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Autore: Roy4ever    24/02/2009    5 recensioni
Un'altra CloTi che va ad arricchire il mondo dll CloTi! Molto introspettiva e malinconica, con Tifa sull'orlo della crisi, che fa di TUTTO per far sorridere Cloud. Post FFVII, e prima (o senza) Advent Children. < i > Lacrime copiose le sgorgarono dagli occhi. Era impossibile riuscire a fermarle… << Posso aprire gli occhi adesso? >>
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cloud Strife, Tifa Lockheart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Maybe is not her

 

Lacrime copiose le sgorgarono dagli occhi. Era impossibile riuscire a fermarle…

 

<< Posso aprire gli occhi adesso? >>

 

 

Camminava piano, lentamente metteva un piede davanti all’altro.

Non voleva disturbare il tenue sogno in cui lui viveva i momenti migliori della sua vita.

Con lei.

La piccola Ancient, la salvatrice del Pianeta, la dolce fioraia, l’amorevole ragazza.

Aerith.

L’unica che dovrebbe essere veramente qui, a godersi ciò che ha salvato con le proprie preghiere: l’odore dei fiori appena sbocciati in primavera, il pane fresco appena sfornato la mattina, il tocco leggero degli abiti sulla pelle, il dolce bacio dell’uomo amato.

Ma il prezzo per salvare tutto ciò a cui teneva era proprio morire. Ancora faticava a credere che la ragazza, sì proprio quella con la lunga treccia castana e vestita di rosa confetto, fosse morta fra le braccia dell’uomo amato.

Amato sia dalla giovane donna, ma anche da lei.

Lei, la vecchia amica di quando erano bambini, l’amica che aveva sopportato tutto per lui, che lo aiutava anche a costo di farsi male, di andare contro i suoi ideali, di fare una strage solo per vederlo sorridere.

Tifa.

La donna che era rimasta con lui, dopo che tutto il viaggio per portare di nuovo la pace nel mondo era finito, e che adesso sopportava i suoi sguardi vacui, assenti, vuoti, doloranti per l’amore perso.

Lui, Cloud.

Ogni giorno lo viveva come fosse l’ultimo, sperando che da un momento all’altro l’Angelo della Morte sarebbe venuto a prenderlo per portarlo dove risiedeva la dolce Ancient.

Molte volte Tifa si era chiesta perché non si fosse ucciso con le sue stesse mani. Ne aveva il potere.

Poi immaginava che Aerith non l’avrebbe mai perdonato se lui si fosse tolto la vita solo per andare da lei. Ma Aerith ormai era già arrabbiata.

E questo Cloud lo sapeva. Ma continuava a non far niente.

Continua a stare nella sua stanza, guardando smarrito fuori dalla finestra, come se ci fosse un’immagine della fioraia stampata su tutte le cose da lei salvate.

A volte però Tifa, mentre andava a chiamarlo per i pasti, incoraggiandolo a tirarsi su, lo scorgeva abbozzare un piccolissimo sorriso, mentre i suoi occhi acquistavano una tonalità più brillante, e subito si girava verso di lei fissandola negli occhi e alzandosi per seguirla.

Nonostante quelle rare volte in cui sembrava di nuovo in se, poco dopo tornava di nuovo nel suo stato catatonico di sogno, in cui, probabilmente, vedeva ancora lei, lei e solo lei.

 

Continuava a camminare, sfiorando lievemente la parete con le dita.

Da una finestra aperta il vento soffiava malevolo sulle sue gambe nude, sibilando parole incomprensibili per lei.

Se ci fosse stata Aerith l’avrebbe avvertita che qualcosa stava per accadere. Gli Ancient sapevano tutto, perché, dicendolo in modo semplice, tutta la materia intorno a loro spettegolava su tutto ciò che vedeva, sentiva o percepiva.

Si diresse verso la fine del corridoio, dove si trovava la finestra e, ignorando la voce del vento, accostò le ante e girò la maniglia con diligenza.

Mentre si accingeva a tornare nella propria camera un rumore improvviso la fece spaventare, soprattutto per il luogo da dove proveniva.

La camera di Cloud.

Senza neanche bussare, volò dentro la sua camera, pensando al peggio…

 

Cloud era disteso a terra, tenendosi la testa per i capelli spettinati.

Rotolava sul pavimento con una faccia sofferente, digrignando i denti.

Un’altra volta, un’altra ancora a incolparsi per La sua morte?

 

Si inginocchiò vicino al corpo straziato dal dolore della perdita e toccò leggermente le sue spalle per cercare di farlo rinsavire.

-Cloud- sussurrò dolcemente, dopo il sobbalzo subito dall’uomo al contatto con le sue dita.

L’uomo si rilassò, facendo scivolare le dita fra i capelli, ma prima che potessero ricadere a terra, Tifa le afferrò cercando di scaldare il loro gelo.

Se le portò alla bocca, baciandole debolmente, riscaldandole con il tepore del suo respiro.

Le labbra di Cloud si mossero. Un solo nome.

-Aerith…

Se non avesse avuto una grande forza di spirito e un’altrettanto vasta pazienza, avrebbe azzannato senza pietà le mani che si trovavano fra le sue, le avrebbe divorate, fatte a pezzi, ridotte in minuscoli pezzetti.

Ma lei era una persona ragionevole. O almeno lo faceva credere.

Se si fosse tolta quella maschera di cera che la ricopriva già da molti anni, nessuno l’avrebbe più riconosciuta. Ma ormai quella maschera era difficile da scrostare dal suo viso, troppo tempo era passato.

Se la vita fosse andata diversamente forse quella maschera sarebbe diventata la sua vera faccia, ma niente era andato come sperava.

Doveva sempre sorridere per tirare su lo spirito dei compagni. Mentre il suo era a pezzi.

Doveva sembrare serena e tranquilla quando Cloud e Aerith stavano insieme. Mentre voleva ucciderli entrambi per poi suicidarsi.

Doveva continuare a combattere perché era quella l’immagine di donna coraggiosa che si era guadagnata. Anche quando stava per crollare.

Doveva, doveva, doveva.

Lei doveva, non voleva.

Doveva sempre sottostare ai voleri degli altri perché ormai aveva dato quella immagine di sé stessa.

Ma se solo una piccola cosa fosse andata diversamente, lei si sarebbe comportata così naturalmente, senza sporche maschere…

Se solo Cloud…

 

Lui si era appoggiato singhiozzante alle sue cosce, cercando riparo fra la calda maglia del pigiama.

Cancellando tutti i pensieri precedenti, Tifa lo attirò verso se, schiacciando i capelli biondi contro le sue mani.

-Perdonami…

Un altro singhiozzo.

Un’altra stretta più forte.

-Non hai nessuna colpa…- un lieve sussurro. (Se non l’avesse fatto Sephiroth l’avrebbe uccisa Tifa XDXD NdMe)

-No, Aerith…!

La voce rotta dal pianto di Cloud l’aveva sempre fatta sentire male; il pianto di Cloud era il suo tallone di Achille, e quando lo sentiva perdeva sempre cognizione di quel che faceva.

 

Il soldato stava lentamente cercando di alzarsi, sorreggendosi per le braccia ancora possenti nonostante il deperimento.

Con mani tremanti Tifa cercò di aiutarlo ad alzarsi in ginocchio, ma con cedimento dei muscoli, il guerriero ricadde tra le braccia dell’amica d’infanzia.

La guerriera lo abbracciò, facendo saggiare all’uomo la morbidezza del pigiama unito al soffice petto. Con lentezza Cloud portò le mani sopra le esili spalle della donna e si sciolse dall’abbraccio, riuscendo finalmente a rizzarsi come la compagna.

Aride lacrime solcavano le gote scure nell’oscurità, e Tifa perse definitivamente la ragione. Qualunque cosa le avesse chiesto, lei l’avrebbe fatta non pensando alle conseguenze.

-A-Aerith.. Aerith…

Altre dure pietre che la scalfivano.

Grazie alla spenta luce della luna riusciva a intravedere i contorni del corpo del suo amato.

Le pupille sotto le palpebre fremevano per vedere la figura davanti a lui. Ma la follia aveva già preso il sopravvento.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui. Anche essere lei.

Portò i palmi delle mani sopra i suoi occhi e gli impedì di aprirli. Doveva farlo sognare.

Quando fu sicura che non avrebbe più tentato di aprirli, lasciò scivolare via le proprie dita dal viso pulito e attese le sue mosse.

Cos’avrebbe fatto sapendola Lei?

Cloud fece salire le proprie dita, prima ferme sulle spalle, sull’esile collo e poi sul viso teso della ragazza. Le accarezzò i capelli, spostandoli dietro le spalle.

Sentiva già il respiro spezzato dell’uomo, immaginato per chissà quanto tempo, sul suo viso, mentre lei cercava di normalizzare il respiro.

Si avvicinò ulteriormente, facendo sfregare i loro nasi, e il corpo di Tifa fremette, per il contatto che le sembrava ancora così astratto e che in un certo modo lo era ancora. In quel momento lei non era Tifa, ma Aerith.

Avrebbe tanto voluto sussurrare un flebile Cloud, per capacitarsi della concretezza di quello che stava succedendo, ma avrebbe interrotto la splendida visione onirica del suo amato.

Cloud mosse i pollici in modo da accarezzare completamente le sue guance, e avvicinò le sue labbra a quelle di lei.

Tifa chiuse gli occhi, sull’orlo delle lacrime.

Felicità e disperazione insieme.

Un nome.

-Tifa.

 

Aprì di scatto gli occhi, mentre Cloud la baciava irrazionalmente.

 

Sorpresa e felicità.

 

 

****Owari****

 

Hi, che carina! XD Mi piaceva troppo l’idea della Tifa cannibale, Aerith morta (non so cosa ci sia di diverso dal solito.. faccio sempre dei seguiti), Cloud deficiente che non fa altro che piangere dalla mattina alla sera e io che penso alla faccia di Tifa quando Cloud pronuncia il suo nome!! XD XD

Fatemi sapere cosa ne pensate, audaci CloTi convinti!!

*Sere-chan*

 

Ps: visto che mi sembra esagerato che uno soffra fisicamente così tanto per una perdita, volevo appuntare che il male fisico deriva dal Geostigma. Ma loro ancora non ne sapevano niente…^^

   
 
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