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Autore: BDavis    07/11/2015    1 recensioni
Harry, un giovane laureato in legge, si ritroverà a lavorare in un importante studio legale di Londra per affiancare uno degli avvocati più temuti della città. Riuscirà Harry dove gli altri non sono riusciti? Sarà in grado di sciogliere un cuore all'apparenza così freddo?
O Katherine non si farà ammaliare dai suoi occhi verdi e gli darà del filo da torcere?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Serva me servabo te


 

"Se voleva salvare la ragazza che era stata la sua padrona,
e che era la sua unica ragione di vita, doveva darsi da fare."

*

Avete presente come state quando vi sentite veramente, ma veramente stupidi? Con quella strana ansia dettata dal sapere di stare facendo una cavolata, farla lo stesso e sentire un formicolio nelle gambe e nelle mani, tanta è l'eccitazione che comunque sentite, e non riuscire più a stare fermi?

Ecco. Katherine si sentiva esattamente così. Una stupida.

Perché sì, siamo d'accordo che il suo collega fosse il più figo che avesse mai visto, siamo d'accordo sul fatto che sin dall'inizio lui si fosse dimostrato sempre gentile, aiutandola con tutte le pratiche da sbrigare, portandole il caffè come piaceva a lei ogni mattina, stilando le procedure a volte anche al posto suo, ma alla fine è questo quello che fa un associato con un socio anziano, no?

Katherine lavorava nello studio legale Winston & Co da praticamente sempre, si era laureata col massimo dei voti a Oxford ed era entrata a lavorare subito come associato nello studio della famiglia Winston facendo carriera fino ad arrivare alla promozione a socio anziano a soli ventinove anni.

Il fatto di essere socio anziano però le portò onori e oneri, tra i quali quello di poter avere al proprio servizio, per così dire, degli associati, tra cui un giovane e aitante avvocato appena laureato nella sua stessa facoltà fornito di occhi verdi da paura, fossette adorabili e fisico da togliere il fiato.

In due parole, un dio greco che portava il nome di Harry Styles.

Eh sì, la vita era stata ingiusta con la povera Kate... O almeno questo era quello che pensava in quel momento.

Lo pensava perché non si era trattenuta, aveva agito d'istinto e aveva combinato un casino nel lavoro e nella vita privata, lei quando faceva una cosa la faceva per bene, o tutto o niente, o si vince o si perde, nessuna mezza misura. Era ancora in questo stato d'animo mentre tornava a casa sua dall'ufficio trascinandosi su un tacco dodici quando le squillò il telefono.

“Ci mancava anche lui adesso!” sbuffò guardando il nome di Liam lampeggiare sul suo IPhone.

“Ehi fratellino!” rispose ostentando tranquillità e sicurezza, ma si parlava di suo fratello e lui la conosceva bene, anche troppo.

“Che hai combinato Kate?”

“Io? Nulla perché?”

“Troppa felicità nella tua voce, e a parte quando avevi cinque anni o quando vuoi che ti faccia un favore non mi chiami mai fratellino!”

Beccata!

Sbuffò di nuovo e si arrese al fatto che suo fratello fosse davvero troppo intelligente e lei non poteva, ma soprattutto non voleva, discutere con lui. Così:

“Ho fatto un casino. Ma uno grosso, ma veramente veramente grosso. Quasi allo stesso livello di quella volta che mi nascosi con Zayn pensando fosse un tuo amico e iniziai a provarci spudoratamente con lui scoprendo poi che era il tuo fidanzato segreto! Che cazzo Lee non ti ho ancora perdonato per avermi tenuto allo scuro!”

Liam rise di gusto allo sproloquio della sorella perché effettivamente era stato strano per tutti, lui in primis, scoprire che fosse gay ma cogliere in flagrante tua sorella spalmata addosso al tuo ragazzo nella vostra camera da letto era stato scioccante, ma anche esilarante. Ridevano ancora a distanza di anni di tutta quella storia, anche se le serate in famiglia all'inizio erano imbarazzanti per Katherine, rifiutata da un ragazzo bellissimo, che scoprì essere gay e per giunta fidanzato con suo fratello.

Eh sì cose da Katherine Payne!

“La smetti di ridere? Io sono in crisi!” Richiamò Liam sull'attenti piagnucolando, ma il fratello era troppo divertito da questo lato della sorella che usciva solo in rari casi, quando lei decideva di non indossare la maschera da avvocato freddo e senza cuore che le serviva per risolvere tutti i casi a cui lavorava.

“Oh Katy, cosa avrai mai potuto combinare? Hai perso un caso e il signor Winston non ti porta a cena?”

“Lee smettila! Sono seria!”

“Mmh fammi pensare... Hai risposto male al giudice in aula! Non si fa Katy... Non si fa!”

“Lee...” aveva cominciato a piangere davvero, sentendo suo fratello che la prendeva in giro in questo modo. Lui però continuava, divertito sempre di più dal fatto che sua sorella fosse in una specie di crisi ma che era sicuro fosse una sciocchezza come al solito. Non la faceva nemmeno più parlare continuando a elencare tutte le teorie più assurde che gli venissero in mente su quale sarebbe potuto essere il colossale casino combinato da sua sorella. E continuava, continuava fino a quando:

“Cazzo Lee! Ho scopato con il mio associato nel mio ufficio!”

Silenzio.

Ancora Silenzio.

“Lee?”

Silenzio.

“Ecco lo sapevo! E' anche peggio di quello che pensavo se non mi rispondi nemmeno!”

Ancora quel silenzio assordante, tanto che le fece pensare fosse caduta la linea, staccò un attimo il cellulare dall'orecchio per controllare, ma no, la chiamata era ancora attiva.

“Lee ti prego dì qualcosa... Anche se hai in mente solo parolacce puoi dirmele, le accetterò perché me le merito!” e iniziò a piangere di nuovo. A quel punto pur essendo abbastanza sconvolto da quello che gli aveva confessato sua sorella Liam decise di parlare:

“Ehi Katy, scusa... Ehi, smettila di piangere su! Scusa se non ho risposto è che non me l'aspettavo, non da te, non ora ecco...”

Ma questo non fece calmare Katherine, anzi la fece sentire peggio, perché anche lei non capiva cosa le passasse per la testa in quel momento... Si era solo lasciata trasportare.

“Senti ma... quale?” riprese dopo un po' Liam.

“Come quale Lee! Smettila dai...” disse lei esasperata.

“Ok ok la smetto! Su vieni qui a casa mia e mi racconti tutto... Cioè magari non proprio tutto, ma insomma vieni qui e ne parliamo ok?” propose Liam a quel punto e lei tra le lacrime annuì come se lui potesse vederla per poi riprendersi e rispondergli di si.

Arrivò a casa di Liam poco dopo e iniziarono a parlare di tutto quello che era successo in un pomeriggio, ma che forse era iniziato un po' di tempo prima...

 

 

 

Nove mesi prima.

 

“Si va bene Ben! Ho capito... Mio Dio non preoccuparti, mi comporterò bene con lui e non lo farò scappare!”

Katherine continuava a parlare al telefono con il suo capo seduta comodamente sulla sua grande sedia nel nuovo ufficio che le avevano assegnato, e girava sulla sedia guardando distrattamente dalla finestra da cui si vedeva una Londra sempre più bella in una giornata semi soleggiata. Ripeteva ormai da dieci minuti a Ben che si sarebbe comportata bene con l'associato che le avevano assegnato e che non l'avrebbe fatto scappare come era successo già con gli altri due precedenti che si erano rifiutati di lavorare con lei dato che oltre ad essere un pochino esigente, era anche abbastanza pignola: le cose andavano fatte tutte e soprattutto come voleva che venissero fatte. Continuava imperterrita nella telefonata quando sentì qualcuno bussare alla porta del suo ufficio: “Avanti!” Gridò a gran voce mentre si girava e salutava al telefono Ben.

E all'improvviso eccolo lì.

“Buongiorno Miss Payne, sono Harry Styles e sono il suo nuovo associato, non vedo l'ora di iniziare a lavorare con lei, so di quanto sia brava nel suo lavoro e voglio imparare sicuramente dalla migliore!”

Si presentò il ragazzo con un sorriso provvisto di fossette, l'aria gentile da cucciolo innocente, ma una luce negli occhi che di innocente non aveva proprio niente. Harry infatti conosceva la fama della sua datrice di lavoro, se così vogliamo chiamarla, e non aveva nessuna intenzione di farsi licenziare, quindi optò per la via dell'adulazione, a quale donna non piacciono un po' di complimenti gratuiti?

A Kate, esatto.

Lei infatti s'infastidì a questo atteggiamento del ragazzo ma forse non tanto perché non aveva apprezzato il complimento, anzi, lei sapeva di essere molto brava nel suo lavoro, non la migliore come l'aveva definita lui, ma di certo molto brava. Piuttosto perché appena l'aveva visto nel suo completo nero tutto elegante, giacca aperta su una camicia bianca che gli fasciava perfettamente il petto, si era come surriscaldata, sentiva caldo, vampate in viso e nel basso ventre. Non sapeva come definire quello che stava provando, sapeva solo che non poteva provarlo e soprattutto quella storia già non le piaceva per niente.

Stava anche pensando di licenziarlo subito, così, per questi suoi complimenti gratuiti, ma la faccia di Ben le apparve come in un sogno intimandole di non fare cavolate, soprattutto di non fare cavolate dettate dalla sua vagina. Così dopo quelli che sembrarono secoli, in cui Harry stava figurando i peggiori scenari che potessero passare nella testa del suo capo, lei rispose

“Signor Styles. Bene, non mi aspettavo fosse così... così...”

“Così?” chiese lui titubante.

“Così... Giovane!” rispose lei, mentre si immaginava nella testa il suo cricetino che tirava testate a un muro immaginario. Giovane? Beh non le era venuto niente di meglio in quel momento.

“Oh... Beh, sì! Mi sono laureato a Oxford lo scorso anno e dopo aver tanto atteso ho iniziato a lavorare qui... Ho comunque ventisei anni, magari le sembro più piccolo ma le assicuro che sono preparato sul lavoro e mi sono guadagnato il posto come suo associato dopo aver vinto l'apposito concorso interno, le giuro che sono bravo!”

Ed eccola la seconda carta,la stava pregando.

Harry sapeva che si stava ridicolizzando ma di certo dopo quel silenzio lunghissimo che c'era stato, in cui lei lo guardava da capo a piedi come per fargli una radiografia, non si aspettava di sentirle dire “giovane”... che razza di commento è? Non sapeva come intenderlo e quindi decise di farsi vedere per quello che era, un ragazzo semplice, in fondo.

Lei sembrò apprezzare di più questo nuovo lato perché gli sorrise e gli disse: “ Va bene Harry. Visto che lavoreremo insieme direi di darci del tu, come prima cosa, perciò chiamami tranquillamente Katherine, saremo una squadra e lavoreremo fianco a fianco. Io sono molto esigente ma se saprai svolgere il tuo lavoro bene sarò anche molto buona e ti ricompenserò nel tuo lavoro e...”

Ma Harry si era già perso mentre la ascoltava parlare.

Ci era riuscito, in qualche modo era riuscito a superare il distacco iniziale e anche se non era ancora una vittoria, perché doveva ancora conoscere Katherine, lui non riusciva a crederci: stava per cominciare a lavorare per uno degli studi più famosi della città, al servizio di uno degli avvocati più intelligenti, astuti e soprattutto vincenti in circolazione. Come se non bastasse era anche molto affascinante e nessuno potrà dire con certezza come Harry ammirava il suo capo mentre gli parlava dandogli le spalle e permettendogli di ammirare il suo profilo alla luce del sole tenue di Londra, i capelli scuri che le scendevano sulla schiena morbidi e un fisico non perfetto ma con tutte le curve al punto giusto. Stava ancora ammirando Katherine quando lei lo chiamò:

“Harry? Mi stai ascoltando? Sai un buon modo per cominciare a lavorare insieme è ascoltare quello che ti dico!”

“Oh sì mi scusi... Cioè, scusa!”

“Mh. Per oggi non abbiamo casi importanti da sbrigare quindi ti consiglio di sederti alla tua scrivania e iniziare a studiare tutti quelli che ho in corso. Preparati su ogni dettaglio e inizia a stilare qualche strategia sul caso delle Grey's Industries e quello dei signori Willow. Voglio vedere come te la cavi. Sono le nostre punte di diamante e non c'è bisogno di spiegarti quando sia importante e redditizio un diamante vero?”

Harry scosse la testa in risposta e si alzò diretto verso la porta, quando Katherine riprese a parlare: “Buon lavoro nuovo associato, mi aspetto grandi cose da te!”

Lui la guardò, sorrise, annuì in risposta e uscì di fretta da quell'ufficio per mettersi a lavoro. Arrivato alla sua scrivania pieno di cartelline dei vari casi, si buttò letteralmente sulla sua sedia, si voltò a guardare l'ufficio del suo nuovo capo, poi guardò in basso verso il cavallo dei suoi pantaloni, sbuffò e si disse “Certo Harry, che tra tutte le persone che potevano farti eccitare, dovevi scegliere proprio il tuo capo? Ti ha solo parlato, datti una regolata!”

 

 

 

I mesi passarono in fretta e Katherine e Harry si trovavano sempre più d'accordo: preparavano i casi insieme e a volte era Harry stesso a offrirsi per preparare un caso al posto di Katherine e lei aveva iniziato a fidarsi sempre di più di quel ragazzo, vincevano ogni caso e in tutto lo studio era una specie di eroe dato che era il primo tra gli associati di Katherine a resistere per così tanto tempo e a ottenere anche la stima e la fiducia della donna.

Harry dal canto suo la stimava già da prima e col passare del tempo aveva fatto attenzione ad ogni particolare della vita del suo capo: si era accorto di come preferisse il caffè amaro, ma metteva quintali di cacao nel cappuccino col latte di soia, di come preferisse i tè aromatizzati a quelli classici, di come amasse il cioccolato fondente ma si stufava subito dei pasticcini pieni di cioccolato scegliendo alla fine quelli alla crema, di come a pranzo cercasse di mantenersi mangiando un'insalata quando avrebbe voluto sfondarsi di ogni tipo di cibo esistente. Si accorgeva immediatamente di quando era arrabbiata, quando era felice, nervosa o soddisfatta di qualcosa, era diventata per lui un punto fermo e anche quando non era a lavoro, si impegnava per fare qualcosa che la facesse felice. Una volta era anche arrivato in ufficio con un pacchetto di cioccolatini italiani che lei amava tanto e niente lo ripagò di più del sorriso che fece lei e dell'abbraccio che gli diede. Beh, un abbraccio frettoloso e un po' imbarazzante, ma pur sempre un abbraccio, ed Harry custodiva quel ricordo come uno tra i più preziosi.

L'unica cosa con cui non aveva fatto i conti era Jay Halstead.

Jay Halstead era il fidanzato di Katherine. Era un altro avvocato dello studio, uno dei più bravi e fu facile per Harry capire perché Katherine ne fosse attratta: era un bell'uomo, con dei tratti delicati ma allo stesso tempo virili, carismatico, sicuro di sé, sempre con la battuta pronta, pungente al punto giusto ma perfetto nelle sue corde. Quello che Harry non capiva era come una donna come lei preferisse uno come Jay a lui.

A Katherine piaceva ridere, anche per le cavolate, anzi a volte solo per quelle, e Jay invece era un tipo tutto d'un pezzo. Certo con lui rideva ma non delle stesse risate che faceva con Harry, erano risate imbarazzate, quasi trattenute. A Harry invece piaceva vederla ridere di gusto quando faceva qualche battuta, con le mani sulla pancia e lanciata indietro, con le piccole lacrime che si formavano agli angoli dei suoi occhi azzurri quando non riusciva proprio a smettere. Lui l'aveva capito che lei si divertiva e ne aveva bisogno, ne aveva bisogno quando non doveva tirare fuori il cuore freddo dei processi, ne aveva bisogno per staccarsi dallo stress che viveva in ufficio, ne aveva bisogno per non crollare.

Katherine era grata a Harry per tutto quello che faceva per lei e molte volte alla fine delle pesanti giornate di lavoro lo portava con sé a bere una birra con Liam e Zayn, si distraeva, ridevano e lei stringeva sempre più amicizia con il suo associato. Era indubbiamente attratta da lui, era bello d'altronde e si trovavano bene insieme, ma lei aveva Jay e con lui stava bene in fondo.

Stavano insieme ormai da un anno e mezzo circa, Jay l'aveva conquistata semplicemente con qualche fiore in ufficio e un'uscita in un ristorante romantico e lei aveva ceduto subito, si sentiva bene con lui e le andava bene. Per questo ogni volta che aveva Harry intorno si sentiva in colpa, diventava improvvisamente nervosa e cercava di essere distaccata mantenendo un tono professionale... Solo che Harry con il suo sorriso tutto fossette non le rendeva la vita facile, ogni giorno aggiungeva punti a suo favore, si ricordava perfino di come lei odiasse vedere la scrivania in disordine e perciò ogni mattina lui arrivava mezz'ora prima di lei e metteva tutto in ordine, pronto con il caffè caldo al suo arrivo. Inutile dire che Katherine si scioglieva ogni volta... Si sentiva apprezzata e in un certo senso amata.

Ovviamente Harry non si era mai avvicinato a lei con secondi fini, si limitava a riservarle attenzioni che molte volte Jay non si sognava nemmeno di darle. Era presente lì quando lei voleva ridere, quando lei aveva bisogno di sfogarsi e anche quando raramente perdevano un caso e lei scoppiava a piangere dal nervoso di aver perso, perché “Ricordati Harry, io piango quando sono molto nervosa e incazzata, quindi se mai discuteremo e io scoppierò a piangere vorrà dire che l'avrai fatta talmente grossa che dovrai comprarmi la luna per farti perdonare!” diceva sempre, ma in cuor suo sapeva che in realtà quando piangeva era solo perché aveva accumulato troppo, e anche Harry lo sapeva perciò quando raramente succedeva si metteva accanto a lei e le passava i fazzoletti pazientemente aspettando che la crisi passasse.

Quello che di certo nessuno si aspettava era quello che fece Jay dopo qualche mese da quando Harry aveva cominciato a lavorare per Katherine.

Era un pomeriggio sul tardi e Harry era impegnato a studiare un caso relativo alle Grey's Industries, il signor Grey infatti era uno dei clienti più importanti e anche uno di quelli che li teneva più impegnati. Era un imprenditore immobiliare molto famoso e spesso, chi per concorrenza, chi per negligenza sul lavoro, chi per truffa, lo denunciavano e puntualmente la Winston & Co accorreva in aiuto. Katherine nel suo ufficio era impegnata sullo stesso caso e cercavano di trovare due strategie d'attacco diverse per venire a capo dell'ennesima denuncia per truffa per poi confrontarsi insieme. L'associato era arrivato a un punto cruciale e aveva capito come la signora Davis, la donna che aveva sporto denuncia, avesse eluso i controlli che le Grey's Industries fornivano per le case da loro vendute, in questo modo aveva detto di essere stata truffata pagando una casa e dei servizi che invece lei non riceveva così come venivano venduti. Era ovviamente corso da Katherine e

“Kate! Ho trovato una strada diciamo... La Davis non può dire di non aver ricevuto i controlli che Grey le aveva promesso perché ha turni di lavoro in ospedale che non le permetterebbero di stare a casa in orari in cui i tecnici passerebbero e soprattutto vive da sola quindi non potrebbe nemmeno delegare. L'unica cosa che ora dobbiamo trovare è una prova concreta di tutto... Non so pensi che il registro dell'ospedale andrebbe bene?” disse tutto d'un fiato.

Lei lo guardò per trenta secondi in silenzio, registrando ogni parola che aveva detto, poi si alzò di scatto e “Harry sei un genio! Come ho fatto a non pensarci prima... Ogni casa di proprietà delle Grey's Industries è provvista di telecamere e a meno che non le abbiano disattivate potremmo usare le registrazioni!” disse e corse ad abbracciare il suo associato presa da un attacco di affetto improvviso e anche di liberazione dopo un pomeriggio passato su quel caso.

Forse si buttò un po' troppo prepotentemente su Harry perché lui perse un po' l'equilibrio e si trovarono spiaccicati contro un muro. Quando lei si scansò erano comunque molto vicini, talmente vicini che Katherine poteva sentire il suo respiro mischiarsi a quello del ragazzo. In quel momento avrebbe tanto voluto baciarlo, accarezzarlo e perdersi in quell'infinito verde dei suoi occhi. Sentiva dentro di sé quella voglia di spingersi ancora di più contro di lui, ma non riusciva a muovere un muscolo, inchiodata dallo sguardo del ragazzo che si spostava dai suoi occhi alla sua bocca. Persi in quel momento tutto loro si accorsero a malapena di una musica di violini.

Questo però bastò a ridestarli dal loro stato di trance e curiosi, uscirono dall'ufficio di Katherine, proseguirono verso la sala relax e lì trovarono la stanza, solitamente spoglia se non per i due tavoli al centro, il divano sul lato destro e la mini cucina con i fornelli e il frigorifero sulla sinistra, piena di candele e di petali di rosa. In più c'erano quattro violinisti davanti al divano che suonavano una melodia dolce. Katherine avanzò all'interno della stanza senza capire cosa stesse succedendo mentre Harry si fermò sulla porta dalla quale erano entrati. Dall'altro ingresso di fronte, poco dopo, entrò Jay con una rosa rossa in mano e un sorriso che gli prendeva tutta la faccia.

“Jay, amore... Ma che...”

Lui gli fece segno di fare silenzio e le diede un bacio sulla guancia consegnandole la rosa. Nel frattempo i violinisti continuavano a suonare e Harry era lì che assisteva alla scena immobile, come pietrificato. Successe tutto alla velocità della luce ma non serviva una laurea per capire cosa avesse in testa Jay quando disse: “Non pensavo che avrei mai trovato una donna che mi insegnasse a fare queste cose romantiche, ma ho trovato te Kate e sei stata come un fulmine a ciel sereno nella mia vita, l'hai riempita di luce! Per questo...” si inginocchiò davanti a Katherine e prese una scatolina dalla tasca interna della sua giacca mentre lei si portava una mano davanti alla bocca stupita da tutta la situazione.

Poi Jay continuò “Katherine Payne vuoi farmi l'onore di diventare mia moglie?”

Boom!

Harry sentì come uno sparo colpirlo esattamente al centro del petto.

Mentre Katherine rispondeva sì a Jay e tra le lacrime si gettava tra le braccia dell'ormai futuro marito, Harry capì che quella donna per lui non era semplicemente il suo capo, non era nemmeno più solo un'amica, Harry si era innamorato di Katherine e stava assistendo inerme davanti alla distruzione del suo amore nell'esatto momento in cui aveva preso consapevolezza di quello che sentiva.

In fondo succede così, no? Ti ritrovi qualcuno davanti agli occhi per un tempo infinito, dando per scontato tutto quello che c'è tra voi, a volte magari zittendo anche le voci interiori che ti dicono di buttarti, di non aver paura, di provare, ma è solo nel momento in cui te lo portano via che capisci quanto quel qualcuno era realmente importante per te. Ed Harry l'aveva capito anche fin troppo bene, voleva solo scappare da quel posto e nascondersi nell'angolo più remoto della città, ma sapeva bene di non poterlo fare, ecco perché poco dopo si avvicinò ai futuri sposi e “Congratulazioni ragazzi!” disse, stringendo la mano a Jay e dando due baci a Kate.

“Grazie Harry” rispose lei senza guardarlo negli occhi e con la voce piatta. Lui li guardò per quelli che sembrarono minuti infiniti e poi si congedò tornando a finire il lavoro che stavano facendo prima per correre a casa il più in fretta possibile.

 

La notizia della proposta di matrimonio fu accolta meglio di una grossa vittoria in tribunale da tutto lo studio, ogni donna guardava Jay con gli occhi a cuore considerando il suo gesto il più romantico che avessero mai visto, gli uomini invece si congratulavano per aver conquistato una donna bella come Katherine.

Harry guardava quelle scene senza commentare, anche perché non avrebbe avuto belle parole, anzi probabilmente solo parolacce. Svolgeva il suo lavoro egregiamente come sempre e continuava ad accompagnare Kate ad ogni udienza, vincerla e poi tornare in ufficio, festeggiare con il solito calice di champagne e ricominciare. Non erano più rimasti da soli lui e Kate, un po' perché lei evitava come la peste quei momenti e un po' perché non ne avevano avuto più occasione. Katherine aveva addirittura preso altri due associati con lei, Niall Horan e Louis Tomlinson: Harry li conosceva già ed erano amici sin dal primo giorno quindi non fu difficile per lui abituarsi alla presenza dei due ragazzi.

Quello che rimpiangeva erano i momenti da solo con Katherine, i momenti in cui scherzavano e ridevano insieme, e anche le uscite a cui lui l'accompagnava con Liam e Zayn. Gli mancava la quotidianità ma sapeva bene che non l'avrebbe avuta indietro, non quando lei continuava a mostrare il suo diamante a tutti. Harry vedeva come lei ostentava tutta quella sicurezza riguardo il matrimonio, come fingesse di essere felice ma solo lui sapeva come si erano guardati quel giorno abbracciati contro quel muro, come aveva sentito il suo respiro sulle labbra e a come l'avrebbe baciata spingendola proprio contro quel muro, e tutto quello che sarebbe successo dopo.

Stava pensando così ardentemente a quel momento che in basso si era svegliato anche qualcun'altro ma non fece in tempo ad accorgersene che “Harry? Mi stai ascoltando? Quando smetterai di perderti nel tuo mondo?”

Era proprio Katherine che lo guardava appoggiata alla sua scrivania mentre lui cercava di nascondere la sue erezione mezza formata sotto la scrivania stessa tirandosi avanti con la sedia, poi rispose “Oh scusami Katherine, dimmi!”

La donna si stranì un attimo a sentire come l'aveva chiamata. Harry non usava mai il suo nome completo se non davanti ai clienti, ma in quel momento non c'era proprio nessun cliente. Fece comunque finta di niente e continuò “Volevo chiederti se la prossima settimana puoi aiutarmi a preparare il caso dei Sanders, sono accusati di negligenza nei controlli del funzionamento degli impianti gas nelle ville a Richmond. Dobbiamo controllarli tutti quindi...”

“Oh si certo tranquilla, lo dico anche a Niall e Louis e iniziamo a preparare insieme tutto il piano d'azione per il processo.”

“In realtà loro due sono già impegnati in un altro caso quindi dovremmo lavorarci noi...”

“Oh...” restò zitto a guardarla per quelli che sembrarono anni senza sapere cosa dire e lei lo guardava allo stesso modo, profondamente, senza staccare mai lo sguardo. Harry si ridestò e rispose a Katherine positivamente, anche se avrebbe voluto dirle di no, per un po' di amor proprio più che altro, ma d'altro canto era il suo capo e gli aveva dato un lavoro da svolgere.

 

Quella sera Harry staccò da lavoro molto tardi e aveva voglia solo di andare a casa a riposare e dimenticarsi dei suoi drammi. Non erano di quel parare però né Niall né tanto meno Louis che proprio quella sera avevano voglia di uscire per una birra.

“Dai Haz! Non fare il solito asociale... So per certo che non hai una donna a casa ad aspettarti quindi perché non vuoi venire un po' con noi e rilassarti in compagnia dei tuoi amichetti?” gli disse Niall abbracciando Louis sulla fine della frase e sbattendo le palpebre ritmicamente.

“Ragazzi sono solo molto stanco... Verrei davvero ma...”

“Va bene, ho capito. Passiamo al piano B Horan!” disse Louis. Si scambiarono uno sguardo d'intesa e poi Niall da un lato e Louis dall'altro sollevarono Harry da terra, con sforzo evidente, e lo infilarono di forza nella macchina del biondino.

“Ehi... ma voi siete completamente pazzi!” si lamentò Harry.

“Senti, tu hai bisogno di uscire. E' inutile che lo neghi, te lo leggiamo scritto chiaramente in faccia. Quindi stasera vieni con noi, hamburger, patatine e fiumi di birra e ci dici cosa c'è che non va ok?”

disse Louis guardandolo dritto negli occhi. Harry stava per ribattere ma Louis continuò “E non dire che va tutto bene, sembri uno zombie da qualche giorno a questa parte!”

E a quel punto Harry non poté fare altro che tacere e mettersi comodo sul sedile posteriore del SUV di Niall. I suoi amici avevano ragione, la notizia del matrimonio e il fatto stesso di aver assistito alla proposta proprio mentre prendeva coscienza dei suoi sentimenti per Katherine l'avevano scombussolato e non poco.

Non sapeva però cosa dire, non sapeva nemmeno cosa fare, come comportarsi: aveva addirittura pensato al trasferimento ma a parte “Non me la sento di lavorare con il mio capo di cui sono innamorato e che sta per sposarsi” non aveva un'altra scusa valida e di certo non avrebbe potuto usare quella. A dirla tutta non sapeva nemmeno se poteva raccontare tutta questa storia ai suoi due amici che ora lo guardavano di sottecchi mentre mangiava a testa bassa il suo panino...

Alla fine però lo fece, perché Louis aveva ragione, lui aveva bisogno di un confronto, aveva bisogno di qualcuno che lo ascoltasse e lo consigliasse. Aveva bisogno di qualcuno che gli dicesse che non era un completo idiota, che innamorarsi era una cosa bella e che l'amore alla fine vince sempre.

Sapete invece la prima cosa che gli disse Niall, da sempre conosciuto come “Mr. Tatto”?

“Haz sei un idiota!”

Ecco appunto.

Harry sbuffò e si portò una mano davanti alla faccia, un po' perché si sentiva davvero un idiota e un po' perché aveva improvvisamente voglia di piangere.

“Amico senti scusa, lo so che non sono sempre delicato nel dire le cose ma cavolo... Ci sono talmente tante donne nel mondo che tu proprio di lei dovevi innamorarti? Oltre tutto sta anche per sposarsi, e mi sembra felice no?”

Harry scosse la testa e “Nì, tu non la conosci come la conosco io... Lo stesso giorno in cui Jay le ha fatto la proposta noi stavamo per baciarci cavolo! Lei non è felice con lui... non so come spiegarvelo ma quando siamo solo io e lei è diversa, è raggiante capite? Non voglio dire che è grazie a me, non intendo questo, ma con lui è cupa. Con lui, lei è sempre l'avvocato che vediamo in tribunale. Con me era semplicemente Katherine, una ragazza che si commuove quando un ragazzo aiuta una donna anziana ad attraversare la strada e che ride sguaiatamente a tutti i mie knock knock joke! Capite?” disse.

I due ragazzi restarono in silenzio senza sapere bene cosa dire. Era strano anche per loro, Katherine era anche il loro capo e non una ragazza qualsiasi di cui un amico si è invaghito. Alla fine però fu Louis a rispondere:

“E allora Haz devi fare quello che puoi per averla... non è detto che vada bene ma almeno devi fare quello che è in tuo potere. Devi essere pronto a tutte le conseguenze però, lei è il tuo, nostro, capo e una volta che farai le tue mosse non potrai tornare indietro, nel bene e nel male dovrai farci i conti. Sono sicuro però che ne valga la pena, beh per amore vale sempre la pena, è un po' il motore del mondo ed è la base della felicità.”

Harry lo guardò sorridendo e lo ringraziò con lo sguardo. Louis aveva ragione, lui avrebbe combattuto per Katherine. Sentiva dentro una forza inaudita in quel momento, sentiva di poterla conquistare, di farla sua e al diavolo tutte le conseguenze con Jay, con il lavoro e tutto il resto. Lui sentiva di doverlo fare anche a costo di venire rifiutato, lui aveva bisogno di sentirsi dire da lei che si sarebbe accontentata di una vita comoda ma infelice, piuttosto che scegliere una vita più impegnativa ma felice. In quel momento sperava con tutto il cuore che la scelta di Katherine ricadesse su lui e tutti i suoi casini.

 

Dall'altra parte della città Katherine era alla presentazione del primo libro pubblicato da Zayn. C'era Liam più orgoglioso che mai e tutto il resto della famiglia. Jay non aveva potuto accompagnarla per un impegno con il signor Winston, ma alla fine a lei andava bene così, aveva bisogno di una serata con la sua famiglia e i suoi amici in tutta tranquillità.

La conversazione con Harry, anche se si era trattato solo di lavoro, l'aveva lasciata interdetta, con l'amaro in bocca. Erano stati giorni strani quelli per lei, stava per baciare Harry e poco dopo si era ritrovata un diamante al dito. Quando Jay le aveva fatto la proposta era talmente presa da tutta la situazione che non era stata nemmeno lei a rispondere sì, era stata semplicemente una conseguenza logica a tutto quello che stava accadendo. Non perché lei volesse rispondere no, ma più che altro perché da quel giorno in poi aveva solo una grandissima confusione in testa.

Vuoi davvero sposare un uomo quando in realtà pensi continuamente a un altro?

Perché si, Katherine era ossessionata da Harry. Lo guardava in ufficio e gli piaceva osservarlo mentre leggeva una pratica e si portava la penna tra i capelli, gli piaceva quando beveva il suo tè mettendo quelle labbra perfettamente intorno al bordo mentre le sue mani coprivano tutta la tazza, gli piaceva quando parlava con qualcun' altro e sorrideva mettendo la testa di lato e facendo spuntare quelle fossette adorabili. Gli piaceva perfino quando arrivava in ufficio con i suoi lunghi capelli legati in uno chignon e un cappotto lungo a fasciargli perfettamente il corpo.

Era innegabile, a Katherine Harry piaceva tanto. Era per questo motivo che non poteva più restare da sola con lui, non poteva assolutamente rischiare di ricreare la stessa situazione del fatidico giorno. Ecco perché improvvisamente aveva sentito il bisogno di circondarsi di altri due associati e di dividere il lavoro a loro tre mentre lei era impegnata a mostrare il suo diamante in giro.

E allora per quale motivo lei aveva fatto in modo di doverla ricreare quella situazione, chiedendogli esplicitamente di lavorare insieme a un caso? Beh forse per masochismo. Decisamente per quello.

Solo che in quei giorni lontani lei si era sentita sola, abbandonata. Era come se Harry fosse una droga e ora che era in astinenza le sembrava di non riuscire ad andare avanti.

Ma se vogliamo Harry era stato davvero questo: una di quelle droghe che ti sballano completamente, che ti fanno vedere un mondo con altri occhi. Se vogliamo, alla fine, non c'era stato niente di eclatante tra loro due ma per Katherine tutto era sembrato un appiglio. Harry aveva portato una boccata d'aria fresca nella sua vita fatta di tante sicurezze ma tutte di facciata, era stato come una luce nell'oscurità, avere Harry nella sua vita in quel periodo era stato come prendere una torcia e finalmente riuscire a farsi luce nella notte, riuscire a vedere nel buio assoluto quello che realmente potresti avere con un po' di luce in più. A volte però, fa molta più paura una splendente luce che una profonda oscurità: alla luce del sole non ci si può più nascondere.

 

 

Harry aveva voglia di mettere in pratica il suo piano di conquista ma aveva una paura matta.

Tutta quella forza che sentiva dopo aver parlato con Niall e Louis era scomparsa nel momento stesso in cui era entrato nell'ufficio di Katherine e l'aveva vista seduta sulla sua grande sedia girevole con una mano tra i capelli mentre parlava al telefono. Aveva solo voglia di baciarla.

Si accomodò sull'altra sedia davanti alla scrivania del suo capo e cerco di non continuare a fissarla concentrandosi invece sui fascicoli che aveva in mano, si trattava di un caso semplice in fin dei conti, avevano molte ville da controllare ma era qualcosa di abbastanza semplice da svolgere. In quel momento infatti sperò con tutto il cuore di finire in fretta e andarsene, non sapeva se si sarebbe controllato e se con i suoi amici era stato semplice parlare dell'amore che vince sempre, ora si sentiva uno stupido e non voleva fare la figura dello scemo illuso.

“Ciao Harry, scusami ma la mia famiglia mi sta stressando con i preparativi per il matrimonio e non so più dove buttare la testa!” disse poi Katherine appena chiuse il telefono.

Si pentì subito però quando vide la faccia di Harry incupirsi un po' e affondare il viso ancora di più tra quei fascicoli mentre strascicava un “Oh si si certo, tranquilla, fa pure...”

A lei non piaceva quella tensione che si era creata tra di loro, non la voleva. Voleva indietro invece quei giorni in cui svolgevano tutto il lavoro insieme ridendo e alleggerendo un po' il carico che avevano sempre.

Fu per questo motivo che chiese “C'è qualcosa che non va Harry?” e la domanda pur essendo sincera uscì quasi come un'accusa a cui il ragazzo si irrigidì immediatamente e si limitò a negare.

“Sicuro?” Incalzò Katherine e quando lui continuava a stare in silenzio continuò “Senti, so che è un periodo stancante per tutti, soprattutto ora che con questa storia del matrimonio io ci sono molto meno e voi dovete occuparvi di tutto, ma ti assicuro che se hai bisogno di qualcosa puoi dirmelo... Siamo diventati comunque amici no?” e sorrise alla fine.

Harry la guardava inespressivo, mentre pensava a come potesse essere ingenua a pensare quelle cose, perché o era terribilmente ingenua da pensare che fosse in quello stato per il lavoro, o era stupida e non voleva ammettere quello che era chiaro anche ai muri, non parlando per niente di quello che c'era stato tra loro.

Così preso da un momento di coraggio improvviso rispose “Non è per il lavoro Kate... e non so nemmeno se possiamo considerarci amici sinceramente...”

Katherine si risentì a sentirgli dire quella frase, così cercando di nascondere il suo stupore disse “Oh... Perché dici questo Harry? Io pensavo che...”

“Kate... Andiamo, non puoi credere davvero che noi due siamo mai stati amici...” rispose Harry e si alzò dalla sua sedia facendo il giro della scrivania e avvicinandosi lentamente a Katherine che intanto lo guardava ferita e anche confusa, non capendo perché lui si comportasse in questo modo.

Harry dal canto suo fingeva una sicurezza che in realtà non aveva, continuando ad avvicinarsi a lei con fare provocatorio. Dentro di lui aveva un turbinio di emozioni ma allo stesso tempo aveva deciso: quella sarebbe stata la sua mossa, lui la voleva e sentiva che anche lei voleva lui, alle conseguenze ci avrebbe pensato dopo.

“H-Harry ma...”

“Non parlare Kate... non parlare!”

E a quel punto la prese per mano per farla alzare dalla sedia e si trovarono l'uno di fronte all'altra. Katherine lo guardava ancora confusa e ferita e non sapeva come comportarsi anche perché quella vicinanza la metteva in agitazione più del dovuto. Ci pensò Harry a fare la prima mossa e poggiò una mano sulla sua guancia e senza staccare gli occhi dai suoi la baciò prima piano e poi con sempre più passione. Nel suo stomaco le farfalle scoppiarono in volo mentre sentiva battiti nel basso ventre. Per un attimo il suo pensiero sfiorò Jay ma fu un attimo solo, perché lui la spinse contro il muro dietro la sua scrivania e la sovrastò con il suo corpo mentre continuava a baciarla e accarezzarle con una mano il fianco e con l'altra il viso.

Harry invece non riusciva più a trattenersi e avrebbe solo voluto continuare in quel modo per sempre fino a non poterne più. Si distrasse solo un attimo allontanandosi da lei, lasciandola inerme contro quel muro con le pupille dilatate, la bocca gonfia e le mani a mezz'aria in attesa di avere altro, chiuse a chiave la porta dell'ufficio di Katherine e le veneziane per poi tornare da lei e questa volta farla sua per davvero.

Tornò a baciarla, le sollevò il vestito e mettendola in braccio fece in modo che lei lo circondasse con le gambe, la poggiò sulla scrivania e iniziò ad esplorare il suo collo fino a scendere più giù. Erano entrambi vogliosi e si liberarono dei vestiti per ricominciare a dedicarsi ognuno al corpo dell'altro e si amarono, in modo frettoloso ma attento a conoscere ogni particolare del corpo dell'altro, Harry era estasiato dal vederla così indifesa e sensibile al suo tocco e si beava di ogni sospiro che usciva dalla sua bocca quando toccava un punto che la faceva scaldare di più mentre Katherine continuava ad accarezzarlo e a stringere tra le sue mani quei capelli lunghi che le ricadevano sul petto. E tirava, magari anche facendogli male, ma era come cercare un appiglio a tutto quello che stava sentendo dentro... Era come il più grande sogno proibito che avrebbe potuto avere che si stava materializzando davanti a lei mandandola in un paradiso che fino a quel momento non immaginava nemmeno potesse esistere, stava già per esplodere reagendo solo al tocca del ragazzo. Ribaltò le posizioni volendosi dedicare anche lei alla perfezione che era Harry. Lo spinse contro il muro dove prima era lei e gli lasciò baci per tutto il corpo fino a giungere alla sua intimità e sentirne il sapore. Harry stentava a credere che tutto fosse reale e che stesse accadendo proprio a lui, si era innamorato di quella donna senza nemmeno rendersene conto e ora la stava facendo sua per la prima volta e non sapeva se sarebbe stata l'ultima ma si ricordo delle parole di Louis in quel momento, per amore vale sempre la pena, a prescindere da tutto.

Era quasi al culmine quando Katherine si staccò da lui e lo guardò talmente intensamente che Harry non capì più niente. Si allontanò di nuovo alla ricerca del suo portafogli, prese il preservativo che aveva e dopo averlo infilato, sotto lo sguardo rapito ed eccitato di Katherine, la riprese in braccio e appoggiandola contro il muro entrò in lei un colpo solo, chiudendo gli occhi e abbandonandosi al loro momento perfetto. Si amarono di continuo, silenziosi ma ansiosi di averne sempre di più fino a giungere al culmine insieme esplodendo in una miriade di colori che Katherine vedeva nella sua testa e non riuscì a evitare di paragonare Harry a ogni colore che vedeva: rosso come la passione che sprigionava quel ragazzo, blu come il paradiso in cui l'aveva portata, giallo come la potente luce di cui aveva riempito la sua vita, verde come i suoi occhi così profondi e bianco come la purezza di quel momento così inaspettato ma pieno.

Erano ancora incastrati tra loro, abbracciati l'uno all'altro quando Harry uscì lentamente da lei adagiandola a terra, si pulì per quello che riuscì e si mise accanto a lei accogliendola tra le sue braccia.

Restarono in silenzio per minuti interminabili, ognuno perso nel suo mondo: Harry ancora incredulo ma talmente felice da poter sentire scoppiare il cuore da tanta era l'emozione, e Katherine estasiata.

Erano ancora persi nei loro pensieri quando il cellulare di Katherine squillò, illuminando il nome di Jay sullo schermo. Quello sembrò svegliare la ragazza dal sogno che aveva appena vissuto.

Si allontanò da Harry come scottata da lui e ricominciò a rivestirsi freneticamente sotto lo sguardo indecifrabile di Harry che data la reazione sapeva già cosa aspettarsi e infatti “Devi andare via Harry, dimentica quello che è successo e scusami per come mi sono comportata... non doveva succedere e non succederà mai più!” disse lei senza il coraggio di guardarlo negli occhi.

Lui la guardava e voleva dire tantissime cose, voleva farle capire come per lui tutto ciò che era successo aveva un significato molto più grande di quello che pensava, che non era stato solo un attimo dettato dal caso, lui l'aveva voluta da subito. Ma non disse nulla. Indossò i suoi vestiti senza degnarla di uno sguardo, si sistemò nel miglior modo possibile, prese le cartelline con cui era arrivato e andò alla porta. Si voltò a guardarla ancora una volta, seduta sulla sua enorme sedia con piccole lacrime agli angoli degli occhi, lei invece faceva di tutto per non guardarlo, poi Harry uscì da quella stanza e si chiuse alle spalle la porta di un amore vissuto semplicemente tra le mura di un ufficio come la più squallida delle immagini ma che in realtà aveva racchiuso il sogno di qualcosa di molto più.

 

Katherine arrivò a casa di Liam e quando suo fratello aprì la porta si gettò tra le sue braccia in cerca di conforto. Si sentiva sopraffatta e terribilmente colpevole. Tutto quello che era successo con Harry l'aveva completamente stravolta perché si era sentita così amata e voluta che non aveva assolutamente pensato a tutto quello che era la sua vita in quel momento: non aveva pensato a Jay, non aveva pensato al fatto che erano in ufficio, non aveva pensato che era il suo associato. Si era solo lasciata andare a quella passione che sentiva da quando aveva incontrato i suoi occhi, da quando era entrato dalla porta del suo ufficio e si era presentato.

Stava capendo solo in quel momento che prima di quel pomeriggio lei aveva solo resistito al suo istinto, ma che in realtà l'aveva sempre voluto: mentre Harry la accarezzava e la toccava lei aveva come riconosciuto quel tocco, come se per tutta la vita avesse aspettato quel ragazzo che le avrebbe fatto capire cosa significava davvero fare l'amore.

Ancora abbracciata a Liam, che cercava di consolarla in tutti i modi mentre lei gli raccontava le sue sensazioni, lei chiese “Cosa devo fare ora Lee?”

Il fratello la guardò negli occhi senza smettere di accarezzarla e “Kate, non posso dirti cosa fare, ma sono certo che dentro di te hai già la risposta per questa domanda. Quello che devi chiederti è sei sicura?”

“Lee io no so proprio niente invece! Ho tradito il mio futuro marito e non so nemmeno come sentirmi al riguardo perché fino a quando non ho visto il suo nome brillare sul cellulare io non pensavo assolutamente a lui! Ero completamente abbandonata ad Harry e a quello che mi stava facendo... E non mi sono sentita sbagliata, mi sento solo confusa e...”

“E niente Katy... E' questa la tua risposta. Credi davvero che se amassi Jay così tanto come ti racconti l'avresti tradito con Harry?”

“Ma io...”

“Ma nulla Kate! Tu non vuoi Jay, non l'hai mai voluto! Ti sei solo adattata alla sua scelta, al fatto che fosse una persona per bene, uno con cui poter avere una bella vita senza troppe pretese, ma credimi quando ti dico che non avreste resistito nemmeno un mese con questa convinzione! Guarda me e Zayn... Ci siamo amati di nascosto per così tanto tempo che non capivano più come fingere davanti agli altri, e pensi davvero che Harry sarebbe disposto a rimanere a lavorare per te, fingendo che non sia successo niente, dopo quello che invece c'è stato? Sei una ragazza intelligente, sai anche tu che se ne andrà!”

Alle parole di Liam Katherine tremò un attimo perché la prospettiva di non avere più Harry nella sua vita la spaventava molto di più dell'affrontare l'annullamento del matrimonio, la delusione della sua famiglia, la rabbia di Jay e tutto quello che ne sarebbe potuto derivare.

In quel preciso istante capì che non poteva perdere Harry, non poteva lasciarselo scappare. Sarebbe stato come rifiutare un regalo dalla vita e lui era stato davvero questo per lei, lui era stata quella persona che la vita ti manda quando stai per perderti e lui arriva pronto con le sue ali da angelo a salvarti dall'oblio. Così con questa consapevolezza nel cuore si alzò dal divano di Liam, si sistemò il trucco sbavato e dopo aver salutato Liam si avviò verso il suo personale salto nel buio da cui solo Harry poteva salvarla.

A casa sua intanto, Harry era seduto alla sua scrivania a scrivere la lettera di dimissioni che avrebbe consegnato il giorno successivo a Ben. Non avrebbe mai potuto lavorare ancora con Katherine e magari sentirla parlare con gli altri dei preparativi del matrimonio o altro. Sarebbe partito per un periodo magari raggiungendo la sua famiglia per un po' e poi avrebbe deciso come ricostruirsi, in fondo anche se a volte ci sembra impossibile, ci si ricostruisce sempre. Si va sempre avanti, si trova sempre un modo e lui continuava a ripetersi questo.

Poi sentì qualcuno bussare alla porta del suo appartamento. Andò ad aprire e trovò Katherine con un volto provato ma un'espressione tranquilla. Lo guardava senza dire una parola e lui di certo non si aspettava di vederla, dentro era terribilmente felice ma decise di non mostrare questo suo lato così “Cosa vuoi Kate? Tranquilla sto già scrivendo la lettera di dimissioni, non c'era bisogno che venissi qui. E sì, dimenticherò quello che è successo, non so come, ma lo farò. Quello che non so è come farai tu, ma non mi interessa, anzi non voglio più sapere...”

“Io voglio te Harry.”

“...Niente di te, della tua vita e... Cosa?” si girò con gli occhi spalancati Harry.

“Io voglio te!” Rispose Katherine con un sorriso accennato per poi continuare “Non voglio perderti. Voglio averti con me a lavoro, voglio averti con me a casa, voglio averti con me quando piango e mi passi i fazzoletti, voglio averti con me quando rido per delle sciocchezze e tu ridi con me, voglio averti quando vinciamo un caso, voglio averti quando esco con Liam e Zayn. Io voglio averti nella mia vita. E sono stata una stupida... sono stata terribilmente stupida a resistere per tutto questo tempo perché dentro di me ho sempre saputo che era te che volevo.”

Harry non sapeva che dire, la guardò sempre più incredulo restando fermo come uno stoccafisso, al che lei si intristì e guardò verso il basso dicendo “Harry io...” ma non continuò perché Harry si risveglio da suo stato di trance, si avvicinò a lei, le regalò uno dei migliori sorrisi che avesse, la baciò e fecero di nuovo l'amore.

“Grazie...” disse poi lui, abbracciati sul suo letto “Grazie per aver scelto me!”

Katherine sorrise e si accoccolò di più a lui. Poi Harry continuò “Continuavo a ripetermi che ti avrei dimenticata, che sarei andato avanti e mi sarei ricostruito da zero, però ora ho capito che tu sei tutto quello che voglio ora come ora, voglio te e ti vorrò sempre Katherine Payne!” e si baciarono ancora.

“Non so come andrà Harry, tu sei un po' la mia scommessa, il mio salto nel buio... Ma voglio buttarmi e rischiare, dentro di me sento che non mi lascerai cadere, mi salverai sempre”

“Ti salverò sempre!”

 

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Nda.

Salve a tutti!

Eccomi qui con un nuovo esperimento diciamo! Questa volta una OS su Harry, vi dico già che in realtà io sono una Larry shipper e leggo soprattutto storie Larry, ma sono anche una donna... e quale donna non spera di incontrare un Harry Styles nella sua vita? *-*

Penso comunque che in realtà sia Harry stesso ad ispirarmi, a farmi immaginare davvero un mondo fatto di tante sfaccettature, in questo caso diciamo anche che il video di Perfect ha fatto la sua parte!

Spero piacerà a voi tanto quanto è piaciuta a me, è uno spaccato di vita!

Aspetterò con ansia i vostri giudizi/commenti, ci tengo molto!

Un abbraccio e a presto,

Valentina

 

 

P.s. Il titolo è una citazione latina dal Satyricon di Petronio che vuoi dire “Salvami, che io ti salverò”

Buona Lettura!

   
 
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