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Autore: Wherethestarsborn    03/11/2015    0 recensioni
La tristezza di una bottiglia di vodka lasciata cadere sul pavimento. Il ritmico tintinnio della sveglia di quella mattina.
Cosa rimane quando tutto ciò che possedevi te lo hanno portato via?
Cosa si ha se non un letto sfatto e un'assenza nel petto?
Come si fa ad alzarsi dal letto se non si ha niente a cui ritornare?
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime.”
--Sant’Agostino

In Principio

- Violet? Violet svegliati!
La bambina si girò nel letto e aprì gli occhi, nel tentativo di distinguere qualcosa nell’oscurità della sua camera. Una mano scosse il suo corpo con insistenza e un’ombra accese la luce.
- Papà! Cosa stai facendo? – chiese con la voce impastata dal sonno e i capelli rossi scompigliati.
L’uomo si sedette ai piedi del suo letto con un sospiro lieve. Un’espressione seria e sconvolta percorse il suo volto, ma durò solo un istante e la bambina non se ne accorse.
- Violet volevo solo dirti … che ti voglio bene, figlia mia.
Prese con le sue forti mani una bottiglia di brandy e ne bevve un sorso tutto d’un fiato.
Il silenzio cominciò a calare sui due, mentre l’uomo continuava a bere dalla bottiglia.
- Cosa c’è che non va papà? – chiese a un tratto la ragazzina che non doveva avere più di nove anni.
- Sei di nuovo ubriaco? – la sua voce si fece triste e dolorosamente seria.
L’uomo ciondolò la testa e bevve un’altra sorsata di liquido prima di capire che la figlia attendeva una risposta.
- Io? Ehm…no non più delle altre volte. Non preoccuparti per il tuo vecchio …
Violet si alzò in piedi e vide dietro all’uomo una bottiglia verdognola vuota e una ancora piena contenente del liquido ambrato.
- Dovresti smetterla di bere papà! Ora vado a chiamare la mamma …- cominciò la bambina.
- Aspetta! – sussurrò l’uomo alzandosi di scatto in piedi e versando del liquore sul letto della figlia.
Un urlo. Aveva paura: paura del suo stesso padre.
La ragazzina si girò, notando che il sole all’orizzonte cominciava a sorgere.
- Cosa c’è? – chiese lei.
- Oh … mi spiace … mi dispiace così tanto Violet! Io … vorrei essere un padre migliore io … spero che potrai scusarmi.
- Per cosa dovrei …
L’uomo si avvicinò alla figlia immobilizzandola e puntandole un coltello di diamante alla gola. Questa volta un gemito le soffocò la gola. Non riusciva a emettere alcun suono, neppure a respire.
- Ora farai come ti dico. – tirò fuori dalla tasca della vestaglia un pendolo e lo mise davanti alla figlia – dimenticherai gli avvenimenti della prossima ora e ricorderai solamente quello che sei abituata a vedere. Tua madre che lava i panni al lago: quella gonna gialla che ti piace tanto.
La bambina annuì impercettibilmente e il padre con l’altra mano le fece inghiottire una pillola gialla.
La portò sul lago e si sedette sulla sponda, con i piedi immersi nell’acqua. Il sole non era ancora in cielo perchè era coperto da alti pini. Delle mani nere e viscide sbucarono dall’acqua, afferrando le caviglie dell’uomo che ciondolava a causa dell’alcool nel suo corpo. Non si spaventò e l’impatto con l’acqua lo stordì appena. Si aspettava una scena del genere ed era assurdamente terrorizzato. Aveva portato sua figlia con se, la sua bambina, non prima di averle fatto dimenticare. Aveva dovuto prometterglielo. E lei non si sarebbe ricordata di come il suo corpo era affondato in quell’acqua maligna trascinato da creature malvagie. Sarebbe dovuta scappare, correre via e allontanarsi da lì il più velocemente possibile. Invece era rimasta e aveva urlato a pieni polmoni. Nonostante l’acqua affievolisse qualsiasi suono, lui l’aveva udita. E, prima che le tenebre lo risucchiassero del tutto, capì che un giorno sarebbe arrivato il tempo della rinascita. E Violet avrebbe ricordato.

  
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