Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Giada_vi_ama_tutti    06/11/2015    4 recensioni
Una song-fic completamente GerIta (la mia coppia preferita) basata sulla canzone "Auf uns" di Andreas Bourani e che si svolge in due piccoli momenti carichi di dolcezza, ma dopotutto non potrebbe trattare d'altro quando parliamo di Italia e Germania!
Prima storia: Italia sveglia Germania nel pieno della notte per una questione molto importante..
Seconda storia: Germania decide di imparare l'italiano per facilitare la sua comunicazione con il suo alleato.
Buona lettura, ve!
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

*angolo dell'autrice*
Esatto, popolo di EFP, sono tornata. Questa volta vi presento la mia prima e probabilmente ultima Fluff, una GerIta zuccherosissima
tutta per voi, Ve! La canzone ovviamente è in tedesco, ma vi ci ho messo la traduzione :3

Dedico questa fanfic alla mia cara Spain: a_little_mad

Come al solito vi chiedo gentilmente di farmi sapere attraverso una recensione se vi piace, cosa vi piace o cosa non vi piace, e cosa posso fare per migliorarla. Mi fareste davvero tanto tanto felice! Vi lascio alla lettura,
Giada.



AUF UNS



 

Wer friert uns diesen Moment ein?
Besser kann es nicht sein.
Denkt an die Tage die hinter uns liegen,
Wie lang' wir Freude und Tränen schon teiln'.
Hier geht jeder für jeden durchs Feuer,
Im Regen stehn' wir niemals allein.
Und solange unsre Herzen uns steuern,
Wird das auch immer so sein.

 

                                                                                                                      *        *        *        *  

Chi fisserà nel tempo questo momento per noi?
Non sarà mai meglio di così
Pensa al passato recente
Quanta gioia e lacrime abbiamo condiviso fino a qui
Qui tutti si gettano nel fuoco per gli altri
E non ti lasciano da solo sotto la pioggia
E finchè ci guida il cuore
Sarà cosi per sempre.

 

 

 

- Ve, Doitsu?-

E’ questa familiare vocetta allegra che mi desta da quel poco di sonno tranquillo che posso permettermi. All’inizio decido di ignorarla, far finta di non averla sentita, magari così lascerà perdere qualsiasi questione sia per lui così urgente da svegliarmi.

Ma all’improvviso sento un peso piombarmi sullo stomaco, tanto da farmi alzare di scatto e per poco non vado a sbattere la fronte contro quella della fonte di tutti i miei problemi.

Si può dare fuoco a qualcuno con lo sguardo? Perché sono abbastanza sicuro di aver visto una nuvoletta di fumo salire dalle ciocche bruno-rossastre dei capelli del ragazzino che mi ritrovo seduto addosso, o forse è uscita da me ed io sto letteralmente bruciando di rabbia visto che sono stato malamente svegliato alle… giro di scatto la testa verso la sveglia… 2:00 del mattino?!

- Italien…- pronuncio quel nome tra i denti stretti, solo perché urlarlo a quest’ora mi creerebbe più problemi con i vicini che se strangolassi Italia su due piedi. Ma lui non sembra notare i piani omicidi che frullano nella mia testa e sorride.

- Doitsu! Doitsu! Alzati, è importante!!- squittisce, saltando su e giù sulle mie gambe, mentre i suoi boxer larghi svolazzano come fossero bandiere.

Non so da dove prendo la forza di volontà per fermare la mia mano, pronta ad afferrare la sua testa per intero, soprattutto sapendo che di importante non ci sarà proprio nulla… ormai conosco Italia.

Faccio un respiro profondo e conto fino a 10 (arrivo fino a 20 per sicurezza) prima di chiedergli, con voce ancora impastata:

- Italien, sono le 2:00 di notte…che succede?- il sorriso a 32 denti che mi rivolge non promette bene.

- Devi alzarti per vederlo!- e detto questo con un balzo scende dal letto (e da me) e mi prende per un braccio, costringendo le mie gambe a seguirlo.

- Dai! Dai! Dai!- saltella via nel corridoio ed io gli vado dietro, guidato dalla luce che la sua canottiera rosa chocking proietta sulle pareti bianche.

Calma Germania, calma. È tuo alleato, comportati bene.

Non devo andare abbastanza veloce per i suoi gusti, perché mi prende nuovamente per il polso e mi tira con insistenza giù per le scale.

- Ve, Doitsu! Stanotte non riuscivo a dormire perché ieri sera da Francia ho mangiato troppi dolci (*nota mentale: niente zuccheri ad Italia dopo cena*) e così ho deciso di disegnare qualcosa come facevo da piccolo insieme a nonno Roma.-

Un altro respiro profondo. Inciampo in uno scalino e rischio di schiantarmi contro la porta del soggiorno, se non fosse che quella furia di Italia non mi dà nemmeno il tempo di cadere, e mi strattona al di là della soglia, dove si ferma di colpo.

- Allora? Che te ne pare?- mi domanda super eccitato.

Sbatto gli occhi un paio di volte per mettere a fuoco la stanza: al centro del salotto è posizionata una tela da dipinto, appoggiata su un treppiedi, che mi chiedo dove abbia trovato.

Guardo meglio il quadro illuminato dalla luca della luna che filtra attraverso la porta a vetri: un me stesso in divisa mi fissa negli occhi. La posizione del corpo è fiera, in un saluto militare, e l’espressione dura e bellissima che mi rivolge è talmente suggestiva da farmi sentire in poco tempo piccolo e debole. Non credo di poter mai apparire in un modo così elegante e raffinato.

L’italiano notando la mia faccia meravigliata decide di risvegliarmi.

- Ti piace?- la voce carica di aspettativa.

Chiudo finalmente la bocca che mi sono appena accorto aver tenuta aperta fin’ora. Incapace di dire nulla, mi volto verso quel viso da bambino che mi sorride dolcemente. Conoscevo già il talento di Italia per il disegno, ma questo… questo è molto più di un disegno. Me lo immagino mentre passa tutta la notte sveglio con un pennello in mano, sporcandosi di colori ad olio, mentre cerca di riprodurre la figura di me che lui percepisce ogni giorno; chissà se davvero quando mi guarda vede un uomo così severo ma allo stesso tempo orgoglioso. Non so, ma in questo momento lo spero davvero: spero di essere capace di infondergli questo senso di coraggio e protezione che quel ritratto sta donando a me.

Mi accorgo di essere rimasto con lo sguardo fisso su di lui troppo a lungo solo quando questo cambia espressione, incrinando la voce all’improvviso preoccupata:

-Non…non ti piace?-

- Italie- voglio dire, Italia. È-è bellissimo. Non ho parole.-

Il suo volto si illumina di gioia, e posso dire che per un istante mi è sembrato di vedere l’immagine di un angelo celeste davanti a me. Mi butto a sedere sul divano e torno a contemplare quella splendida opera creata da quelle manine delicate, mentre Italia mi raggiunge appoggiando la testa sulla mia spalla e sbadigliando.

- Sono così stanco…- sussurra contro la mia pelle e passano pochi secondi che già sento il suo respiro farsi pesante.

 

 

 

 

Ein Hoch auf das was vor uns liegt
Dass es das Beste für uns gibt
Ein Hoch auf das was uns vereint
Auf diese Zeit

Ein Hoch auf uns
Auf dieses Leben,
Auf den Moment
Der immer bleibt
Ein hoch auf uns
Auf jetzt und ewig
Auf einen Tag Unendlichkeit

 

                                                                                                   *        *        *        *

Brindiamo a quello che ci aspetta
Che sia il meglio possibile,
brindiamo a quello che ci unisce,
A questo momento

Brindiamo a noi
A questa vita
Al momento
Che è per sempre
Brindiamo a noi
A ora e sempre
A un giorno d’eternità

 

Qualche settimana fa, visto che Italia sembra non capire mai quello che gli dico, mi sono deciso a prendere dei provvedimenti: mi sono iscritto ad un corso di italiano. Non ho preso in considerazione nemmeno per un istante l’idea di chiedere ad Italia di insegnarmelo; meno mi sta intorno e meno guai mi causerà… e poi sarebbe molto umiliante fare da suo allievo…

Quella di Veneziano è una lingua davvero difficile e a volte penso che non valga la pena stare a studiare ore e ore rubate alla strategia militare, ma dopotutto l’unità fra gli alleati è fondamentale in una guerra, poi non so perché, ma pensare che questo mi sarà d’aiuto per avvicinarmi a quel ragazzino mi conforta molto.

I verbi sono il mio principale problema: troppi modi, troppi tempi e troppo poco tempo per impararli. Negli ultimi giorni sto ascoltando di nascosto le conversazioni tra Italia e suo fratello maggiore al telefono, per esercitarmi sull’ascolto e sulla pronuncia, fortuna che il ragazzo non è molto sveglio e non se n’è mai accorto. Raramente riesco a capire qualcosa, parlano incredibilmente veloci e l’aggiunta di vari “ve” in mezzo ad ogni frase certo non mi aiuta, ma mi accorgo del mio continuo miglioramento.

Oggi Italia sembra di buon umore. Mentre io leggo il giornale in giardino, lui sta coccolando un gatto randagio che è entrato (illegalmente!) nella mia proprietà; ovviamente io ho tentato di cacciarlo via ma Italia mi ha fermato con la scusa che, e qui cito le sue stesse parole, “è troppo carino per essere mandato via!”. L’ingenuità di quella nazione mi porterà alla rovina, lo so. Ma nonostante io ne sia consapevole, non sembra interessarmi, ed è così che a pranzo mi ritrovo sempre a mangiare pasta, la mia casa è in continuo disordine, e dormo sempre con una presenza alquanto rumorosa che aggrava sul mio petto.

Perché non l’hai ancora buttato fuori di casa?! Perché sei ancora l’alleato di un individuo del genere?!

E a dare manforte alla mia voce interiore ci pensa il diretto interessato, chiamando il mio nome e piangendo dopo che il gatto per giocare gli ha morso un dito. Tiro fuori dalla tasca un foglietto piegato ed una penna, con cui aggiungo una stanghetta a segnare la terza volta in una sola mattina in cui quel “mangia-pasta” ha invocato aiuto (sto tenendo il conto per pura curiosità scientifica). La prima volta è stata durante la colazione: era finita la sua scorta di pasta. Poco dopo aveva visto passare fuori dalla finestra un uomo che somigliava ad Inghilterra, ma che in realtà aveva solo le sue stesse sopracciglia. Non posso fare altro che chinarmi verso Italia e posargli un lieve bacio sull’indice, così come mi chiese di fare la prima volta che lo medicai, ringraziando il cielo di non essere in pubblico, e tirare fuori uno dei cerotti che tengo sempre a portata di mano nella tasca posteriore dei pantaloni mimetici.

- Ve, G-grazie Doitsu.-

Mentre svolgo l’importante compito di fasciargli la punta del dito, torno alle mie questioni di coscienza: Perché?!

Alzo lo sguardo e noto come quegli occhi dorati ancora umidi di lacrime infantili sorveglino le mie mani.

Forse è proprio per quegli occhi. Forse è perché sapere che lui ha così bisogno di me mi fa sentire essenziale, oppure perché la sua compagnia spezza in modo quasi piacevole la mia corazza d’insensibilità, o magari è per il suo essere sempre così gentile anche nei confronti di uno come me, o forse…

Sento le sue mani stringere le mie con una forza che sembra non appartenergli, senza alcun preavviso, riscuotendomi nuovamente dai miei pensieri. Mi guarda, talmente serio da allontanarsi completamente dalla figura che sono abituato a vedere, e con voce lieve mi domanda:

- Tu non mi lascerai mai vero, Doitsu?-

Rimango del tutto spiazzato: guardo le nostre mani intrecciate in silenzio, sentendo il caldo rossore salirmi alle guance. Ma lui interpreta senza problemi il mio silenzio, tornando con la sua solita espressione di ebete spensieratezza. Mi lascia andare e si alza scattante in piedi.

- Vado a preparare della pizza. Ti va della pizza per pranzo? Spero di sì!- e si avvia canticchiando verso la porta di casa. Non lo fermo ma, probabilmente in un fulmineo momento di debolezza, sussurro, più a me che a lui: - Ich liebe dich, Italien…- e sorrido. Incredibile, sorrido; forse non mi dispiace così tanto parlare una lingua che lui non può capire. Infatti si gira verso di me, confuso.

- Che vuol dire, Doitsu?-

- N-niente di importante, vai pure.-

E lui, con un’alzata di spalle, si riavvia nella sua direzione, fermandosi nuovamente proprio sulla soglia per regalarmi il sorriso più dolce che io abbia mai visto.

- Ve, Doitsu, non penserai di essere l’unico ad aver studiato la lingua del suo alleato?- e sparisce dentro casa.

 

Wir haben früher geschworn'
Wir schwörn' uns ewige Treue
Vergolden uns diesen Tag
Ein Leben lang ohne Reue
Vom ersten Schritt bis ins Grab.

 

                                                                                                 *        *        *        *

Ci siamo giurati già
Eterna fedeltà
Un giorno dorato tutto per noi
Una vita senza rimpianti
Dal primo passo fino alla tomba

 

 

 

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Giada_vi_ama_tutti