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Autore: pseudomors    06/11/2015    1 recensioni
Non mi manchi, anche se sopravvive tutto, tranne me.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi facevi sentire sbagliata, in continuazione; ero bellissima se eri felice e mi cercavi, parlavi, abbracciavi. Altre volte eri arrabbiato, e io ero brutta; eri triste e non mi sopportavi. Mi chiedevo di chi dei due fosse la colpa, chi stesse eliminando tutto l'amore che c'era, tutto l'affetto che si provava, tutto l'aiuto che per parecchio tempo s'era dato. Alla fine ero io stupida, io che ci credevo; io sbagliata, che ci provavo; io brutta, che poi lo sapevo perfettamente, cercavo solo di non ricordarmelo troppo spesso. E sì, avevi ragione tu. Non poteva essere altrimenti, non lo era mai.
Alla fine quant'è che valgo? Poco. Forse per niente.
Dici di no? Lo dicevi, almeno?
E guardami, allora. Guardami. Lo vedi, lo senti; lo sappiamo entrambi che non valgo niente, non più e non ricordo com'era prima, perché le situazioni cambiano e a che mi serve ricordarmi che persona ero qualche mese fa se adesso sono irrimediabilmente questa?
E i miei occhi? I miei capelli? Alla fine ti piacevano, no, non importa, ma adesso vanno bene? Ti piacciono? Vuoi farmi sentire bella di nuovo, come quando ripetevi che se sorridevo ero bellissima, che avevo gli occhi troppo grandi e ti piacevano tanto? Che i miei capelli più lunghi stavano meglio ma ero carina comunque? E io ci credevo, una volta. Ci credevo davvero. E che idiota, nel farlo.
Ora mi stringo forte, mi abbraccio, le ginocchia al petto e le mani intorno a circondarle. Penso che devo amarmi anche se nessun'altro lo fa. Devo anche se colui che riusciva a farmi piacere cambiava umore in continuazione e mi feriva dopo avermi detto che i miei occhi luccicavano ed erano ancora più belli se pieni di speranze; mi sfioro le ossa, le linee, i contorni, ammiro l'ombra che si estende sul pavimento bianco. Ora mi faccio schifo, ancora. Ora sono io che cambio umore e mi piaccio e mi faccio schifo in base a com'è che sto. Che poi sto sempre male e non è per sembrare pessimisti. Alla fine mi faccio schifo in continuazione, alla fine i miei difetti m'importano più dei miei pregi, alla fine adesso che nessuno mi ricorda che ho un bel sorriso non ci penso nemmeno più al possederlo e mi ricordo che sono troppo bassa e devo alzarmi sulle punte per baciarti e siamo scordinati, lo siamo sempre stati, eppure ci sembrava di star bene insieme; che errori assurdi, non credi anche tu?
E chissà se dopo avermi fatto così male sei stato bene. Chissà se hai avuto un momento di masochismo o uno di dolcezza. Chissà se mi hai mai pensato, dopo avermi abbandonata, dopo avermi lasciata sola quando dipendevo da te con ogni mia cellula pur sapendo di stare troppo ancorata a una stronzata. Chissà se hai buoni ricordi, di noi. Chissà se il mio sorriso ti piacerebbe ancora. Chissà se hai trovato un'altra con gli occhi grandi quanto i miei.
Troppe persone mi hanno chiesto di che colore fossero, i miei occhi; troppe. Dicevano di non capirlo. Non sapevo cosa rispondere, non sapevo perché quella semplice curiosità facesse tanto male dentro, graffiasse. Ho sentito che i miei occhi erano un casino, non più quelli di una volta, che poi il colore è sempre stato quello ma ora non mi piacciono più e basta. Forse non mi piaceranno mai più, nemmeno per pochi istanti, mentre li scorgerò nel vetro di un auto o in una pozzanghera in mezzo alla strada.
Oggi ho pensato a te, proprio a te, senza motivo. Come se non avessi già sofferto troppo da averne abbastanza, del tuo ricordo. Io non ci posso fare niente, resterai la prima persona che mi ha fatta stare bene e l'unica che mi ha fatta affogare così tanto nelle lacrime, soffocare nel dolore. Ci penso tanto, oggi; dove sei? Come stai? Quando hai pensato a me l'ultima volta? E io, io ti manco? Perché tu no, nonostante tutto; tu non mi manchi. Io non rivoglio i nostri giorni insieme. Io non li rivoglio i tuoi complimenti, i tuoi abbracci, i tuoi baci. A me va bene così, però ogni tanto ti penso comunque e, senza volerle rivivere, penso alle situazioni in cui a te ci ho tenuto così tanto da sentirmi sul punto di piangere e urlarti tutto quello che c'era nello stomaco, nella testa, forse un po' nel cuore. In fondo, così doveva andare, non dovevi mancarmi, dovevo andare avanti.
Anche se il cielo piange, se diventa scuro, se le nuvole coprono tutto il sole, se fa freddo, se i colori si spengono anche se sopravvive tutto, tranne me. Le vite continuano, la mia anche, ma i ricordi restano sempre lì, scorrono e tornano a capo.
E io, io resto io, resto qui, resto a star male, resto a mancarmi, resto a non sentirmi più la gioia addosso perché da troppo è sparita e ne ho troppo bisogno. 
   
 
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