse, quindi l’assecondò nel modo più semplice.
«eh già. Non mi pare di averlo visto» dalla faccia di Maiko si poté intravvedere un sorrisino . Tanto che Nobara se ne accorse.
«quindi non sai dove si sia cacciato quel testardo di Natsume…?» d’un tratto a queste parole, gli occhi di Maiko divennero più grossi.
«ma si. So che cos’è successo. Semplicemente è andato in missione…mi pare. Una ‘gita’ mi aveva accennato Persona…» Noba-chan la guardò con interessamento e gli prese le mani. Poi subito si staccò, voltandosi dalla parte opposta.
«oh no…perché non ci sei andata anche tu? Era necessario!! Lo sai dov’è andato???» alzò la voce di qualche tono, fino a farla sentire anche nel paesino dove viveva.
«no, non lo so dove sia andato…» Noba-chan rimase quasi offesa, e subito dopo disse tutto ciò che sapeva.
«quello non è un compito come gli altri…quello è…una specie di “disinfestazione” di persone. Persone che lavorano in un azienda che fabbrica…armi. Quindi può essere estremamente difficile! Potrebbe anche crepare!» divenne di legno quando Nobara gli raccontò i veri fatti. In pratica aveva tradito la fiducia di Natsume, facendolo andare da solo…a suicidarsi in un posto dove fabbricano….armi?
«….Nooooo!» decise di riandare dal preside a discutere di questa fandonia…se lo era.
«mi faccia entrare!» disse appunto…entrando. Peccato che arrivò nel momento meno inopportuno, visto che il preside stava mangiando la sua ciambella al cioccolato, finalmente.
«la ringrazio per avermi detto tutto» si sedette violentemente su di una sedia presa alla cavolo.
«di che cosa stai parlando, tu?» chiese dando un altro morso alla ciambella.
«come sarebbe a dire, una missione, a disinfestare un azienda che produce armi da combattimento?!?!» non si poté più controllare, infatti (per il preside) lei si era avvicinata troppo, e per questo la spinse.
«uno, non ho voluto io mandarlo da solo, sei stata tu a volerlo, visto che non sei andata. Due, prova ad entrare così ancora una volta e ti assegno ad un altro citrullo che non sa badare a se stesso, chiaro?» la sua voce, così, così noiosa e petulante.
«quindi….adesso….se muore….sarebbe colpa…mia?» si strinse la testa con le mani, portandosela ad appoggiarla alle ginocchia. Pianse. Ma in silenzio, non volendo disturbare il soggiorno con la ciambella.
«se è tutto…vatte-» non riuscì a finire, che Maiko gli chiese un'altra cosa.
«quando dovrebbe tornare?» il preside gli rispose subito dopo aver ingoiato interamente la ciambella.
«mattina tardi» non l’avesse mai detto, che subito Maiko scappò in camera sua.
                                                    ***
La mattina dopo, un sole luminosissimo avanzò da dietro le tende. Maiko si svegliò di botto. Si strofinò gli occhi.
«Aaaaaaaawwww» si stiracchiò per benino. Si alzò dal letto e si diresse in bagno, con una lentezza pari a quella di una lumaca. Finito di lavarsi la faccia, prese una maglietta, dei pantaloncini ed una felpa leggera lunga fino ai pantaloncini e uscì dalla sua camera. Camminò e camminò, talmente lentamente che tutti la guardavano…almeno, quelli che erano rimasti all’interno della struttura. Perché essendo sabato, tutti vanno a Central Town a godersi il fine settimana.
«ohi!!» una ragazza l’assaltò da dietro.
«Marta…? Che cosa ci fai qui?» chiese con un filo di voce.
«ehi bella, ma che brutta cera che hai…che ti è successo..? Ah…sei andata a ballare ieri sera?» Marta le diede una gomitata abbastanza forte da svegliarla n’attimino.
«no che dici. Sono stata un po’ sveglia perché pensavo a…quanto io sia idiota! Ho fatto arrabbiare Persona e il preside, per non essere andata con Natsume in quella fabbrica di armi! Adesso non so nemmeno come sta! Non so nemmeno dov’è….e non so nemmeno se è tornato…» Marta gli diede una spinta. Maiko si girò e fece una faccia come per dire “Perché?”. Gli fece segno di andare da lui. In camera sua.
«Si!» detto questo si mise a correre per tutto il corridoio. Passò da un dormitorio all’altro. Arrivata alla sua camera, si fece dei discorsi nella mente prima di entrare, tipo “ehi, mi dispiace non essere venuta, tutto ok?”.
«Ehi» continuò a pensare che cosa dire, senza curare il fatto che un tipo gli aveva appena rivolto la parola.
«ehi tu» si mise le mani sulla fronte. Capì che effettivamente c’era qualcuno che gli rivolgeva la parola. Così si girò.
«Natsume sei tu!!!» gli saltò in braccio. Lo abbracciò talmente forte che non potè quasi respirare.
«mi dispiace tanto…io volevo venire con te, ma tu mi hai detto di no… e così non sono venuta…ma poi ho scoperto che stavi andando in una fabbrica di armi…non c’ho visto più…ho chiesto al preside di dirmi quando tornavi…e lui mi ha risposto “di mattina”. Non ho dormito…perché avevo paura che tu potessi morire…» continuò a piangere su di lui. Ma rimase immobile per qualche minuto, dopo di che…
«adesso spostati, devo entrare» Maiko sorrise, salutandolo con la mano almeno era tutto intero. O forse.
                                                      ***
«Ehi Akira, calmati, spiegati meglio…» rispose al telefono Maiko.
«Natsume è in ospedale……. (minuti di silenzio) Maiko…..ehi, ci sei?» aveva mollato il telefono sul tavolino del bar in cui si trovava. Non gliene fregava più niente. “Al diavolo telefono” avrà pensato. Mentre correva, trovò tantissime persone radunate nella piazza centrale che “collega” i due dormitori.
«…..divertitevi!» proprio la fine del discorso che fece Narumi. Rallentò un attimo per prendere fiato. Entrò nell’ospedale.
«si signorina, ha bisogno?» chiese gentilmente un infermiera, porgendoli la mano.
«ehm, sto cercando la camera di Natsume Hy…» l’infermiera la interruppe. La prese per mano e la portò davanti una porta bianca. Le sorrise, e girò la maniglia al posto suo. C’era Mikan lì. Era seduta su una sedia, che piangeva in silenzio. Lui dormiva profondamente. Maiko entrò. La porta alle spalle si chiuse.
«Mikan…» lei si girò e andò verso Maiko. L’abbracciò piangendo, e ovviamente anche lei si mise a piangere. Credeva che fosse tutto risolto. E invece stava malissimo. Ecco cosa succede a lasciare sola una persona che rischia di morire se usa il suo potere interno.
«Mi dispiace…è colpa mia…ti ho lasciato da solo…» Maiko chiese a Mikan di allontanarsi un attimo da lui. Lei gli prese la mano. Un fascio di luce attraversò la sua anima e quella del ragazzo sdraiato sul letto. Delle gocce di sudore e ansia scesero dalla fronte di Maiko. Mikan la osservò per qualche attimo.
«Natsume..?» chiese infine Maiko, quando il fascio di luce se ne andò.
«mh….» aprì gli occhi, girò la testa un paio di volte.
«grazie» dissero in coro tutte e due.
_spazietto della sottoscritta_
Oh oh oh…avete capito l’alice di Maiko, a che cosa serve?

 
 
   
 
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