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Autore: CaramelizedApple    03/11/2015    1 recensioni
Avete mai provato a immagina come potrebbe essere stato il primo giorno di Hogwarts, per Sirius Black? Ecco...bhè...io ho provato a pensarci.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black, Sorelle Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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-Cosa diamine credi di fare!- mi minaccia la voce acuta di mia madre.
-Lasciami!- mi divincolo io dalla sua presa, prima di essere spinto verso le scale.
-Va immediatamente a finire di vestirti!- mi urla mentre io comincio a salire le scale, senza la minima cura per gli scalini di legno pregiato, che portano già i segni del mio passaggio.
Entro in camera come una furia, prima di sbattere la porta alle mie spalle e colpirla coi pugni, urlando frustrato.
Io la odio!
Lentamente mi volto, ritrovando i miei occhi, che si riflettono in uno specchio alto e stretto. Osservo con attenzione la mia immagine: i capelli scuri arruffati sono fin troppo lunghi, ma non abbastanza perché mia madre possa costringermi a legarli come fanno alcuni degli uomini di "classe" con cui parla, gli occhi grigi sepre attenti sono ora assottigliati per la rabbia, la camicia scura lascia intravedere la pelle chiara sulle mie clavicole, prima di ricadere lungo il corpo rimanendo solo per metà all'interno dei pantaloni, solo ora mi accorgo di aver allacciato male i bottoni. I pantaloni sono l'unica cosa realmente in ordine, anche le scarpe sono mezze slacciate e le calze completamente assenti.
Mi passo con lentezza una mano tra i capelli, seguendo i suoi movimenti nello specchio, prima di lasciare che sul mio viso compaia un piccolo ghigno.
-Sirius- sento la voce fredda di mio fratello oltre la porta. -Datti una mossa, o arriverai tardi per prendere l'Espresso e nostra madre si arrabbierà ancora-.
I miei occhi si spalancano leggermente, non voglio perdere il treno verso la mia salvezza, circa nove mesi in cui la tremenda voce di mia madre rimarrà lontana dalle mie orecchie.
-Adesso arrivo- biascico fingendomi contrariato.
Non appena i suoi passi raggiungono il corridoio io mi libero della scarpa sinistra, saltando poi verso il mobile, mentre mi sfilo la destra. Raggiungo i cassetti senza cadere e ne estraggo dei calzini scuri, che indosso dopo essermi gettato sul letto a pancia in su. Una volta rimesse le scarpe, e aver allacciato con cura le loro stringhe, sbottono la camicia e la riabbotono prestando attenzione a non sbagliare di nuovo, la infilo nei pantaloni, che poi fermo il tutto con una cintura, e raddrizzo il colletto.
Una veloce occhiata allo specchio e noto che mancano solo il mantello e i capelli, ancora disordinati. Così passo le dita tra le ciocche scure, tirandole leggermente indietro, fino a quando non sono soddisfatto dell'opera, sbuffo, raccolgo il mantello abbandonato a terra e, dopo averlo scrollato con qualche colpo deciso, prendo la porta, ripercorrendo a ritroso la strada per arrivare all'entrata.
-Molto meglio- commenta mia madre facendomi di nuovo assottigliare gli occhi.
Non poteva, davvero, fare a meno di rimarcare la sua piccola vittoria.

Salgo sul treno trascinandomi dietro il pesante baule scuro, ignorando completamente le raccomandazioni che mia madre mi fa...o per essere più presisi, mi intima.
"Sinistra o destra?" é la domanda che il mio cervello mi pone non appena mi ritrovo al centro di un lungo corridoio.
"Narcissa va a destra, quindi io dovrei proprio andare a sinistra" è la risposta.
Non appena muovo un passo nella direzione scelta la voce di mia cugina mi richiama. -Sirius, dove stai andando?- dice con tono annoiato. -La carrozza Serpeverde è di qua-.
-Ma io non sono un Serpeverde- sputo senza pensare.
-Probabilmente lo sarai- dice lei con fermezza, prima di voltarsi verso il corridoio. -Muoviti, per di qua-. Sbuffo il più rumorosamente possibile, ma decido di seguirla.
Il lungo corridoio è meno stretto di quel che credevo, ma arranco comunque tra i vari scompartimenti con fatica per via della pesantezza del baule.
Raggiungiamo uno scompartimento vuoto e sistemiamo le nostre cose senza una parola. Narcissa Black, come anche Bellatrix ed Andromeda, è mia cugina ed ha all'incirca quattro anni più di me. Come persona è sopportabile, se la si pone in confronto a Bellatrix o ai miei genitori, ma sua sorella è una delle poche persone con cui riesco veramente ad avere una conversazione degna di portare questo nome.
-Come mai Andromeda non è venuta con noi?- domando automaticamente.
-È un prefetto, forse ci raggiungerà più tardi- mi risponde annoiata, puntando gli occhi sul corridoio, probabilmente in cerca dei suoi compagni o amici. Oppure, con molta più probabilità, quell'insopportabile di Malfoy, più grande di un anno a lei. Alzo gli occhi al cielo e rivolgo il mio sguardo verso l'esterno, dove vedo le ultime persone salire eccitate sul treno.
Dopo pochi minuti il treno viene percorso da un forte scossone e il mio viaggio comincia.
-Lucius?- dice mia cugina, richiamando l'attenzione del ragazzo che passa a fianco al nostro scopartimento.
-Narcissa- sorride lui, assumendo il suo insopportabile tono sorpreso.
Sorpreso di cosa poi? Chi credevi di incontrare?
Evito volutamente di incrociare il suo sguardo e torno a posarlo su ciò che accade oltre lo spesso vetro alla mia sinistra.
Questo sarà un viaggio davvero, davvero, molto lungo.

I miei occhi scrutano con attenzione le centinaia di facce che osservano il gruppo del primo anno a cui mi sono unito. Siamo tutti in piedi in attesa di essere smistati, davanti alle quattro tavolate: Serpeverde, Grifondoro, Tassorosso e Corvonero.
Il Preside termina il suo discorso e ci rivolge un sorriso incoraggiante, dichiarando aperti gli smistamenti.
Le persone vengono lentamente chiamate per sedersi su uno sgabello e indossare un vecchio cappello, che urla man mano il nome della casa a cui i nuovi studenti appartengono.
-Tassorosso!-.
-Corvonero!-.
-Tassorosso!-.
-Black Sirius- chiama il mio nome una donna, di cui non riesco proprio a ricordare il nome. È una donna giovane, dai lineamenti affilati e lo sguardo severo.
Annuisco involontariamente e raggiungo lo sgabello, dove il cappello viene calato sulla mia testa.
-Oh- dice lui, facendo rimbombare la sua voce nella mia testa. -Un'altro Black- afferma sicuro con allegria. -Ho smistato molti dei tuoi cugini, tutti nella nobile casata di Serpeverde, ma qualcosa mi suggerisce che non sia la scelta migliore per te, per cui direi...- sembra fermarsi un momento, come per ponderare con cura la sua scelta. -Grifondoro!- urla alla fine.
Sento i miei occhi spalancarsi, in un'imitazione perfetta dell'espressione sorpresa di Narcissa e Andromeda, ma nella mia c'è qualcosa di diverso: un sorriso che si allarga sicuro, scoprendo i denti bianchi.

Prendo posto con orgoglio al tavolo Grifondoro, sotto gli occhi e gli schiamazzi della Sala Grande.
Aspetto questo momento da tutta la vita, undici anni in cui ho sopportato stupidi rimproveri e punizioni, hanno finalmento dato i frutti sperati.
Sento una strana sensazione, sembra tutto molto meglio ora, come se ora fosse tutto a colori.
Mi volto leggermente, quel tanto che basta per osservare il tavolo dei Serpeverde. Narcissa è immobile con la bocca spalancata in direzione di alcuni amici, metre la sorella mi guarda sorridendo, anche se non può nascondere la sua espressione confusa, ricambio il suo sorriso e mi rigiro di nuovo sul tavolo, giusto in tempo per applaudire ad un nuovo Grifondoro, Peter...qualcosa...Dopo di lui un'altro Corvonero e poi di nuovo Grifondoro, questa volta per un certo James Potter, un ragazzino leggermente più basso di me, che mi si siede accanto con sicurezza, allungando la mano verso di me.
-Ciao- mi saluta. -Io sono James, James Potter- aggiunge il ragazzino dai capelli disordinati e gli occhiali tondi.
Afferro la sua mano stringendola con energia. -Sirius Black- dico con soddisfazione.

Rido rumorosamente seguendo James per le strette scale che dovrebbero portarci ai dormitori maschili, seguito dal suo eco, che scimmiotta il prefetto, alto e impettito, di Corvonero.
Scuoto la testa raggiungendo la stanza, che sarà nostra per il resto dell'anno. Al suo interno troviamo due ragazzi già intenti a sistemare le loro cose, uno è molto basso, mentre l'altro ha uno strano colorito pallido, che mi ricorda quello di un malato, ma decido di ignorare la cosa.
-Ciao, io sono James Potter- mi precede il ragazzo occhialuto sulla soglia.
-Ciao- risponde il più piccolo. -Il...mio nome... é Peter Minus- aggiunge poi, visibilmente agitato.
-Sirius Black- mi limito a dire io alzando una mano, con un grande sorriso sul volto.
-Io Remus Lupin- aggiunge l'altro, il suo sorriso sembra stanco, ma sincero.
-Credo ci divertiremo parecchio insieme, ragazzi- dice James raggiungendo il centro della stanza, dopo aver lanciato una breve occhiata ai presenti. Ho passato poche ore con lui, ma credo di conoscerlo molto meglio di molti miei parenti, forse anche di mio fratello.
-Puoi dirlo forte-lo raggiungo facendo poi passare un braccio oltre le sue spalle, e dipingendomi un gran sorriso sul volto.
Sarà l'anno migliore che io abbia mai avuto l'onore di vivere, di questo sono certo.

Ciao a tutti! Ecco un'altra one shot :) Spero vi sia piaciuta, se vi va lasciatemi un parere :)

  
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