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Autore: Elisa Ristori    06/11/2015    2 recensioni
Sono passati 15 anni dalla fine del X Tour, da quando Marco Cesaroni mollò tutto per correre dalla sua Eva, da quando Marta era venuta al mondo all'improvviso e i due ragazzi hanno scoperto di esser diventati genitori e finalmente ogni cosa è tornata al suo posto.
Ora Marta è una bellissima donnina di 15 anni, Marco ed Eva sono sposati e hanno realizzato tutti i loro sogni e finalmente sono pronti a lasciare la fredda e piovosa Milano, dove hanno vissuto in tutti quei 15 anni, per tornare nella loro amata Roma.
Marta non vede l'ora, infondo non ha mai sentito Milano come casa, mentre Roma beh è tutta un'altra storia. Attraverso i suoi occhi di ragazzina racconta la sua famiglia, la sua città e le sue prime esperienze adolescenziali.
Una storia ambientata 15 anni dopo, ritroviamo tutti i personaggi cresciuti, una Marta che ci ricorderà i suoi genitori, Marco ed Eva adulti e genitori e ovviamente i soliti "casini" in stile Cesaroni.
Volete saperne di più? Volete sapere che fine hanno fatto Giulio, Lucia, Ezio, Rudy, Alice e Mimmo....beh non vi resta che continuare a seguirmi.
P.s Fatemi sapere cosa ne pensate
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Eva Cudicini, Marco Cesaroni, Marta Cesaroni, Quasi tutti
Note: Movieverse, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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-Marta, dai è tardi perdiamo l’aereo!

- Si mamma ho fatto scendo! Mia madre come ogni mattina mi urlava di muovermi, sono una ritardataria cronica non posso farci nulla e mia madre ormai ci si era abituata e quasi non ci faceva più caso, ma non oggi!

Mi chiamo Marta Anita Cesaroni ed oggi per noi è un giorno particolare perché finalmente torniamo a casa, nella nostra bellissima Roma.

Ma ora vi racconto un po’ di me: ho 15 anni, adoro cantare, ovviamente dato che mio padre è un cantante e sono la piccolina di casa. La mia famiglia è un po’…come dire..particolare: mia madre Eva e mio padre Marco, prima di essere marito e moglie sono fratellastri! No vi giuro che non sto scherzando, sono fratellastri sul serio. Ma la loro storia d’amore merita di essere raccontata, perché è bellissima: i miei nonni Lucia e Giulio, si sono incontrati dopo tanti anni, erano compagni di liceo, si sono riscoperti innamorati e si sono sposati.

Cosi mamma e zia Alice hanno mollato Milano e si sono trasferite a Roma, nel colorito e borgataro quartiere Garbatella, a casa di Giulio e dei suoi tre figli: papà, zio Rudy e zio Mimmo. Mamma e papà all’inizio hanno avuto una convivenza “difficile” però con il passare del tempo si sono scoperti amici, complici e innamorati.

Ad un certo punto si sono messi anche insieme, ma i nonni hanno scoperto tutto, al nonno è quasi venuto un infarto e per non rischiare ancora, a malincuore, si sono dovuti lasciare. Mamma intanto si è messa con un cuoco Alex e alla fine della scuola è partita con lui per New York, papà a Milano a studiare musica, ma entrambi ben presto sono ritornati alla Garbatella: mamma incinta di me e papà per produrre un disco e innamorato della sua manager.

Mamma ha tenuto a tutti nascosta la gravidanza con la complicità di papà, che non sapeva di essere mio padre, tutti erano convinti che fossi figlia del cuoco che ha mollato mamma perché non mi voleva. Solo che poi Alex torna e mamma si rimette con lui, papà ha inciso il primo disco e va a gonfie vele, ha vinto l’X Tour e sta per partire, mamma per commettere il più grosso errore della sua vita sposando quel cuoco. Ma per fortuna che mi sono messa in mezzo, uscendo mene che volevo nascere sul più bello: cosi mamma non ha sposato il cuoco, papà è riuscito a tornare in tempo indietro non solo per vedermi nascere, ma anche per scoprire di avere una figlia: IO.

E da qui in poi comincia la nostra bellissima storia: purtroppo abbiamo dovuto lasciare Roma, prima siamo stati a Parigi e poi a Milano dove papà aveva la sua etichetta discografica. Nelle vacanze però tornavamo sempre nella nostra amata Garbatella, adoravo quel posto, allegro, divertente, succedeva sempre qualcosa non stavi mai tranquillo, altro che Milano grigia e cupa che ti metteva addosso una tristezza assurda. Per questo quando a papà è arrivata la proposta di trasferimento alla sede di Roma, non abbiamo dovuto pensarci neanche due volti: armi e bagagli pronti, finalmente si torna a casa.

- Marta ti decidi a scendere!- mi urla mia madre esasperata per l’ultima volta. Cavolo mi sono persa di nuovo nel mio mondo, se non scendo immediatamente mi ritrovo in seri guai. Di corsa agguanto valigia, giacca e borsa e scendo sotto dove i miei mi aspettano.

- Beh finalmente eh, dai andiamo altrimenti perdiamo l’aereo!- dice mio padre, io sorrido con l’aria innocente, a cui non sa resistere e mamma ci guarda entrambi esasperata.

Usciamo da casa e il taxi è già li che c’aspetta, caricati i bagagli partiamo e in men che non si dica siamo all’aereoporto. Controlli di routine e finalmente saliamo sull’aereo e partiamo alla volta di Roma. Seduta al mio posto accanto al finestrino, immancabile ipod nelle orecchie, con ovviamente le canzoni di mio padre, mi godo il viaggio guardando fuori dal finestrino, Milano che ci lasciamo alle spalle e sorrido spontaneamente. Non mi è mai piaciuta quella città, neanche a scuola avevo molte amiche, la gente del nord è talmente glaciale, che fare amicizia è impossibile. A Roma sarebbe stato diverso me lo sentivo, sarebbe stato l’inizio di una nuova vita.

Dopo 2 orette circa di viaggio finalmente atterriamo e messo piede a terra si sente già quell’aria familiare, aria di casa. La gente sorride, è amichevole, si ferma a parlare, si abbraccia. Questa è la vera bellezza di essere a Roma, le persone sono calorose e affettuose e anche se non ti conoscono, sono pronte ad offrirti un sorriso e una parole carina.

Recuperati i bagagli ci avviamo all’uscita, in coda per prendere un taxi che ci riporti a casa, fortuna che non c’è molta gente. Arriva il nostro turno e mentre stiamo per salire su, vedo mio padre sorridere con aria sognante, io e mamma lo guardiamo non capendo cosa ci trovi da sorridere alla vista di un taxi e lui, accorgendosene, si affretta a darci la risposta ai nostri dubbi:

- Beh stavo pensando a quanto è strana la vita: 15 anni fa, come oggi, stavo montando di fretta su questo stesso taxi, con la paura di essere arrivato troppo tardi, per correre da voi, con la gente che mi imprecava dietro, perché mi ero lanciato davanti a tutti. E oggi mi ritrovo sullo stesso taxi, sempre per tornare a casa, ma con la mia meravigliosa famiglia di fianco! Io e mamma ci guardiamo e sorridiamo a vicenda, mio padre è il solito romanticone, lo adoro, è in assoluto il mio mito. Io e lui ci somigliamo molto: stessi lineamenti scuri, stesso carattere dolce, insicuro e romantico, stessa aria da sognatori eterni, solo la testardaggine e l’orgoglio li ho presi da mia madre. Noi tre siamo molto uniti, loro per me sono la cosa più importante del mondo, non li cambierei con nessuno al mondo, sono i migliori genitori che una ragazza potesse desiderare…e ancora non avete visto il resto della famiglia.

Saliti sul taxi papà da l’indirizzo e partiamo. Per tutto il viaggio guardo fuori dal finestrino con il sorriso stampato in viso: Roma è bellissima, anche meglio di come la ricordavo, papà ha chiesto al tassista se prima di condurci alla meta, può farci fare un piccolo giro e lui, bonariamente ha acconsentito e ce l’ha anche regalato. A Milano una cosa del genere se la sognano.

- Guarda Marta, siamo a casa!- ad un certo punto mia madre mi distoglie dalle mie fantasie e mi indica di guardare fuori dal finestrino! Butto giù il finestrino e mi sporgo, immediatamente il sorriso mi si stampa in faccia: eccola li la bellissima villetta Cesaroni. Una struttura grande, costruita su due piani, di un bellissimo color pesca, un ampio giardino verde e rigoglioso sul davanti e l’enorme cancello di ferro battuto verde. Respiro aria di casa, chiudo gli occhi e mi lascio investire dai suoi profumi e colori: in giardino si sta preparando il solito barbeque di fine estate, ma questa volte è speciale, perché tutti aspettano il nostro arrivo.

- Forza pulce salta giù e andiamo a casa!- mi dice mio padre con un enorme sorriso. Non me lo faccio ripetere due volte, apro la porta del taxi e salto giù, la tentazione di correre alla porta urlando a squarciagola è fortissima, ma mi trattengo per aiutare i miei a portar giù i nostri bagagli. Papà paga la corsa del taxi, mentre io e mamma lo aspettiamo davanti al cancello: - Contenta di essere a Roma?- mi chiede lei abbracciandomi e baciandomi sui capelli in maniera dolce.

- Che scherzi mamma, non vedevo l’ora! Finalmente a casa!- dico tutta contenta, a Milano non mi sono mai abituata e lei lo sapeva benissimo, per questo ha preso l’occasione al volo per tornare giù. - Pronte per entrare?- papà ci ha finalmente raggiunte, io e mamma ci guardiamo sorridendo ed insieme esclamiamo:

- Prontissime! Papà sorride e finalmente si decide a suonare alla porta, aspettiamo qualche secondo e poi da sopra la balconata, vedo affacciarsi la nonna:

- Eccoli, sono loro! Giulio sono loro! - 

  
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