**Ispirata
da “La
Settimana di Halloween”
indetta dal forum Torre di Carta**
Titolo:
Un trauma notturno
Fandom:
Kuroshitsuji
Giorno:
28 ottobre
Prompt:
Paura; Rumore di catene
Disclaimer:
I personaggi citati non mi appartengono e non ho scritto a scopo di
lucro.
Note:
Mi dispiace lasciarla sulla cartella del mio pc adesso che è finita. Anche se ormai sono
fuori gara (siamo al 5 novembre xD), la pubblico ugualmente, sperando che questo
piccolo esperimento piaccia ^^ un giorno mi piacerebbe scrivere sul trio
Finny-Meirin-Bard, mi piacciono un sacco anche se vengono poco calcolati! *-*
*
Quello
stridio agghiacciante in piena notte, quel raschiare acuto e penetrante sul
pavimento di marmo, gli fa venire la pelle d’oca, i brividi lungo la schiena, il
sudore freddo.
Inizialmente
Finnian pensa – spera – di esserselo
sognato, ma dal momento che esso l’ha ormai svegliato e quindi reso
perfettamente cosciente di ciò che sente, si è anche dato dei pizzicotti sulle
guance e sul braccio per esserne sicuro, non può essere
altrimenti.
Non
capisce da dove esattamente provenga, ma gli sta trapanando il
cervello.
Incapace
di resistere al terrore generato dal rumore di catene, si raggomitola sull’umile
letto, si copre ancor più con le lenzuola e lascia che il tremore lo vinca, che
il trauma del passato lo renda fragile e spaventato, anche se debole, lui, non
lo è più da tempo.
Strizza
fortissimo gli occhi spauriti, nascondendo un verde vivace, mentre sfiora
ciocche disordinate di capelli color grano.
Tuttavia
teme che se si guarderà intorno, rivedrà quella prigione asettica, quelle pareti
indistruttibili, quell’unica finestrella che non era sufficiente a
tranquillizzarlo.
Teme
che si presenteranno di nuovo gli scienziati cattivi, che loro godranno nel
fargli altre iniezioni sul corpo, che non batteranno ciglio quando qualcuno
degli altri prigionieri non sopporterà il contenuto di quelle punture e perderà
la cosa più preziosa che possiede – la
vita.
Forse
deve semplicemente assicurarsi che ciò non tornerà, illudersi che quell’incubo
sia davvero finito, ma non riesce a muoversi, è paralizzato e si lamenta, ansima
e geme come colpito da una tortura interiore.
«Finnian…
Ehi, Finny!».
L’attacco
di panico, di istintiva paura, dura ancora qualche secondo, finché due mani non
lo strappano dal bozzolo protettivo in cui si è rinchiuso togliendogli il
lenzuolo e mostrandogli la visione rassicurante di un volto amico, perplesso e
un po’ assonnato, ma familiare.
«Bard,
Bard, sei tu! Sei davvero tu!» esclama con commozione, risollevandosi a poco a
poco, ma mettendosi ugualmente a piangere per la gioia e per il
sollievo.
«Ma
che ti è preso all’improvviso? È stato un incubo?» domanda l’americano
inclinando la testa di lato. Ogni suono molesto è cessato, sfumato rapidamente
così come era giunto alle sue orecchie.
Finnian
scuote la testa.
«N-no,
è per il rumore di catene che ho se-sentito prima, m-mi ha riportato indietro
nel tempo, tutto qui!» replica il ragazzo tra un singhiozzo e l’altro, tirando
su col naso. La cosa commovente è che prima non aveva nemmeno un nome, lui era
soltanto un numero tatuato sulla nuca completamente rasata. Adesso è anche un
giardiniere, nonché uno dei guardiani della magione; il suo lavoro gli piace
moltissimo, lo rende felice e libero.
«Capisco…
Adesso però torna a dormire, mancano ancora tre ore all’alba», borbottò il
cuoco, coprendo uno sbadiglio e riprendendo posto nel letto accanto al suo. «E
per il rumore di prima, non preoccuparti, non si trattava proprio di catene. Tanaka mi ha parlato di un
passaggio segreto all’interno della villa che cigola in modo piuttosto sinistro
quando si apre», gli rivela e la notizia, invece di lasciare Finnian stupito, fa
tornare presto il buonumore sul suo viso gioviale e la curiosità per una nuova
scoperta.
Si
strofina il viso con la manica per asciugare le ultime lacrime e chiede
innocentemente: «Forte! E a cosa serve?».
La
risposta dell’amico non dissipa il dubbio…
«Non
ne ho la più pallida idea, non ha aggiunto altro. Se è segreto e vi ha accesso
solo il maggiordomo…» mormora pigramente Bardroy.
…Però
almeno la paura gli è passata e il nuovo stato d’animo permette a Finnian di
fantasticare a modo suo sugli strani segreti, sui tanti misteri di Villa
Phantomhive.
[575 parole secondo questo contatore]